giovedì 22 ottobre 2009

Messaggio del Papa a Bartolomeo I: i cristiani uniti affinchè la Terra conservi intatto la grandezza, la bellezza e la generosita donate da Dio

''I cristiani sono chiamati ad unirsi nell'offrire al mondo una testimonianza credibile della responsabilità per la salvaguardia del Creato e a collaborare in ogni modo possibile per assicurare che la nostra Terra possa conservare intatto ciò che Dio le ha donato: grandezza, bellezza e generosità''. E' questo il messaggio, diffuso oggi dalla Radio Vaticana, che Benedetto XVI ha inviato ieri al Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I (foto) per l'apertura a New Orleans, in Louisiana, del Simposio di ''Religione Scienza e Ambiente'' dal titolo ''Ristabilire l'equilibrio: il grande fiume Mississippi''. A leggere le parole del Papa, è stato l'arcivescovo di New Orleans, mons. Gregory Michael Aymond. ''La soluzione delle crisi ecologiche del nostro tempo - ha aggiunto il Pontefice - richiede un cambiamento profondo da parte dei nostri contemporanei''. Benedetto XVI si è detto ''pienamente d'accordo'' sul fatto che ''i problemi urgenti che riguardano la cura e la protezione dell'ambiente'', toccando importanti questioni politiche, economiche, tecniche e scientifiche, sono tuttavia ''essenzialmente di natura etica''. E citando l'Enciclica "Caritas in veritate", ha ricordato che la natura ''è una priorita' per tutti'' e, come fondamento della nostra vita, va usata ''responsabilmente'' e ''con rispetto''. Una conoscenza del progresso ''puramente economica e tecnologica'' inevitabilmente provocherà ''conseguenze negative per individui, popoli e la stessa creazione''. Nel messaggio, il Papa ha ricordato quanto avvenuto a New Orleans e nelle zone vicine il 29 agosto 2005 col devastante passaggio dell'uragano Katrina: ''I miei pensieri e le mie preghiere - ha scritto - sono con tutti coloro, specialmente i poveri, che hanno sperimentato sofferenza, privazione e spostamenti e con quanti sono impegnati nel lavoro paziente di ricostruzione e rinnovamento''.

Adnkronos

Le nomine del Papa. I nuovi segretari dei Pontifici Consigli per la Famiglia e per la Giustizia e la Pace

La Sala stampa della Santa Sede ha annunciato oggi due nuove nomine di Papa Benedetto XVI nella Curia romana: mons. Jean Laffitte diventa infatti il nuovo segretario del Pontificio consiglio per la famiglia, di cui era stato in precedenza sottosegretario, prima di un periodo da vicepresidente della Pontificia accademia per la vita retta ora da mons. Rino Fisichella; il salesiano don Mario Toso, rettore magnifico della Pontificia Università Salesiana dal 2003 al 2009, è invece il nuovo segretario del Pontificio consiglio per la Giustizia e la Pace. Toso sarà il numero due del porporato - con ogni probabilità africano - destinato a sostituire il card. Renato Raffaele Martino, dal 2002 alla guida del dicastero.

Mons. Fellay: la Santa Sede si sta indirizzando verso la Prelatura personale per la Fraternità San Pio X. Il Papa più aperto di molti vescovi

C'è ''molto di certo'' nelle voci che prevedono una soluzione 'stile Opus Dei', con la creazione di una Prelatura Personale, per la lefebvriana Fraternità Sacerdotale San Pio X, al termine dei colloqui dottrinali con la Santa Sede che inizieranno lunedì in Vaticano. A dirlo, in un'intervista al quotidiano cileno El Mercurio dello scorso 18 ottobre, è il superiore della Fraternità, mons. Bernard Fellay. ''Credo che il Vaticano si stia indirizzando verso questa soluzione canonica'', afferma il vescovo tradizionalista. Fellay nega anche che la sua comunità sia mai stata in condizione di ''scisma'' con la Chiesa di Roma: ''Ci sono lotte, così come un certo rifiuto di una parte della Chiesa, ma questo non significa separazione. Non c'è mai stata una dichiarazione di scisma da parte della Chiesa nei nostri confronti. Si parlò per un certo periodo della scomunica dei vescovi, però mai di una separazione''. Quanto al caso Williamson - il vescovo lefebvriano che ha negato l'Olocausto in una intervista tv - per mons. Fellay si è trattato di un ''attacco molto ben pianificato non contro la Fraternità, ma direttamente contro la persona di Papa Benedetto XVI, per macchiare la sua gestione''. ''Ma - conclude il prelato lefebvriano - il Papa è molto più aperto di alcuni vescovi della Chiesa Cattolica''. Si sentono già pienamente cattolici i lefebvriani e hanno grande fiducia in Papa Benedetto XVI, ''il capo della Chiesa, il Vicario di Cristo, l'autorità che riconosciamo''. ''Abbiamo tutto ciò che è necessario per essere membri della Chiesa Cattolica: prima di tutto - elenca il presule - la fede, che abbiamo ricevuto dalla Chiesa e vogliamo mantenere fino alla morte, poi la grazia, la preghiera e la liturgia che ci vengono dalla Chiesa, come molto ben espresso dal Papa nel Motu Proprio "Summorum Pontificum" quando afferma che l'antico rituale della Messa non è mai stato abolito. E, infine, anche se potrebbe sembrare contraddittorio, lo stesso Papa e la gerarchia della Chiesa''. ''Ci sono problemi - spiega Fellay - ma questi problemi non significano che abbiamo perso tale relazione di sottomissione all'autorità del Santo Padre. ''Noi, come gruppo, siamo - sottolinea mons. Fellay - come il sintomo di un problema all'interno della Chiesa. C'è una separazione reale, sebbene non definitiva, tra quelli che noi chiamiamo 'progressisti' e i 'conservatori'. Noi siamo una specie di termometro della situazione, che rivela che esiste un problema serio nella Chiesa. Lo stesso Papa attuale, Benedetto XVI, ha condannato l'opinione che il Concilio Vaticano II e la riforma che ne è seguita costituiscano una rottura con il passato, e che la Chiesa ha dovuto cambiare''.

Asca, Agi

Il vescovo ortodosso bulgaro Tichon al Papa: dobbiamo trovare l'unità e celebrare finalmente insieme, la gente non capisce le nostre divisioni

"Dobbiamo trovare l'unità prima possibile e celebrare finalmente insieme, la gente non capisce le nostre divisioni e le nostre discussioni": è quanto ha detto il vescovo ortodosso bulgaro Tichon al Papa (foto), al termine dell'Udienza generale di ieri, che "non risparmierà sforzi" per contribuire a ripristinare "presto la comunione tra cattolici e ortodossi". Secondo quanto riferito da L'Osservatore Romano, per Tichon, a capo della diocesi per l'Europa centrale e occidentale del Patriarcato di Bulgaria, "è certamente importante il dialogo teologico che si sta portando avanti in questi giorni a Cipro, ma non si deve aver paura di dire che bisogna trovare prima possibile il modo di celebrare insieme”. “Un cattolico non diventerà ortodosso e viceversa, ma all'altare dobbiamo accostarci insieme". Tichon ha quindi detto al Pontefice che "questa aspirazione è un sentire emerso dai lavori dell'assemblea" della sua diocesi, svoltasi a Roma, a cui hanno preso parte tutti i sacerdoti e due delegati di ogni parrocchia ortodossa bulgara. "Siamo venuti dal Papa – ha sottolineato – per dirgli il nostro desiderio di unità e anche perché lui è il Vescovo di Roma, la città che ha ospitato la nostra assemblea".

Zenit