mercoledì 6 gennaio 2010

I viaggi internazionali e le visite pastorali, la chiusura dell'Anno Sacerdotale e il Sinodo per il Medio Oriente: un 2010 intenso per Benedetto XVI

Il 2010 si annuncia per Benedetto XVI uno dei più intensi dei suoi cinque anni di Pontificato. Il Pontefice, che il 16 aprile compirà 83 anni eil 19 festeggerà il V anniversario della sua elezione al Soglio di Pietro, compirà quattro viaggi apostolici, presiederà un inedito Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente e si recherà in pellegrinaggio a Torino per l'Ostensione della Sacra Sindone. Sarà un anno di decisioni attese con impazienza, come la beatificazione di Giovanni Paolo II, la redazione della seconda parte del suo libro “Gesù di Nazaret” o la pubblicazione dell'Esortazione apostolica sulla Parola di Dio, in cui raccoglierà le conclusioni del Sinodo dei vescovi del mondo dell'ottobre 2008. Come gli anni precedenti, il 2010 potrà portare anche decisioni inaspettate su temi centrali per questo pontificato, come il progresso nell'unità con i cristiani di altre confessioni o con i credenti di altre religioni, in particolare ebrei e musulmani. Uno degli avvenimenti che caratterizzeranno quest'anno, infatti, avverrà già domenica 17 gennaio, giorno in cui visiterà per la prima volta la Sinagoga di Roma, un gesto di riconciliazione in un momento in cui alcuni settori ebrei hanno criticato il riconoscimento delle virtù eroiche di Pio XII.
Anno del Medio Oriente. Compiendo un bilancio del 2009 insieme ai suoi collaboratori della Curia Romana, ricordando il Sinodo dell'Africa e il suo primo viaggio a questo continente come Papa nel marzo scorso, Benedetto XVI ha constatato che si è trattato di un anno nel “segno dell'Africa”. Se è così, si potrebbe dire che il 2010 si presenta “nel segno del Medio Oriente”, visto che dal 10 al 24 ottobre 2010 il Papa ha convocato i Vescovi di questa turbolenta area del pianeta sul tema “La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza. 'La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola' (Atti, 4, 32)”. L'Instrumentum laboris di questa assemblea di Patriarchi, Vescovi e altri rappresentanti cristiani sarà consegnato dal Santo Padre durante il suo viaggio apostolico a Cipro, programmato dal 4 al 6 giugno. Questo viaggio è strategico, perché pone anche temi centrali per questo pontificato, come il dialogo con la Chiesa ortodossa locale, che dall'elezione dell'arcivescovo Chrisostomos II è diventata un potente motore dell'ecumenismo, e con l'islam, a causa della presenza turca nell'isola divisa.
I viaggi. Il primo viaggio che realizzerà Benedetto XVI avrà come destinazione Malta, il 17 e il 18 aprile, in occasione del 1950° anniversario del naufragio di San Paolo in quell'arcipelago, avvenuto secondo la tradizione nel 60, durante il suo viaggio verso Roma. L'Apostolo delle Genti venne accolto dalla popolazione locale e rimase a Malta tre mesi.
Papa Joseph Ratzinger celebrerà la festa liturgica della Madonna di Fatima in quel Santuario il 13 maggio, nel 93° anniversario dell'inizio delle apparizioni ai tre pastorelli, durante il suo viaggio apostolico in Portogallo dall'11 al 14 maggio, in cui visiterà anche Lisbona e Porto. Si tratta di una tappa del suo giro del mondo nei grandi santuari mariani.
Il quarto viaggio internazionale previsto per quest'anno ha come meta il Regno Unito: anche se le date non sono ancora ufficiali, si prevede che il viaggio si svolga dal 16 al 19 settembre. In questo viaggio, il Papa dovrebbe beatificare John Henry Newman (1801-1890), intellettuale anglicano che si convertì al cattolicesimo arrivando a diventare Cardinale. Il viaggio avrà quindi decisive ripercussioni ecumeniche, dopo la pubblicazione della Costituzione Apostolica "Angliconorum coetibus", annunciata il 20 ottobre, che prevede la possibilità di accogliere nella Chiesa Cattolica comunità anglicane che desiderano tornare alla piena comunione con il vescovo di Roma.
Visite in Italia e altri appuntamenti. Per quest'anno, il Santo Padre ha previsto anche quattro visite pastorali in Italia. Il primo sarà a Torino, dove pregherà davanti alla Sacra Sindone il 2 maggio, nel contesto dell'esposizione straordinaria della reliquia prevista dal 10 aprile al 23 maggio
. Il 4 luglio sarà a Sulmona (L'Aquila) per l'ottavo centenario della nascita di Papa Celestino V, morto nel 1296, uno dei pochi Pontefici ad aver abdicato. Il 5 settembre il Papa visiterà Carpineto Romano, in provincia di Roma, per il secondo centenario della nascita di Papa Leone XIII. L'altra visita in Italia è prevista per domenica 3 ottobre a Palermo, per partecipare a due importanti incontri per la Chiesa nell'isola più grande del Mediterraneo: con le famiglie e con i giovani.
Tra gli avvenimenti programmati per il 2010, uno dei più importanti sarà poi la chiusura dell'Anno Sacerdotale, che avrà luogo a Roma dal 9 all'11 giugno. A questo incontro, il Papa ha invitato non solo i presbiteri del mondo, ma anche tutti i battezzati, per testimoniare l'amore di tutta la Chiesa per i suoi sacerdoti.
Beatificazione di Giovanni Paolo II? Nel 2010 potrebbe aver luogo anche la beatificazione di Giovanni Paolo II. Perché ciò avvenga, è necessario che avanzi il processo, che prevede il riconoscimento di un miracolo da parte di una commissione scientifica, di una di teologi, di una di cardinali e vescovi e infine dello stesso Papa. Per il momento non è possibile prevedere una data precisa, perché come hanno spiegato varie fonti della Santa Sede bisogna lasciare che il procedimento segua l'iter abituale.


Jesús Colina, Zenit

Il Papa all'Angelus: i Magi uomini di scienza aperti ai messaggi divini. Gli auguri per il Natale ortodosso e la Giornata per l'infanzia missionaria

I Re Magi erano "uomini di scienza in un senso ampio", caratterizzati da "unità tra intelligenza e fede" e capaci di ascoltare e accogliere le "profezie" di origine divina: è il ritratto che ne fa il Papa prima della recita dell'Angelus nella Solennità dell'Epifania del Signore. I Magi, ha detto Benedetto XVI affacciato alla finestra del suo studio su Piazza San Pietro, "erano dei sapienti, che scrutavano gli astri e conoscevano la storia dei popoli. Erano uomini di scienza in un senso ampio, che osservavano il cosmo ritenendolo quasi un grande libro pieno di segni e di messaggi divini per l'uomo. Il loro sapere, pertanto, lungi dal ritenersi autosufficiente, era aperto ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini. Infatti, non si vergognano di chiedere istruzioni ai capi religiosi dei Giudei. Avrebbero potuto dire: facciamo da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, evitando, secondo la nostra mentalità odierna, ogni 'contaminazione' tra la scienza e la Parola di Dio. Invece i Magi ascoltano le profezie e le accolgono; e, appena si rimettono in cammino verso Betlemme, vedono nuovamente la stella, quasi a conferma di una perfetta armonia tra la ricerca umana e la verità divina, un'armonia che riempì di gioia i loro cuori di autentici sapienti". Di fronte a Gesù, "avrebbero potuto rimanere delusi, anzi, scandalizzati. Invece, da veri sapienti, sono aperti al mistero che si manifesta in maniera sorprendente; e con i loro doni simbolici dimostrano di riconoscere in Gesù il re e il figlio di Dio", ha detto Papa Ratzinger. E ancora, nei Magi esiste una perfetta “unità tra intelligenza e fede: è il fatto che ‘avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese’ (Mt 2,12). Sarebbe stato naturale ritornare a Gerusalemme, nel palazzo di Erode e nel Tempio, per dare risonanza alla loro scoperta. Invece, i Magi, che hanno scelto come loro sovrano il Bambino, la custodiscono nel nascondimento, secondo lo stile di Maria, o meglio, di Dio stesso e, così come erano apparsi, scompaiono nel silenzio, appagati, ma anche cambiati dall’incontro con la Verità”. “Ci aiuti – ha concluso il Papa - la Vergine Maria, modello di vera sapienza, ad essere autentici ricercatori di Dio, capaci di vivere sempre la profonda sintonia che c’è tra ragione e fede, scienza e rivelazione.
Dopo la recita della preghiera mariana Benedetto XVI ha rivolto un augurio speciale ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali, che celebrano domani il Santo Natale. “Il mistero di luce sia fonte di gioia e di pace per ogni famiglia e comunità”. Un altro saluto è stato ai bambini della Pontificia opera della Santa Infanzia, fondata dal Venerabile Pio XII nel 1950, che educa i piccoli a “a formarsi una mentalità aperta al mondo e ad essere solidali con i loro coetanei più disagiati”. “Saluto con affetto – ha detto il Papa - tutti i piccoli missionari presenti nei cinque continenti e li incoraggio ad essere sempre testimoni di Gesù e annunciatori del suo Vangelo”. Infine i saluti ai numerosissimi fedeli, in particolare ai giovani del movimento “Tra Noi” e i partecipanti al consueto corteo storico-folclorisitico, ispirato quest’anno alle città laziali di Alatri, Fiuggi e Vico, che ha sfilato per via della Conciliazione. “Auguro a tutti una buona festa dell’Epifania”.

Apcom, AsiaNews, Radio Vaticana


Epifania del Signore. Il Papa: con i Magi la luce di Betlemme inonda l’intera umanità, ma non tutti la vedono. Dobbiamo tornare bambini nel cuore

Con la Solennità dell’Epifania del Signore “la grande luce che irradia dalla Grotta di Betlemme, attraverso i Magi provenienti da Oriente, inonda l’intera umanità”. Così Benedetto XVI ha introdotto la sua omelia nella festa che ricorda il viaggio di ricerca dei Magi e il loro arrivo a Betlemme per adorare “il Re dei Giudei” e donare a lui oro incenso e mirra. Benedetto XVI ha messo in evidenza le differenze tra la profezia di Isaia contenuta nell'Antico testamento e il racconto del Vangelo di Matteo. Secondo la prima, "dopo le umiliazioni subite dal popolo di Israele da parte delle potenze di questo mondo", la "grande luce di Dio", "sorgerà su tutta la terra, così che i re delle nazioni si inchineranno di fronte a lui, verranno da tutti i confini della terra e deporranno ai suoi piedi i loro tesori più preziosi". Passando al Vangelo, "rispetto a tale visione - ha sottolineato Papa Ratzinger - quella che ci presenta l'evangelista Matteo appare povera e dimessa: ci sembra impossibile riconoscervi l'adempimento delle parole del profeta Isaia". In questo senso, ha proseguito il Papa, "è comprensibile che il cuore e l'anima dei credenti di tutti i secoli siano attratti più dalla visione del profeta che non dal sobrio racconto dell'evangelista, come attestano anche le rappresentazioni di questa visita nei nostri presepi, dove appaiono i cammelli, i dromedari, i re potenti di questo mondo che si inginocchiano davanti al Bambino e depongono ai suoi piedi i loro doni in scrigni preziosi". “Arrivano a Betlemme – ha detto il Pontefice - non i potenti e i re della terra, ma dei Magi, personaggi sconosciuti, forse visti con sospetto, in ogni caso non degni di particolare attenzione. Gli abitanti di Gerusalemme sono informati dell'accaduto, ma non ritengono necessario scomodarsi, e neppure a Betlemme sembra che ci sia qualcuno che si curi della nascita di questo Bambino”.
Ma "anche l'evento che Matteo - ha aggiunto Papa Ratzinger - ci narra non è un breve episodio trascurabile, che si chiude con il ritorno frettoloso dei Magi nelle proprie terre. Al contrario, è un inizio. Quei personaggi provenienti dall'Oriente non sono gli ultimi, ma i primi della grande processione di coloro che, attraverso tutte le epoche della storia, sanno riconoscere il messaggio della stella, sanno camminare sulle strade indicate dalla Sacra Scrittura e sanno trovare, così, colui che apparentemente è debole e fragile, ma che, invece - ha detto Benedetto XVI - ha il potere di donare la gioia più grande e più profonda al cuore dell'uomo. In Lui, infatti, si manifesta la realtà stupenda che Dio ci conosce e ci è vicino, che la sua grandezza e potenza non si esprimono nella logica del mondo, ma nella logica di un bambino inerme, la cui forza è solo quella dell’amore che si affida a noi. Nel cammino della storia, ci sono sempre persone che vengono illuminate dalla luce della stella, che trovano la strada e giungono a Lui. Tutte vivono, ciascuna a proprio modo, l’esperienza stessa dei Magi”. Con loro “ha avuto inizio qualcosa di nuovo, è stata tracciata una nuova strada, è scesa sul mondo una nuova luce che non si è spenta…La luce di Betlemme continua a risplendere in tutto il mondo”. Benedetto XVI ha spiegato anche il dono fatto dai Magi al Bambino Gesù: “Essi hanno portato oro, incenso e mirra…Secondo la mentalità vigente a quel tempo in Oriente, rappresentano il riconoscimento di una persona come Dio e Re: sono, cioè, un atto di sottomissione….La conseguenza che ne deriva è immediata. I Magi non possono più proseguire per la loro strada, non possono più tornare da Erode, non possono più essere alleati con quel sovrano potente e crudele. Sono stati condotti per sempre sulla strada del Bambino, quella che farà loro trascurare i grandi e i potenti di questo mondo e li porterà a Colui che ci aspetta fra i poveri, la strada dell'amore che solo può trasformare il mondo”.
Il secondo paradosso è che sebbene “i pochi di Betlemme sono diventati molti, i credenti in Gesù Cristo sembrano essere sempre pochi. Molti hanno visto la stella, ma solo pochi ne hanno capito il messaggio”. Benedetto XVI si è domandato: “Qual è la ragione per cui alcuni vedono e trovano e altri no? Che cosa apre gli occhi e il cuore? Che cosa manca a coloro che restano indifferenti, a coloro che indicano la strada ma non si muovono? ha domandato Benedetto XVI. "Possiamo rispondere: la troppa sicurezza in se stessi, la pretesa di conoscere perfettamente la realtà, la presunzione di avere già formulato un giudizio definitivo sulle cose rendono chiusi ed insensibili i loro cuori alla novità di Dio. Sono sicuri dell'idea che si sono fatti del mondo e non si lasciano più sconvolgere nell'intimo dall'avventura di un Dio che li vuole incontrare. Ripongono la loro fiducia più in se stessi che in lui e non ritengono possibile che Dio sia tanto grande da potersi fare piccolo, da potersi davvero avvicinare a noi. Alla fine - ha aggiunto il Papa - quello che manca è l'umiltà autentica, che sa sottomettersi a ciò che è più grande, ma anche il coraggio autentico, che porta a credere a ciò che è veramente grande, anche se si manifesta in un Bambino inerme. Manca la capacità evangelica di essere bambini nel cuore, di stupirsi, e di uscire da sé per incamminarsi sulla strada che indica la stella, la strada di Dio". E ha concluso: “Il Signore però ha il potere di renderci capaci di vedere e di salvarci. Vogliamo, allora, chiedere a Lui di darci un cuore saggio e innocente, che ci consenta di vedere la stella della sua misericordia, di incamminarci sulla sua strada, per trovarlo ed essere inondati dalla grande luce e dalla vera gioia che egli ha portato in questo mondo. Amen!”.

AsiaNews, Apcom

CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DELLA EPIFANIA DEL SIGNORE - il testo integrale dell'omelia del Papa