domenica 31 maggio 2009

Agorà dei giovani 2009. Il Papa: siate testimoni del Signore risorto. Lo Spirito di consolazione e speranza scenda sui giovani dell'Abruzzo

"In questi giorni, i giovani dell'Abruzzo si stanno raccogliendo numerosi intorno alla Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù, portata in pellegrinaggio nella loro regione da un gruppo di volontari inviati dal Centro internazionale giovanile San Lorenzo di Roma. In comunione con i giovani di quella terra duramente colpita dal terremoto, chiediamo a Cristo morto e risorto di effondere su di loro il suo Spirito di consolazione e di speranza". Ad affermarlo è stato il Papa, dopo il Regina Caeli, dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, davanti ai fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. "Estendo il mio saluto - ha aggiunto Benedetto XVI - a tutti i giovani italiani che oggi, nelle rispettive diocesi, si ritrovano per concludere con i loro Vescovi il triennio dell'Agora'. Ricordo con gioia gli indimenticabili eventi che hanno segnato questo triennio: l'incontro a Loreto, nel settembre 2007, e la Giornata Mondiale a Sydney, nel luglio scorso. Cari giovani italiani, con la forza dello Spirito Santo, siate testimoni del Signore risorto".

Adnkronos

Il Papa al Regina Caeli: Maria icona stupenda della Chiesa, corpo vivo incessantemente plasmato e guidato dallo Spirito del suo Signore

La Chiesa non è "un grande movimento storico, una complessa e solida istituzione sociale" o "una sorta di agenzia umanitaria" ma è "un corpo vivo". Lo ha affermato il Papa, al termine della Santa Messa di Pentecoste nella Basilica Vaticana, prima della recita del Regina Caeli, affacciandosi dal Palazzo Apostolico in Piazza San Pietro. Benedetto XVI ha sottolineato come lo Spirito Santo, “disceso sulla Chiesa nascente”, l'ha resa missionaria, inviandola ad annunciare a tutti i popoli la vittoria dell'amore divino sul peccato”. "Lo Spirito Santo - dice - è l'anima della Chiesa. Senza di Lui a che cosa essa si ridurrebbe? Sarebbe certamente un grande movimento storico, una complessa e solida istituzione sociale, forse una sorta di agenzia umanitaria. Ed in verità è così che la ritengono quanti la considerano al di fuori di un'ottica di fede. In realtà, però - ha proseguito Benedetto XVI - nella sua vera natura e anche nella sua più autentica presenza storica, la Chiesa è incessantemente plasmata e guidata dallo Spirito del suo Signore. E' un corpo vivo, la cui vitalità è appunto frutto dell'invisibile Spirito divino". Ricordando che quest'anno la solennità di Pentecoste cade nell'ultimo giorno del mese di maggio, in cui abitualmente si celebra la festa mariana della Visitazione, il Pontefice ha fatto notare che la giovane Maria è “icona stupenda della Chiesa nella perenne giovinezza dello Spirito, della Chiesa missionaria del Verbo incarnato”.

Apcom, Radio Vaticana


Domenica di Pentecoste. Il Papa: lo Spirito di Dio dove entra scaccia la paura, qualunque cosa accada il suo amore non ci abbandona

La Chiesa è oggi in festa per la solennità di Pentecoste. Benedetto XVI ha presieduto stamani la Santa Messa nella Basilica Vaticana per celebrare la discesa dello Spirito Santo su Maria e sugli Apostoli nel Cenacolo. Cinquanta giorni dopo la Pasqua si realizza quanto Gesù aveva promesso ai discepoli: il battesimo nello Spirito Santo e l’effusione di una potenza dall’alto per avere la forza di annunciare il Vangelo a tutte le nazioni. Con la Pentecoste si compie il progetto di Dio di dar vita ad un popolo nuovo e nasce la Chiesa.
Come non ci si deve assuefare ''ai veleni dell'aria, e per questo l'impegno ecologico rappresenta oggi una priorità, altrettanto si dovrebbe fare per ciò che corrompe lo spirito''. Benedetto XVI lo ha voluto ricordarlo nell'omelia, denunciando l'assuefazione della nostra società ''a tanti prodotti inquinanti la mente e il cuore che circolano nelle nostre società, ad esempio immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l'uomo e la donna''. ''A questo - ha detto il Papa - sembra che ci si abitui senza difficoltà''. ''Si dice - ha osservato - che anche questo è libertà, senza riconoscere che tutto ciò inquina, intossica l'animo soprattutto delle nuove generazioni, e finisce poi per condizionarne la stessa libertà''. ''La metafora del vento impetuoso di Pentecoste fa pensare a quanto invece sia prezioso respirare aria pulita, sia con i polmoni, quella fisica, sia con il cuore, quella spirituale, l'aria salubre dello spirito che è l'amore''. Benedetto XVI ha poi formulato l'auspicio che "la Chiesa sia meno 'affannata' per le attività e più dedita alla preghiera". L'attivismo, infatti, potrebbe renderla sorda alla voce dello Spirito.
"Cari fratelli e sorelle - ha spiegato il Papa - lo Spirito di Dio, dove entra, scaccia la paura; ci fa conoscere e sentire che siamo nelle mani di una Onnipotenza d'amore: qualunque cosa accada, il suo amore infinito non ci abbandona". E la presenza dello Spirito nella Chiesa, lungo la storia, per Papa Ratzinger è stata evidente come dimostra "la testimonianza dei martiri, il coraggio dei confessori della fede, l'intrepido slancio dei missionari, la franchezza dei predicatori, l'esempio di tutti i santi, alcuni persino adolescenti e bambini. Lo dimostra l'esistenza stessa della Chiesa che, malgrado i limiti e le colpe degli uomini, continua ad attraversare l'oceano della storia, sospinta dal soffio di Dio e animata dal suo fuoco purificatore". I cristiani di oggi - ha invocato il Papa - non siano da meno. Ad ascoltare la voce dello Spirito "ce lo insegna la Madre della Chiesa, Maria Santissima, Sposa dello Spirito Santo". "Quest'anno - ha concluso - la Pentecoste ricorre proprio nell'ultimo giorno di maggio, in cui si celebra solitamente la festa della Visitazione. Anche quella fu una sorta di piccola 'pentecoste', che fece sgorgare la gioia e la lode dai cuori di Elisabetta e di Maria, una sterile e l'altra vergine, divenute entrambe madri per straordinario intervento divino". "Le tragedie di Hiroshima e Nagasaki, dove l'energia atomica, utilizzata per scopi bellici, ha finito per seminare morte in proporzioni inaudite" debbono rappresentare un "perenne monito" per l'umanità. Benedetto XVI ha rilevato che però come accadde nel decidere quei bombardamenti anche oggi troppo spesso "l'essere umano sembra affermare se stesso come dio e voler trasformare il mondo escludendo, mettendo da parte o addirittura rifiutando il Creatore dell'universo".
"L'uomo - ha denunciato il Papa - non vuole più essere immagine di Dio, ma di se stesso; si dichiara autonomo, libero, adulto". Per Papa Ratzinger, "evidentemente tale atteggiamento rivela un rapporto non autentico con Dio, conseguenza di una falsa immagine che di Lui si è costruita, come il figlio prodigo della parabola evangelica che crede di realizzare se stesso allontanandosi dalla casa del padre". "Nelle mani di un uomo così - ha affermato il Pontefice - il 'fuoco' e le sue enormi potenzialita' diventano pericolosi: possono ritorcersi contro la vita e l'umanità stessa, come dimostra purtroppo la storia". Questo è accaduto con i bombardamenti atomici sul Giappone ma, per il Papa, "si potrebbero in verità trovare molti esempi, meno gravi eppure altrettanto sintomatici, nella realta' di ogni giorno". "Il vero fuoco, lo Spirito Santo, - ha detto il Papa - è stato portato sulla terra da Cristo. Egli non lo ha strappato agli dèi, come fece Prometeo, secondo il mito greco, ma si è fatto mediatore del ‘dono di Dio’ ottenendolo per noi con il più grande atto d’amore della storia: la sua morte in croce”. Ricevere il dono dello Spirito significa comprendere il significato del vivere in comunità alla luce della Scrittura. Nel racconto che descrive la Pentecoste si sottolinea che i discepoli “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo”. Questo luogo – ha spiegato il Santo Padre – è il Cenacolo dove “Gesù aveva fatto coi i suoi apostoli l’Ultima Cena, dove era apparso loro risorto”. “Gli Atti degli Apostoli tuttavia, più che insistere sul luogo fisico, intendono rimarcare l’atteggiamento interiore dei discepoli: ‘Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera’ (At 1,14). Dunque, la concordia dei discepoli è la condizione perché venga lo Spirito Santo; e presupposto della concordia è la preghiera”.

Radio Vaticana, Agi, Apcom

CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE - il testo integrale dell'omelia del Papa

Il Papa: alla scuola di Maria impariamo a sentire lo Spirito nella nostra vita e nella storia. Ci insegni a credere, sperare e amare con lei

"Insegnaci Maria a credere, a sperare, ad amare con te". Sono le parole con cui Benedetto XVI ha concluso ieri sera, prima della benedizione finale, la preghiera del Rosario per la chiusura del mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Vergine. A partire dalle 20, una processione si è snodata dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini fino alla Grotta di Lourdes, sulla sommità dei Giardini vaticani. Quest’anno la Pentecoste coincide col 31 maggio, memoria della Visitazione di Maria e dunque ieri sera, in anticipo di un giorno, si è svolta la conclusione del mese mariano. Il percorso delle diverse centinaia di fedeli, tra cui molti giovani, è stato accompagnato dal card. Angelo Comastri, vicario generale per la Città del Vaticano, che ha guidato una breve liturgia della Parola, centrata sull’annuncio di Elisabetta a Maria: beata colei che ha creduto. Erano presenti, inoltre, numerosi cardinali, arcivescovi e vescovi della Curia romana, a partire dal card. Tarcisio Bertone, segretario di stato. Alle 21, dopo la recita del Padre Nostro, Benedetto XVI ha raggiunto i fedeli ed ha sostato in preghiera davanti alla statua della Madonna, inginocchiato al piccolo altare collocato all’ingresso della grotta che riproduce quella di Lourdes, mentre i fedeli cantavano le litanie dei santi. ''Ai piedi della Croce, Maria sapeva da dove veniva quel sangue e che la stessa potenza creatrice che lo aveva concepito in lei lo avrebbe risuscitato''. Nel suo breve discorso, Papa Ratzinger ha sottolineato questa consapevolezza della Vergine, sulla quale spesso si sorvola. ''Maria - ha continuato il Pontefice - confortò la fede degli Apostoli fino alla Risurrezione e anche dopo''. Per questo, ha detto il Pontefice, ''la Vergine è immagine e modello della Chiesa che insieme alle generazioni cammina nel tempo''. L'intera meditazione di Benedetto XVI ha insistito questa sera sul rapporto tra Maria e lo Spirito, rilevando che la conclusione del mese di maggio ha un valore speciale perchè cade quest'anno alla vigilia di Pentecoste. ''Anche noi - ha scandito - invochiamo l'effusione dello Spirito Paraclito''. Il Papa ha definito quello tra Maria e lo Spirito un ''rapporto indissolubile: la fede di Maria - ha ricordato - attira il dono dello Spirito che scende su di lei e la potenza dello Spirito la copre con la sua ombra''. In proposito ha poi evocato l'incontro con Elisabetta e la preghiera del Magnificat che ne scaturi'. ''L'intera vicenda della nascita e dell'infanzia di Gesù è guidata - ha rilevato ancora Papa Ratzinger - in maniera impalpabile dallo Spirito. E nella sua vita nascosta a Nazareth, Gesù ha trovato nel cuore della Madre un focolare acceso dello Spirito''. ''Alla scuola di Maria - ha concluso - impariamo a cogliere la presenza dello Spirito nella nostra vita e nella storia e a camminare sempre con Maria secondo lo Spirito''.

Fabrizio Mastrofini, Avvenire - Salvatore Izzo, Agi