domenica 22 agosto 2010

Il Papa nel Regno Unito. Mons. Nichols: evento storico, la sua presenza aiuti a comprendere che la fede non è un problema, ma un dono da riscoprire

Il viaggio del Papa nel Regno Unito sarà "senza dubbio, un evento storico", capace di "segnare una nuova fase nella lunga e complessa storia delle relazioni tra i monarchi di questa terra e il papato". A sostenerlo su L’Osservatore Romano è l’arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles. Il presule si sofferma anche sull’incontro tra Papa Benedetto e la Regina Elisabetta II in programma il 16 settembre prossimo a Edimburgo nel primo giorno del viaggio. "Il Pontefice e la regina condividono alcune profonde preoccupazioni: per il benessere dei popoli del mondo, per il ruolo dei valori e dell’insegnamento cristiani, per l’importanza di avere istituzioni stabili a beneficio della società. Sono certo – dice mons. Nichols – che avranno molto su cui riflettere durante il tempo che trascorreranno insieme". In riferimento agli altri momenti del viaggio, anche di carattere pastorale ed ecumenico, il presidente dei vescovi britannici auspica che "la presenza illuminante e le parole di Benedetto XVI aiutino molti nelle nostre terre a comprendere che la fede in Dio non è un problema da risolvere, ma un dono da riscoprire. Per molti nella nostra società, la fede è divenuta un problema, qualcosa da tenere nascosto o da rimuovere dalla vita pubblica.Tuttavia la verità è molto diversa: la fede in Dio porta grande ricchezza e gioia agli uomini".

Avvenire

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Il card. Rylko: sfida pastorale e strumento di evangelizzazione che porta un soffio vitale di energia e gioia

Le previsioni, finora, indicano che la prossima GMG di Madrid potrebbe avere 600mila iscritti e partecipanti; una cifra tuttavia che potrebbe poi venire superata dalla realtà, visto che siamo ad un anno dall’evento. Senza dimenticare i 100mila fan delle GMG sulle pagine di Facebook, con i social network destinati a diventare moltiplicatori di interesse. Tuttavia, secondo il card. Stanislaw Rylko (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio per i laici, il vero nodo di fondo è che "le GMG si sono rivelate sismografo sensibilissimo ai cambiamenti che si registrano nel mondo dei giovani. Ma il loro vero merito è di aver dato vita a una nuova generazione di giovani, diversa da quella di cui parlano i media. Sono i giovani che rifiutano i fasulli e deludenti paradigmi della postmodernità per dire sì a Cristo e alla Chiesa, camminando sulle orme del Successore di Pietro, nel quale riconoscono una guida sicura e un amico". Dal punto di vista internazionale del Pontificio Consiglio, come ha ribadito nei mesi scorsi il card. Rylko, le GMG sono avvenimenti pienamente ecclesiali, non una loro "variante" e neppure "espressione della cultura pop". Per la Chiesa l’organizzazione di ognuno di questi eventi mondiali è una "sfida pastorale", in quanto "portano un soffio vitale di energia e di gioia; strumento di evangelizzazione di straordinaria efficacia, le GMG vedono protagonisti i giovani". Dopo Sydney 2008, ha confermato ancora recentemente il card. Rylko, si assiste ad un fiorire di vocazioni. Per quanto riguarda la prossima GMG di Madrid, come da tradizione è stato istituito un Fondo di solidarietà per finanziare la partecipazione dei giovani provenienti dai Paesi più disagiati. In particolare il Comitato di Madrid utilizzerà i fondi spagnoli per finanziare le spese di viaggio dei giovani dell’America Latina e dei Caraibi che si trovano in difficili condizioni economiche o politiche. Il Pontificio Consiglio per i laici utilizzerà il resto dei fondi per finanziare le spese di viaggio dei giovani degli altri continenti in analoghe difficoltà. Nel 2000, ad esempio, grazie al fondo un gruppo di 40 giovani è potuto venire a Roma da Cuba. Andando indietro nel tempo, nel 1991 il fondo permise di far fronte all’arrivo a Czestochowa di migliaia di giovani pellegrini russi che avevano aderito alla GMG all’ultimo momento e disponevano di scarse risorse.

Fabrizio Mastrofini
, Avvenire

Il Papa al Meeting di Rimini: nel dialogo con Dio, portando la nostra vita davanti ai sui occhi, impariamo a desiderare le cose buone, Lui stesso

“Testimoniate nel nostro tempo che le grandi cose a cui anela il cuore umano si trovano in Dio”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai partecipanti al XXXI Meeting di Rimini, apertosi stamattina con la Messa celebrata dal vescovo diocesano, mons. Francesco Lambiasi. Il Meeting si è aperto con l’augurio, contenuto in un messaggio, di Benedetto XVI a testimoniare nel nostro tempo che le grandi cose a cui anela il cuore umano si trovano in Dio. Il rischio è quello che si affermi una concezione puramente materialistica della vita, ma "la natura dell’uomo", scrive il Papa, richiamando il tema della XXXI edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, è innanzitutto il suo cuore che si esprime come desiderio di "cose grandi". E’ questa tensione il tratto inconfondibile dell’umano, la scintilla di ogni azione, dal lavoro alla famiglia, dalla ricerca scientifica alla politica, dall’arte alla risposta ai bisogni quotidiani. “Ogni uomo – sottolinea il messaggio del Papa, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Rimini, mons. Lambiasi, ma anche agli organizzatori ed ai partecipanti – intuisce che proprio nella realizzazione dei desideri più profondi del suo cuore, l’uomo può trovare la possibilità di realizzarsi, di compiersi, di diventare veramente se stesso”. “Uomo – si legge ancora – che spesso è tentato di fermarsi alle cose piccole, a quelle che danno una soddisfazione ed un piacere ‘a buon mercato’, a quelle che appagano per un momento, cose facili da ottenere quanto illusorie”. “Dio – prosegue il Papa – è venuto nel mondo per risvegliare in noi la sete di ‘cose grandi’”. “Da parte nostra dobbiamo purificare i nostri desideri e le nostre speranze per potere accogliere la dolcezza di Dio. Questa – continua il Papa, citando Sant’Agostino – è la nostra vita: esercitarsi nel desiderio”. “A Dio, infatti, possiamo chiedere tutto ciò che è buono. La bontà e la potenza di Dio – afferma il Pontefice – non conoscono un limite tra cose grandi e piccole, tra cose materiali e spirituali, tra cose terrene e celesti. Nel dialogo con Lui, portando tutta la nostra vita davanti ai sui occhi, impariamo a desiderare le cose buone, a desiderare in fondo Dio stesso”. Nel messaggio, il Papa ricorda anche il V anniversario della morte di mons. Giussani e proprio al fondatore di Comunione e Liberazione il Meeting di Rimini ha dedicato un omaggio attraverso le sue parole, le immagini della sua vita e un breve video che documentano la sua passione per la vita. Diceva don Giussani: “Io non voglio vivere inutilmente, questa è la mia ossessione”.

Radio Vaticana

Il Papa: la preghiera di Maria Regina della pace dove infierisce l’assurda logica della violenza per costruire la civiltà dell'amore

A Maria, Madre e Regina della pace, dobbiamo affidare il mondo, soprattutto i luoghi “dove più infierisce l’assurda logica della violenza”. È quanto ha ricordato questa mattina Benedetto XVI ai pellegrini giunti a Castel Gandolfo per la preghiera dell’Angelus, nel giorno in cui la Chiesa celebra Maria col titolo di Regina. “La Madre di Cristo – ha detto il Papa - viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua Regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti”. In lei, ha ricordato il Pontefice, è avvenuto quanto Gesù ha detto molte volte: "Ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi"...La Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili”. “La piccola e semplice fanciulla di Nazaret - ha continuato - è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio. Naturalmente la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra. Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al Cielo. La Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la "porta stretta" che è Gesù stesso. Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la "via" aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica”. “Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano - ha concluso Benedetto XVI - sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina. Affidiamo alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Maria, Regina pacis, ora pro nobis”. Dopo la preghiera mariana, il Papa ha salutato i presenti. Fra essi, parlando in inglese, ha salutato alcuni giovani cristiani ortodossi provenienti dalla Galilea. Salutando i pellegrini di lingua francese, Benedetto XVI ha sottolineato l'importanza di "saper accogliere le legittime diversità umane", seguendo l'esempio di "Gesù venuto a riunire gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue". Il Papa si è rivolto ai genitori invitandoli a "educare i vostri figli alla fraternità universale".

AsiaNews, Apcom

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS