domenica 5 settembre 2010

Mons. Fisichella: l'incontro tra Benedetto e Kirill un segnale al mondo intero. Il nuovo dicastero per far si che il Vangelo possa ancora 'provocare'

Un incontro tra Papa Benedetto XVI e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill "darebbe un segnale al mondo intero" e sarebbe la testimonianza che "la collaborazione e la condivisione va al di là delle differenze e ci deve essere uno sforzo comune per guardare all'unità dei popoli". Così il cappellano di Montecitorio, mons. Rino Fisichella definisce quello che sarebbe un evento epocale per le due Chiese ma che per ora non tarda a venire. "Possiamo soltanto fare in modo che questo desiderio, per molti crisitiani, si possa realizzare" dice l'arcivercovo che da ieri guida un pellegrinaggio di 70 parlamentari in Russia e in tale ambito incontrerà l'arcivescovo Illarion, 'ministro degli Esteri' della Chiesa Ortodossa. E sono in molti, soprattutto in Occidente, ad attendere e desiderare un incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca: "Sarà un segno mondiale anche per quanti non condividono la nostra fede" continua Fisichella, già rettore della Pontificia Università Lateranense. L'arcivescovo e teologo "attendendo la Lettera Apostolica che il Papa pubblicherà" è ora pronto per il nuovo incarico di presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione. "Certamentre l'intuizione di Benedetto XVI corrisponde a molti discorsi presenti anche nelle Chiese Ortodosse: la secolarizzazione non ha lasciato indenne nessuno, compresi i Paesi dell'Oriente. Questo porta noi e loro a riflettere sul ruolo che le chiese hanno: penso ad esempio all'interno dell'Europa". Ed è proprio in tale prospettiva il nuovo incarico per Fisichella. Nella Santa Sede infatti esiste già un dicastero, Propaganda Fide, che si occupa dell'evangelizzazione tout court, "ossia della prima evangelizzazione con competenze su Paesi-continente come India, Alaska, Africa e Asia, e le zone dove il Vangelo non è ancora arrivato" spiega. La nuova competenza del cappellano di Montecitorio sarà invece su quei Paesi dove i cristiani sono presenti da vecchia data, o da 2000 anni o sono il frutto della predicazione delle vecchie Chiese: penso agli Stati Uniti, l'America Latina, alle Filippine e all'Australia. Paesi 'nuovi' dove il Cristianesimo c'è. "Le Chiese presenti sono derivate da quello che era la predicazione dei missionari dall'Europa" aggiunge. "Bisognerà trovare forme perchè il Vangelo possa ancora 'provocare' le persone, farle uscire dall'indifferenza religiosa, fare riscoprire quanto il Cristianesimo abbia un valore fondamentale nel progresso che la società è chiamata a compiere". Una nuova prospettiva insomma, in un segno che comunque accomuna da sempre tutti i cristiani.

Apcom-Nuova Europa

Il direttore di 'Avvenire': storditi per il messaggio del Papa ai giovani spacciato come un invito alla precarietà. Comprensione del testo, colleghi

"Apriamo i quotidiani e restiamo storditi. Il messaggio del Papa viene spacciato come un invito alla precarietà". Lo scrive Avvenire in un corsivo siglato dal direttore, Marco Tarquinio, che contesta le interpretazioni dei media sul Messaggio indirizzato da Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Madrid nell'agosto 2011. Nel testo, ricorda il quotidiano della CEI, il Papa "accenna alla 'domanda del posto di lavoro' e di 'un terreno sicuro sotto i piedi', sottolinea che 'allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l'età in cui si è alla ricerca della vita più grande'. Allo stesso tempo. Tra virgolette". Inoltre, il Pontefice parla del "lavoro come problema grande e pressante", un concetto che - denuncia Avvenire - nelle cronache "scompare". "Packard più di mezzo secolo fa denunciava i persuasori occulti. Oggi - rileva il quotidiano cattolico - è l'epoca dei dissuasori palesi, che magari sanno scrivere meglio di chiunque altro, ma hanno dei problemi con la lettura. Come certi studenti delle medie". Nel corsivo, Tarquinio si rivolge poi direttamente ai vaticanisti per invocare "rispetto per i giovani e per ciò che il Papa in un mondo sufficiente e ostile sa dire loro". E prima ancora, conclude, "la comprensione del testo, colleghi".

Agi

Padre Lombardi: la Santa Sede segue con partecipazione la vicenda di Sakineh. L'intervento non in forma pubblica ma per vie diplomatiche

"Quando la Santa Sede è richiesta in modo appropriato perché intervenga su questioni umanitarie presso autorità di altri Paesi, come è avvenuto molte volte in passato, essa usa farlo non in forma pubblica, ma attraverso i propri canali diplomatici". E' quanto afferma il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla vicenda di Sakineh (foto), la donna iraniana di 43 anni condannata alla lapidazione perché ritenuta colpevole di adulterio e complicità nell'omicidio del marito. "La Santa Sede segue la vicenda con attenzione e partecipazione. La posizione della Chiesa, contraria alla pena di morte, è nota e la lapidazione è una sua forma particolarmente brutale", ha detto padre Lombardi. Il figlio della donna, Sajjad Ghaderzadeh, ha rivolto un'appello al Papa: "Esorto il capo della Chiesa, Papa Benedetto XVI a intervenire per salvare la vita di mia madre, per fermare le atrocità ingiustificate cui è sottoposta".

Apcom, Il Messaggero.it

Il Papa: la fiducia e l'autentica amicizia con Gesù da ad un giovane ciò che ha bisogno nella vita, là dove si esalta l'incertezza e la mobilità

A dispetto di una “cultura indecisa sui valori di fondo”, il Papa lancia ai giovani una proposta che definisce lui stesso “controcorrente”. Benedetto XVI, rientrato a Castel Gandolfo dopo la visita a Carpineto Romano, ha scelto di dedicare la riflessione all’Angelus al Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid tra poco meno di un anno. Ha iniziato la sua riflessione scusandosi per il lieve ritardo. “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”: è questa l’espressione dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Colossesi che Benedetto XVI sceglie per i giovani. Ed è il Papa stesso a chiedersi: "Chi, infatti, oggi propone ai giovani di essere "radicati" e "saldi"? Piuttosto si esalta l’incertezza, la mobilità, la volubilità… tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in base ai quali orientare e regolare la propria vita". Il Papa è poi sembrato porsi nei panni dei giovani: “In realtà, io stesso, per la mia esperienza e per i contatti che ho con i giovani, so bene che ogni generazione, anzi, ogni singola persona è chiamata a fare nuovamente il percorso di scoperta del senso della vita”. Per questo, ha spiegato, ha scelto l’immagine dell’albero: “Il giovane, infatti, è come un albero in crescita: per svilupparsi bene ha bisogno di radici profonde, che, in caso di tempeste di vento, lo tengano ben piantato al suolo.” Benedetto XVI parla anche di “valide fondamenta” perché una casa sia sicura. E indica ai giovani le fondamenta per eccellenza: “La piena maturità della persona, la sua stabilità interiore, hanno il fondamento nella relazione con Dio, relazione che passa attraverso l’incontro con Gesù Cristo”. “Un rapporto di profonda fiducia, di autentica amicizia con Gesù – afferma il Papa - è in grado di dare ad un giovane ciò di cui ha più bisogno per affrontare bene la vita: serenità e luce interiore, attitudine a pensare positivamente, larghezza d’animo verso gli altri, disponibilità a pagare di persona per il bene, la giustizia e la verità”. “Se nessun uomo è un’isola, - aggiunge il Papa - tanto meno lo è il cristiano, che scopre nella Chiesa la bellezza della fede condivisa e testimoniata insieme agli altri nella fraternità e nel servizio della carità”.
Poi i saluti nelle varie lingue: in francese un pensiero all’inizio delle attività scolastiche e all’importanza della conoscenza di Dio. In inglese un riferimento alla Messa celebrata in mattinata a Carpineto con l’augurio che il Magistero di Papa Leone XIII continui a ispirare una società fondata sugli insegnamenti di Cristo. In spagnolo il richiamo alla prossima GMG a Madrid. In polacco, l’invito a riflettere sul messaggio scelto per la GMG. Infine un saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di cresimandi di Santorso di Schio. “Un saluto speciale alla comunità di Castel Gandolfo, che oggi celebra la festa del patrono San Sebastiano”.


Radio Vaticana


5mila fedeli accolgono Benedetto XVI a Carpineto Romano. Al termine della Messa omaggio all'immagine dell'Immacolata legata ad un voto contro la peste

Papa Benedetto XVI è arrivato a Carpineto Romano in elicottero da Castel Gandolfo nel campo sportivo "Galeotti" poco distante, ed è giunto in papamobile nel Largo di Monte Lepini per la celebrazione della Santa Messa, dove lo hanno atteso circa 5mila fedeli e nel tragitto due ali di folla festante. Nella piazza, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, lo attendono il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, quello della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e il sindaco di Carpineto, Quirino Briganti, che insieme al vescovo della diocesi di Anagni-Alatri, ha rivolto un saluto a Benedetto XVI prima della celebrazione. La Santa Messa si è conclusa con un omaggio ad una immagine della Madonna Immacolata legata ad un voto contro la peste del 1657. Un voto che gli abitanti di Carpineto continuano anche oggi a rinnovare, osservando ogni anno una giornata di digiuno per l'aver risparmiato Carpineto dall'epidemia. Dopo un breve saluto alle autorità lontano dalla folla, il Papa è ripartito in elicottero per Castel Gandolfo, per la recita dell'Angelus.

Ansa, Il Messaggero.it

Il Papa: come Leone XIII ogni Pastore trasmetta una 'sapienza' che coniuga fede e realtà. Affrontare i conflitti sociali con dialogo e moderazione

Papa Benedetto XVI si è recato questa mattina in visita pastorale a Carpineto Romano, paese natale di Papa Leone XIII, in occasione del bicentenario della nascita di Gioacchino Pecci. Una visita “breve e tutta concentrata”, ha detto il Santo Padre nell'omelia, nella Celebrazione Eucaristica in cui troviamo tutto: “La Parola e il Pane di vita eterna, che nutrono la fede, la speranza e la carità”. Il Santo Padre ha ricordato la figura di Leone XIII, nato a Carpineto il 2 marzo 1810. La sua eredità è profondamente legata al primato di Dio. Seguire Cristo, ha affermato il Papa, è “impegnativo” e non può dipendere da “entusiasmi e opportunismi”. Deve essere “una decisione ponderata” presa dopo essersi domandati in coscienza: chi è Gesù per me? “Dio è al di là della nostra portata, e i suoi disegni sono imperscrutabili” ma in Cristo – ha detto il Santo Padre - trovano “risposta le domande dell’uomo di ogni tempo che cerca la verità su Dio”: “Pur rimanendo sempre vero che ‘Dio, nessuno lo ha mai visto’, ora noi conosciamo il suo ‘nome’, il suo ‘volto’, e anche il suo volere, perché ce li ha rivelati Gesù, che è la Sapienza di Dio fattasi uomo. Così – scrive l’Autore sacro – gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza””. Questo richiamo fondamentale della Parola di Dio, ha aggiunto il Papa, fa pensare a due aspetti della vita e del ministero di Leone XIII, la grande fede e la profonda devozione: “Questo rimane sempre la base di tutto, per ogni cristiano, compreso il Papa. Senza la preghiera, cioè senza l’unione interiore con Dio, non possiamo far nulla, come disse chiaramente Gesù ai suoi discepoli durante l’Ultima Cena. Le parole e gli atti di Papa Pecci lasciavano trasparire “la sua intima religiosità”. Tra le sue Encicliche e Lettere Apostoliche, come il filo in una collana, “vi sono quelle di carattere propriamente spirituale, dedicate soprattutto all’incremento della devozione mariana”.
E in questa “catechesi” che scandisce 25 anni di Pontificato sono custoditi anche i “documenti su Cristo Redentore, sullo Spirito Santo, sulla consacrazione al Sacro Cuore, sulla devozione a San Giuseppe, su San Francesco d’Assisi”: “Tutti questi diversi elementi mi piace considerarli come sfaccettature di un’unica realtà: l’amore di Dio e di Cristo, a cui nulla assolutamente va anteposto. E questa sua prima e principale qualità Vincenzo Gioacchino Pecci la assimilò qui, nel suo Paese natale, dai suoi genitori, dalla sua parrocchia”. Ma vi è anche un altro aspetto che deriva sempre dal primato di Dio e di Cristo e si riscontra “nell’azione pubblica di ogni Pastore della Chiesa”: “Ogni Pastore è chiamato a trasmettere al popolo di Dio non delle verità astratte, ma una ‘sapienza’, cioè un messaggio che coniuga fede e vita, verità e realtà concreta. Il Papa Leone XIII, con l’assistenza dello Spirito Santo, è stato capace di fare questo in un periodo storico tra i più difficili per la Chiesa, rimanendo fedele alla tradizione e, al tempo stesso, misurandosi con le grandi questioni aperte”. Prendendo spunto dalla liturgia e dalla lettera di San Paolo nella quale l’apostolo invita un padrone ad accogliere il suo schiavo Onesimo come fratello in Cristo, il Pontefice ha quindi ricordato “la spinta di promozione umana apportata dal cristianesimo nel cammino della civiltà”: “La nuova fraternità cristiana supera la separazione tra schiavi e liberi, e innesca nella storia un principio di promozione della persona che porterà all’abolizione della schiavitù, ma anche ad oltrepassare altre barriere che tuttora esistono. Il Papa Leone XIII dedicò proprio al tema della schiavitù l’Enciclica Catholicae Ecclesiae, del 1890”. Il Papa si è quindi soffermato sul contesto in cui nacque due secoli fa Papa Gioacchino Pecci. L’Europa risentiva della “grande tempesta napoleonica”, la Chiesa e numerose espressioni della cultura cristiana “erano messe radicalmente in discussione”.
La vita quotidiana era “dura e difficile” e intanto “si andava sviluppando l’industria e con essa il movimento operaio”. Quando poi fu eletto al soglio pontificio, Leone XIII sentì il compito di presentare “una lettura complessiva e prospettica della nuova società”. Ed è in questa cornice che prende corpo il Magistero sociale di Leone XIII, “reso celeberrimo e intramontabile dall’Enciclica Rerum Novarum”. "Già dal tempo in cui era Nunzio Apostolico in Belgio, egli aveva compreso che la questione sociale si poteva affrontare positivamente ed efficacemente con il dialogo e la mediazione", ha detto il Papa. “In un’epoca di aspro anticlericalismo e di accese manifestazioni contro il Papa, Leone XIII seppe guidare e sostenere i cattolici sulla via di una partecipazione costruttiva, ricca di contenuti, ferma sui principi e capace di apertura. Subito dopo la "Rerum novarum" si verificò in Italia e in altri Paesi un'autentica esplosione di iniziative: associazioni, casse rurali e artigiane, giornali,à un vasto "movimento" che ebbe nel servo di Dio Giuseppe Toniolo l'illuminato animatore. Un Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante, poté così introdurre nel XX secolo una Chiesa ringiovanita, con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide”. Salito al Soglio Pontificio nel 1878, dopo la breccia di Porta Pia, Leone XIII “era un Papa ancora politicamente e fisicamente ‘prigioniero’ in Vaticano, ma in realtà, con il suo magistero, rappresentava una Chiesa capace di affrontare senza complessi le grandi questioni della contemporaneità”. Affrontare le sfide attingendo alla luce del Vangelo significa affidarsi alla Verità. E l’essenziale, ha concluso, è “l’amore di Cristo che rinnova gli uomini e il mondo”.

Ansa, Radio Vaticana