domenica 7 novembre 2010

Benedetto XVI è rientrato a Roma, concluso il viaggio apostolico. Lo scambio di messaggi con il presidente Napolitano

Concluso il viaggio apostolico a Santiago de Compostela e Barcellona, Benedetto XVI è rientrato a Roma. L'aereo papale, un Airbus A321 dell'Iberia, è atterrato sulla pista dell'aeroporto di Ciampino intorno alle ore 21.00. Ad accoglierlo, sotto una pioggia insistente, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Dopo lo scambio di saluti, Papa Ratzinger farà quindi ritorno in elicottero a città del Vaticano. Il Papa ha inviato un telegramma di saluto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel quale afferma di pregare prega "per il bene e la concordia della diletta nazione italiana". "La sua missione pastorale è stata, anche in questa circostanza, fonte d'ispirazione, attraverso parole che hanno toccato i sentimenti di tutti gli uomini di buona volontà". E' quanto ha scritto il Presidente Napolitano nel messaggio di risposta inviato a Benedetto XVI. Il Capo dello Stato ha rivolto al Pontefice "un cordiale saluto di benvenuto" e rinnovato la sua "considerazione e affettuoso pensiero".

Tgcom, Adnkronos

VIAGGIO APOSTOLICO A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010) (X)

Il Papa: la fede ritrovi un nuovo vigore su questo continente. Abbraccio tutti gli spagnoli, vivete come una sola famiglia. Ci rivediamo a Madrid!

All'aeroporto internazionale di El Prat di Barcellona si è svolta la cerimonia di congedo di Papa Benedetto XVI, al termine del secondo viaggio apostolico in Spagna, alla presenza dei Reali spagnoli e del Primo Ministro, José Luis Rodríguez Zapatero. Nel suo discorso, il Papa ha ricordato gli obiettivi del viaggio in Galizia e in Catalogna. “A Compostela ho voluto unirmi, come un pellegrino tra gli altri, alle tante persone della Spagna, dell’Europa e di altri luoghi del mondo che giungono alla tomba dell’Apostolo per rafforzare la propria fede e ricevere il perdono e la pace – ha affermato –. Come successore di Pietro, sono inoltre venuto per confermare i miei fratelli nella fede”. Preservare e accrescere il “ricco patrimonio spirituale” della Spagna, ha detto il Papa, “è segno non solo dell’amore di un Paese verso la propria storia e cultura, ma è anche una via privilegiata per trasmettere alle giovani generazioni quei valori fondamentali tanto necessari per edificare un futuro di convivenza armoniosa e solidale”. "Le strade che attraversavano l'Europa per arrivare a Santiago erano molto diverse l'una dall'altra" ma, ha sottolineato il Pontefice, grazie al "comune linguaggio del Vangelo", il pellegrino "si sentiva dovunque a casa" e "al di là delle differenze nazionali, sapeva che era membro di una grande famiglia". "Che questa fede ritrovi un nuovo vigore su questo continente, ha aggiunto il Papa -, e si trasformi in una fonte di ispirazione, che faccia crescere la solidarietà e lo spirito al servizio degli altri, specialmente delle popolazioni e delle nazioni più bisognose".
Parlando poi in catalano, ha fatto riferimento alla dedicazione della Sagrada Familia e alla sua visita all'Opera Benefico-Sociale del Nen Déu, “due simboli, nella Barcellona di oggi, della fecondità di quella stessa fede, che segnò anche le profondità di questo popolo e che, attraverso la carità e la bellezza del mistero di Dio, contribuisce a creare una società più degna dell’uomo. In effetti, la bellezza, la santità e l’amore di Dio portano l’uomo a vivere nel mondo con speranza”. "Con la preghiera e il pensiero ho desiderato abbracciare tutti gli spagnoli, senza eccezione alcuna, e tanti altri che vivono in mezzo a voi senza essere nati qui”, ha detto. “Porto tutti nel mio cuore e prego per tutti, in particolare per coloro che soffrono, e li metto sotto la protezione materna di Maria Santissima, tanto venerata e invocata in Galizia, in Catalogna e nelle altre regioni della Spagna”, ha affermato. “A Lei chiedo anche che vi ottenga dall’Altissimo copiosi doni celesti, che vi aiutino a vivere come una sola famiglia, guidati dalla luce della fede. Vi benedico nel nome del Signore”, ha concluso. Le sue ultime parole non sono state un addio, ma un arrivederci: “Ci rivedremo a Madrid il prossimo anno, per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù”.
Il viaggio di Benedetto XVI a Santiago di Compostela e a Barcellona è stata di “eccezionale rilevanza” per la Spagna e la Chiesa Cattolica, ha detto nel suo saluto il re di Spagna Juan Carlos I. Il monarca si è detto felice di aver potuto constatare “le espressioni di affetto, di gratitudine e di rispetto” ricevute dal Pontefice. Un ringraziamento anche per i “tanti atti di generosità verso la Spagna” del Santo Padre. A questo proposito, il re ha ringraziato Benedetto XVI per essere andato a Santiago di Compostela e a Barcellona per la dedicazione del tempio della Sagrada Familia, “uno dei tesori architettonici di Barcellona più ammirati al mondo”. Dopo aver evidenziato il contributo artistico, culturale e religioso del cristianesimo, “chiave per comprendere la personalità storica della Spagna”, Juan Carlos ha ribadito la sua gratitudine per la visita durante la quale il Papa ha rivolto “parole di pace e solidarietà, fraternità e spiritualità, piene di speranza che un mondo migliore sia possibile”. “Vi aspettiamo con particolare gioia il prossimo mese di agosto in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù”, ha concluso il re rivolgendosi al Papa.

Zenit, SIR


All'aeroporto di Barcellona il cordiale incontro del Papa con il premier spagnolo Zapatero: sottolineata la buona collaborazione per il viaggio

E' durato una decina di minuti l'incontro fra Papa Benedetto XVI e il capo del governo spagnolo, Jose Luis Rodriguez Zapatero, all'aeroporto di Barcellona, prima della cerimonia di congedo e il rientro a Roma. Lo scrive l'edizione digitale del quotidiano spagnolo El Mundo, citando la portavoce di Zapatero, Iren Hdez-Velasco. "E' stato un incontro cordiale", ha detto ancora la portavoce, aggiungendo che "si è sottolineata da ambo le parti la buona collaborazione fra il governo spagnolo e il Vaticano nell'organizzazione della visita" del Papa a Santiago de Compostela e Barcellona, che è terminata questa sera.

Apcom

Il Papa: per il cristiano ogni uomo è un vero santuario di Dio, da trattare con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno

Nel pomeriggio, come ultima tappa del viaggio apostolico a Barcellona, Papa Benedetto XVI ha visitato l’Opera “Nen Déu”, istituto di beneficenza per bambini malati e bisognosi creato nel 1892 da Madre Carmen del Nino Jesus Gonzalez Ramos Garcia Prieto, beatificata il 6 maggio 2007, fondatrice delle religiose ''Hermanas Franciscanas de los Sagrados Corazones''. Al Suo arrivo, il Pontefice è stato accolto dalla Madre Superiora dell'Istituto che lo ha accompagnato nella Cappella dove sono presenti le religiose, gli operatori sanitari e circa 200 assistiti con i loro famigliari. Il Papa ha anche benedetto la prima pietra della nuova residenza che porterà il nome “Benedetto XVI” e accoglierà bambini handicappati, molti dei quali affetti da sindrome di Down, tra i 3 e i 21 anni.
“In questi momenti, in cui molte famiglie sperimentano serie difficoltà economiche, dobbiamo moltiplicare, come discepoli di Cristo, i gesti concreti di solidarietà, tangibile e continua, mostrando così che la carità è il distintivo del nostro essere cristiani”. “Con la dedicazione della Basilica della Sacra Famiglia, si è posto in rilievo questa mattina che l’edificio sacro è segno del vero santuario di Dio tra gli uomini”, ha detto nel discorso. Allo stesso tempo, “per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno”.
Nella cura dei più deboli, ha spiegato il Santo Padre, “molto hanno contribuito i formidabili progressi della sanità negli ultimi decenni, che sono stati accompagnati dalla crescente convinzione dell’importanza che ha, per il buon risultato del processo terapeutico, un rapporto umano attento”. Tuttavia, ha affermato il Papa, “è esigenza dell'essere umano che i nuovi sviluppi tecnologici nel campo medico non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana, in modo che coloro che soffrono malattie o disabilità psichiche o fisiche possano ricevere sempre quell’amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete”. Le persone malate o con disabilità psichiche o fisiche devono “ricevere sempre quell’amore e quelle attenzioni che permettano loro di sentirsi valorizzati come persone nelle loro necessità concrete”. Allo stesso modo, devono poter “occupare il loro giusto posto nella società” e non essere “emarginate a causa delle loro limitazioni”. Il Papa si è quindi rivolto ai bambini presenti, assicurando che la loro vita è preziosa agli occhi di Dio e che occupano “un posto molto importante nel cuore del Papa”. “Prego per voi tutti i giorni e vi chiedo di aiutarmi con la vostra preghiera a compiere con fedeltà la missione che Cristo mi ha affidato”, ha confessato.
“Con lo sforzo di questa e altre analoghe istituzioni ecclesiali – ha aggiunto il Papa - si mostra chiaramente che, per il cristiano, ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno”. Il Papa ha ricordato come anche in Spagna, sono “molti figli della Chiesa a dedicare la propria vita all’insegnamento, alla beneficienza o alla cura dei malati e dei diversamente abili”. “Ispirati dal loro esempio – ha aggiunto -, vi chiedo di continuare a soccorrere i più piccoli e bisognosi, dando loro il meglio di voi stessi”.
All'inizio dell'incontro, in un ambiente molto familiare, il Papa è stato salutato dalla superiora, suor Rosario, e da due bambini assistiti dall'istituzione, Antonio e María del Mar. María del Mar, affetta da sindrome di down, ha detto al Papa: “Grazie perché ci fa sentire felici, perché anche se siamo diversi il nostro cuore ama come tutti i cuori, e vogliamo essere amati. Vogliamo anche ringraziare i nostri genitori, che ci hanno dato il dono della vita e ci assistono ogni giorno”. Il Papa ha seguito le parole della bambina con grande tenerezza, e quando ha terminato il suo saluto si è alzato per darle un bacio. Ha anche seguito con un sorriso la canzone che gli hanno dedicato i bambini presenti, applaudendo alla fine. I bambini hanno poi donato a Benedetto XVI vari lavoretti fatti da loro. Prima di congedarsi, il Papa ha firmato il libro degli ospiti.

Korazym.org, Zenit


Lombardi: dal Papa nessuna analisi storica ma spiegare che la Chiesa cerca l'incontro. Sorpreso per i tanti fedeli che l'hanno accolto a Barcellona

Benedetto XVI non cercava di fare polemica riferendosi all'anticlericalismo degli anni Trenta in Spagna, perché il suo obiettivo, come egli stesso ha spiegato, è quello di promuovere “l’incontro, non lo scontro” tra fede e laicità, ha dichiarato il portavoce vaticano. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha offerto questa domenica una conferenza stampa dopo la Messa che il Pontefice ha presieduto nella Sagrada Familia di Barcellona per chiarire le interpretazioni di alcuni mezzi di comunicazione relative alle parole che il Pontefice ha pronunciato nel volo che lo portava da Roma a Santiago de Compostela questo sabato. Il Papa, ha spiegato padre Lombardi, non ha compiuto analisi storiche parlando dell’anticlericalismo e del laicismo degli anni Trenta, ma voleva solo ricordare un periodo storico della Spagna e spiegare che oggi la Chiesa cerca “l’incontro, non lo scontro”. “Nelle intenzioni del Papa bisogna escludere la polemica, il Pontefice ha solo commentato il secolarismo in Europa e in Spagna e ha ricordato alcuni momenti storici”, ha affermato Lombardi. “Si è semplicemente riferito al secolarismo e nelle sue parole non bisogna cercare lo scontro”. Il portavoce ha quindi sottolineato la sorpresa del Papa nel vedere questo sabato tanti fedeli che lo attendevano al suo arrivo a Barcellona e che si sono trattenuti tutta la notte sotto il Palazzo arcivescovile con acclamazioni e canti. Il Pontefice ha avuto un'“impressione molto positiva” del suo viaggio in Spagna e ha rimarcato che l'incontro di questa domenica con i reali spagnoli nella Basilica della Sagrada Familia è stato “molto familiare, per niente politico”. Prima della conferenza stampa, padre Lombardi aveva compiuto un bilancio della Messa di dedicazione della Basilica della Sagrada Familia, definendola “veramente straordinaria per l’ambiente in cui si è svolta”. “Questo Tempio, molto originale ma anche con una ricchezza di significati e di simboli veramente molto grande, è un intero universo della vita cristiana”, ha aggiunto ai microfoni della Radio Vaticana. “Il Papa, parlando di Gaudí e della sua visione, ha messo bene in rilievo come egli leggesse il libro della natura, il libro della Scrittura e il libro della liturgia e davvero, entrando in questa chiesa, lo si nota moltissimo”. “Credo che il Papa, che è anche un grande studioso della liturgia, abbia vissuto questa celebrazione con una intensità particolare, perché è una celebrazione che esprime tante dimensioni: quella della comunità della Chiesa inserita, della natura inserita nella storia della salvezza”. “Il Papa aveva già fatto, da Papa, una consacrazione di un altare, a Sydney. Ha consacrato anche alcune chiese ma, naturalmente, di dimensioni e di significato molto minori di questo – ha riconosciuto –. Attraverso questa celebrazione ha veramente potuto esprimere quelli che mi sembrano i significati principali di questo viaggio, cioè il Primato di Dio”.Nella dedicazione della Basilica della Sacra Famiglia di Nazareth era “spontaneo il riferimento alla famiglia”, ha commentato Lombardi. “Questo argomento è di grande attualità ed era logico che il Papa vi facesse riferimento”. “E' anche questo uno dei grandi temi del suo Pontificato – ha indicato –: il ribadire continuamente questa visione cristiana dell’uomo che ha nella famiglia un punto assolutamente fondamentale per la costruzione della società, per il pieno sviluppo della persona umana, per l’accoglienza della vita...ecco, tutte le dimensioni che la vita familiare permette e che spesso non sono sufficientemente tutelate e ricordate nella nostra cultura e nella nostra società attuale”.

Zenit

Il Papa: nel silenzio della casa di Nazaret Gesù ha insegnato la dignità e il valore della famiglia, speranza dell’umanità che accoglie la vita

Al termine della Santa Messa, accompagnato dal canto Rosa di Aprile titolo della Madonna di Monserrat, dalla terrazza di fronte alla “Porta della Nascita” ha recitato l’Angelus davanti a circa centomila fedeli che avevano seguito la celebrazione. I cori dei giovani hanno sottolineato la grande giornata di festa per Bercellone e la Chiesa di Spagna. "Oggi ho avuto la grandissima gioia di dedicare questa chiesa a Colui che, Figlio dell'Altissimo, svuotò se stesso facendosi uomo e, protetto da Giuseppe e Maria, nel silenzio della casa di Nazaret, senza parole ci ha insegnato la dignità e il valore primordiale del matrimonio e della famiglia, speranza dell'umanità, nella quale la vita riceve accoglienza, dal suo concepimento fino al suo termine naturale - ha detto il Papa -. Egli ci ha anche insegnato che tutta la Chiesa, ascoltando e mettendo in pratica la sua Parola, si trasforma nella sua Famiglia. E, ancor di più, ci ha consegnato la missione di essere seme di fraternità che, seminato in tutti i cuori, alimenti la speranza". Benedetto XVI ha speso anche alcune parole per sottolineare il valore dell'opera dell'architetto che ideò la Sagrada Familia. "Impregnato dalla devozione alla Sacra Famiglia di Nazaret, che San José Manyanet diffuse tra il popolo catalano, il genio di Antonio Gaudí, ispirato dall'ardore della sua fede cristiana, riuscì a trasformare questa chiesa in una lode a Dio fatta di pietra - ha detto -. Una lode a Dio che, così come avvenne nella nascita di Cristo, avesse come protagoniste le persone più umili e semplici. In effetti, Gaudí, con la sua opera, voleva portare il Vangelo a tutto il popolo. Per questo concepì i tre portici all'esterno come una catechesi su Gesù Cristo, come un grande rosario, che è la preghiera dei semplici, dove si possono contemplare i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi di Nostro Signore". Inoltre Gaudì "in collaborazione con il parroco, don Gil Parés, disegnò e finanziò con i propri risparmi la creazione di una scuola per i figli dei muratori e per i bambini delle famiglie più umili del quartiere, allora un sobborgo emarginato di Barcellona. Faceva così diventare realtà la convinzione che esprimeva con queste parole: 'I poveri devono sempre trovare accoglienza nella chiesa, che è la carità cristiana'". Ammirando la facciata della Natività di questa Chiesa, ha concluso il Santo Padre in catalano, "meditiamo il Mistero dell'Incarnazione ed eleviamo la nostra preghiera alla Madre di Dio con le parole dell'Angelo, affidandole la nostra vita e quella di tutta la Chiesa, mentre imploriamo il dono della pace per tutti gli uomini di buona volontà". All'inizio del suo saluto, Benedetto XVI ha ricordato la beatificazione di Madre Bárbara Maix, avvenuta questo sabato in Brasile.Il Pontefice ha auspicato che “la fede profonda e l’ardente carità con cui ella seguì Cristo suscitino in molti il desiderio di dedicare completamente la propria vita alla maggior gloria di Dio e al servizio generoso dei fratelli, soprattutto dei più poveri e bisognosi”.

Korazym.org, Apcom, Zenit


Benedetto XVI presiede la Santa Messa con il rito di dedicazione della chiesa della Sagrada Familia e dell’altare, proclamata Basilica minore

Papa Benedetto XVI ha consacrato la Basilica della Sagrada Familia a Barcellona, capolavoro dell'architetto Antonio Gaudi. A 128 anni dalla posa della prima pietra, nel 1882, l'immensa chiesa, ancora in cantiere, che predomina Barcellona con i suoi otto campanili, è diventata una Basilica dove potrà essere celebrata l'Eucarestia, con una bolla letta dal card. Sistach, arcivescovo di Barcellona, letta al termine della Santa Messa. All'inizio del rito, Benedetto XVI ha consegnato al rettore le chiavi della Sagrada Familia. In seguito, i rappresentanti locali della chiesa hanno presentato al Papa l'acqua che doveva benedire. Quindi Benedetto XVI ha asperso quest'acqua benedetta sull'altare della chiesa, mentre sei sacerdoti hanno continuato l'aspersione lungo la navata, raggiungendo poi e benedicendo tutte le pareti della grande aula. Dopo l'omelia, il Papa ha quindi ha eseguito il significativo e toccante gesto dell’unzione dell’altare e delle pareti delle navate: il Successore di Pietro a mani nude ha cosparso la superficie della mensa con il sacro crisma. Dodici vescovi spagnoli si sono sparsi a raggiera tra i fedeli e hanno unto le colonne mentre il Papa consacrava l'altare con il crisma. Sei suore hanno poi rivestito l'altare per la Messa. Particolarmente suggestivo il momento in cui il Papa ha consegnato al diacono il primo cero acceso da porre sull'altare. In quello stesso istante il tempio, sino ad allora immerso nella penombra, è stato illuminato da fasci di luce che hanno svelato l'impressionante splendore di questo edificio.

Apcom, Agi

Il Papa: Gesù la pietra che sostiene il peso del mondo, che mantiene la coesione della Chiesa e raccoglie in ultima unità tutte le conquiste del mondo

Papa Benedetto XVI ha presieduto la Santa Messa durante la quale ha avuto luogo la Dedicazione della chiesa e dell’altare della Sagrada Família di Barcellona. Nel tempio della Sagrada Família, che al termine della celebrazione è stata dichiarata Basilica minore, erano presenti anche le Loro Maestà i Reali di Spagna, 1100 i celebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti. La Celebrazione Eucaristica è stata introdotta dall’indirizzo di saluto dell’arcivescovo di Barcellona, il card. Lluís Martínez Sistach, e da una breve presentazione del progetto e dei lavori da parte dell’architetto Jordi Bonet i Armengol.
Nell'omelia, il Papa ha parlato del luogo di culto che è anche simbolo di una fede forte e radicata nella gente di Spagna e di un uomo presto beato: Antonio Gaudì, “architetto geniale e cristiano coerente, la cui fiaccola della fede arse fino al termine della sua vita, vissuta con dignità e austerità assoluta”. Un evento dedicato alla bellezza della fede, alla santità, alla forza della “terra catalana che, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo, diede una moltitudine di Santi e di fondatori, di martiri e di poeti cristiani”. “Mi ha commosso specialmente la sicurezza con la quale Gaudí, di fronte alle innumerevoli difficoltà che dovette affrontare, esclamava pieno di fiducia nella divina Provvidenza: “San Giuseppe completerà il tempio. Per questo ora non è privo di significato il fatto che sia un Papa il cui nome di battesimo è Giuseppe a dedicarlo”. “Cosa significa - ha chiesto - dedicare questa chiesa? Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un’immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell’intelligenza umana, costruttrice di quest’opera d’arte".
"Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l’assoluto della luce e di colui che è la Luce, l’Altezza e la Bellezza medesime. In questo ambiente, Gaudí volle unire l’ispirazione che gli veniva dai tre grandi libri dei quali si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia. Così unì la realtà del mondo e la storia della salvezza, come ci è narrata nella Bibbia e resa presente nella Liturgia. Introdusse dentro l’edificio sacro pietre, alberi e vita umana, affinché tutta la creazione convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, portò fuori i "retabli", per porre davanti agli uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. In questo modo, collaborò in maniera geniale all’edificazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santificata da Cristo. E realizzò ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza. Antoni Gaudí non realizzò tutto questo con parole, ma con pietre, linee, superfici e vertici. In realtà, la bellezza è la grande necessità dell’uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza è anche rivelatrice di Dio perché, come Lui, l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa dall’egoismo”. Utilizzando l’immagine delle pietre che sostengono l’intero complesso della Sagrada Familia il Papa ha indicato in Cristo "la pietra che sostiene il peso del mondo, che mantiene la coesione della Chiesa e che raccoglie in ultima unità tutte le conquiste dell’umanità". Ed è chiaro, ha detto il Papa, che “la Chiesa non ha consistenza da se stessa; è chiamata ad essere segno e strumento di Cristo, in pura docilità alla sua autorità e in totale servizio al suo mandato”. Da Cristo, ha detto, la Chiesa riceve la propria vita, egli è la roccia su cui si fonda la nostra fede.
Quindi l’esortazione: “Mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia". “I patrocinatori di questa chiesa - ha continuato Benedetto XVI - volevano mostrare al mondo l’amore, il lavoro e il servizio vissuti davanti a Dio”. Ma i tempi sono cambiati, ci sono stati profondi mutamenti sociali, grandi progressi tecnici, sociali e culturali. Ma, “non possiamo accontentarci di questi progressi. Con essi devono essere sempre presenti i progressi morali, come l’attenzione, la protezione e l’aiuto alla famiglia, poiché l’amore generoso e indissolubile di un uomo e una donna è il quadro efficace e il fondamento della vita umana nella sua gestazione, nella sua nascita, nella sua crescita e nel suo termine naturale. Solo laddove esistono l’amore e la fedeltà, nasce e perdura la vera libertà. Perciò, la Chiesa invoca adeguate misure economiche e sociali affinché la donna possa trovare la sua piena realizzazione in casa e nel lavoro, affinché l’uomo e la donna che si uniscono in matrimonio e formano una famiglia siano decisamente sostenuti dallo Stato, affinché si difenda come sacra e inviolabile la vita dei figli dal momento del loro concepimento, affinché la natalità sia stimata, valorizzata e sostenuta sul piano giuridico, sociale e legislativo. Per questo, la Chiesa si oppone a qualsiasi forma di negazione della vita umana e sostiene ciò che promuove l’ordine naturale nell’ambito dell’istituzione familiare”. “Questo - ha detto - è il grande compito, mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia. In questo senso, credo che la dedicazione di questa chiesa della Sacra Famiglia, in un’epoca nella quale l’uomo pretende di edificare la sua vita alle spalle di Dio, come se non avesse più niente da dirgli, è un avvenimento di grande significato”.

Korazym.org, AsiaNews


Migliaia di fedeli accompagnano il tragitto di Benedetto XVI alla Sagrada Familia. All'arrivo, l'incontro con i Reali di Spagna

Benedetto XVI è arrivato alla Sagrada Familia, la chiesa capolavoro di Antonio Gaudì che questa mattina il Papa consacrerà, dove è stato accolto dal re Juan Carlos e dalla regina Sofia. Durante un breve incontro, che si è svolto nel Museo della Sagrada Familia, il Pontefice ha regalato al monarcha spagnolo il libro "Summorum Romanorum Pontificum historia nomismatibus", di Giancarlo Altieri. Mentre Juan Carlos ha donato al Pontefice un'edizione speciale in fac simile del Codice Aureo del secolo XI. Il Papa è arrivato alla Sagrada Familia dopo aver attraversato a bordo della "Papamobile" la città catalana, saluto da migliaia di fedeli che hanno accompagnato il percorso di circa 3,5 chilometri.

Adnkronos

Vian: mai come a Santiago de Compostela il Papa ha espresso simbolicamente la realtà più profonda dei suoi itinerari, una fede che è pellegrinaggio

Mai come oggi, nella Cattedrale di Santiago de Compostela, Benedetto XVI ha espresso simbolicamente "la realtà più profonda" dei suoi itinerari, quella di una fede che è "innanzitutto pellegrinaggio", inteso come "l'uscita dalla quotidianità e dalla logica dell'utile, per trascenderle e trovare una nuova libertà". Lo scrive il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, in un editoriale di prima pagina dedicato al viaggio del Papa in Spagna. "Nell'instabilità inevitabile della vita e nel passaggio su questo mondo - osserva Vian - la fede è infatti innanzi tutto pellegrinaggio, espresso, per chi crede, dalla figura esemplare di Abramo". Un cammino che afferma "la forza e il dinamismo attuali della fede in una terra storicamente cristiana", pur nel necessario incontro tra fede e laicità. Nella Spagna che ha accolto il Papa, conclude il quotidiano pontificio, con "un calore che ha dissipato la nebbia autunnale".

La Stampa.it