mercoledì 5 gennaio 2011

Francesca al Papa: mettiamo la nostra sofferenza nelle tue mani perchè la porti a Gesù. L'abbraccio e il bacio di una bambina: il regalo che volevo

''Non avrei mai immaginato di rivolgere la parola al Papa, sono emozionata ma anche tanto contenta di questa tua visita. Che bella sorpresa!''. Sono le parole di Francesca, una diciannovenne seguita al Policlinico Agostino Gemelli, che a nome di tutti i bimbi, i ragazzi e le ragazze ricoverati, ha accolto Benedetto XVI in visita ai bimbi ospitati nei reparti pediatrici. E' emozionata Francesca nel rivolgersi al Pontefice e nel sottolineare che ''anche noi abbiamo bisogno di incontrare Gesù, il nostro cielo si era fatto scuro di nuvole minacciose. Oggi si accende la luce della stella: una speranza nuova. Per questo ti ringraziamo, Santo Padre. Come i Santi Magi, anche noi vogliamo portare i nostri doni a Gesù. Abbiamo capito subito il significato dell'oro e dell'incenso: un bambino che è il signore nel mondo. Ma non conoscevamo la mirra. Poi ci hanno spiegato - ha detto Francesca rivolgendosi a Benedetto XVI - che vuol dire sofferenza, sacrificio. Ecco la nostra mirra, la mettiamo nelle tue mani, perchè la porti a Gesù. Noi pregheremo per te''. Carillon ai neonati, peluche per i bambini e libri per i più grandicelli. Sono i regali che il Papa ha portato ai bambini. A tutti Benedetto XVI ha regalato la tipica calza della Befana piena di dolci per festeggiare l’Epifania di domani. "Una bambina - ha raccontato Claudia Rendeli, coordinatrice del rinnovato Centro spina bifida che è stato oggi benedetto dal Pontefice - gli si è buttata al collo, l'ha baciato ripetutamente e gli ha detto 'grazie perché era proprio la bambola che volevo per Natale'". Tre statutine raffiguranti i Re Magi, realizzate dall'Artigianato artistico lucano di Franca Daria Di Grassano, sono invece i doni che i bimbi e i ragazzi ricoverati hanno donato a Benedetto XVI. Altro dono per il Papa la riproduzione di uno spartito del compositore italiano Licinio Refice, composto nella festa di Sant'Achilleo del 1931, in un unico esemplare su carta pergamena rilegata in materiale prezioso dalla Tipografia poliglotta vaticana a cura del mastro don Amelio Cimini. Una visita ed una giornata ''bellissima'', a parere del rettore dell'Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, una visita che il Pontefice ha concluso salutando e scambiando qualche parola, nel lasciare il Policlinico per far ritorno in Vaticano, con tre signore anziane costrette su una sedia a rotelle. A loro ha donato tre rosari.

Asca

Il Papa: Dio si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e che ogni bambino porta il suo volto. Vi voglio bene e vi sono vicino

Un'ora e mezzo tra i bambini per portar loro alcuni doni e una parola di conforto. La visita di Benedetto XVI al Policlinico Gemelli è trascorsa così, salutato dall'affetto dei pazienti dell'ospedale e, soprattutto, dai gesti spontanei dei bambini ricoverari nei reparti pediatrici ai quali ha voluto esser vicino per dar loro ''la forza nell'affrontare la malattia''.
''Voglio dirvi che vi voglio bene e che vi sono vicino con la mia preghiera e il mio affetto, anche per darvi forza nell'affrontare la malattia'', ha detto il Santo Padre ai piccoli degenti. E ha proseguito: ''Grazie a voi che mi avete accolto'', ma ''vorrei ringraziare i vostri genitori, i parenti, i Dirigenti e tutto il personale del Policlinico, che con competenza e carità si prendono cura della sofferenza umana; in particolare vorrei ringraziare l'equipe di questo reparto di Pediatria e del Centro per la cura dei bambini con spina bifida. Benedico le persone, l'impegno e questi ambienti in cui si esercita in modo concreto l'amore verso i più piccoli e i più bisognosi''. ''Ho voluto venire a trovarvi anche per fare un po’ come i Magi. Come avete fatto voi, i Magi portarono a Gesù dei doni - oro, incenso e mirra - per manifestargli adorazione e affetto. Oggi vi ho portato anch’io qualche regalo, proprio perché sentiate, attraverso un piccolo segno, la simpatia, la vicinanza, l’affetto del Papa. Ma vorrei che tutti, adulti e bambini, in questo tempo di Natale, ricordassimo che il più grande regalo lo ha fatto Dio a ciascuno di noi".
''Guardiamo nella grotta di Betlemme, nel presepe, chi vediamo? Chi incontriamo? C'è Maria, c'è Giuseppe, ma soprattutto - ha detto ancora il Pontefice ai piccoli pazienti - c'è un bambino, piccolo, bisognoso di attenzione, di cure, di amore: quel bambino è Gesù, quel bambino è Dio stesso che ha voluto venire sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene, è Dio che si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto''. Quindi, ha voluto rivolgere un saluto a tutto il personale e a tutti i degenti dell’ospedale romano gestito dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ha anche sede una facoltà di medicina. Il Papa ha poi concluso affermando: “Incoraggio le diverse iniziative di bene e di volontariato, come pure le istituzioni che qualificano l’impegno al servizio della vita, penso in particolare, in questa circostanza, all’Istituto Scientifico Internazionale ‘Paolo VI’, finalizzato a promuovere la procreazione responsabile”.
Il Papa è giunto al policlinico Gemelli alle 17.15. Ad attendere Benedetto XVI, tra gli altri, il cardinale Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, e il rettore dell'università Cattolica, Lorenzo Ornaghi. Numerosi medici, pazienti e loro familiari hanno salutato il Papa con un applauso. Il Papa al suo arrivo è stato accolto dal Magnifico rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Lorenzo Ornaghi e dal nuovo direttore amministrativo, Marco Elefanti.
Insieme a loro l'assistente ecclesiastico generale dell'ateneo mons. Sergio Lanza, il direttore del Policlino, Cesare Catananzi, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Rocco Bellantone e il direttore della sede di Roma della Cattolica, Giancarlo Furnari. Subito dopo, il Papa è salito in ascensore al quinto piano, al Reparto di Pediatria, dove è entrato in ognuna delle stanze dei piccoli pazienti ospitati, entrando infine anche nel Reparto di Terapia intensiva per l'assistenza neonatale, dove ha espresso la sua vicinanza e solidarietà alle mamme e ai papà che stazionano nei corridoi in attesa di notizie, sempre accompagnato dal prof. Costantino Romagnoli, direttore del Dipartimento, che gli ha mostrato anche i locali del nuovo Centro per la cura dei bambini con spina bifida. Papa Ratzinger è poi salito in ascensore al settimo piano, per una breve visita all'ambulatorio dell'Istituto Scientifico Internazionale "Paolo VI" per la ricerca, la diagnosi e la terapia della sterilità coniugale, dove è stato accolto dal direttore, prof. Riccardo Marana. "Una visita toccante - ha detto la madre di un bambino ricoverato nella struttura - la benedizione del Papa ci dà coraggio e forza". Costantino Romagnoli ha invece raccontato che il "Papa si è soffermato e ha chiesto notizie su ogni bambino. Davanti alle incubatrici dei neonati prematuri - ha aggiunto - si è commosso, perché li ha visti infinitamente deboli". Il direttore del Gemelli Catananti ha sottolineato: "Il Papa ci ha rivolto parole di sostegno e di incoraggiamento per l'impegno che tutto il personale ogni giorno profonde nella cura dei malati".

Asca, SIR, Adnkronos


Più della metà delle denucie di abusi sessuali di preti americani potrebbe essere falsa. L'approccio remissivo di vescovi che pagano senza verificare

Se la notizia è vera, “si tratta di una bomba”. Lo scrive sul proprio sito web Ignatius Press, ovvero la casa editrice americana diretta dal gesuita padre Joseph Fessio che ha appena pubblicato in lingua inglese il libro del Papa “Luce del mondo”. Lo scrive a proposito di quanto reso noto nelle scorse ore da Dave Pierre, autore del volume “Double standard: abuse scandals and the attack on the Catholic Church”. La notizia è questa: più della metà delle denuncie di abusi sessuali commessi da preti negli Stati Uniti sarebbe completamente falsa. Male hanno fatto i media a darne notizia. Male, soprattutto, hanno fatto le diocesi americane a sborsare milioni di dollari a mo’ di risarcimento. E male, infine, ha fatto il Vaticano a non intervenire chiedendo alle stesse diocesi, prima di pagare, indagini approfondite per appurare fino in fondo i fatti. Dave Pierre pubblica su Themediareport.com un’inchiesta di dieci pagine firmata da un importante avvocato, Donald H. Steier. Stando all’inchiesta, Steier ha stanato i falsi molestati riportando prove e fatti documentati, la maggior parte riguardanti episodi avvenuti nella diocesi di Los Angeles. La cosa non è a caso: è Los Angeles una delle diocesi statunitensi che più di altre ha pagato lo scandalo dei preti pedofili. Il card. Roger Mahony, predecessore dell’attuale arcivescovo José Gómez, ha sborsato più di seicento milioni di dollari per risarcire le vittime. Per farlo, ha svenduto gli immobili di proprietà della diocesi creando non pochi malumori nel clero locale e anche nei fedeli. Tanto che in molti gli hanno contestato una linea troppo soft nella gestione degli scandali stessi: perché, hanno detto, un conto è risarcire le vittime, un altro è dilapidare un patrimonio senza valutare a dovere se le denunce si riferiscono ad abusi effettivamente avvenuti o meno. A queste contestazioni la Santa Sede ha risposto con la nomina di Gómez. Una nomina avvenuta pochi mesi fa e letta dalla maggior parte dei media americani come un segnale di “discontinuità” con la gestione precedente, soprattutto in merito ai problemi della pedofilia nel clero: “A conservative bishop for Los Angeles”, hanno scritto i media. “Un vescovo conservatore”, ovvero l’opposto di Mahony, dai più ritenuto di linea più liberal. La Santa Sede da tempo sospetta che molte accuse, soprattutto negli Stati Uniti, siano state presentate confidando sull’approccio remissivo di molti vescovi al problema. Non pochi presuli americani, piuttosto che vedere scoppiare gli scandali sui giornali, hanno preferito pagare senza effettivamente verificare la veridicità delle accuse. Ha infatti spiegato Steier: “In diversi casi la mia indagine ha fornito elementi oggettivi, che non potevano conciliarsi con le dichiarazioni dei presunti molestati. In altre parole: molti fatti hanno dimostrato che le accuse erano false”. Secondo Steier molte delle presunte vittime sono “manovrate” da un gruppo preciso: la Snap, l’associazione americana delle vittime dei preti pedofili. Secondo l’avvocato, alla Snap un falso molestato può trovare pane per i propri denti. Chiunque, in sostanza, seguendo gli esempi di cause andate a buon fine, può chiedere risarcimenti inventandosi delle molestie. La Snap ovviamente non è stata a guardare. Immediatamente ha reagito alle accuse di Steiner dicendo che si tratta di parole “tra le più scandalose mai pronunciate da un avvocato in difesa della Chiesa”.

Paolo Rodari, Il Foglio

Giro di nomine del Papa nei dicasteri della Nuova Evangelizzazione e degli Operatori Sanitari, presso l'Onu e la Pontificia Accademia delle Scienze

Benedetto XVI ha nominato oggi alcuni tra cardinali e vescovi membri del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione, di cui è presidente l’arcivescovo mons. Salvatore Fisichella. Ha nominato anche membri e consultori del Pontificio Consiglio per gli Operatori sanitari, di cui è presidente mons. Zygmunt Zimowski. ll Papa ha inoltre nominato come osservatore permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao, Ifad e Pamm) mons. Luigi Travaglino, arcivescovo titolare di Lettere e nunzio apostolico, e membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Miguel A.L. Nicolelis, professore di neuroscienze alla Duke University di Durham, Nc (Usa).

Il Papa: riscattare il Natale da un rivestimento troppo moralistico e sentimentale per lasciarsi trasformare da Colui che è entrato nella nostra carne

Prima Udienza generale del 2011, questa mattina nell'Aula Paolo VI, durante la quale il Papa ha incontrato circa 8mila fedeli. Nella sua catechesi Benedetto XVI ha parlato del tempo liturgico che stiamo vivendo, quello del Natale. “Siamo oggi alla vigilia dell’Epifania, in cui celebriamo la manifestazione del Signore a tutte le genti”, ha esordito il Papa, secondo il quale “la festa del Natale affascina oggi come una volta, più di altre grandi feste della Chiesa; affascina perché tutti in qualche modo intuiscono che la nascita di Gesù ha a che fare con le aspirazioni e le speranze più profonde dell’uomo”. “Il consumismo può distogliere da questa interiore nostalgia – ha riconosciuto il Santo Padre - ma se nel cuore c’è il desiderio di accogliere quel Bambino che porta la novità di Dio, che è venuto per donarci la vita in pienezza, le luci degli addobbi natalizi possono diventare piuttosto un riflesso della Luce che si è accesa con l’incarnazione di Dio”. “Celebrare gli eventi dell’incarnazione del Figlio di Dio – ha proseguito il Papa – non è semplice ricordo di fatti del passato, ma è rendere presenti quei misteri portatori di salvezza”, che “si rendono attuali e diventano efficaci per noi oggi” nella liturgia. Di qui "l’importanza concreta e sempre attuale per la vita cristiana del mistero del Natale”, ha sottolineato Benedetto XVI citando San Leone Magno. In questa prospettiva, il Natale è già “primizia” della Pasqua, e cioè “l’inizio del mistero della salvezza che culmina nella passione, morte e resurrezione, perché Gesù comincia l’offerta di se stesso per amore fin dal primo istante della sua esistenza umana nel grembo della Vergine Maria”. La Notte di Natale è quindi “profondamente legata alla grande veglia notturna della Pasqua, quando la redenzione si compie nel sacrificio glorioso del Signore morto e risorto”. Lo stesso presepio, ha fatto notare Benedetto XVI, “allude già alla Pasqua”, tanto che in alcune icone della natività della tradizione orientale Gesù Bambino viene rappresentato “avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia che ha la forma di un sepolcro”. “La celebrazione liturgica del Natale non è solo ricordo, ma è soprattutto mistero; non è solo memoria, ma anche presenza”, ha ammonito il Papa, ricordando che il tempo liturgico natalizio “si estende per quaranta giorni, dal 25 dicembre al 2 febbraio, dalla celebrazione della Notte di Natale, alla Maternità di Maria, all’Epifania, al Battesimo di Gesù, alle nozze di Cana, alla Presentazione al Tempio, proprio in analogia con il tempo pasquale, che forma un’unità di cinquanta giorni, fino alla Pentecoste”. “La manifestazione di Dio nella carne è l’avvenimento che ha rivelato la verità nella storia”, ha spiegato il Papa: la stessa data del 25 dicembre, infatti, collegata all’idea della manifestazione solare per cui “Dio appare come luce senza tramonto sull’orizzonte della storia”, ci ricorda che “non si tratta solo di un’idea, quella che Dio è la pienezza della luce, ma di una realtà per noi uomini già realizzata e sempre attuale: oggi, come allora, Dio si rivela nella carne, cioè nel corpo vivo della Chiesa peregrinante nel tempo”. Gli stessi "simboli delle celebrazioni natalizie, richiamati dalle letture e dalle preghiere – ha fatto notare Benedetto XVI - danno alla liturgia di questo tempo un senso profondo di epifania di Dio nel suo Cristo-Verbo incarnato, cioè di manifestazione che possiede anche un significato escatologico, orienta cioè agli ultimi tempi”. “Occorre riscattare questo tempo natalizio da un rivestimento troppo moralistico e sentimentale”. Benedetto XVI ha ricordato che “la celebrazione del Natale non ci propone solo degli esempi da imitare, quali l’umiltà e la povertà del Signore, la sua benevolenza e amore verso gli uomini; ma è piuttosto l’invito a lasciarci trasformare totalmente da Colui che è entrato nella nostra carne”. “Viviamo questo tempo natalizio con intensità”, l’auspicio finale della catechesi papale, che si è svolta nell'Aula Paolo VI davanti a circa 7 mila fedeli, ai quali il Santo Padre, nella prima Udienza generale del 2011, ha rinnovato gli auguri per il Nuovo Anno e ha rivolto un augurio per “una buona festività dell’Epifania”, che si celebra domani.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa