sabato 19 settembre 2009

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Al via la macchina organizzativa, lunedì la prima riunione preparatoria. Coinvolti anche ebrei e musulmani

Ad appena 48 ore dall'annuncio papale dell'assemblea speciale per il Medio Oriente - che si svolgerà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre 2010 - si riunirà per la prima volta il consiglio presinodale, nella sede della segreteria generale del Sinodo dei vescovi a Palazzo del Bramante, in via della Conciliazione. "Due giorni di lavoro, lunedì 21 e martedì 22 settembre, per mettere a punto una macchina organizzativa che dovrà partire subito a pieno regime perché i tempi sono ristrettissimi" dice a L'Osservatore Romano l'arcivescovo Nikola Eterovic, segretario generale. Alla riunione prenderanno parte i cardinali Ivan Dias, Walter Kasper, Jean-Louis Tauran e Leonardo Sandri insieme con i Patriarchi Nasrallah Pierre Sfeir, Emmanuel III Delly, Antonios Naguib, Gregorios iii Laham, Nerses Bedros XIX Tarmouni e Fouad Twal. Il Patriarca Ignace Youssif III Younan ha designato a rappresentarlo monsignor Jules Mikhael Al-Jamil. Ci saranno, dice mons. Eterovic, anche l'arcivescovo Ramzi Garmou, presidente della Conferenza episcopale iraniana, il vescovo Luigi Padovese, presidente della Conferenza episcopale turca e alcuni esperti. Eterovic avverte però che "l'elenco non è ancora completo, considerato il poco tempo a disposizione". L'annuncio del Sinodo per il Medio Oriente, spiega il segretario generale, "non è di per sè una sorpresa. Da anni i pastori di quella regione riflettevano sull'opportunità di indirlo. Era un'idea che circolava con insistenza. Ma l'accelerazione decisiva è venuta dal viaggio di Benedetto XVI in Terra Santa nel maggio scorso". All'ordine del giorno della riunione che inizia lunedì mattina ci sono proprio "le indicazioni del Papa sulle prospettive di dialogo per una convivenza pacifica in quella regione tormentata, tenendo conto delle realtà dei singoli Paesi". "Il tema del Sinodo - rivela Eterovic - è stato scelto personalmente da Benedetto XVI dopo aver ascoltato i suggerimenti raccolti dalla segreteria generale che ha fatto una consultazione tra i vescovi. L'indicazione del Papa è di riflettere innanzitutto sulla comunione e sulla testimonianza che la Chiesa è chiamata a dare nel particolare contesto mediorientale. E la citazione degli Atti degli Apostoli - "La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola" (4, 32)- ci ricorda che quella regione è particolarmente cara a tutti i cristiani perché là è nato, è morto e risorto il Signore Gesù. È nata lì la Chiesa e, nonostante le vicende della storia, è ancora presente con difficoltà ma anche con speranza". Il Sinodo si svolgerà nella tradizionale aula nuova in Vaticano. "Durerà - commenta Eterovic - una settimana in meno rispetto al solito. È ancora prematuro pensare all'elenco e al numero dei partecipanti, i criteri devono essere stabiliti. Certo, se i pastori del Medio Oriente saranno i primi protagonisti, si avvertirà la dimensione universale della Chiesa". Sicura la presenza dei rappresentanti ecumenici come delegati fraterni. "Una questione particolarmente importante - afferma - riguarderà il coinvolgimento di ebrei e musulmani. Non sappiamo ancora le modalità, ma è evidente che si dovrà tener conto di tutta la complessa realtà del Medio Oriente. Il Sinodo non è "contro" qualcuno ma è uno spazio di dialogo aperto che punta alla comunione e alla pace nella giustizia e nella verità. Troveremo sicuramente il modo di sentire le voci del mondo ebraico e di quello musulmano". Il dialogo e il confronto "con le altre religioni e le altre culture" sarà, per Eterovic, uno dei temi centrali del Sinodo "che dovrà però partire da una riflessione interna alla Chiesa, per rafforzare la comunione ecclesiale. È questo il primo mandato del Papa. La diversità dei riti e delle tradizioni nella Chiesa è una ricchezza, non un ostacolo e va condivisa sul serio. È da una rinnovata, autentica comunione tra tutti i cattolici che può scaturire una testimonianza forte, anche dove le nostre comunità sono piccole. La comunione le rende più credibili". "Per i temi più specifici - aggiunge - si deve aspettare almeno la pubblicazione dei Lineamenta. Sono sicuro che dal Sinodo verrà un contributo alla riconciliazione, facendo seguito alle parole e ai gesti del Papa che a maggio in Terra Santa ha aperto nuovi orizzonti nel complesso ed esigente cammino di pace, nel rispetto dei diritti e dei doveri di tutti". Il pensiero, prosegue, va alla fine del Sinodo di un anno fa e all'"indimenticabile appello di pace che proprio i patriarchi e gli arcivescovi maggiori orientali hanno consegnato nelle mani di Benedetto XVI per invocare giustizia e libertà religiosa". Dopo la prima riunione del 21 e 22 settembre, l'iter sinodale proseguirà secondo i canali collaudati "applicati però di volta in volta alla situazione particolare del Medio Oriente". Innanzitutto andrà preparato "quanto prima, sicuramente entro la fine dell'anno", il testo dei Lineamenta. "Sarà un documento breve - anticipa - perché c'è poco tempo a disposizione e poi vogliamo che le comunità abbiano l'opportunità di discuterlo". Per l'Instrumentum laboris "bisognerà aspettare Pasqua. Anche quel testo sarà più snello e cercherà di puntare dritto all'essenziale". Il segretario generale rileva infine "l'eccezionalità di un Sinodo regionale, non ci sono precedenti. Finora si erano svolti sinodi continentali e due avevano riguardato direttamente le questioni dei Paesi Bassi e del Libano".

L'Osservatore Romano

'Caritas in veritate'. Il card. Bagnasco: la libertà individuale connessa alla responsabilità sociale. L'ecologia dell'uomo prima della natura

"Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro, così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori, confermano che l’etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone". A sostenerlo è il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale italiana, nel corso di una "lectio magistralis" tenuta a Genova nel contesto di un convegno di studi dedicato all’ultima Enciclica di Papa Benedetto "Caritas in veritate". L’Enciclica papale, secondo il porporato,"aiuta a far emergere un più profondo senso dello sviluppo che sa porre in relazione i diritti individuali con un quadro di doveri più ampio, aiutando così ad intendere correttamente la libertà individuale che deve sempre fare i conti anche con la responsabilità sociale". "Aver sottovalutato l’impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato, è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto le generazioni più giovani, sempre meno numerose e sempre meno importanti. Lo sviluppo vero - ha detto il porporato riecheggiando le tematiche dell’Enciclica di Papa Ratzinger - non può tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia e che sbagliano quanti in questi anni, anche nel nostro Paese, si sono contrapposti tra difensori dell’etica individuale e propugnatori dell’etica sociale. In realtà le due cose stanno insieme". "Un esempio eloquente - ha proseguito Bagnasco - è dato dalla crescente consapevolezza che la questione demografica, che attiene certamente alla dinamica affettiva e familiare, rappresenti pure uno snodo decisivo delle politiche economiche e perfino del Welfare. Aver sottovalutato l’impatto della famiglia sul piano sociale ed economico riconducendola ad una questione privata, quando non addirittura ad un retaggio culturale del passato, è stata una miopia di cui oggi pagano le conseguenze soprattutto le generazioni più giovani, sempre meno numerose e sempre meno importanti. La saldatura tra etica sociale ed etica della vita è un imperativo categorico anche in altri ambiti sensibili e porta a convincersi ad esempio - ha sotolineato l’arcivescovo di Genova - che l’eugenetica è molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell’ecosistema o che l’aborto e l’eutanasia corrodono il senso della legge e impediscono all’origine l’accoglienza dei più deboli, rappresentando una ferita alla comunità umana dalle enormi conseguenze di degrado". Benedetto XVI, spiega il cardinale, sottolinea con vigore che ''se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono''. Secondo Bagnasco, il fatto che l'attenzione del Papa per il tema dell'ecologia abbia colpito la pubblica opinione ''può rappresentare una sorta di controprova sperimentale della validità della lettura dello 'sviluppo integrale', che Benedetto XVI propone a tutti gli uomini di buona volontà, sulla scia della grande intuizione della "Populorum progressio" di Paolo VI'', con l'esortazione a ''difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti'' ma a ''proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso''. ''E' necessario - sottolinea Bagnasco - che ci sia qualcosa come un'ecologia dell'uomo, intesa in senso giusto. Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana''. In proposito, rileva Bagnasco, nell'Enciclica il Pontefice afferma che ''quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio''. ''La crisi ecologica dunque - chiosa il presidente della CEI - non può essere interpretata come un fatto esclusivamente tecnico, ma rimanda ad una crisi più profonda perchè ai 'deserti esteriori' corrispondono 'i deserti interiori'''.

La Stampa, Agi

Il Papa: nell'ottobre 2010 il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Fioriscano le comunità cattoliche per promuovere l’unità di tutti i cristiani

Benedetto XVI ha annunciato oggi un’Assemblea speciale del Sinodo dedicata al Medio Oriente, che si terrà nell'ottobre 2010. La decisione di indire la riunione sinodale, che risponde a un desiderio già da tempo presente nelle Chiese orientali cattoliche, è stata espressa dal Papa nel corso dell’incontro avuto questa mattina a Castel Gandolfo con i Patriarchi e gli arcivescovi maggiori orientali, che ha poi trattenuto a pranzo. “In questo fraterno incontro – ha detto tra l’altro Benedetto XVI - dai vostri interventi emergeranno certamente quelle problematiche che vi assillano e che potranno trovare orientamenti adeguati nelle sedi competenti. Io vorrei assicurarvi che siete costantemente nel mio pensiero e nella mia preghiera. Non dimentico, in particolare, l’appello di pace che avete posto nelle mie mani alla fine dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi dello scorso ottobre. E, parlando di pace, il pensiero va, in primo luogo, alle regioni del Medio Oriente. Colgo pertanto l’occasione per dare l’annuncio dell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, da me convocata e che si terrà dal 10 al 24 ottobre 2010, sul tema ‘La Chiesa cattolica in Medio Oriente: comunione e testimonianza: La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola (At 4,32)”. “L’odierno incontro – ha detto ancora - mi richiama alla mente quello del 24 aprile 2005 nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Allora, proprio nei primi giorni del mio pontificato, volli intraprendere un ideale pellegrinaggio nel cuore dell’Oriente cristiano: pellegrinaggio che oggi conosce un’altra significativa tappa e che è mia intenzione proseguire. In diverse circostanze è stato da voi sollecitato un contatto più frequente con il Vescovo di Roma per rendere sempre più salda la comunione delle vostre Chiese col Successore di Pietro ed esaminare insieme, all’occasione, eventuali tematiche di particolare importanza. Proposta questa rinnovata anche nell’ultima Plenaria del Dicastero per le Chiese Orientali e nelle Assemblee Generali del Sinodo dei Vescovi”. "Quanto a me - ha aggiunto - avverto come precipuo dovere promuovere quella sinodalità tanto cara all'ecclesiologia orientale e salutata con apprezzamento dal Concilio Ecumenico Vaticano II". Con il decreto "Orientalium Ecclesiarum", l’Assise conciliare riservava alle Chiese Orientali una stima che Giovanni Paolo II ha ribadito soprattutto nell’Esortazione apostolica "Orientale Lumen". Lo ricorda Benedetto XVI aggiungendo di condividerla “pienamente”. Insieme con un auspicio: “Le Chiese Orientali Cattoliche ‘fioriscano’ per assolvere con rinnovato vigore apostolico la missione affidata di “promuovere l’unità di tutti i cristiani, specialmente orientali”.

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Benedetto XVI invita il presidente di Manos Unidas, l'organizzazione spagnola di volontari impegnata nel continente

Il presidente di Manos Unidas, Myriam García Abrisqueta, ha ricevuto da Benedetto XVI l'invito a partecipare al Sinodo dei vescovi dell'Africa. L'invito, confermato all'agenzia Zenit dalla stessa organizzazione non governativa spagnola, è stato trasmesso con una lettera dall'arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Con la presenza al Sinodo del presidente della Ong, il Papa riconosce implicitamente l'importanza dell'opera svolta in Africa da questa istituzione. L'Africa è il continente in cui Manos Unidas (www.manosunidas.org), organizzazione cattolica di volontari, finanzia più progetti di sviluppo: 305 progetti nel 2008 rispetto ai 278 in Asia e ai 191 in Oceania. Myriam García Abrisqueta parteciperà in qualità di “uditore”, il che implica un intervento davanti alla plenaria e la presenza e la partecipazione attiva alle sessioni. Gli uditori, ad ogni modo, non hanno il diritto di voto nell'approvazione delle proposizioni che sorgono dall'assemblea sinodale.

Zenit