domenica 16 gennaio 2011

Benedetto XVI: una gioia per me proclamare Beato Giovanni Paolo II. Preghiera per le popolazioni colpite da devastanti inondazioni

Dopo la recita della preghiera maria dell’Angelus, Benedetto XVI ha parlato della prossima Beatificazione del suo predecessore Giovanni Paolo II. Il Papa ha confidato ai fedeli la sua emozione per questo avvenimento, annunciato venerdì scorso: “Cari fratelli e sorelle, come sapete, il primo maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Giovanni Paolo II, mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!”. E della Beatificazione di Papa Wojtyla, Benedetto XVI è tornato a parlare salutando i fedeli polacchi: “Questa notizia - ha affermato - era molto attesa da tutti e, in modo particolare, da voi, per i quali il Venerabile mio Predecessore è stato la guida nella fede, nella verità e nella libertà”. Vi auguro, ha concluso, “una profonda preparazione spirituale a questo evento”.
Il Papa ha infine espresso un particolare ricordo nella preghiera “per le popolazioni dell’Australia, del Brasile, delle Filippine e dello Sri Lanka, recentemente colpite da devastanti inondazioni. Il Signore accolga le anime dei defunti, dia forza agli sfollati e sostenga l’impegno di quanti si stanno prodigando per alleviare sofferenze e disagi”.

Radio Vaticana, AsiaNews


Il Papa: formare un'unica famiglia, la meta del grande viaggio dell’umanità, con tutte le differenze ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli

Formare un’unica famiglia è “la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli", "naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli”, evocata dal Messaggio per l’odierna Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: è quanto Papa Benedetto XVI ha ricordato nelle parole che ha rivolto alle 20mila persone presenti questa mattina in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus. La migrazione, ha detto, “a volte è volontaria, altre volte, purtroppo, è forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso, come sappiamo, in condizioni drammatiche”. “Talvolta, purtroppo – ha proseguito - i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi. D’altra parte, gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una città all’altra, da un Paese all’altro, da un continente all’altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti”. Il tema del Messaggio papale per la Giornata, “Una sola famiglia umana”, affermando che “tutti i popoli costituiscono una sola comunità”, implica che “è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli Atti degli Apostoli: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”. L’Ottavario per l’unità dei cristiani è preceduto, domani, dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano: un accostamento molto significativo, che richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani. Nel rivolgerci alla Vergine Maria, con la preghiera dell’Angelus, affidiamo alla sua protezione tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro”.

AsiaNews

Promotore di giustizia vaticano: le nuove norme finanziarie hanno introdotto il reato di autoriciclaggio. Ampi poteri all'Autorità d'informazione

Con le nuove normative finanziarie entrate in vigore lo scorso 30 dicembre, la Città del Vaticano si è dotata di una legislazione antifrode e anti riciclaggio che per certi versi è persino più severa di quella italiana, prevedendo anche il reato di ''autoriciclaggio''. Lo ha sottolineato ieri mattina il Promotore di giustizia vaticano, Nicola Picardi, nella relazione annuale presentata in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. ''E' stato introdotto - ha spiegato Picardi - il reato di autoriciclaggio commesso dallo stesso autore del reato presupposto, che tuttora non è previsto nella legislazione italiana. Nei primi commenti non si è mancato di sottolineare la maggiore severità, in proposito, della legislazione vaticana''. La nuova Autorità d'informazione finanziaria (Afi) del Vaticano, istituita di recente da Papa Benedetto XVI con un Motu Proprio per mettere lo Stato vaticano in linea con le normative europee e internazionali in materia di lotta al riciclaggio, ''è investita di poteri molto ampi, fra gli altri quello di effettuare verifiche e controlli sul denaro contante in entrata o in uscita dallo Stato, di emanare disposizioni sul trasferimento dei fondi, di irrogare sanzioni amministrative''. L'Afi ''opera in stretta collaborazione con l'Autorità giudiziaria. In via cautelare può, innanzitutto sospendere per un massimo di cinque giorni lavorativi, operazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo dandone immediata notizia al Promotore di giustizia''. E' lo stesso Promotore di giustizia a informare di operazioni sospette l'Afi, che può quindi predisporre il congelamento di fondi e risorse economiche per contrastare il finanziamento al terrorismo, ''L'Afi, infine, scambia, a condizioni di reciprocità, informazioni in materia di operazioni sospette e collabora con autorità di altri Stati che perseguono le medesime finalità''.

Asca