giovedì 11 marzo 2010

Sospesi tre sacerdoti austriaci per abusi commessi negli anni '80. Il vescovo di Ratisbona: fuori dalla Chiesa chi commette questo peccato grave

Tre preti cattolici austriaci del monastero di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf, in Alta Austria, sono stati sospesi dalle funzioni sacerdotali per presunti abusi sessuali e maltrattamenti, avvenuti negli anni '80, nei confronti di alcuni ragazzi della scuola gestita dal monastero. Lo ha annunciato oggi durante una conferenza stampa l'abate di Kremsmuenster, Ambros Ebhart. Uno dei tre religiosi, un padre di 75 anni, ha detto l'abate, ha ammesso gli abusi. "Un completo chiarimento su questi casi è dovuto ai confratelli e al pubblico", ha detto l'abate durante la conferenza stampa, dichiarandosi pronto a lavorare insieme alla diocesi di Linz e alle autorità dell'Alta Austria per far luce su questi episodi. Il quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten aveva pubblicato questa mattina un articolo in cui un ex studente della scuola accusava i tre preti di abusi sessuali e maltrattamenti. Nel complesso, finora, le vittime di queste violenze, che sarebbero avvenute tutte negli anni '80, sono almeno cinque. "Mi dispiace molto che persone nel nostro istituto abbiano fatto simili esperienze di violenza", ha proseguito l'abate, sottolineando che la commissione diocesana si interesserà di questi casi. E finché non verrà fatta piena luce, ha tenuto a precisare, i tre preti chiamati in causa, tutti sopra i 75 anni, rimarranno sospesi dai loro uffici e dai loro compiti. L'abate ha quindi messo in guardia contro "condanne sommarie", ma non ha garantito che in futuro non possano emergere altri casi simili: su questo, ha detto, "non posso mettere la mano sul fuoco". La stampa aveva riportato presunti casi di violenze sessuali nella Chiesa austriaca già martedì scorso. In particolare, abusi si sarebbero verificati in due istituti religiosi negli anni '70 e '80 e, sempre secondo la stampa, l'attuale padre superiore dell'abbazia San Pietro di Salisburgo ha ammesso di essere implicato in uno di questi casi ed ha proposto le proprie dimissioni.
A Roma c'è anche in questi giorni il vescovo Ratisbona Gerhard Mueller il quale ha ricordato che i sacerdoti che si macchiano di reati di pedofilia non possono continuare a svolgere il loro ruolo di rappresentanti di Cristo. Mueller, rispondendo a giornalisti a margine di un convegno teologico a Roma, ha detto che "tutti sanno che questo peccato grave che esclude", che taglia fuori, "dal sacerdozio". Muller ha anche bocciato la tesi che all'origine ci sia il celibato definendola una "stupidaggine". Il vescovo di Ratisbona ha ancora ribadito l'estraneità di Georg Ratzinger, il fratello di Papa Benedetto XVI, rispetto all'unico caso accertato di abusi sessuali commesso più di 40 anni fa nella struttura del coro di voci bianche della città tedesca di cui il prelato è in seguito stato direttore.

Il Messaggero.it

Mons. Tomasi: senza attenuanti i sacerdoti che hanno abusato di minori. Per il Papa è anche un grave peccato che offende Dio e la dignità umana

I sacerdoti e religiosi che hanno commesso abusi sui minori non hanno scuse e la Chiesa si sta impegnando attivamente ''per porre fine a questo serio problema''. E' quanto ha detto l'Osservatore permanente della Santa Sede, mons. Silvano Maria Tomasi, in merito al problema della pedofilia intervenendo all'incontro annuale sui diritti dei bambini, nell'ambito della 13° sessione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu a Ginevra. ''L'abuso sessuale sui minori è sempre un crimine odioso''. In apertura del suo intervento, mons. Tomasi ha citato le parole di Benedetto XVI, ricordando che ''a questa chiarissima condanna della violenza sessuale contro i bambini e i giovani, il Papa ha aggiunto la dimensione religiosa, ribadendo che l'abuso è anche un grave peccato, che offende Dio e la dignità umana''. ''L'integrità fisica e psicologica dei minori viene violata con conseguenze distruttive - ha aggiunto il presule - gli studiosi hanno dimostrato che i bambini abusati reagiscono in modi differenti alla violenza sessuale'' e tra di loro si registrano ''maggiori probabilità di gravidanze adolescenziali, vagabondaggio, tossicodipendenza e alcoolismo''. Altre misure legali sono state prese, inoltre, per assicurare che ''i bambini e i giovani, nelle scuole e nelle istituzioni, siano salvaguardati'' e ''molte di queste misure, legali o amministrative, riguardano il riconoscimento e la punizione degli abusi''. Di qui, l'accento posto da mons. Tomasi sulla prevenzione, definita come ''la migliore medicina'', il che si traduce in ''educazione e promozione alla cultura del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni bambino, specialmente attraverso l'impiego di metodi efficaci per l'assunzione del personale scolastico''. Infine, il presule ha suggerito di mettere in atto alcune pratiche che possano aiutare i minori e riconoscere e segnalare il comportamento scorretto degli educatori.

Adnkronos

ANNO SACERDOTALE. GLI INTERVENTI AL CONVEGNO TEOLOGICO INTERNAZIONALE

CONVEGNO TEOLOGICO INTERNAZIONALE "Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote"

Giovedì 11 marzo 2010

Introduzione ai lavori
card. Clàudio Hummes
Il documento

Cristologia e identità sacerdotale
prof. Réal Tremblay
Il documento

Sacerdoti e cultura contemporanea
mons. Gerhard Ludwing Muller
Il documento

Il Curato d’Ars e l’identità sacerdotale
padre Antonio Maria Sicari
Il documento

''Recenti'' mutazioni antropologiche
prof. Massimo Introvigne
Il documento

Sacerdozio ed Ermeneutica della continuità
card. Carlo Caffarra
Il documento

Dall'essere alla funzione: per la missione
mons. Filippo Santoro
Il documento

Dall’essere alla funzione: profili pastorali e giuridici
mons. Raymond Leo Burke
Il documento

Esperienze di discontinuità riguardante l’identità sacerdotale
mons. Willem Eijk
Il documento

Sacerdoti e Laici: Il giusto rapporto
prof. Guzmàn Carriquiry
Il documento
Per una spiritualità del ministero
mons. Francesco Moraglia
Il documento

Venerdì 12 marzo 2010

Il celibato ecclesiastico – Profili storico-dottrinali
prof. Stefan Heid
Il documento

Il celibato ecclesiastico – Profili psico-spirituali
Prof. Manfred Lutz
Il documento

La liturgia ferita
mons. Marc Aillet
Il documento

Celibato, castità e verginità
mons. Fortunatus Nwachukwu
Il documento

Celibato sacerdotale, carisma istituzionale
card. Juliàn Herranz
Il documento

Conclusioni
mons. Mauro Piacenza
Il documento

L'interesse di Benedetto per il treno 'Freccia Rossa'. ll Papa potrebbe usarlo per raggiungere Milano nel 2012 per l'Incontro Mondiale delle Famiglie

L’entourage di Benedetto XVI fa sapere che il Papa è molto interessato e curioso riguardo al nuovo treno Freccia Rossa che in tre ore soltanto collega Roma e Milano. Probabilmente nel 2012, per il grande Incontro Mondiale delle Famiglie, il Papa raggiungerà Milano in treno. Pio IX fu il primo Papa a viaggiare in treno da Napoli a Portici nell’anno 1849. Le cronache raccontano del suo entusiasmo verso quel mezzo di trasporto. Giovanni XXIII fu invece il primo Pontefice a usare la stazione ferroviaria costruita dentro le mura vaticane e collegata, attraverso la stazione di San Pietro, alla rete nazionale a seguito dell’impegno fissato dal Trattato del Laterano. Il "Papa buono" da lì raggiunse Assisi e Loreto in un memorabile pellegrinaggio. Bellissime le immagini della gente accorsa nelle stazioni e assiepata lungo le rotaie per decine di chilometri. Persone composte, sguardi incuriositi per il passaggio del treno papale – le donne quasi tutte con un foulard o il velo in testa, gli uomini in giacca e cravatta o camicia bianca –. Con quel viaggio, in un certo senso, Papa Roncalli aprì fisicamente la Chiesa al mondo, ponendo le premesse per i suoi successori. Anche Giovanni Paolo II, benché viaggiasse soprattutto in aereo, percorse un numero notevole di chilometri in treno. Nel gennaio 2002 si recò in treno ad Assisi per la famosa preghiera per la Pace nel Mondo insieme ad altri rappresentanti religiosi. Ma prese il treno anche in Argentina, in Portogallo, da Zurigo a Friburgo, in Belgio e nei Paesi Bassi. Nel 1986 sempre Karol Wojtyla di ritorno dall’India, a causa dell’eccezionale nevicata che bloccò gli aeroporti romani, salì sul treno a Napoli per rientrare in Vaticano. Dal 24 gennaio 2002 i cancelli della stazione vaticana sono rimasti chiusi. Chissà se Papa Benedetto li farà riaprire presto...

Alessandra Borghese, Messaggero di Sant'Antonio

Il Papa: i sacerdoti vivano in ‘modo alto’ la loro vocazione per far riscoprire il senso del peccato e far nascere il desiderio del perdono di Dio

Il Papa invita i sacerdoti del giorno d'oggi a vivere "in modo alto", la loro vocazione. Benedetto XVI ha ricevuto i partecipanti al corso promosso dalla Penitenzieria Apostolica. A loro il Papa ha ricordato la figura del Curato d'Ars, San Giovanni Maria Vianney, che nella Francia post-rivoluzionaria, riusciva a "condurre gli uomini a Dio" nonostante la temperie culturale dell'epoca. Da qui l'invito ai sacerdoti contemporanei: "Nelle condizioni di libertà in cui oggi è possibile esercitare il ministero sacerdotale - ha detto il Papa - è necessario che i presbiteri vivano in 'modo alto' la propria risposta alla vocazione, perché soltanto chi diventa ogni giorno presenza viva e chiara del Signore può suscitare nei fedeli il senso del peccato, dare coraggio e far nascere il desiderio del perdono di Dio". Rammentando che il corso “si colloca, provvidenzialmente, nell’Anno sacerdotale” indetto per il 150° della morte di San Giovanni Maria Vianney, il Papa ne ha riproposto il “modo eroico e fecondo” di esercitare il ministero della riconciliazione e “il metodo del 'dialogo di salvezza' che in esso si deve svolgere”. “Viviamo in un contesto culturale segnato dalla mentalità edonistica e relativistica, che tende a cancellare Dio dall’orizzonte della vita, non favorisce l’acquisizione di un quadro chiaro di valori di riferimento e non aiuta a discernere il bene dal male e a maturare un giusto senso del peccato” ha spiegato il Pontefice; “un circolo vizioso tra l’offuscamento dell’esperienza di Dio e la perdita del senso del peccato” che “rende ancora più urgente il servizio di amministratori della misericordia divina”. È necessario, ha aggiunto il Papa, “tornare al confessionale, come luogo nel quale celebrare il sacramento della riconciliazione, ma anche come luogo in cui ‘abitare’ più spesso, perché il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto”. In particolare, "la 'crisi' del sacramento della penitenza di cui spesso si parla", ha detto Benedetto XVI, "interpella anzitutto i sacerdoti e la loro grande responsabilità di educare il Popolo di Dio alle radicali esigenze del Vangelo. In particolare, chiede loro di dedicarsi generosamente all'ascolto delle confessioni sacramentali, di guidare con coraggio il gregge, perché non si conformi alla mentalità di questo mondo, ma sappia compiere scelte anche controcorrente, evitando accomodamenti o compromessi". Per questo “è importante che il sacerdote abbia una permanente tensione ascetica, nutrita dalla comunione con Dio, e si dedichi ad un costante aggiornamento nello studio della teologia morale e delle scienze umane”. “San Giovanni Maria Vianney – ha concluso Benedetto XVI - sapeva instaurare con i penitenti un vero e proprio ‘dialogo di salvezza’ mostrando la bellezza e la grandezza della bontà del Signore”. E’ compito del sacerdote “favorire quell’esperienza”.

Apcom


La Comunità luterana di Roma: la visita del Papa un segno dei rapporti ecumenici più maturi e forti. Per lui la premessa è la conversione interiore

“La Comunità Evangelica Luterana di Roma è lieta che Papa Benedetto XVI abbia accettato l’invito a farle visita”. Così scrivono in un comunicato diffuso oggi Doris Esch, presidente e Jens-Martin Kruse, pastore della comunità luterana di Roma che domenica 14 marzo, alle 17.30, nella Chiesa Evangelica luterana di Via Sicilia 70, accoglieranno il Papa che celebrerà con i luterani un culto serale, secondo la liturgia luterana, e terrà la predica. L’invito è stato fatto nel 2008, per il 25° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II, nella Chiesa luterana, l’11 dicembre 1983. “La Comunità – si legge nel comunicato - vede nella visita del Vescovo di Roma un segno dei rapporti ecumenici più maturi e forti, diventati qui, negli anni, prassi vissuta delle diverse denominazioni cristiane”. I due rappresentanti della comunità luterana apprezzano il fatto che “per Papa Benedetto XVI, l’ecumenismo è un obiettivo fondamentale del suo pontificato. Lo indicò come tale già il giorno dopo la sua elezione: il 20 aprile 2005, nel primo messaggio ai Cardinali riuniti nella Cappella Sistina, parlò di ‘lavorare con tutte le forze per ripristinare l’unità piena e visibile di tutti i discepoli di Cristo’”. Il Papa – proseguono Doris Esch e Jens-Martin Kruse – è “consapevole che, per far questo, non basti dimostrare buona volontà, ma che occorrano gesti concreti, che prendono il cuore e scuotono le coscienze, spingendo ognuno alla conversione interiore, che è premessa di ogni progresso lungo il cammino ecumenico”. Nel comunicato si ricorda infine che Benedetto XVI è già stato nella Chiesa luterana di Roma il 19 ottobre 1998, quando l’allora card. Joseph Ratzinger dibatté col vescovo luterano di Berlino, Wolfgang Huber, sul tema “Prospettive personali: esperienze ecumeniche, posizioni ed aspettative”. Fondata grazie all’iniziativa privata nel 1819 sotto la protezione della Legazione Prussiana presso la Santa Sede, la comunità di Roma, è entrata a far parte della vita pubblica dello Stato Italiano sin dalla sua fondazione. E’ dotata di un organo grandioso e di una copia delle campane di Wittenberg. La comunità romana annovera circa 300 iscritti ufficiali senza contare i membri ‘nascosti’ e i viaggiatori in visita. Parte della Chiesa Evangelica Luterana in Italia, la comunità di Roma elegge il pastore, di solito con un mandato di minimo sei anni, scegliendolo tra i candidati dell’EKD, Chiesa Evangelica in Germania.

SIR

I vescovi irlandesi: apprezziamo la nota di Padre Lombardi sugli abusi sessuali. La Lettera del 2001 non preclude la collaborazione con le autorità

I vescovi irlandesi hanno “apprezzato” la nota dei giorni scorsi del direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dedicata alla “gravissima questione” degli abusi sessuali su minori che sta coinvolgendo la Chiesa e le sue istituzioni in alcuni paesi europei, tra cui anche l’Irlanda. In una nota diffusa ieri sera dalla Conferenza Episcopale irlandese al termine dell’assemblea generale dei vescovi, la prima dopo l’incontro con il Papa di metà febbraio sullo scandalo degli abusi sessuali, i presuli dicono di aver accolto con “favore” la “pubblicazione tempestiva” della nota. “In particolare” è stato apprezzato il riferimento alle vittime affermando che “il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro”. I vescovi irlandesi sottolineano poi il passaggio in cui si ribadisce che “la Chiesa vive inserita nella società civile e in essa assume le sue responsabilità”. Da questo punto di vista, per l’episcopato irlandese, la nota di Lombardi chiarisce una “importante questione” che “è stata costantemente travisata in alcuni ambienti”. Nella nota infatti il direttore della sala stampa ha ricordato che in ambito canonico “il delitto di abuso sessuale di minori è sempre stato considerato uno dei più gravi fra tutti” e che la Lettera “De delictis gravioribus” del 2001, “talvolta inopportunamente citata come causa di una cultura del silenzio”, in realtà è stata “un segnale determinante per richiamare l’episcopato sulla gravità del problema”. Proprio a questo proposito e per evitare “disinformazione”, i vescovi irlandesi precisano che all’incontro avuto a Roma con il Papa è stato loro comunicato che “la Lettera del 2001 non preclude affatto le autorità della Chiesa dai loro obblighi in materia civile, in particolare agli obblighi di comunicare e di collaborare pienamente con le autorità civili”. Nel comunicato i vescovi affermano di essere “consapevoli” che quanto finora dichiarato è solo “una parte di un processo a lungo termine di rinnovamento della Chiesa in Irlanda”. I vescovi ribadiscono “il loro profondo rammarico e la tristezza per il fatto che la preservazione della reputazione degli individui e della Chiesa ha avuto la precedenza sulla sicurezza e il benessere dei bambini”. Rinnovamento – aggiungono - che “richiede il supporto dei fedeli”. All’assemblea generale, hanno partecipato anche i due responsabili del Consiglio nazionale per la tutela dell'infanzia nella Chiesa cattolica, John Morgan e Ian Elliott, che hanno aggiornato i vescovi sullo stato dei contatti con le autorità statali, Nord e Sud, e sul processo da avviare per il controllo e la salvaguardia dei bambini nelle diocesi e nelle congregazioni religiose.

SIR, Radio Vaticana

Il Papa a Torino. Il programma: la Santa Messa e l'incontro con i giovani in piazza San Carlo, la venerazione della Sindone e la visita al Cottolengo

Il "giorno del Papa" sarà dome­nica 2 maggio 2010. Ieri il card. Severino Poletto, arcive­scovo di Torino, ha annunciato il programma della giornata subalpi­na di Benedetto XVI, pellegrino nel capoluogo piemontese per venera­re la Sindone. Il Papa aveva pro­messo questo viaggio ai torinesi il 2 giugno 2008, durante l’udienza con i settemila pellegrini della dio­cesi che, guidati da Poletto, aveva­no concluso a Roma il cammino della Missione diocesana. "Se il Si­gnore mi dona la vita e la salute – aveva detto Papa Ratzinger –, spero di ve­nire anche io per questa ostensio­ne. Sarà un’occasione quanto mai propizia – ne sono certo – per con­templare quel misterioso Volto, che silenziosamente parla al cuore de­gli uomini, invitandoli a ricono­scervi il volto di Dio". Il momento ora è vicino. Nel suo comunicato l’arcivescovo, "per mandato della prefettura della Ca­sa Pontificia", ha reso noto il pro­gramma della visita: arrivo a Casel­le alle 9.15 e trasferimento in piaz­za San Carlo, nel cuore della città, dove il Papa celebrerà la Messa do­po aver salutato le autorità cittadi­ne. Dalla stessa piazza Benedetto XVI guiderà la preghiera del "Regi­na caeli", per trasferirsi poi in arci­vescovado, dove pranzerà con i ve­scovi del Piemonte. Alle 16.30, ancora in piazza San Car­lo, è previsto l’incontro con i giova­ni della diocesi e del Piemonte. La Torino di Pier Giorgio Frassati, le cui reliquie riposano in Duomo, è anche la città che accoglierà, du­rante l’Ostensione, migliaia di gio­vani provenien­ti da tutta Euro­pa, e che ha ap­prontato per es­si il "villaggio della Sindone", nell’area del Se­minario di viale Thovez. L’aper­tura dell’Osten­sione giubilare del 2000 era sta­ta anticipata per consentire a di­verse migliaia di giovani di passa­re per Torino prima di raggiungere Roma per la GMG. La visita di Benedetto XVI alla Sin­done è in programma per le 17.15. Nel Duomo (foto) ci saranno i membri del Comitato che ha promosso l’O­stensione (insieme con l’arci­diocesi l’organizzazione è curata da Comune e Provincia di Torino con la Regio­ne Piemon­te). Ma ci sa­ranno an­che, vera no­vità, le suore di clausura dei mona­steri torinesi. Il Papa offrirà una sua meditazione sul tema dell’Osten­sione 2010, "Passio Christi passio hominis". Un tema sul quale la Chiesa torinese ha lavorato molto in questo anno pastorale attraver­so centinaia di incontri nelle par­rocchie. È stato così possibile ri­flettere sul legame fra vita ordina­ria della Chiesa e Ostensione della Sindone. Un evento che non sarà solo un’occasione di "turismo reli­gioso" ma una vera e propria espe­rienza pastorale e spirituale. D’al­tra parte i "numeri" sono sempre più importanti: i prenotati sono già un milione e 240mila quando man­ca un mese al 10 aprile. Da notare che nelle precedenti Ostensioni al­meno 300mila persone sono pas­sate in Duomo dalla porta centra­le, senza essersi prenotate. La Sin­done si vede anche da lì: un poco più distante ma sempre piena­mente "suggestiva". All’uscita dal Duomo Benedetto X­VI si sposterà al Cottolengo, dove incontrerà ammalati e ospiti e riceverà il saluto di Padre Aldo Sarotto, Superiore Generale della Famiglia cottolenghina. Qui concluderà la giornata torinese pri­ma di tornare a Roma. L'arcivescovo di Torino Severino Poletto si dice emozionato per questa prima visita del Pontefice in città dall'inizio del suo mandato: "Sono sicuro che la Visita Pastorale di Benedetto XVI alla nostra città e diocesi segnerà una nuova pagina gloriosa della già ricca storia di fede della nostra Chiesa torinese".

Marco Bonatti, Avvenire - La Stampa

Il Papa benedice la fiaccola di San Benedetto e incontra i responsabili del programma di Rai International 'Cristianità' che festeggia i primi 10 anni

Ieri mattina il Papa ha benedetto la fiaccola di San Benedetto accesa nella Cattedrale di Colonia il 27 febbraio scorso e che arriverà il 13 marzo a Cassino per il culmine delle celebrazioni in onore del Santo. Nell'Aula Paolo VI al termine dell'Udienza generale, Benedetto XVI ha accolto una rappresentanza della comunità monastica dell’Abbazia di Montecassino, 7 atleti del CUS di Cassino, la Fondazione San Benedetto insieme a più di cinquanta figuranti in costume del Corteo Storico Terra Sancti Benedicti. La delegazione era accompagnata inoltre dai Gonfaloni dei Comuni della diocesi.
Benedetto XVI ha poi festeggiato i dieci anni di vita di “Cristianità”, il programma settimanale di commento religioso e culturale dei contenuti dell'Angelus domenicale del Papa, in onda su Rai International, ricevendo suor Myriam Castelli, che ha ideato e conduce il programma, il direttore di Rai International Daniele Renzoni e il vice-direttore Giancarlo Giojelli. Si tratta di uno spazio televisivo di 35 minuti che può raggiungere 60 milioni di ascoltatori, a puntata, nei cinque continenti. Al Papa è stata offerta una piccola vetrata, appositamente creata dall’artista Angelo Fassina e realizzata dalla Gibo di Verona, che riproduce i simboli della Cristianità: il colonnato di San Pietro, il popolo in cammino verso la Basilica, lo Spirito Santo e la figura del Pontefice. La stessa vetrata delle dimensioni mt 2 x 1.30 d’ora in avanti costituirà lo sfondo dello studio televisivo per il nuovo corso del programma. “Il Papa ha espresso la sua soddisfazione incoraggiando a continuare l’importante servizio di annuncio del Vangelo in televisione”, ha spiegato suor Myriam.

Zenit

Presentate al Papa le 'Lettere del martirio quotidiano' del beato Stepinac, che si è rallegrato per lo straordinario contributo all'Anno Sacerdotale

"Straordinario": in questo modo Benedetto XVI, al termine dell'Udienza generale di ieri, ha accolto il volume che raccoglie per la prima volta in italiano la corrispondenza del beato card Alojzije Stepinac (foto), arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960, perseguito dal regime comunista di Tito. Il libro del titolo "Lettere dal martirio quotidiano" a cura dell'Associazione Editoriale Promozione Cattolica di Vigodarzere (Padova), presenta al pubblico 180 lettere scritte nel periodo di prigionia comunista nel antica Jugoslavia. Il volume è stato presentato al Santo Padre nell'Aula Paolo VI da mons. Alberto Di Chio, della arcidiocesi di Bologna, esperto nella Chiesa del silenzio, e dalla professoressa Luciana Mirri, studiosa di Teologia e Spiritualità di Oriente, che hanno curato l'edizione, insieme a Luciano Lincetto, direttore dell'Associazione Editoriale Promozione Cattolica. "Il Santo Padre si è rallegrato vivamente per il contributo straordinario che queste lettere danno all'Anno Sacerdotale", ha spiegato all'agenzia Zenit Luciano Lincetto, informando che "il volume è stato inviato a tutti i vescovi d'Italia” e che “si conta di mandarlo con l'aiuto della Provvidenza al maggior numero di sacerdoti". Durante l'incontro, Lincetto ha informato il Santo Padre del lancio del primo quotidiano cattolico "free press" che si chiamerà "La Via" (www.quotidianolavia.it). Il Papa benedicendo ha detto con un grande sorriso: "Ne abbiamo bisogno".

Zenit