lunedì 31 agosto 2009

Il Papa riceve i vertici della Comunità di Sant'Egidio alla vigilia della festa del Santo e dell'incontro interreligioso di Cracovia

Alla vigilia della festa di Sant'Egidio, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i principali esponenti della Comunità di Sant'Edigio di Roma, il fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo e il vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Vincenzo Paglia (foto). L'udienza è avvenuta in vista dell' ''Incontro Interreligioso di Preghiera per la Pace'' che si terrà a Cracovia, in Polonia, dal 6 all' 8 settembre e che ha per titolo: ''Lo spirito di Assisi a Cracovia''. Nel corso dell'udienza - come informa una nota della stessa comunità - sono stati affrontati anche i temi delle poverta' nel mondo e della cura dell'Aids in Africa, a cui la Comunità di Sant'Egidio dà un contributo con il programma ''DREAM', (73.000 malati in cura dieci paesi africani, che il Papa ha avuto modo di conoscere direttamente in occasione del suo recente viaggio apostolico in Camerun e Angola. Durante l'udienza si è anche fatto riferimento alla prossima Assemblea del Sinodo africano. Si è anche parlato del pellegrinaggio dei capi religiosi ad Auschwitz, in occasione dei settant'anni dall'inizio della seconda guerra mondiale.

Per il mese di settembre il Papa chiede di pregare affinché la Parola di Dio sia conosciuta e vissuta come fonte di gioia e libertà

“Perché la Parola di Dio sia più conosciuta, accolta e vissuta come fonte di libertà e di gioia”: è l’intenzione di preghiera generale del Papa per il mese di settembre. Benedetto XVI rinnova dunque ai fedeli l’esortazione a mettere la Parola di Dio al centro della propria vita. Un’esigenza particolarmente sentita dal Pontefice che, proprio a questo tema, ha dedicato l’ultimo Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2008.
Solo la Parola di Dio può cambiare davvero il cuore dell’uomo: è il messaggio che Benedetto XVI rinnova costantemente dall’inizio del suo Pontificato. “Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”, avverte il Papa riprendendo San Girolamo. La Sacra Scrittura, sottolinea il Pontefice, non va letta come “parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi”. E aggiunge, la Scrittura va letta “in comunione con la Chiesa viva” per non cadere in una interpretazione condizionata dal tempo e dalle mode.
“Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna” (7 novembre 2007).
Tutti i cristiani, è l’esortazione del Papa, sono chiamati a rendere ragione della speranza che è in loro. Ma per essere testimoni credibili bisogna conoscere e soprattutto vivere ciò che si annuncia.
“Solo chi si pone innanzitutto in ascolto della Parola può poi diventarne annunciatore. Egli infatti non deve insegnare una sua propria sapienza, ma la sapienza di Dio, che spesso appare stoltezza agli occhi del mondo”. (Ai partecipanti al Congresso Internazionale per il 40° anniversario della Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum (16 settembre 2005))
Ancora, per essere annunciatori credibili, il Papa invita i fedeli a praticare la Lectio divina, la lettura meditata e pregata della Parola di Dio.
“Essa consiste nel rimanere a lungo sopra un testo biblico, leggendolo e rileggendolo, quasi ‘ruminandolo’ come dicono i Padri e, spremendone, per così dire, tutto il ‘succo’, perché nutra la meditazione e la contemplazione e giunga ad irrigare come linfa la vita concreta”. (Angelus, 6 novembre 2005)
Il 5 ottobre dell’anno scorso, si apre in Vaticano il Sinodo dei Vescovi sulla “Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Il Papa vuole così mettere l’accento sull’urgenza di rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo: “Avvertiamo tutti quanto sia necessario porre al centro della nostra vita la Parola di Dio, accogliere Cristo come unico nostro Redentore, come Regno di Dio in persona, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell’umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società e della nostra vita” (5 ottobre 2008: Cappella Papale per l'apertura della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).
E sempre nella Messa che inaugura il Sinodo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ribadisce che nutrendosi della Parola di Dio gli uomini possono davvero cambiare il proprio cuore.
“Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità”.
Nella Messa di chiusura del Sinodo, il 26 ottobre nella Basilica Vaticana, il Papa auspica che si faccia conoscere la Parola di Dio anche a chi è lontano, specialmente a quanti sono in sincera ricerca del senso della vita. E sottolinea che per rendere efficace l’evangelizzazione, va favorito un contatto “vivo e intenso con le Sacre Scritture”.
“E poiché non di rado l'incontro con la Scrittura rischia di non essere 'un fatto' di Chiesa, ma esposto al soggettivismo e all'arbitrarietà, diventa indispensabile una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della Sacra Scrittura, per annunciare, celebrare e vivere la Parola nella comunità cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della verità e non delle ideologie correnti e incrementando il dialogo che Dio vuole avere con tutti gli uomini” (26 ottobre 2008: Cappella Papale per la conclusione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi).

Radio Vaticana

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. Sbandieratori, banda musicale, facchini: gruppi storici in arrivo dai paesi della provincia per accogliere Benedetto

Non appena l’elicottero papale domenica prossima avrà toccato il suolo dello stadio Rocchi di Viterbo e il Santo Padre inizierà a percorrere le vie della città in papamobile, le piazze, i vicoli e le strade principali del capoluogo della Tuscia saranno ravvivate dagli sportivi, dai cittadini e fedeli che saluteranno festosamente il Pontefice. Numerose bandiere bianco e gialle con lo stemma pontificio appesi alle finestre e ai pali delle strade, renderanno tutto il percorso colorato e festoso per accogliere e salutare il “successore di Pietro” che viene a Viterbo e a Bagnoregio in visita pastorale a “confermare nella fede”. Dopo l’ingresso a porta Fiorentina, saranno dislocati tutti alcuni gruppi storici di Viterbo e provincia che saluteranno il Pontefice. Oltre agli sbandieratori e al corteo storico del Pilastro, ci sarà anche un nutrito gruppo del corteo storico e sbandieratori provenienti da Latera. La banda musicale cittadina, dislocata a piazza San Lorenzo (foto), saluterà il Santo Padre con l’inno pontificio, mentre alcuni raggruppamenti di militari in rappresentanza delle caserme della città, renderanno gli onori al Sommo Pontefice. Il sagrato della Basilica di Santa Rosa sarà invece invaso dai facchini e dai mini facchini di Santa Rosa che, insieme alla nuova macchina Fiore del cielo, posizionata sulla piazza del Santuario, darà la possibilità a Benedetto XVI di immergersi nella religiosità popolare e genuina di Santa Rosa.

TusciaWeb

domenica 30 agosto 2009

La Messa con gli ex allievi. Il Papa: la gioia il segno distintivo del cristiano perché conosce la volontà di Dio, espressione dell sua amicizia

Solo se conoscere Dio e la sua volontà provocano in noi gioia il cristianesimo diventa anche missionario. Solo se nella rivelazione di Dio agli uomini si riconosce un dono il cristianesimo diventa stimolante. È quanto ha sottolineato Benedetto XVI questa mattina durante la Santa Messa celebrata per il circolo dei suoi ex allievi formatosi all’epoca della sua docenza all’Università di Ratisbona, nella Cappella del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Nella sua omelia il Papa ha preso spunto dalle letture della liturgia di oggi per precisare che se vogliamo ascoltare interamente il messaggio di Gesù, il modo in cui ci guida a Dio, se vogliamo conoscere come Dio si avvicina a noi, dobbiamo leggere sia l’Antico che il Nuovo Testamento. Nella Sacra Scrittura c’è la Legge che Dio ha dato agli uomini, ma questa non deve essere letta come un giogo, una schiavitù; piuttosto, regala saggezza, la vera conoscenza, indica come essere e vivere. Il cristiano deve essere grato a Dio per aver ricevuto da Dio tutto questo, gioire. La gioia, ha detto Benedetto XVI, deve essere il segno che contraddistingue il cristiano perché conosce la volontà di Dio, perché la Legge è anche espressione dell’amicizia di Dio. È parola che rende liberi, che dà forza, purifica. Parlando ai suoi ex allievi, il Pontefice ha aggiunto che nella misura in cui ci lasciamo toccare da Dio, instaurando con Lui un dialogo d’amore e d’amicizia, anche noi possiamo amare come Lui ama. È un po’ quello che Sant’Agostino ha sintetizzato nella frase “Dà ciò che comandi e comanda ciò che vuoi”, un modo per spiegare che attraverso la sua amicizia Dio ci rende capaci del suo stesso amore.

Radio Vaticana

Il Papa: la famiglia il fertile terreno spirituale dove scaturiscono e maturano le vocazioni al sacerdozio. Appello per il creato e i Paesi più poveri

Se in alcune realtà mancano sufficienti vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa è a causa della crisi della famiglia. Dove le famiglie sono unite e fondate sulla fede le vocazioni arrivano. Lo ha sottolineato oggi il Papa, parlando ai fedeli presenti a Castelgandolfo, prima dalla recita dell'Angelus. ''Quando i coniugi si dedicano generosamente all'educazione dei figli, guidandoli e orientandoli alla scoperta del disegno d'amore di Dio, preparano - ha spiegato - quel fertile terreno spirituale dove scaturiscono e maturano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata''. Per Benedetto XVI, ''si rivela così quanto siano intimamente legati e si illuminino a vicenda il matrimonio e la verginità, a partire dal loro comune radicamento nell'amore sponsale di Cristo''. Il Papa ha portato l'esempio di Santa Monica, della quale giovedì scorso ricorreva la festa, dal cui latte, ha ricordato, ''Sant'Agostino bevve il nome di Gesù''. Il grande filosofo e teologo africano che ha ispirato la teologia di Joseph Ratzinger, ''fu educato dalla madre nella religione cristiana, i cui princìpi gli rimarranno impressi anche negli anni di sbandamento spirituale e morale''. ''Monica - ha sottolineato Benedetto XVI - non smise mai di pregare per lui e per la sua conversione, ed ebbe la consolazione di vederlo ritornare alla fede e ricevere il battesimo. Iddio esaudì le preghiere di questa santa mamma, alla quale il vescovo di Tagaste aveva detto: ''è impossibile che un figlio di tante lacrime vada perduto''. E lo stesso Sant'Agostino, ha continuato il Pontefice, ripeteva che sua madre lo aveva ''generato due volte''. ''La storia del cristianesimo - ha aggiunto - è costellata di innumerevoli esempi di genitori santi e di autentiche famiglie cristiane, che hanno accompagnato la vita di generosi sacerdoti e pastori della Chiesa. Si pensi ai Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, entrambi appartenenti a famiglie di Santi. Pensiamo, vicinissimi a noi, ai coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, vissuti tra la fine del XIX secolo e la metà del 1900, beatificati dal mio venerato predecessore Giovanni Paolo II nell'ottobre del 2001, in coincidenza con i vent'anni dell'Esortazione Apostolica "Familiaris consortio", un documento, che oltre ad illustrare il valore del matrimonio e i compiti della famiglia, sollecita gli sposi a un particolare impegno nel cammino di santità, che, attingendo grazia e forza dal Sacramento del matrimonio, li accompagna lungo tutta la loro esistenza''. ''Cari fratelli e sorelle - ha poi concluso il Papa - in quest'Anno Sacerdotale, preghiamo perchè, per intercessione del Santo Curato d'Ars, le famiglie cristiane divengano piccole chiese, in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dallo Spirito Santo, possano essere accolti e valorizzati''.
"Non siano le popolazioni più povere a pagare il maggior prezzo dei mutamenti climatici". Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI, ha ricordato che martedì prossimo, 1° settembre, si celebrerà in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato'' promossa dalla CEI. "E' un appuntamento significativo, di rilievo - ha detto - anche ecumenico, che quest'anno ha come tema l'importanza dell'aria, elemento indispensabile per la vita". "Come ho fatto nell'Udienza generale di mercoledì scorso, esorto tutti - ha concluso - ad un maggiore impegno per la tutela del creato, dono di Dio e in particolare, incoraggio i Paesi industrializzati a cooperare responsabilmente per il futuro del pianeta".

Agi


Scambio di lettere tra Ted Kennedy e Benedetto XVI. Le missive lette durante i funerali del senatore americano

Il funerale di Ted Kennedy (foto) si è concluso ad Arlington con una sorpresa. L'arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick ha letto le lettere di Ted Kennedy a Benedetto XVI e la risposta del Papa al senatore malato. I testi delle missive erano inediti e non si sapeva che il Pontefice avesse risposto a Kennedy due settimane dopo aver ricevuto il messaggio consegnato dal presidente Barack Obama. Il testamento spirituale di Kennedy, contenuto nella lettera al Papa, finora inedita, è commovente. "Scrivo in profonda umiltù per chiederle di pregare per me mentre la mia salute declina. So che sono stato un essere umano imperfetto ma con l'aiuto della mia fede ho cercato di raddrizzare il mio sentiero", aveva scritto Kennedy al Pontefice. La lettera di Kennedy esprime la consapevolezza della sua mortalità. "Ho 77 anni e mi sto preparando al prossimo passaggio della vita", aveva scritto Kennedy sottolineando che la fede cattolica ereditata dai genitori e soprattutto dalla madre Rose lo aveva "sostenuto e nutrito" e gli aveva dato "sollievo nelle ore più buie della vita". Il senatore aveva ricordato le battaglie politiche condivise con il Vaticano tra cui quelle a favore dei poveri, per i diritti civili e contro la pena di morte. Ma è soprattutto sulla riforma della sanità, causa principe della sua vita, che il senatore si sofferma mentre sente avvicinarsi la fine. Criticato dalle gerarchie ecclesiastiche per aver difeso in politica il diritto costituzionale delle donne all'aborto, Kennedy aveva scritto al Papa che "pur essendo malato", si stava impegnando a fare il possibile per far avere a tutti l'accesso alla mutua: "E' stata la causa della mia vita. Credo nella protezione del diritto alla coscienza dei cattolici nel settore della sanità e continuerò a difenderlo in Senato mentre continuiamo a lavorare su una riforma che garantisca una mutua per tutti". Nella risposta di Benedetto XVI a Ted Kennedy, trasmessa attraverso funzionari vaticani, il Papa si diceva rattristato della malattia ed esprimeva al senatore la sua "preoccupazione e la sua vicinanza spirituale". Il Papa - si affermava ancora nella missiva - "prega che nei giorni a venire lei sia sostenuto nella fede e nella speranza e che riceva la grazia della gioiosa resa alla volontà di Dio". Benedetto XVI aveva invocato, infine, su Kennedy "la consolazione e la pace promessa dal Salvatore Risorto a quanti condividono le sue sofferenze e la fiducia nella vita eterna". La vedova di Kennedy, Vicki, aveva chiesto che alcuni stralci delle lettere fossero letti da McCarrick al funerale per commemorare "la fede del marito e il calore e lo spirito paterno" del Pontefice.

Rainews24.it

sabato 29 agosto 2009

Martirio di San Giovanni Battista. Il Papa: stimolo per un'esistenza in piena fedeltà a Cristo, testimoniando un amore sincero verso Dio e il prossimo

La Chiesa ricorda oggi il martirio di San Giovanni Battista, che rese a Dio la sua suprema testimonianza. E’ l’amico che esulta di gioia alla voce dello sposo e si eclissa di fronte al Cristo, sole di giustizia: “Ora la mia gioia è compiuta; Egli deve crescere, io invece diminuire”. Alla sua scuola si sono formati alcuni dei primi discepoli del Signore.
San Giovanni Battista sigilla la sua missione di Precursore con il martirio. E’ l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo apostolo di Gesù. E’ l’unico fra i Santi di cui si celebri la natività e il giorno della morte. Annuncia la venuta del Signore, esorta alla conversione e predica la penitenza. In molti accorrono da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dalla regione intorno al fiume Giordano per ascoltarlo. In tanti pensano sia il Messia ma è Giovanni stesso ad assicurare che è solo il Precursore. La vita di Giovanni, come ricorda Benedetto XVI, è stata in realtà “tutta orientata a Cristo”.
“Giovanni Battista è stato il precursore, la ‘voce’ inviata ad annunciare il Verbo incarnato… Invochiamo la sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, perché anche ai nostri giorni la Chiesa sappia mantenersi sempre fedele a Cristo e testimoniare con coraggio la sua verità e il suo amore per tutti”. Giovanni Battista battezza Gesù, non annuncia se stesso ma “l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (Angelus, 24 giugno 2007).
E’ “il primo “testimone” di Gesù, che indica “Figlio di Dio e redentore dell’uomo”. Giovanni - aggiunge il Papa - indica la Verità, senza paura.
“Da autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti. Così, quando accusò di adulterio Erode ed Erodiade, pagò con la vita, sigillando col martirio il suo servizio a Cristo, che è la Verità in persona”. Giovanni Battista condanna pubblicamente Erode Antipa, che conviveva con la cognata e per questo viene decapitato. Il suo esempio testimonia che “l’amore di Cristo è più forte della violenza e dell’odio” (Angelus, 24 giugno 2007).
Il Papa affida all’intercessione di Giovanni Battista “tutti coloro che, seguendo il suo esempio, introducono nel mondo la giustizia del regno di Dio: “Con speciale vicinanza spirituale, penso anche a quei cattolici che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze. Tutta la Chiesa ne ammira l’esempio e prega perché essi abbiano la forza di perseverare, sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono sembrare un fallimento” (Angelus, 26 dicembre 2006).
L’eroico esempio di San Giovanni Battista - auspica infine il Santo Padre - sia lo “stimolo per progettare un’esistenza in piena fedeltà a Cristo, per affrontare la sofferenza con coraggio e per testimoniare un amore sincero per Dio e verso il prossimo” (30 agosto 2006).

Radio Vaticana

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Mons. Isizoh: nel continente la Chiesa svolge un ruolo vitale, è la voce di chi non ha voce

“La Chiesa svolge un ruolo vitale. È la voce di chi non ha voce. Parla a nome degli oppressi e degli emarginati della società. Conduce le persone ferite alla riconciliazione. Il modo in cui farlo sarà probabilmente uno dei più importanti punti di discussione del prossimo Sinodo”. È quanto afferma mons. Chidi Denis Isizoh, nigeriano, officiale del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, delineando in un’intervista a L’Osservatore Romano alcune delle sfide che attendono il continente africano, in vista del prossimo Sinodo speciale per l'Africa che si svolgerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre. “Noi tutti – dice mons. Isizoh – preghiamo per il successo del secondo Sinodo dei vescovi per l'Africa” che avrà come tema “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. 'Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo' (Mt 5, 13.14)”. Il tema, spiega mons. Isizoh, “mostra quanto la Chiesa africana sia vitale nella sua responsabilità verso il continente. Gli ultimi cinquant'anni sono stati dominati da questioni relative all'indipendenza e alla costruzione di realtà nazionali. Nella loro lotta per l'autodeterminazione e l'autogoverno, molti Paesi africani hanno vissuto guerre, conflitti, controversie. Alla fine ci si potrebbe chiedere: cosa ne sarà dell'Africa? Di questo si occuperà il Sinodo”. Mons. Isizoh sottolinea l’importanza dell’“ordine degli elementi che compongono il tema” del prossimo Sinodo speciale per l'Africa. “La prima cosa – dice – è la riconciliazione, poi viene la giustizia, quindi la pace, perché riconciliazione e giustizia recano pace”. Spesso, prosegue, “nel mondo attuale notiamo che, dopo le ostilità, la prima cosa che si pensa di fare è creare tribunali per processare i cosiddetti "criminali di guerra", per condannarli, imprigionarli o, in alcuni casi, ucciderli. Questo reca pace? No. Esigere e ottenere "fino all'ultimo centesimo" è il modo che hanno gli uomini di vendicarsi. Ad alcune persone ciò lenisce le ferite e dà la sensazione che i colpevoli siano stati puniti”. Ma ciò, rileva mons. Isizoh, “allevia veramente le ferite della guerra e del conflitto? Nutro dei dubbi al riguardo”. L’officiale del Pontificio Consiglio conclude ricordando che “esiste un altro modo per sanare la società dopo guerre e conflitti: la riconciliazione, che è anche un valore evangelico.

SIR

venerdì 28 agosto 2009

ll card. Bertone agli aquilani: il Papa continua a essere accanto a voi e alla vostra terra. Dalle macerie rinasca un popolo pieno di fiducia in Dio

''Anche nelle prove più dure l'uomo è amato e non abbandonato da Dio''. E' questo il messaggio di Benedetto XVI ai terremotati de L'Aquila che oggi con il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha portato ai fedeli presenti alle celebrazioni della 715° edizione della Personanza. Da parte sua, ha assicurato Bertone, ''il Papa continua a stare spiritualmente accanto a voi e alla vostra terra. Egli sa bene quante preoccupazioni, interrogativi e problemi ci siano nell'animo di tutti i suoi abitanti; ma sa pure quanto profonde siano la fiducia e la forza d'animo che tutti nutrite''. Secondo Bertone, celebrare la Perdonanza e aprire l'Anno Celestiniano ''in situazioni di disagio a causa del terremoto aiuta a cogliere forse ancor meglio il valore di questa tradizione spirituale, che è diventata parte della stessa vostra storia civile e saldo riferimento nella crescita della vostra fede''. ''La Perdonanza celebrata nella situazione di disagio creata dal terremoto fa percepire - ha detto - il senso vero della penitenza''. ''Il fatto di essere sottoposti a non pochi disagi - ha proseguito - potrebbe persino facilitare la comprensione della Perdonanza. Stimolati infatti dalle circostanze, pensando ai tanti problemi con cui si è confrontati, si sperimenta che solo l'amore di Dio può farci superare certe difficoltà. La Perdonanza diventa pertanto un'esortazione accorata ad accogliere Dio nella nostra esistenza, a convertirci, approfittando del momento favorevole di cui parla San Paolo nella lettura tratta dalla seconda lettera ai Corinzi''. ''Perchè Dio non passi invano - ha raccomandato - occorre restare vigili e con il cuore aperto: l'Anno Celestiniano sia un vero Anno Santo di conversione e di riscoperta di ciò che è essenziale nella nostra esistenza''. Nell'omelia pronunciata questa sera il segretario di Stato ha voluto ripetere alcune delle parole che Benedetto XVI pronunciò a L'Aquila, rinnovando a tutti, autorità, istituzioni pubbliche e private, imprese e volontari, l'incoraggiamento ''a contribuire efficacemente perchè questa città e questa terra risorgano al più presto''. ''Sono certo - ha scandito - che sarà compiuto ogni sforzo, anche a livello internazionale, perchè siano mantenute le promesse fatte, tese a ridare alle persone la possibilità di riprendere una normale vita familiare nelle loro case, ricostruite o rese agibili, e nelle loro attività economiche e sociali''. Ai fedeli e alle autorità presenti, il porporato salesiano ha confidato di conservare ''vivo il ricordo di un'altra commovente celebrazione, ben diversa da quella odierna, la Santa Messa esequiale dello scorso Venerdì Santo, che mi ha dato modo - ha detto - di condividere il lutto della città e dei tanti paesi colpiti dal terremoto, e di pregare per le vittime del tragico sisma e per le famiglie affrante dal dolore''. ''Chi potrà mai dimenticare - si è chiesto - quelle scene di sofferenza e di morte? Chi potrà dimenticare anche la dignità e il raccoglimento di quel rito funebre, a cui, attraverso le televisioni, ha partecipato, potremmo dire, il mondo intero?''. ''Quest'oggi - ha aggiunto - sono tornato, come avevo promesso, per una data importante per la vostra diocesi; sono venuto per la solenne apertura della Porta Santa, proseguendo con voi una lunga tradizione di fede, che segna la vostra terra, e che ogni anno si rinnova grazie al ripetersi dei riti suggestivi della Perdonanza'', che sono ''stimolo a percepire il senso vero della penitenza e del digiuno, e invito, specialmente in queste vostre condizioni, a vedere nelle prove della vita non il segno dell'abbandono da parte di Dio, bensì la manifestazione di una sua misteriosa vicinanza, che ci provoca mediante il dolore e la sofferenza a non chiuderci in noi stessi, ma ad aprirci fiduciosi al suo amore, abbandonandoci nelle sue mani di Padre misericordioso''. ''Dalle macerie del terremoto non rinasca solo una città ben rifatta e moderna, bensì un popolo pieno di fiducia e deciso ad alimentarsi sempre alla sorgente della fede cristiana, quella stessa fede che la Perdonanza Celestiniana viene a rinsaldare''. E' questo il grande auspicio espresso dal card. Bertone davanti alla Basilica di Collemaggio, simbolo, ha osservato, di una solidarietà che deve diventare ''sempre più stretta e viva: solidarietà materiale, fatta di impegno sollecito e concreto per la ricostruzione e ancor più spirituale''. ''Sostando nella splendida Basilica che porta i segni e le ferite della violenza del sisma - ha fatto notare il segretario di Stato nella sua omelia - Benedetto XVI ha venerato l'urna di questo santo suo predecessore, e vi ha deposto sopra il Pallio che aveva ricevuto nel giorno del solenne inizio del suo ministero petrino, il 24 aprile del 2005''. Durante l'Anno Celestiniano l'urna visiterà le diocesi dell'Abruzzo e del Molise: ''un significativo pellegrinaggio - ha concluso Bertone - che non mancherà di rinsaldare l'unità e la comunione fra tutte le comunità cristiane di queste diocesi, unità, che già si è fatta più percepibile in questi mesi''.
Al termine della celebrazione della Messa il card. Tarcisio Bertone e i vescovi concelebranti hanno raggiunto la Porta Santa sul lato sinistro della Basilica di Collemaggio, dove gli infioratori di Alatri hanno realizzato con fiori secchi e freschi lo stemma di Celestino V. Qui è avvenuto il rito di apertura della Porta dopo che il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, ha letto il testo della bolla del perdono. Il cardinale ha picchiato per tre volte con un ramo di ulivo sulla porta che è stata aperta. Dal quel momento, per tutta la notte e domani, fino alla celebrazione della Messa delle ore 18, chiunque “veramente pentito, confessato e comunicato” entrerà nella Basilica potrà ricevere l’indulgenza plenaria. Per motivi di sicurezza, a causa dei danni provocati dal terremoto alla basilica, con il crollo del transetto, sarà consentito il transito soltanto a piccoli gruppi. All’interno della Chiesa rimangono le macerie, ricordo di quanto successo, e grosse fasce bianche imbragano tutte le colonne. All’esterno, invece, il piazzale antistante la facciata della Basilica, protetta dalle impalcature, è ancora occupato dalla tendopoli allestita all’indomani del 6 aprile scorso e gestita dalla Croce Rossa.

Il Capoluogo d'Abruzzo.it, SIR

'L'Osservatore Romano': c'è chi vorrebbe dalla Chiesa pubbliche condanne, ma su insegnamento del Papa si tiene fuori da vincende politiche contingenti

''C'è chi vorrebbe una Chiesa sempre pronta alle pubbliche condanne, invece che alla cura individuale delle coscienze. Almeno in alcuni casi particolari, perchè in genere le prese di posizione pubbliche della Chiesa sui comportamenti sessuali sono criticate con forza, in quanto considerate indebite ingerenze. Alla Chiesa, in altre parole, si chiede proprio il contrario di quello che è un comportamento morale: la condanna del peccatore, ma non del peccato''. Lo scrive, in un articolo pubblicato oggi sulla prima pagina dell'edizione odierna de L'Osservatore Romano, la storica Lucetta Scaraffia, che critica aspramente un articolo di Vito Mancuso uscito oggi su La Repubblica dedicato alla festa della Perdonanza de L'Aquila. Il teologo accusava la Chiesa di essere su una strada che portava, come nel Medioevo, alla ''vendita delle indulgenze'' e criticava la cena annunciata - e poi oggi cancellata - tra il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone e il premier Silvio Berlusconi. Quello di Mancuso, secondo il quotidiano vaticano, è un articolo ''carente particolarmente sul piano storico''. ''Mancuso - scrive la Scaraffia - dovrebbe sapere che anche nella Chiesa di oggi la penitenza è una cosa seria, tanto da non dover venire confusa con polemiche contingenti come quelle a cui sono usi i giornali''. ''Mancuso - prosegue l'articolo - sembra dimenticare che, a partire dalla metà del Duecento, la confessione è individuale e auricolare, cioè si svolge fra il penitente e il confessore, ed è segreta, come lo è la penitenza. Un metodo che ha senza dubbio favorito il ravvedimento di molti peccatori, ma che soprattutto è alla base della nascita dell'individualismo nella civiltà occidentale''. ''Ma - aggiunge - evidentemente questa segretezza non piace a tutti: c'è chi vorrebbe una Chiesa sempre pronta alle pubbliche condanne, invece che alla cura individuale delle coscienze. Almeno in alcuni casi particolari, perchè in genere le prese di posizione pubbliche della Chiesa sui comportamenti sessuali sono criticate con forza, in quanto considerate indebite ingerenze''. ''Alla Chiesa - riassume la Scaraffia -, in altre parole, si chiede proprio il contrario di quello che è un comportamento morale: la condanna del peccatore, ma non del peccato. Questo sì sarebbe una prova di nichilismo e di coinvolgimento partigiano in vicende politiche contingenti: proprio quello che invece Benedetto XVI e il cardinale Bertone cercano di evitare''. Sarebbe poi frutto di ''moralismo superficiale'' lo ''stupefacente accostamento'' che Mancuso fa ''fra il comportamento di Giovanni Battista con Erode Antipa e la supposta cena del cardinale segretario di Stato con il presidente del Consiglio italiano''. ''Ancora una volta - conclude L'Osservatore Romano - Mancuso sembra ignorare che il Battista era stato fatto imprigionare da Erode per la sua predicazione sovversiva, oltre che per le rampogne alla sua vita privata, ma soprattutto vuole contrapporre radicalmente profezia e istituzione. Secondo lui, infatti, la Chiesa dovrebbe essere priva di quel fondamento istituzionale che, insieme alla dimensione profetica, l'ha caratterizzata nel corso della sua storia. Ma la Chiesa, che pure vive nel mondo, pensa soprattutto alla carità e alla salute delle anime''.

Asca

Memoria di Sant'Agostino. Benedetto XVI: la sua vita e la sua opera ci insegnano che Dio è la sola risposta alle nostre inquietudini

Ricorre oggi la memoria di Sant’Agostino (nella foto le reliquie venerate da Benedetto XVI), vescovo d’Ippona e dottore della Chiesa. Autore di numerosi scritti, è tra i Padri della Chiesa che hanno meglio spiegato principi e dogmi del cristianesimo. Nella sua opera più nota le "Confessioni", il Santo africano descrive il travagliato percorso verso la conversione. Al pensiero agostiniano attinge spesso Benedetto XVI, che ha dedicato proprio al vescovo di Ippona la sua tesi di dottorato in teologia. Lo chiamano anche il dottore della Grazia, perché nei suoi scritti è riuscito a spiegare quanto Dio ami la sua creatura. Sant’Agostino, uomo inquieto dinanzi agli interrogativi sull’esistenza, ha lasciato in diverse opere le risposte che ha trovato. La sua è stata una ricerca lunga, tra filosofie ed eresie, poi la scelta del cristianesimo, dove è riuscito a conciliare la ragione e la fede, come ha detto Benedetto XVI parlando del vescovo di Ippona in una delle sue catechesi del mercoledì.
“Queste due dimensioni, fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme. Come ha scritto Agostino stesso poco dopo la sua conversione, fede e ragione - dice nel "Contra Academicos" - sono le due forze che ci portano a conoscere” (30 gennaio 2008).
Più volte il Papa ha sottolineato quanto sia stato affascinato dalla figura di Sant’Agostino, tanto da essersi ispirato al suo pensiero nelle sue prime Lettere Encicliche. Con “Deus caritas est”, Benedetto XVI, infatti, ha voluto spiegare Dio come amore usando quelle stesse parole che il vescovo di Ippona rivolgeva ai suoi contemporanei.
"Anche oggi, come al suo tempo, l’umanità ha bisogno di conoscere e soprattutto di vivere questa realtà fondamentale: Dio è amore e l’incontro con lui è la sola risposta alle inquietudini del nostro cuore. Un cuore che è abitato dalla speranza, forse ancora oscura e inconsapevole in molti nostri contemporanei, ma che per noi cristiani apre già oggi al futuro, tanto che San Paolo ha scritto che ‘nella speranza siamo stati salvati" (27 febbraio 2008).
Ma del filosofo di Tagaste, il Papa ha anche descritto in più occasioni le vicissitudini per far capire che l’esperienza di un Santo non è lontana da quella di ciascuno di noi. E ancora che il cammino di un uomo non termina in una opzione fondamentale di vita. Così, Agostino non si è fermato decidendo di consacrarsi a Dio e di dedicarsi alla teologia.
“Gli era molto difficile all’inizio, ma ha capito che solo vivendo per gli altri, e non solo per la sua privata contemplazione poteva realmente vivere con Cristo e per Cristo...Imparò, spesso con difficoltà, giorno per giorno, a mettere a disposizione il frutto della sua intelligenza a vantaggio degli altri, a comunicare la sua visione, la sua fede, alla gente semplice” (27 febbraio 2008).

Radio Vaticana

BENEDETTO XVI E SANT'AGOSTINO - LE PAROLE DEL PAPA

Catechesi







Discorsi, omelie e Angelus




Il card. Bertone a L'Aquila per la Perdonanza Celestiniana rende omaggio a nome del Papa ai vigili del fuoco e al loro lavoro durante il terremoto

Il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, è arrivato a L'Aquila per presiedere la solenne celebrazione della Perdonanza Celestiniana. Al suo arrivo, come segno di riconoscenza anche da parte del Papa, il porporato si è recato alla sede provvisoria del Comando provinciale dei vigili del fuoco de L'Aquila. Bertone è stato accolto nell'ufficio del comandante dal capo del Corpo, ingegnere Antonio Gambardella. "A nome del Papa ha voluto rendere omaggio al lavoro dei vigili del fuoco - ha sottolineato il comandante - e si è voluto complimentare con noi per questa continua prova". Il braccio destro di Benedetto XVI ha salutato brevemente ma personalmente gli uomini dei vigili del fuoco, donando loro i rosari. Il comandante Roberto Lupica, ha ricambiato con una targa in ricordo della visita. Nel pomeriggio i vigili del fuoco garantiranno il trasporto della Bolla di Papa Celestino V che ha introdotto l'indulgenza plenaria durante la Perdonanza e la teca con le reliquie del corpo del Santo. Dopo la processione ci sarà la celebrazione della Messa nello spazio antistante la basilica di Collemaggio. "Abbiamo messo in sicurezza la Basilica - dice il comandante Lupica - i pellegrini potranno entrare per un percorso molto breve ma sicuro; scaglioneremo i pellegrini a gruppi di 40 persone. La Basilica è costantemente presieduta da noi".
La sala stampa vaticana ha comunicato che la cena della Perdonanza annunciata per questa sera all'Aquila, alla quale avrebbero dovuto partecipare, fra gli altri, il card. Bertone e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stata annullata. Il presidente del Consiglio avrebbe inoltre deciso di delegare, quale rappresentante del governo alle celebrazioni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta , "per evitare - aggiunge la nota della sala stampa - strumentalizzazioni". "Al termine della celebrazione - ha aggiunto il portavoce vaticano - l'arcivescovo aveva pensato, in un primo momento, di organizzare una cena quale segno di ringraziamento al Segretario di Stato, ai vescovi e alle autorità per la loro presenza e per la loro opera a favore delle vittime del terremoto. In un secondo tempo si è preferito cancellare la cena e devolverne il costo a beneficio dei terremotati".

Apcom, Corriere della Sera.it

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. La preghiera di Benedetto XVI alla Madonna della Quercia con le monache. Oltre 300 i volontari in azione

Il programma della visita del Papa a Viterbo e Bagnoregio, domenica 6 settembre, prevede che nel pomeriggio il Santo Padre, dopo aver salutato i membri del comitato organizzatore alla “Domus la Quercia”, scenda nella Basilica della Quercia, dove è custodita e venerata la sacra immagine della Madonna Patrona della diocesi di Viterbo. In questo luogo il Papa rimarrà per qualche istante in preghiera silenziosa e poi si rivolgerà alla Madonna recitando la bellissima preghiera a Lei dedicata e composta proprio dal nostro vescovo Lorenzo. Sarà un momento intenso dove Benedetto XVI affiderà la Chiesa viterbese alla intercessione e alla protezione della Vergine Santa, stessa immagine che proprio venticinque anni fa Giovanni Paolo II incoronò patrona della nuova diocesi. All’interno della Basilica, oltre a un pool ristretto di giornalisti, seminaristi e ai parroci del Santuario, ci saranno oltre 120 monache di clausura provenienti dai 12 monasteri della Diocesi. Le monache pregheranno insieme al Santo Padre. Loro che ogni giorno elevano al Signore preghiere per la Chiesa e per il Papa, si ritroveranno in questo giorno storico e indimenticabile a pregare proprio con il Papa in persona. A Bagnoregio, invece, nella Concattedrale di San Nicola, il Papa incontrerà oltre ai quattro parroci della cittadina, anche i quattro ministri generali dell’ordine Francescano che sono in Italia. Sarà un momento alto e profondo. Il Papa si fermerà in adorazione davanti al tabernacolo dove è custodita l'Eucaristia e poi rimarrà in preghiera davanti al “Sacro Braccio” di San Bonaventura, unica reliquia al mondo.
Saranno oltre 120 i volontari, per lo più giovani provenienti dalle parrocchie della diocesi, che presteranno il loro servizio a favore dei 15 mila fedeli che affolleranno la Valle di Faul e le zone limitrofe alla Celebrazione Eucaristica. I giovani volontari, riconoscibili da una casacca verde, sono stati formati e istruiti dagli organismi della Curia in accordo con le forze di sicurezza della provincia e del 118 e sono pronti per sopperire alle numerose necessità ed emergenze come pure al controllo dei varchi di accesso ai vari settori. Anche la Prefettura di Viterbo, nella persona della dottoressa Amalfitano, ha richiesto oltre 200 volontari dalle associazioni di volontariato del territorio della provincia che affiancheranno in sinergia e collaborazione i volontari della diocesi e le forze di polizia nell’assistenza dei pellegrini. Fuori porta Faul, luogo dell’arrivo degli autobus e dell’ingresso dei fedeli, saranno allestiti più punti informativi e di assistenza dove tutti potranno ricevere in omaggio una bottiglietta di acqua fornita dalla Coldiretti, un cappello, una bandana e il libretto della celebrazione, strumento molto importante per seguire i canti e le varie fasi della Messa. Inoltre, in uno stand, sempre nei pressi della rotatoria di Faul, ci sarà uno speciale annullo postale con cartoline particolareggiate appositamente elaborate per Viterbo e per Bagnoregio. L’annullo postale è stato studiato per tutti i collezionisti e i fedeli in accordo fra la diocesi e le Poste italiane. Sarà ripetuto nel pomeriggio anche a Bagnoregio nei pressi dell’Auditorium. Per gli amatori, sono state anche preparate, e sono già in vendita, medaglie commemorative in oro, argento e altri metalli speciali, realizzate dall’associazione “Quadrante” di Viterbo. Le medaglie con impresso in un lato il logo ufficiale della visita e dall’altro gli stemmi del Papa del vescovo e del Comune di Viterbo sono state disegnate da don Angelo Gargiuli.

TusciaWeb

Il 21 novembre l'incontro di Benedetto XVI con il mondo nella arte contemporanea, probabilmente nella suggestiva cornice della Cappella Sistina

Papa Benedetto XVI incontrerà il prossimo 21 novembre il mondo dell'arte contemporanea. L'evento sarà presentato nella Sala Stampa vaticana il 10 settembre e potrebbe svolgersi nella Cappella Sistina. All'incontro saranno invitati musicisti, architetti, pittori, scultori, scrittori e registi. ''L'arte contemporanea ha una sua lingua, una sua grammatica che si distaccano completamente da quelle dell'arte classica - ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, mons. Gianfranco Ravasi -. Io vedo la necessità di un dialogo con la Chiesa. Per questo ho proposto al Santo Padre - che ha accettato - un incontro tra lui e gli artisti contemporanei''. Sarebbe ''ideale'', ha aggiunto l'arcivescovo, intervistato dalla Radio Vaticana, se l'incontro si svolgesse nella Cappella Sistina, dove gli artisti di oggi potrebbe instaurare un ''dialogo'' con l'''arte sublime'' di Michelangelo. L'incontro, ha aggiunto, servirà a superare la ''cesura che si è aperta tra l'arte contemporanea e la Chiesa''. Mons. Ravasi ha anche anticipato che, nel 2011, la Santa Sede parteciperà per la prima volta alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione. ''Vorremmo invitare una decina tra gli artisti più significativi del panorama contemporaneo, artisti che non abbiano per forza un legame diretto con la religione. Ci piacerebbe stimolarli a lavorare su progetti per un'arte spirituale, simbolica - non arte liturgica, per il momento''.

Asca

giovedì 27 agosto 2009

Anno Sacerdotale. Il card. Bertone: grande entusiasmo in tutte le Chiese locali, ha suscitato un movimento straordinario di preghiera per i presbiteri

L'Anno Sacerdotale è un'iniziativa con cui Benedetto XVI vuole entrare in contatto anche con i sacerdoti che hanno abbandonato il ministero. Lo conferma il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, in un'intervista pubblicata dall'edizione italiana di questo venerdì de L'Osservatore Romano, in cui rivela anche com'è nata l'idea di convocare questa iniziativa. "Ricordo che dopo il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, sul tavolo del Papa vi era una proposta, già precedentemente presentata, per un anno della preghiera, che di per sé era ben collegata con la riflessione sulla Parola di Dio", ha spiegato il porporato. Tuttavia, aggiunge, "la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della morte del curato d'Ars e l'emergenza delle problematiche che hanno investito tanti sacerdoti hanno mosso Benedetto XVI a promulgare l'Anno Sacerdotale". Con quest'Anno, dichiara il card. Bertone, il Papa vuole mostrare "una speciale attenzione ai sacerdoti, alle vocazioni sacerdotali" e promuovere "in tutto il popolo di Dio un movimento di crescente affetto e vicinanza ai ministri ordinati". "L'Anno Sacerdotale sta suscitando un grande entusiasmo in tutte le Chiese locali e un movimento straordinario di preghiera, di fraternità verso e fra i sacerdoti e di promozione della pastorale vocazionale". "Si sta inoltre irrobustendo il tessuto del dialogo, talora appannato, tra vescovi e sacerdoti, e sta crescendo una attenzione speciale anche verso i sacerdoti ridotti a una condizione marginale nell'azione pastorale". Il Segretario di Stato afferma che quest'anno auspica anche "che avvenga una ripresa di contatto, di aiuto fraterno e possibilmente di ricongiungimento con i sacerdoti che per vari motivi hanno abbandonato l'esercizio del ministero". "I santi sacerdoti che hanno popolato la storia della Chiesa non mancheranno di proteggere e di sostenere il cammino di rinnovamento proposto da Benedetto XVI", conclude.

Zenit

Il governo della Chiesa universale, le parole del Papa nei media e il rapporto con i fedeli: il card. Bertone su Benedetto XVI e il suo Pontificato

Il progetto di Chiesa e di società del Papa è chiaro e lineare: “Spingere i singoli e le comunità a una vita divinamente e umanamente armonica, con la teologia dell’‘et’ e la spiritualità del ‘con’, mai del ‘contro’”: lo afferma il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), segretario di Stato vaticano, in un’intervista esclusiva a L’Osservatore Romano alla vigilia della celebrazione che presiederà domani a L’Aquila, in occasione della Perdonanza celestiniana. Una presenza - sottolinea al riguardo il porporato - che testimonia l’attenzione del Pontefice alle esigenze delle popolazioni terremotate e la sua speranza che “nulla possa far pensare a lentezze o disimpegno” nell’opera di ricostruzione. Riproponendo il valore della Perdonanza come gesto di riconciliazione e di rinnovamento anche a livello economico e sociale, il cardinale indica nell’attenzione del Papa verso i poveri una delle caratteristiche fondanti del Pontificato. E invita a guardare alla “riforma della Chiesa” intrapresa da Benedetto XVI soprattutto come richiamo alla “interiorità” e alla “santità”, vissute nella fedeltà a Cristo e alla legge evangelica dell’amore. Anche nella sua azione quotidiana di governo - assicura Bertone - emerge il distacco del Papa “dalle manovre e dal chiacchiericcio” di certi ambienti curiali e la sua volontà di puntare su persone competenti, animate da “genuino spirito pastorale”. In questa direzione - rivela - sono in cantiere alcune importanti nomine che daranno voce e rappresentanza a nuove realtà della Chiesa come quella africana. Il Papa è spesso vittima di "elucubrazioni" e i "sussurri su presunti documenti di retromarcia sono pura invenzione secondo un clichè standardizzato e ostinatamente riproposto". "Per capire le intenzioni e l'azione di governo del Papa - dice - occorre rifarsi alla sua storia personale - un'esperienza variegata che gli ha permesso di attraversare la Chiesa conciliare da vero protagonista". "Le altre elucubrazioni e i sussurri su presunti documenti di retromarcia - prosegue Bertone - sono pura invenzione secondo un cliché standardizzato e ostinatamente riproposto. Vorrei solo citare alcune istanze del Concilio Vaticano II dal Papa costantemente promosse con intelligenza e profondità di pensiero: il rapporto più comprensivo instaurato con le Chiese ortodosse e orientali, il dialogo con l'ebraismo e quello con l'islam, con una reciproca attrazione, che hanno suscitato risposte e approfondimenti mai prima verificati, purificando la memoria e aprendosi alle ricchezze dell'altro". "Pur essendo un grande teologo e maestro di dottrina, un intellettuale e uno studioso importante, che si misura con gli uomini e le donne di pensiero del nostro tempo, Papa Ratzinger si fa capire da tutti ed è vicino alla gente, perché nelle sue parole anche la gente semplice percepisce la verità e coglie il senso di una fede e una saggezza umana ricca di paternità". "Benedetto XVI - sottolinea il porporato - raggiunge una molteplicità di situazioni di povertà di singoli, di famiglie e di comunità sparse nel mondo, sia direttamente, sia attraverso la Segreteria papale o Segreteria di Stato, sia attraverso gli organismi preposti alla carità, come l'Elemosineria apostolica, il Pontificio Consiglio Cor Unum e altri, e con essi distribuisce non solo le offerte che riceve dai fedeli, dalle diocesi, dalle congregazioni religiose e le associazioni benefiche, ma anche i suoi diritti di autore, frutto del suo personale lavoro". "Infine, sulla scia dei suoi predecessori, con un accento peculiare - conclude il braccio destro di Papa Ratzinger - interviene, richiama, risveglia, sollecita l'azione dei Governi e delle organizzazioni internazionali per sanare le disuguaglianze e le discriminazioni più brucianti in tema di sottosviluppo e di povertà". "È invalsa l'abitudine di imputare al Papa - o, come si dice, soprattutto in Italia, al Vaticano - la responsabilità di tutto ciò che accade nella Chiesa o di ciò che viene dichiarato da qualsiasi esponente o membro di Chiese locali, di istituzioni o di gruppi ecclesiali. Ciò non è corretto". "Benedetto XVI - prosegue il porporato - è un modello di amore a Cristo e alla Chiesa, la impersona come Pastore universale, la guida nella via della verità e della santità, indicando a tutti la misura alta della fedeltà a Cristo e alla legge evangelica. Ed è giusto, per una corretta informazione, attribuire a ciascuno (unicuique suum) la propria responsabilità per fatti e parole, soprattutto quando essi contraddicono patentemente gli insegnamenti e gli esempi del Papa. L'imputabilità è personale, e questo criterio vale per tutti, anche nella Chiesa. Ma purtroppo - conclude Bertone - il modo di riportare e di giudicare dipende dalle buone intenzioni e dall'amore per la verità dei giornalisti e dei media". Il segretario di Stato invita dunque a "insegnare la verità, far conoscere e amare la verità, su se stessi, sul mondo, su Dio, convinti, secondo la parola di Gesu', che 'la verita' vi fara' liberi!'". "Sinceramente ritengo che sarebbe molto facile per i giornalisti raccontare l'azione e il pensiero di Benedetto XVI" rifacendosi ai suoi scritti e ai suoi interventi, osserva il cardinale.

Il Velino, Apcom

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. Il comitato organizzatore illustra gli ultimi preparativi. Mons. Chiarinelli: è l'incontro con una persona cara

Il 6 settembre s'avvicina e a pochi giorni dalla visita pastorale del Papa a Viterbo e Bagnoregio, il vescovo Lorenzo Chiarinelli (foto) fa il punto. “Un fatto che non va banalizzato – osserva – i cui valori sono molteplici, ecclesiale, sociale e culturale”. Circa diecimila i fedeli che assisteranno alla Celebrazione Eeucaristica e all'Angelus a Valle Faul. Suddivisi in settori. Settemila troveranno posto a sedere, gli altri, per lo più giovani, saranno in piedi in fondo. Previsti spazi per le autorità, malati e portatori d'handicap. A spiegare i dettagli stamani in conferenza stampa, insieme a mons. Chiarinelli, don Flavio Valeri e don Emanuele Germani del comitato organizzatore. Ognuno accederà con biglietti gratuiti precedentemente distribuiti in proporzione a tutta la diocesi. Duemila a Viterbo. I primi inizieranno ad arrivare già dalle sette del mattino, accesso a porta Faul, mentre i viterbesi passeranno da via San Giovanni Decollato, rimessa a nuovo per l'occasione. Altre cinquemila persone assisteranno alle celebrazioni dal maxischermo posizionato in piazza Martiri d'Ungheria. In entrambe le postazioni, un gran numero di sacerdoti garantirà a tutti i presenti di poter ricevere la Comunione. Grazie alla Coldiretti saranno distribuite dodicimila bottigliette d'acqua. In confezioni speciali, con il logo della visita papale, mentre il comitato consegnerà berretti e bandane, oltre al libretto per la celebrazione, il numero della rivista Vita e l'edizione speciale de L'Osservatore Romano dedicata alla visita. “E' l'incontro con una persona cara – sottolinea il vescovo Chiarinelli – in una città che ha accolto cinquanta Papi. La città ha aderito in maniera entusiasta e tutti gli enti si stanno dando un gran da fare. La visita porta con se una forte valenza culturale, fede e ragione, il credere e non credere. Non bisogna avere una visione riduttiva. Il Papa non viene per bonificare un territorio”. Riferimento ai lavori in corso a Viterbo. “E' normale – continua il vescovo – che quando si riceve un ospite si prepara tutto al meglio. Non è qui per questo e nemmeno per l'aspetto spettacolare. Che c'è, essendo un evento, ma non si può banalizzare”. La struttura da cui il Papa celebrerà la Santa Messa si ispira, nelle intenzioni del progettista Santino Tosini, alla fede e arte. Con l'altare e la gradinata che scende in una sorta di collegamento fra il centro dove si svolge la liturgia e i fedeli.

TusciaWeb

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Il card. Rouco Valera a tutto tondo sulla GMG: dai preparativi ai rapporti con le istituzioni spagnole

Le autorità del governo spagnolo, così come la Comunità e il Comune di Madrid stanno collaborando insieme in vista della Giornata Mondiale della Gioventù 2011. “Il Comitato organizzatore è già stato costituito. Il programma di lavoro è stato abbozzato. Le grandi questioni sono state chiarite”, ha rivelato il card. Antonio María Rouco Varela (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Madrid, durante un briefing con un gruppo di giornalisti presenti al Meeting di Rimini, organizzato dal movimento di Comunione e Liberazione. “Nelle ultime Giornate Mondiali della Gioventù un problema è stato sempre quello di trovare un luogo dove tenere i grandi eventi a causa delle difficoltà a volte connesse con il modo di agire dei diversi governi”, ha ricordato il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola. “Nel nostro caso, queste difficoltà sono state risolte – ha rivelato –. Gli ultimi atti, la Vigilia e la Messa, verranno celebrati nell'Aerodromo di Cuatro Vientos. Il governo ha già offerto questo grande spazio che è situato all'interno di Madrid”. “Con questo voglio dire che per quanto riguarda il rapporto con il governo su questo punto, non possiamo che parlare di una cooperazione molto positiva, che si è cristallizzata. Si sono mostrati molto ben disposti”. “Si è già formata l'equipés di lavoro dei responsabili dell'Aeronautica, che sono i responsabili di Cuatro Vientos, e il Comitato di organizzazione della Giornata”. “Inoltre è stato chiarito il luogo destinato alla celebrazione di benvenuto per il Papa, la Messa inaugurale e della Via Crucis, gli altri tre grandi atti pubblici, che sarà la Piazza di Cibele, e il Comune di Madrid anche si è mostrato molto aperto alla collaborazione con il Comitato organizzatore della GMG”. “Da parte sua anche il governo della Comunità di Madrid si è mostrato straordinariamente aperto alla collaborazione con il Comitato organizzatore e con la Chiesa per la preparazione della GMG”. Pertanto, ha continuato, “riassumendo: il rapporto con il governo a questo punto è buono, il rapporto con il Comune di Madrid e con la Comunità è eccellente, e speriamo di poter lavorare senza imbatterci in nessun elemento estraneo alla preparazione della GMG”. Il cardinale ha quindi riconosciuto che “la Giornata Mondiale della Gioventù è una sfida ecclesiale, di carattere pastorale e apostolico. Rappresenta inoltre una grande sfida culturale, alla quale intendiamo rispondere con la collaborazione delle amministrazioni pubbliche”.
Per esempio, ha affermato il porporato, è stata avviata una collaborazione con gli stupendi musei di Madrid. In concreto, “si sta tentando di organizzare un itinerario che si chiamerà 'cercando Cristo nel Museo del Prado'”. La GMG, ha quindi riconosciuto, è anche “una sfida logistica, strettamente collegata al numero di pellegrini”. “La proposta da noi avanzata è stata quella di offrire l'alloggio a un milione, un milione e mezzo di giovani che vengono da fuori Madrid. E' una sfida formidabile alla quale crediamo di poter rispondere con le forze della Chiesa a Madrid, con le sue parrocchie e i suoi collegi, che sono numerosi”. Per raggiungere questo obiettivo, la Chiesa ha chiesto di collaborare con i comuni dell'hinterland di Madrid. Infine, ha rivelato, “i finanziamenti sono nati grazie a una cooperazione della società con la GMG, attraverso la Fundación Madrid Vivo, e successivamente godranno anche dell'aiuto dei fedeli, di ciò che può venire dalla GMG stessa, e degli aiuti pubblici”.


Zenit

martedì 25 agosto 2009

Messaggio di profondo cordoglio di Benedetto XVI per i soccorritori morti nell'incidente di Pieve di Cadore

Papa Benedetto XVI ha inviato un messaggio di cordoglio ai familiari dei quattro soccorritori morti nella caduta di un elicottero del Suem 118 di Pieve di Cadore. L'incidente è avvenuto sabato scorso nei pressi del Monte Cristallo, nel bellunese. Il Pontefice ha espresso "alle famiglie il personale e profondo cordoglio". La lettera del Papa è stata resa nota dal vescovo di Belluno, prima dell'inizio dei funerali di Dario De Felip, Marco Zago, Fabrizio Spaziani e Stefano Dal Forno, in Duomo. I soccorritori morti avevano partecipato all'organizzazione del soggiorno del Santo Padre quando nel 2007 trascorse le vacanze a Lorenzago, sempre in Cadore.

Il Sussidiario.net, Adnkronos

La vita delle benedettine del monastero Mater Ecclesiae in Vaticano: monache per vocazione, e per il Papa anche contadine e sarte

È tempo di bilanci per la piccola comunità benedettina di sette suore del monastero Mater Ecclesiae (nella foto con Benedetto XVI), dopo cinque anni di permanenza in Vaticano. Anni vissuti come una chiamata a servire più da vicino il Papa, fedeli al carisma dell’ora et labora racconta all’Osservatore romano la badessa madre Maria Sofia Cichetti. Dall’orto - “coltivato in modo naturale, concimato con letame e non con sostanze chimiche” sottolinea la badessa - vengono “verdura e legumi per il Papa e per la comunità. L’orto ci fornisce pomodori, peperoni, zucchine, cavoli, odori, menta”. Non ci sono molte piante da frutto “solo alberi di limoni e d’arance, dalle quali ricaviamo la marmellata con una ricetta tipica del nostro monastero. Questa confettura non è vendita, ma la doniamo al Papa, che la gradisce molto, e ai nostri benefattori”. C’è anche un giardino dove “coltiviamo i fiori che mettiamo in chiesa per il servizio liturgico. Crescono soprattutto rose di due varietà: Beatrice d’Este, di color carne, e Giovanni Paolo II, bianche e profumate. In maggio ogni settimana le mandiamo al Papa. Sappiamo che le gradisce molto”. Le monache eseguono anche traduzioni, ricami su oggetti liturgici, miniature e pergamene. “Questi lavori ci permettono di avere delle entrate, in modo che noi stesse abbiamo la gioia di pensare al nostro sostentamento. Un altro lavoro che eseguiamo molto volentieri e che ci onora è la cura della talare bianca del Papa”.
Benedetto XVI lo hanno incontrato tre volte: il 2 luglio 2005, il 21 marzo 2006 e l’ultima il 3 luglio 2009. “È venuto a celebrare la Messa nella nostra cappella”. E hanno “intessuto molte amicizie anche con persone generose. Siamo veramente commosse di questa bontà. Abbiamo ricevuto in dono tante cose, soprattutto viveri, oltre a mobili e oggetti vari. Non abbiamo voluto accumulare cose superflue e perciò abbiamo deciso di condividere tutto con i più poveri. (...) Conosciamo anche delle famiglie che in questi tempi di crisi hanno bisogno di aiuto e quindi condividiamo con loro quanto ci viene dato”. Un’altra esperienza significativa è stata “l’ospitalità nei riguardi dei fratelli che hanno bussato alla nostra porta. Molte persone sono venute per chiedere consiglio, preghiere e, soprattutto, per essere accolte e ascoltate. Notiamo che nel mondo di oggi c’è poco tempo per l’ascolto: si corre, si ha troppa fretta. A volte le persone avevano bisogno solo che qualcuno fraternamente ascoltasse le loro pene, le loro difficoltà. Abbiamo così intessuto delle amicizie che continueremo a coltivare con la preghiera quando torneremo a casa”. Altro elemento positivo è stata “l’ospitalità offerta ai gruppi di ogni Paese venuti a pregare nella nostra cappella”.

Il Velino

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. La copertura televisiva della visita di Benedetto XVI. Lunga diretta e approfondimenti sugli schermi Rai

Domenica 6 settembre, Viterbo sarà protagonista degli schermi di Rai Uno grazie all’interessamento della diocesi di Viterbo che, attraverso gli organi informativi per la visita del Papa, ha curato tutti i particolari, compreso quello della diffusione delle immagini all’Italia e al mondo. Il servizio sarà possibile grazie alla disponibilità di Rai Vaticano e Tg1 che seguiranno l’intera mattinata a Viterbo. La cerimonia del pomeriggio a Bagnoregio sarà invece in diretta solo sui canali satellitari TelePace e Sat 2000, a cura del Centro Televisivo Vaticano. Sarà una lunga diretta dalla città dei Papi. La prima trasmissione inizierà alle ore 9.40 del mattino con “A Sua Immagine”, il settimanale domenicale a cura di Rai Uno dedicato alla religione e al Magistero della Chiesa. La conduzione della trasmissione, che si concluderà alle 10.10, sarà affidata a Rosario Carello conduttore televisivo originario della Sicilia, ma legato alla esperienza Viterbese nell’Azione Cattolica Italiana nata proprio nella nostra città ad opera del viterbese Mario Fani sepolto nella Basilica di Santa Rosa. Le telecamere di Rai Uno già dalla settimana prossima saranno presenti sul territorio viterbese e a Bagnoregio per raccogliere il più possibile immagini suggestive della Città papale con la Cattedrale, il Palazzo dei Papi, le belle chiese, i santuari, il quartiere medievale di San Pellegrino e il suggestivo “paese che muore” Civita di Bagnoregio che il Santo Padre vedrà dall’alto dell’elicottero. La diretta riprenderà subito dopo alle 10.15 in mondovisione trasmettendo la Santa Messa dalla Valle Faul. Condurrà il giornalista del Tg1 Aldo Maria Valli, che ha già preso contatti con la Struttura Informativa della diocesi per la visita del Papa per avere informazioni di contenuto storico artistico e religioso da far conoscere a quanti seguiranno la diretta televisiva. Durante la diretta della Messa ci sarà spazio, come già promesso dalla regista e dal capo di produzione Rai, di poter vedere e far vedere a tutti i telespettatori e alle numerose agenzie tv collegate italiane ed estere le belle immagini della processione del Cuore di Santa Rosa e del Trasporto della nuova “Macchina” effettuate per il Tgr Rai dalla Provideo di Viterbo, agenzia ufficiale di riprese della diocesi per la visita papale. La regia sarà a cura di Milena Milani che segue e cura le riprese dei grandi eventi nazionali in particolare dal Vaticano e dal Quirinale. I sopralluoghi già effettuati dai tecnici della Rai hanno già dato la possibilità di individuare tutte le postazioni mediatiche e dei giornalisti corrispondenti del Tg1 Tg2 e Tg3, come pure dei canali mediaset e Tg5, SKY e altre emittenti, che seguiranno e offriranno servizi per i tg della giornata.

Viterbo Oggi

Il Papa: la Settimana Liturgica Nazionale favorisca un rinnovamento nella celebrazione della Misericordia e nell'esperienza del perdono di Dio

La 60ª Settimana Liturgica Nazionale, iniziata stasera a Barletta sul tema “Celebrare la Misericordia. Lasciatevi riconciliare con Dio”, “contribuisca a favorire una ripresa e un rinnovamento nella celebrazione della Misericordia e nell'esperienza significativa del perdono divino”: è l'auspicio espresso dal Papa, attraverso un messaggio scritto dal segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, a mons. Felice Di Molfetta, presidente del Centro di azione liturgica (Cal), che promuove la settimana. Il messaggio è stato letto stasera in occasione dell'apertura dei lavori. Benedetto XVI, ha ricordato il card. Bertone, “esprime apprezzamento per l'impegno posto in questi decenni” per “proporre il Mistero della fede, che si dà all'uomo nella Chiesa in quanto celebrato” e invita il Cal “a proseguire questo cammino, con la medesima fedeltà e il medesimo spirito, aiutando ad infondere negli operai della vigna del Signore nuovo coraggio e nuova perseveranza”. “Intendimento del vostro incontro – ha sottolineato il card. Bertone – è cogliere l'intero processo penitenziale della vita cristiana, in cui il Sacramento si inserisce quale momento forte, sempre in un contesto ecclesiale. E sarà interessante verificare se, al di là del cambiamento rituale, si sia formata un'adeguata mentalità teologica, spirituale e pastorale”. “Accanto a un'adeguata formazione della coscienza morale e a un modo maturo di vivere e celebrare il Sacramento – ha aggiunto il card. Bertone nel messaggio – è necessario favorire nei fedeli l'esperienza dell'accompagnamento spirituale”. Proprio per questo, ha osservato il porporato richiamando le parole del Papa in occasione del XX Corso per il foro interno promosso dalla Penitenzieria Apostolica, “oggi c'è bisogno di maestri di spirito saggi e santi”.

Il cordoglio del Papa per la morte del'ex presidente Kim Dae-jung: affido la sua anima a Dio e invoco la benedizione divina per il popolo coreano

Papa Benedetto XVI ''affida l'anima dell'ultimo Presidente'' sudcoreano ''alla grazia e all'amore dell'onnipotente Dio e su tutto il popolo coreano in lutto per il suo trapasso invoca cordialmente la divina benedizione di pace e forza''. E' il passaggio principale del telegramma - a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone - con il quale il Pontefice ha espresso nei giorni scorsi il proprio cordoglio per la morte dell'ex capo di Stato della Corea del Sud, Kim Dae-jung (foto). Il messaggio di condoglianze di Papa Ratzinger, indirizzato al popolo sudcoreano e al presidente Lee Myung-bak, è stato reso pubblico venerdì scorso dalla famiglia del leader scomparso ed ha avuto una vasta eco anche in Cina, dopo essere stato ripreso e diffuso dall'agenzia stampa ufficiale del governo della Repubblica Popolare cinese, la Xinhua News Agency. Kim Dae-jung è morto lo scorso 18 agosto, all'età di 85 anni, in seguito alle ''complicazioni'' causate da una polmonite. Nel 2000, gli era stato assegnato il Nobel per la Pace come riconoscimento per gli sforzi compiuti in favore della riconciliazione tra le due Coree.

Asca

Il vicedirettore della Sala Stampa vaticana: al momento non ci sono proposte istituzionali per modificare i libri liturgici in uso

La Santa Sede non sta discutendo o elaborando alcuna ''riforma'' della Messa e dei libri liturgici della Chiesa Cattolica: lo ha affermato questa mattina la Sala Stampa vaticana. ''Al momento non esistono proposte istituzionali per una modifica dei libri liturgici attualmente in uso'', ha dichiarato il vicedirettore della Sala Stampa ai giornalisti, padre Ciro Benedettini, che ha ricevuto informazioni in proposito dalla stessa Congregazione per il Culto Divino, il 'ministero' vaticano per la liturgia. Sabato scorso, il quotidiano Il Giornale annunciava che Papa Benedetto XVI aveva approvato alcune linee di 'riforma' della Messa in uso nelle Chiese cattoliche dal Concilio Vaticano II messe a punto dalla Congregazione per il Culto. Si sarebbe trattato di provvedimenti che andavano in direzione della del reciproco ''arricchimento'' tra Messa tridentina e Messa conciliare, auspicato dallo stesso Pontefice nella lettera di accompagnamento al Motu Proprio "Summorum Pontificum" che ha liberalizzato l'uso della Messa in latino.

Asca

lunedì 24 agosto 2009

Il Papa a Viterbo e Bagnoregio. In dono a Benedetto XVI una scultura raffigurante San Bonaventura

La scultura di Francesco Paolocci, raffigurante San Bonaventura da Bagnoregio (foto), sarà il dono che il Comune di Bagnoregio, per mano del Sindaco Francesco Bigiotti, consegnerà al Santo Padre durante la visita del 6 settembre. Il Comune aveva già commissionato ai fratelli Paolocci, Francesco e Gaetano, il bassorilievo già consegnato a Sua Santità circa un anno fa in Vaticano. In quell'occasione fu esteso per la prima volta l'invito al Santo Padre, per bocca del vescovo Chiarinelli, di far visita a Bagnoregio, luogo natale di San Bonaventura. Francesco Bigiotti si dice entusiasta della scultura che nei prossimi giorni sarà consegnata al Comune: "E’ un’opera straordinariamente “viva” dalla quale traspare in modo evidente tutto il genio dei fratelli Paolocci e la loro grande capacità di dare un’anima anche agli oggetti inanimati". L’opera ha già ottenuto apprezzamenti dal mondo culturale e artistico.

Viterbo Oggi

Mons. De Galareta guiderà la commissione di preti, professori e teologi della Fraternità San Pio X nei colloqui dottrinali con la Santa Sede

La Fraternità Sacerdotale San Pio X ha nominato mons. Alfonso De Galarreta (foto), uno dei quattro vescovi consacrati da mons. Lefebvre, a capo del team di esperti che condurrà le discussioni teologiche con la Santa Sede. Lo ha annunciato l'agenzia online argentina Panorama Catolico Internacional. Il ''dialogo dottrinale'' del Vaticano con i lefebvriani è stato voluto da Papa Benedetto XVI, in seguito alla sua decisione di togliere la scomunica ai quattro vescovi tradizionalisti all'inizio di quest'anno; i colloqui avranno lo scopo di aprire la strada al rientro della Fraternità e dei suoi preti nella ''piena comunione'' con la Chiesa Cattolica, passando dal ''pieno riconoscimento del Concilio Vaticano II'' richiesto dalla Segreteria di Stato nella sua nota del 4 febbraio scorso. Mons. De Gallareta guida attualmente il seminario lefebvriano argentino di La Reja, dove ha sostituito il vescovo inglese mons. Richard Williamson, rimosso dopo la tempesta provocata dalla sue dichiarazioni negazioniste. Mons. De Galarreta, anche se dai modi meno provocatori, non è comunque lontano da lui dal punto di vista dottrinale. In una intervista in maggio con la rivista Iesus Christus egli rifiuta le ''novità ispirate ai principi liberali, neomodernisti'' del Concilio Vaticano II, ''come la libertà religiosa, la libertà di coscienza, l'ecumenismo, la democrazia che è entrata nella Chiesa con la concezione della 'Chiesa comunione' e della 'Chiesa popolo di Dio' attraverso la collegialità', che limita l'autorità del Papa e dei vescovi''. Insomma, ''non c'è molto da salvare'' nel Concilio, che ha ''introdotto dottrine radicalmente opposte alla tradizione ed alla fede cattolica''. Mons. De Galarreta ha anche ordinato in giugno tre sacerdoti nel seminario tedesco dei lefebvriani a Zaitzkofen, un'ordinazione fortemente criticata dai vescovi tedeschi e dichiarata illegittima dal Vaticano. Secondo quanto annunciato in luglio da un altro dei vescovi lefebvriani, mons. Bernard Tissier de Mallerais, la commissione della Fraternità incaricata del dialogo con il Vaticano sarà composta da 10 preti, professori nei seminari e esperti di teologia, che lavoreranno sotto la ''supervisione'' dei quattro vescovi lefebvriani - compreso, quindi, mons. Williamson. Quest'ultimo, nell'ultimo degli editoriali settimanali pubblicati sul suo blog - ormai accessibile solo 'su invito' - invita i confratelli lefebvriani a stare in guardia da chi, come il Papa, crede ''sinceramente'' negli ''errori modernisti'' del Concilio Vaticano II: ''Attenti alla sincerità che fa sembrare gradevole l'errore! La verità al primo posto, e nessuna bugia o ambiguità, anche se il nostro mondo malato vi crolla addosso come una tonnellata di mattoni''.

Asca

domenica 23 agosto 2009

Il Papa all'Angelus: anche oggi non pochi restano scandalizzati dalla fede cristiana. Occorre prendere parte per tutta la vita al volere di Cristo

Primo Angelus di Papa Benedetto XVI senza l'ingessatura al polso destro, sul quale ha scherzato con i fedeli rinuti nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo."Cari fratelli e sorelle, vedete che la mano è liberata dal gesso, ma ancora un po' pigra! Un po’ devo ancora rimanere a scuola di pazienza, ma andiamo avanti!", ha detto.
Seguire Dio, anche oggi comporta "difficoltà e rinunce perchè molto spesso si deve andare controcorrente". Prendendo spunto dal Vangelo di Giovanni di oggi, Benedetto XVI ha affermato: "Anche oggi, non pochi restano 'scandalizzati' davanti al paradosso della fede cristiana. L'insegnamento di Gesù sembra 'duro', troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica. C'è allora chi lo rifiuta e abbandona Cristo; c'è chi cerca di 'adattarne' la parola alle mode dei tempi snaturandone il senso e il valore". "Gesù - ha proseguito Papa Ratzinger - non si accontenta di un'appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario - ribadisce - prendere parte per tutta la vita 'al suo pensare e al suo volere'. Seguirlo riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perchè molto spesso si deve andare controcorrente". Benedetto XVI, ripetendo la domanda che Gesù aveva rivolto agli apostoli, poi chiede: “Volete andarvene anche voi? Quest’inquietante provocazione ci risuona nel cuore ed attende da ciascuno una risposta personale. Gesù infatti non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita al suo pensare e al suo volere”. La sequela di Cristo impegna per tutta la vita. “SeguirLo – ha spiegato il Santo Padre - riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente”. Alla domanda di Gesù - “Volete andarvene anche voi?” - Pietro risponde a nome degli apostoli ribadendo piena fiducia nelle sue “parole di vita eterna”. “Cari fratelli e sorelle, anche noi possiamo ripetere la risposta di Pietro, consapevoli certo della nostra umana fragilità, ma fiduciosi nella potenza dello Spirito Santo, che si esprime e si manifesta nella comunione con Gesù”. “La fede – ha aggiunto il Papa è dono di Dio all’uomo ed é, al tempo stesso, libero e totale affidamento dell’uomo a Dio; la fede è docile ascolto della parola del Signore, che è “lampada” per i nostri passi e ‘luce’ sul nostro cammino” (cfr Salmo 119, 105). “Se apriamo con fiducia il cuore a Cristo, se ci lasciamo conquistare da Lui, possiamo sperimentare anche noi, insieme al Santo Curato d’Ars, che la nostra sola felicità su questa terra è amare Dio e sapere che Lui ci ama”.
Al termine della preghiera, il Papa ha salutato il Meeting di Comunione e Liberazione che si è aperto oggi a Rimini. "Oggi si è aperta a Rimini la XXX edizione del 'Meeting per l'amicizia tra i popoli', che quest'anno ha come titolo 'La conoscenza è sempre un avvenimento'", ha detto il Pontefice. "Nel rivolgere un cordiale saluto a quanti prendono parte a questo significativo appuntamento - ha proseguito - auguro che esso sia occasione propizia per comprendere che 'Conoscere non è un atto solo materiale, perché, in ogni conoscenza e in ogni atto d'amore, l'anima dell'uomo sperimenta un 'di più' che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un'altezza a cui ci sentiamo elevati'".

Apcom, Radio Vaticana