domenica 31 ottobre 2010

'Il blog degli amici di Papa Ratzinger': vittime, perchè non avete manifestato prima? Media, come mai non avete aiutato prima gli abusati?


La manifestazione di stasera ci consente di fare una riflessione più ampia sull'atteggiamento delle vittime dei preti pedofili, dei media e sulle coperture (ecclesiastiche e mediatiche) che per decenni non hanno permesso alla piaga della pedofilia di emergere. Una domanda sorge spontanea: perchè le vittime dei preti pedofili non hanno manifestato prima nei pressi di San Pietro? Che cosa glielo impediva? E, più in generale, perchè non hanno denunciato i colpevoli molti anni fa, quando i reati potevano ancora essere perseguiti dalla giustizia ordinaria? Che cosa li ha frenati e perchè? Parliamo di abusi avvenuti non ieri, non l'anno scorso e nemmeno cinque anni fa, ma dieci, venti, trenta, quaranta e persino cinquanta anni fa. Come mai è Benedetto XVI a venire bersagliato? Come mai su quei cartelli pieni di insulti non ci sono anche i nomi dei suoi predecessori? Come mai ci sono solo caricature di Joseph Ratzinger? Per quale motivo alcune vittime se la prendono proprio con l'unico uomo che abbia davvero impresso una svolta alla lotta della pedofilia nella Chiesa? Mi piacerebbe avere una risposta onesta. I media dovrebbero porgere questa domanda ma non lo faranno perchè non è utile alla "causa". E veniamo all'argomento scottante, i media...appunto! C'è qualcuno che sostiene che i media hanno aiutato le vittime a venire allo scoperto. Falso! E' stato Joseph Ratzinger, con le sue parole fortissime ed inequivocabili, a dare coraggio agli abusati. Ma, supponiamo che anche i media abbiano dei meriti, la domanda è: perchè si sono decisi a sollevare il velo degli abusi solo in questi ultimi anni? Perchè non hanno aiutato prima le vittime? Non mi si dica che non erano a conoscenza delle denunce! Balle! Per stessa ammissione di alcuni vaticanisti tutti sapevano degli abusi di Maciel e di molti altri preti pedofili. Come mai non hanno dato voce e microfono a chi aveva disperatamente bisogno di una mano? Per quale motivo si è taciuto rendendosi complici dell'omertà? C'è chi osa dire (e ci vuole un bel coraggio!) che i media hanno scoperchiato la pentola solo adesso perchè il carisma di Giovanni Paolo II garantiva una sorta di alleanza fra la Chiesa e la stampa. Bravi! I miei più sinceri e sentiti complimenti, cari media! E' questo che insegniamo ai giovani? E' questo che conta? L'immagine? Quindi, se capiamo bene, un Pontefice definito "carismatico" (dai media ovviamente, magari non dalla realtà) gode di una certa immunità mediatica? Che bello...congratulazioni! Basta ipocrisia! Si dica una volta per tutte che si getta addosso a Papa Benedetto colpe non sue essendo pienamente consapevoli dell'ingiustizia e della falsità di certe accuse. Il gioco è bello quando è corto e ormai dura da troppo tempo per non fare acqua da tutte le parti. Ultima domanda: come mai si parla così poco di Maciel, delle sue malefatte e delle sue vittime? Non mi pare che i media si diano da fare per scovare le vittime di quella persona, non mi sembra che gli abusati abbiano visibilità. Ho invece la sensazione che anche i media facciano di tutto per dimenticare il nome di Maciel. Come mai? Argomento scottante? Capisco! La solita politica: due pesi e due misure...per le vittime, per i Papi e persino per i pedofili.

Manifestazione a Roma di vittime di preti pedofili. Il portavoce vaticano si avvicina per salutare gli organizzatori, i media parlano di contestazione

"Non c'è stato nessun problema e nessun incidente con i partecipanti alla manifestazione delle vittime della pedofilia davanti a Castel Sant'Angelo": con queste parole il portavoce vaticano padre Federico Lombardi (foto), ha cercato di chiarire la notizia rilanciata con molta enfasi da alcuni media circa delle contestazioni da parte di alcuni manifestanti. "Semplicemente - ha tentato di spiegare il religioso - volevo salutare gli organizzatori, così mi sono avvicinato. C'erano i giornalisti e le televisioni ma i promotori dell'iniziativa non li ho visti, così sono tornato in ufficio alla Radio Vaticana, perché avevo degli impegni. Tutto qui: non è successo proprio nulla mentre ero lì". Se anche ci sono state proteste "non è stato quello il motivo per cui mi sono allontanato e non l’ho vissuta come una contestazione", ha spiegato ancora il portavoce della Santa sede, che ha fatto dire agli organizzatori che eventualmente lo si poteva trovare nel suo ufficio alla Radio Vaticana. E’ lì, infatti, che poco dopo uno dei due promotori del raduno, l’americano Gary Bergeron, è andato a salutarlo. Chiedere alla Chiesa di fare di più contro gli abusi sessuali sui minori da parte dei suoi esponenti e lanciare una petizione alle Nazioni Unite perchè considerino la pedofilia un crimine contro l’umanità. Sono stati questi gli obiettivi della manifestazione delle vittime di abusi sessuali, promossa dagli americani Bernie McDaid, 54 anni, e Gary Bergeron, 47, fondatori dell'associazione Survivor's Voice. Al loro appello hanno risposto persone da una dozzina di Paesi. Hanno manifestato non "contro la Chiesa", ma contro il suo silenzio, per evitare che altri bambini, in futuro, possano a loro volta subire abusi da altri preti pedofili. E’ la prima volta che le vittime di abusi provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento per chiedere maggiori responsabilità da parte del Vaticano. I manifestanti prima si sono riuniti vicino a Piazza San Pietro, poi si sono spostati davanti a Castel Sant’Angelo. "Sono qui per chiedere al mondo di aiutare le vittime degli abusi sessuali, in tutto il mondo, non solo nella Chiesa", ha detto Bernie McDaid, fondatore dell’associazione e vittima di abusi da parte di un prete di Boston quando era bambino. Anche l’altro organizzatore della manifestazione, Gary Bergeron, è stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete nella stessa diocesi di Boston. Lui e McDais sono le due vittime più note dello scandalo sessuale scoppiato a Boston nel 2002. McDaid ha anche incontrato Papa Benedetto XVI durante il suo viaggio negli Stati Uniti.

L'Unità.it, Quotidiano.net

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Lombardi: una prospettiva più alta, uno sguardo animato da quel realismo della speranza che nasce dalla fede

Il Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente è stato caratterizzato dal “realismo della speranza”. Lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “Che cosa chiede nel suo Messaggio il Sinodo ai governanti dei popoli del Medio Oriente? Che i cristiani – ha risposto il portavoce vaticano – 'possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione' perché 'sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali'”. “Che cosa dice rivolgendosi alla comunità internazionale? Che 'noi condanniamo la violenza e il terrorismo, di qualunque origine, e qualsiasi estremismo religioso. Condanniamo ogni forma di razzismo, l’antisemitismo, l’anticristianesimo e l’islamofobia, e chiamiamo le religioni ad assumere le loro responsabilità nella promozione del dialogo delle culture e delle civiltà nella nostra regione e nel mondo intero'”. “Gli interventi del rappresentante ebreo, di quello sunnita e di quello sciita sono stati accolti con attenzione e disponibilità ed applauditi – ha continuato il sacerdote gesuita –. I membri del Sinodo si sono espressi con grande libertà, presentando con lealtà e serenità il quadro complessivo della situazione delle loro comunità ecclesiali”. “Certo – ha aggiunto –, si è trattato di un’assemblea con radici profonde in una terra percorsa da tensioni e problemi drammatici, ma la natura ecclesiale di quest’assemblea, la sua motivazione religiosa, spirituale, la ha resa capace di elevarsi ad una prospettiva più alta, ad uno sguardo animato da quel realismo della speranza che nasce dalla fede vissuta in questa nostra storia”. “Ci auguriamo – ha poi concluso – che tutti se ne rendano conto e lo riconoscano affinché il Sinodo possa dare i suoi frutti, anzitutto per la Chiesa, ma anche per tutti i popoli del Medio Oriente, proprio tutti!”.

Il Papa: Dio non si lascia condizionare dai pregiudizi umani ma vede in ognuno un’anima da salvare, specialmente quelle che sono giudicate perdute

Questa mattina, alla recita dell'Angelus dalla finestra del suo studio privato, Benedetto XVI ha sottolineato che l’amore misericordioso del Signore scioglie la durezza del cuore. Dio, ha affermato il Papa, non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Gesù, ha aggiunto, ha dimostrato questa immensa misericordia che “mira sempre a salvare il peccatore”, ad offrirgli la possibilità di convertirsi. Ricordando l’odierno passo del Vangelo sulla conversione del pubblicano Zaccheo, ricco e disonesto esattore delle tasse che dopo l’incontro con Gesù decide di cambiare vita, il Papa ha sottolineato l’immensa misericordia del Signore: “Dio non esclude nessuno, né poveri né ricchi. Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi umani, ma vede in ognuno un’anima da salvare ed è attratto specialmente da quelle che sono giudicate perdute e che si considerano esse stesse tali”. L’amore misericordioso di Dio si riflette in Cristo, “venuto a chiamare non i giusti ma i peccatori”. “Gesù Cristo, incarnazione di Dio, ha dimostrato questa immensa misericordia, che non toglie nulla alla gravità del peccato, ma mira sempre a salvare il peccatore, ad offrirgli la possibilità di riscattarsi, di ricominciare da capo, di convertirsi”. Zaccheo ci ricorda oggi la strada di questo riscatto attraverso la conversione. Era molto ricco e disprezzato dai suoi concittadini. Quando Gesù, ha detto il Papa, si fermò proprio a casa sua, suscitò uno scandalo generale. Ma il Signore sapeva molto bene quello che faceva: “Egli, per così dire, ha voluto rischiare, e ha vinto la scommessa. Zaccheo, profondamente colpito dalla visita di Gesù, decide di cambiare vita, e promette di restituire il quadruplo di ciò che ha rubato: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, dice Gesù e conclude: Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era perduto”. Nel Vangelo, ha ricordato poi il Pontefice, Gesù afferma che è “è molto difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli”. Ma nel caso di Zaccheo, ha aggiunto il Santo Padre, vediamo che quanto sembra impossibile si realizza: “Egli – commenta San Girolamo – ha dato via la sua ricchezza e immediatamente l’ha sostituita con la ricchezza del regno dei cieli. E San Massimo di Torino aggiunge: Le ricchezze, per gli stolti sono un alimento per la disonestà, per i saggi invece sono un aiuto per la virtù; a questi si offre un’opportunità per la salvezza, a quelli si procura un inciampo che li perde”. Il Papa si è rivolto quindi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro auspicando che ognuno possa sperimentare la gioia dell’incontro con il Singore: “Cari amici, Zaccheo ha accolto Gesù e si è convertito, perché Gesù per primo aveva accolto lui! Non lo aveva condannato, ma era andato incontro al suo desiderio di salvezza. Preghiamo la Vergine Maria, modello perfetto di comunione con Gesù, affinché anche noi possiamo sperimentare la gioia di essere visitati dal Figlio di Dio, di essere rinnovati dal suo amore, e trasmettere agli altri la sua misericordia”. Dopo la preghiera mariana il Santo Padre ha ricordato che ieri nella cattedrale di Oradea, in Romania, è stato proclamato beato Szilárd Bogdánffy, vescovo e martire. Nel 1949, quando aveva 38 anni, fu consacrato vescovo in clandestinità e quindi arrestato dal regime comunista del suo Paese, la Romania, con l’accusa di cospirazione. Dopo quattro anni di sofferenze e umiliazioni, morì in carcere. “Rendiamo grazie a Dio per questo eroico Pastore della Chiesa che ha seguito l’Agnello fino alla fine! La sua testimonianza conforti quanti anche oggi sono perseguitati a causa del Vangelo”.

Radio Vaticana