lunedì 21 febbraio 2011

Zollitsch: dai teologi tedeschi non utile formulare richieste e postulati sotto forma di elenchi di mancanze cui occorre porre immediatamente rimedio

Il “memorandum” delle riforme presentato di recente dai 256 teologi “non è utile”: lo ha affermato mons. Robert Zollitsch (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale tedesca, in un articolo pubblicato ieri da Welt am Sonntag. Mons. Zollitsch, riferisce l'agenzia SIR, ha criticato il fatto che il processo di dialogo tra laici, sacerdoti e vescovi, promosso dallo stesso presidente dei vescovi tedeschi, abbia originato l’equivoco “di riportare alla discussione obiettivi noti da tempo”. “In questa situazione”, ha proseguito, “forse è inevitabile, ma certamente non utile, che vengano rapidamente formulate richieste e postulati, sotto forma di elenchi di mancanze cui occorre porre immediatamente rimedio”. Tuttavia, “la Chiesa deve concentrarsi anche su come tener viva l’esigenza di Dio nella società moderna e su come dare una risposta cristiana a questa domanda”, ha affermato mons. Zollitsch, mettendo in guardia dall’idea che per avere una Chiesa migliore basti “un’officina di riparazioni ecclesiastica che dia qualche giro di vite in qualche punto”. Al contempo, mons. Zollitsch ha confermato la disponibilità al dialogo da parte dei vescovi, ribadendo la loro convinzione che “sia possibile e certamente necessario apportare modifiche alla vita e alle strutture della Chiesa”, tema che verrà affrontato a marzo nella prossima plenaria.

Radio Vaticana

Appello di sacerdoti, seminaristi e fedeli al Papa: nessuna restrizione al Motu Proprio 'Summrorum Pontificum', frustrerebbero la rinconciliazione

Preoccupati dai "segnali apparenti di un'imminente Istruzione che restringerebbe in qualche modo le previsioni contenute nel Motu Proprio 'Summorum Pontificum', e limiterebbe il suo vasto campo di applicazione", numerosi sacerdoti, seminaristi e fedeli di tutto il mondo hanno indirizzato un appello a Benedetto XVI, chiedendogli che non siano approvate le "misure restrittive" delle quali si parla in molti blog, e che, limitando la possibilità concessa dal Papa nel 2007 di celebrare in latino secondo il vecchio rito se ciò viene richiesto da un gruppo stabile di fedeli, "causerebbero scandalo, discordia e sofferenze nella Chiesa e frustrerebbero la riconciliazione che Sua Santità così ardentemente desidera; inoltre impedirebbero la prosecuzione del rinnovamento liturgico e dello sviluppo nella continuità con la Tradizione, frutti già notevoli del suo Pontificato". Il Motu Proprio prevedeva una verifica sulla sua applicazione e la bozza di Istruzione che sarebbe stata preparata deve ancora essere sottoposta al Papa. Ma i timori ingenerati dalle indiscrezioni che circolano su internet non lasciano tranquilli quanti continuano a sentirsi legati al vecchio rito. "Notiamo con tristezza - scrivono nell'appello - l'opposizione continua e reale all'attuazione del 'Summorum Pontificum' in molte diocesi e da parte di molti membri della gerarchia, la sofferenza e il disagio che questo continua a causare a molti fedeli di Cristo e l'ostacolo che questa opposizione rappresenta ad un'effettiva riconciliazione all'interno della Chiesa. Ci rivolgiamo alla Santità Vostra con filiale fiducia e, come obbedienti figlie e figli, impetriamo che Ella, Beatissimo Padre, voglia considerare con sollecitudine le nostre preoccupazioni e intervenire laddove giudichi opportuno. Manifestiamo - conclude il testo - la nostra speranza, il nostro desiderio e il nostro appello urgente affinchè i positivi effetti che la Santità Vostra ha già ottenuti attraverso il motu proprio non possano essere ostacolati da tali limitazioni". In particolare, l'Istruzione, che dovrebbe portare la data del 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, ma sarà pubblicata solo in marzo, escluderebbe dall'obbligo di concedere la Messa tradizionale le diocesi di Milano e Lugano, in quanto seguono il rito ambrosiano e non quello latino, e riserverebbe alla Santa Sede la possibilità di concedere l'uso del vecchio rito per le ordinazioni sacerdotali, sciogliendo così in modo negativo uno dei quesiti suscitati dal Motu Proprio che non citava le ordinazioni tra le celebrazioni che possono essere concesse. Il blog Messainlatino.it riporta in proposito una lettera di alcuni seminaristi dell'arcidiocesi di Milano che esprimono la loro amarezza per entrambe queste ipotizzate limitazioni.

Agi


Durante il Concistoro l'Optatio di alcuni cardinali dall’Ordine dei diaconi all’Ordine dei presbiteri. Il card. Tauran nuovo Protodiacono

Durante il Concistoro ordinario pubblico di questa mattina si è svolta l’Optatio di alcuni cardinali dall’Ordine dei diaconi all’Ordine dei presbiteri. Il card. Agostino Cacciavillan, protodiacono del Santi Angeli Custodi a Città Giardino, è passato all'ordine dei presbiteri; Benedetto XVI gli ha concesso di mantenere la diaconia elevata 'pro hac vice' a titolo presbiterale. Il Papa ha anche confermato il card. Jean-Louis Tauran, della diaconia di Sant'Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine nella carica di protodiacono, lasciata libera dall'opzione del card. Cacciavillan. Anche i cardinali Sergio Sebastiani, diacono di Sant'Eustachio, Zenon Grocholewski, diacono di San Nicola in Carcere, Jorge María Mejía, diacono di San Girolamo della Carità, e Roberto Tucci, diacono di Sant'Ignazio di Loyola a Campo Marzio, hanno chiesto di poter passare all'ordine presbiterale. L'arcivescovo Manuel Monteiro de Castro, segretario del Collegio Cardinalizio, ha presentato al Papa la stessa richiesta a nome del cardinale assente Walter Kasper, diacono di Ognissanti in via Appia Nuova. Benedetto XVI ha concesso ai cinque porporati di mantenere le rispettive diaconie elevate pro hac vice a titolo presbiterale. Quindi il Papa ha guidato la preghiera per la Chiesa, invocando la presenza della Trinità nella vita del popolo di Dio. La triplice invocazione si è conclusa con il canto del Pater noster. Il Pontefice ha infine impartito la benedizione apostolica ai presenti. Subito dopo, il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie, mons. Guido Marini, ha invitato mons. Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, protonotario apostolico, a redigere lo strumento pubblico ad perpetuam rei memoriam.

Radio Vaticana, L'Osservatore Romano

Concistoro per la canonizzazione di Luigi Guanella, Guido Maria Conforti e Bonifacia Rodríguez de Castro. Saranno proclamati Santi domenica 23 ottobre

Benedetto XVI ha tenuto questa mattina, nel Palazzo Apostolico, il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei Beati Guido Maria Conforti, arcivescovo vescovo di Parma, fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le missioni estere (Missionari Saveriani), Luigi Guanella, presbitero, fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e dell'Istituto Figlie di Santa Maria della Provvidenza, Bonifacia Rodríguez de Castro, vergine, fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe. Il Papa è giunto verso mezzogiorno nella sala del Concistoro, dove erano riuniti 47 cardinali, e ha preso posto alla Cattedra. All'inizio della celebrazione dell'"Ora Sesta" ha introdotto brevemente gli argomenti da trattarsi. È seguito il canto dei Salmi 118 e 70, concluso con la proclamazione della Lectio brevis tratta dalla lettera ai Romani. È toccata quindi al card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, la perorazione delle tre cause di canonizzazione. Il Pontefice ha chiesto ai cardinali e agli oltre trenta presuli presenti il parere sulle tre canonizzazioni proposte. Benedetto XVI, durante la 'Perpensio votorum de propositis Canonizationibus', ha rivolto ai presenti la domanda di rito: "Cum autem de re maximi momenti agatur, antequam consilium certum et definitivum capiatur et statuantur dies quibus iidem Beati in Sanctorum album adscribantur, si quis vestrum opportunum exsistimet aliquid addere, fidenter manifestare velit quid sentiat", al termine della quale ha deciso di iscrivere all'albo dei Santi i Beati Conforti e Guanella e la Beata Rodríguez de Castro. La data stabilita per la canonizzazione è domenica 23 ottobre.

Il Papa ad Ancona. La Messa conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale presieduta da Benedetto XVI nell'area della Fincantieri al porto

Papa Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, domenica 11 settembre, nell'area della Fincantieri, al porto di Ancona. L'annuncio oggi. ''E' stata data la formale disponibilità dell'area Fincantieri da parte dell'amministratore delegato Giuseppe Bono per le manifestazioni conclusive del Congresso Eucaristico Nazionale" hanno detto in una conferenza stampa il governatore Gian Mario Spacca e l'arcivescovo di Ancona-Osimo mons. Edoardo Menichelli. "Oggi sciogliamo un nodo - ha proseguito Menichelli -, una specie di inquietudine. Fincantieri ha dato la disponibilità perché la sua area venga utilizzata per le manifestazioni conclusive del Congresso Eucaristico Nazionale. Questo ci conforta molto e ci permette di indirizzare gli sforzi sapendo come e dove lavorare".

Ansa, Il Resto del Carlino

Il 23 febbraio l'ambasciatore egiziano torna in Vaticano, chiarite le parole del Papa. Salta l'incontro del Vaticano con l'università Al Azhar

Il prossimo 23 febbraio l'ambasciatore dell'Egitto presso la Santa Sede, la signora Lamia Mekheimar (nella foto con Benedetto XVI), tornerà in Vaticano. E' quanto apprende l'agenzia Adnkronos da fonti diplomatiche egiziane. Si chiude così la crisi intercorsa fra i due Paesi cominciata l'11 gennaio scorso quando Il Cairo convocò per consultazioni il proprio ambasciatore. A suscitare l'irritazione delle autorità egiziane furono alcuni passaggi del discorso pronunciato dal Papa, all'inizio di gennaio, davanti al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano in relazione all'attentato nella chiesa copta di Alessandria d'Egitto, avvenuto alla fine del 2010. In particolare il prestigioso centro di studi islamici di Al Azhar e le autorità politiche del Paese, avevano letto nel discorso del Pontefice un appello ai Paesi occidentali a intervenire in Egitto per difendere i cristiani. Venne quindi sollevata l'accusa di ''ingerenza'' verso la Santa Sede. Tuttavia nelle settimane successive è stato chiarito da parte vaticana il significato del discorso di Benedetto XVI, nel quale si sollevava in modo specifico il problema della tutela dei cristiani senza riferimenti ad altri aspetti politici. Allo stesso tempo, si sottolinea in un comunicato, diffuso anche dal ministero degli Esteri egiziano, l'ambasciatore della Santa Sede al Cairo, mons. Michael Fitzgerlad, ha trasmesso l'aspirazione della Santa Sede di voltare pagina rispetto alla disputa con l'Egitto. Da parte sua, spiega la nota, l'Egitto ha apprezzato i numerosi messaggi positivi provenienti da Roma e ha deciso di far tornare l'ambasciatore in Vaticano. Intanto, il tradizionale incontro tra il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e l'università sunnita di Al Azhar, con sede a Il Cairo, quest'anno non si terrà. Lo riferisce l'agenzia francese I.Media. Lo scorso 20 gennaio, in segno di protesta per le parole di Benedetto XVI, l'università aveva annunciato di voler congelare il dialogo teologico con il Vaticano a tempo indeterminato. L'incontro, previsto per il 23 e 24 febbraio a Roma, è quindi saltato, malgrado i tentativi dei vertici vaticani di ricucire lo strappo.In quei giorni, però, due alti rappresentanti dell'università sunnita, il portavoce Muhammad Rifaa al Thatawi e l'inviato speciale dell'imam Hasan Shafie saranno comunque a Roma per prendere parte ad un incontro interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, a cui parteciperà anche mons. Cyril Vasil, segretario della Congregazione delle Chiese orientali.

Adnkronos, Asca