sabato 21 maggio 2011

Il card. Tauran incontra il segretario generale della Lega degli Stati Arabi: ribadita la stima del Papa per il popolo e le autorità dell'Egitto

Tornano più distesi i rapporti fra la Santa Sede e l’Università egiziana di Al-Azhar, dopo i contrasti sorti all'inizio dell'anno. Lo si evince dal comunicato del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, in seguito all’incontro avvenuto mercoledì scorso a Roma tra il presidente e il segretario del dicastero pontificio, il card. Jean-Louis Tauran (nella foto con Benedetto XVI) e l’arcivescovo Pier Luigi Celata, con il ministro degli Esteri egiziano, Nabil Al-Arabi, neo-eletto segretario generale della Lega degli Stati arabi. Durante l’incontro, afferma la nota ufficiale, “il ministro ha trasmesso i saluti dello sceicco di Al-Azhar, il prof. Ahmad Al-Tayyib, e ha espresso il desiderio del Grande Imam che le recenti difficoltà nel rapporto con la Santa Sede possano essere superate”. Da parte sua, prosegue il comunicato, “il card. Tauran ha ribadito la stima di Sua Santità Papa Benedetto XVI per il popolo e le autorità dell’Egitto e la disponibilità della Santa Sede a proseguire sulla strada del dialogo e della coppe razione interreligiosa con Al-Azhar, che prosegue regolarmente dal 1998”.

Radio Vaticana

Il collegamento audio-video con la Stazione Spaziale Internazionale. Il sorriso e la meraviglia di Benedetto XVI per l'assenza di gravità

Papa Benedetto XVI si è collegato con l’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in occasione dell’ultima missione dello Shuttle Endeavour, alle ore 13.11, dalla Sala Foconi del Palazzo Apostolico Vaticano Nella Sala Foconi erano presenti Enrico Saggese, Ppresidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Thomas Reiter, direttore Voli Umani e Operazioni dell’Agenzia Spaziale Europea e il generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana. Il Santo Padre ha seguito le immagini degli astronauti su un ampio schermo televisivo, mentre a bordo della Stazione Spaziale arrivavano solo il suono e le voci. Il collegamento è durato 20 minuti, ed ha avuto inizio con un breve scambio di battute tra Thomas Reiter, la Stazione spaziale e la Nasa, per la verifica tecnica. È intervenuto quindi il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana che ha rivolto al Papa alcune parole di saluto, spiegando la natura e il significato della missione. Saggese ha chiesto poi al Comandante della missione Dmitry Kondratyev di presentare al Santo Padre la missione stessa e i membri dell’equipaggio, tra i quali due astronauti di nazionalità italiana, Paolo Nespoli e Roberto Vittori. Nella Stazione si trovano 12 astronauti, di cui tre hanno dovuto curare la gestione della Stazione stessa, mentre gli altri hanno dialogato con Benedetto XVI. Il Pontefice sembrava molto divertito, tanto che a un certo punto un astronauta si è lasciato tirare in alto dalla assenza della forza di gravità strappando una risata generale. Nella missione in corso viene installato nella Stazione uno strumento che è stato sviluppato da 600 scienziati nel mondo, l’"Alpha Magnetic Spectrometer", per studiare la presenza di antimateria nell’Universo, la sua composizione e la sua origine. L’appuntamento straordinario è stato trasmesso dai media vaticani anche in streaming e sulla rete della Nasa, tramite la Nasa-tv.
A conclusione del collegamento, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha incontrato i giornalisti proprio in Sala Stampa insieme con il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Saggese, il direttore dell’Agenzia Europea Spaziale Reiter, il generale di Squadra Aerea Bernardis. Tutti hanno espresso emozione e hanno avuto parole di ringraziamento per Benedetto XVI spiegando di aver invitato il Papa al collegamento e di essere rimasti particolarmente colpiti, oltre che dalla sua disponibilità, dalla volontà di dialogare piuttosto che di leggere un discorso. Alle curiosità dei giornalisti sul piano scientifico della missione sono state date brevi risposte non essendo la sede e l’occasione più adatta. Thomas Reiter ha ricordato che in assenza di gravità si possono effettuare sperimentazioni importanti anche per l’ambito medico. Enrico Saggese ha ricordato che lunedì prossimo ci sarà il collegamento con il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e che altri due astronauti dell'Aeronautica Militare sono in attesa di andare presto nello spazio: Luca Parmitano è previsto nel 2013 e Samantha Cristoforetti è in lista di attesa. Reiter ha sottolineato l’eccezionalità dell’evento, spiegando che lo spazio ispira pensieri filosofici o teologici e si capisce quale gioia sia stata parlarne con il Papa. Da parte sua, padre Lombardi ha detto che a conclusione del collegamento il Papa ha espresso parole di particolare apprezzamento per il contenuto delle risposte date su temi così importanti. E padre Lombardi, ricordando che nell'apprendere la notizia della morte della mamma di Paolo Nespoli è stata inviata dal Vaticano una e-mail di condoglianze segnata da una pronta risposta, si è lasciato andare a una spontanea considerazione sulla sorpresa che si prova di fronte alla facilità di comunicazione oggi.

Radio Vaticana

'Cosa si vede da lassù?': storico e straordinario dialogo del Papa su pace, ambiente e Dio con gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale

Siamo al centro di un’operazione scientifico-tecnologica, ma a prevalere è l’emozione fin dai primi istanti. Parole dalla Stazione spaziale e parole dalla Sala Foconi, in Vaticano, dove il Papa è seduto davanti alla tv, stabiliscono lo straordinario contatto. Il russo capo della Missione, Dimitri Kontradieff, che dice: “Benvenuto a bordo Sua Santità”. Il Papa ascolta informazioni sulla posizione della Stazione in cui sono, su movimenti e finalità della missione. “Cari astronauti, sono molto felice di avere questa opportunità. Sono onorato di poter parlare a tanti di voi. L’umanità sta attraversando un periodo di grande progresso scientifico, di applicazione tecnologiche, e voi siete i rappresentanti di questa tecnologia, di nuove possibilità nel futuro”. Parole di “apprezzamento e ammirazione” e poi di “sentito incoraggiamento”. E poi parole che indicano la finalità che ogni conoscenza e scienza deve proporsi: “Essere a disposizione di tutta l’umanità e del bene comune”. Ma il Papa che parla nello Spazio e che ribadisce che l’uomo deve essere al centro di tutto, è anche il Papa che candidamente dice: “Vi chiamo perché sono curioso di sapere da voi esperienze e riflessioni”. E’ il Papa che sceglie di non fare solo un discorso, ma di fare domande. ''Dalla Stazione spaziale vedete la nostra Terra da una prospettiva molto diversa - ha affermato Benedetto XVI - sorvolate continenti e popoli diversi molte volte al giorno. Credo che per voi sia evidente che viviamo tutti insieme su una sola Terra e che è assurdo combattersi e uccidersi fra di noi''. E, a questo proposito, la prima notazione personale: ricorda che la moglie di uno degli astronauti, lo statunitense Mark Kelly, è stata vittima di un attacco e spera che le sue condizioni migliorino. L’astronauta stesso risponde: “Non vediamo confini da qui, ma sappiamo che ci sono le guerre in Medio Oriente e le difficoltà in Nord Africa. Molte delle guerre sono per l’energia e noi qui viviamo una situazione, invece, in cui l’energia non manca. Dobbiamo capire come evitare le guerre”.
Benedetto XVI ha ricordato che ci sono seri rischi per l’ambiente e per la sopravvivenza del Pianeta e delle future generazioni e ha chiesto se, vista dallo spazio, la nostra terra fa più pensare ai possibili danni. Risponde Ron Garan che dice che si vede con evidenza, da laggiù, la bellezza della terra, ma anche la fragilità, per esempio in particolare nell’atmosfera. E dunque si capisce che tutti, ma proprio tutti, dobbiamo collaborare per il bene del Pianeta.
Nella terza domanda il Pontefice ha posto l’accento sull’importanza dell’esperienza che stanno vivendo gli astronauti: "Quando tornerete, sarete guardati con ammirazione come degli eroi e avrete una grande autorità, vi inviteranno a raccontare la vostra esperienza. Quali saranno i messaggi più importanti che pensate di poter indirizzare soprattutto ai giovani, che vivranno in un mondo segnato dalle vostre imprese e scoperte?". Mike Finchke risponde che c’è un universo da esplorare e che da lì è ancora più evidente che si deve farlo insieme, perché insieme si vive il Pianeta che ospita l’umanità. "Possiamo vedere delle bellezze indescrivibili - ha aggiunto - ma anche quanto è fragile tutto ciò, anche l'atmosfera per esempio, è sottile come uno strato di carta. Ci sembra incredibile poter vedere la terra da quassù e siamo tutti insieme. Ci riempie di speranza questa avventura e abbiamo compreso come cooperando possiamo superare tanti ostacoli e tante sfide, perchè la terra è un posto bellissimo". Benedetto XVI ha ricordato l’impegno attuale per “nuove istallazioni e lo studio delle radiazioni che giungono dagli spazi più lontani” e di aver consegnato all’astronauta Roberto Vittori la medaglia d’argento raffigurante la creazione dell’uomo di Michelangelo da portare in questa importante missione. E la medaglia viene mostrata con simpatia, viene fatta aleggiare nella Stazione in assenza di gravità, e c’è un entusiasmo quasi giovanile durante il collegamento! La medaglia sarà riportata a Benedetto XVI. Poi c’è la domanda su Dio, che Benedetto XVI pone in modo estremamente delicato. Nel mezzo del vostro lavoro nello spazio, ha detto, vi fermate a riflettere sul mistero e vi capita di dire una preghiera al Creatore? O è più facile riflettere su tutto ciò una volta tornati sulla terra?
"Il nostro pianeta è bellissimo, è di colore blu: blu come il colore del nostro pianeta, come il colore del cielo ma anche come il colore delle forze italiane che mi hanno dato l'opportunità di venire sullo Spazio". A parlare è l'astronauta italiano Roberto Vittori. "La bellezza è tridimensionale - ha detto Vittori - e cattura la nostra attenzione e il mio cuore e io prego, prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro". Poi parla a titolo personale: “Io in questo contesto prego”. Poi un pensiero alla personale esperienza di uno dei due astronauti italiani, Paolo Nespoli, che al suo ritorno non troverà più in vita sua madre:“Caro Paolo, so che nei giorni scorsi la tua mamma ti ha lasciato e quando fra pochi giorni tornerai a casa non la troverai più ad aspettarti. Tutti ti siamo stati vicini, anche io ho pregato per lei...Come hai vissuto questo tempo di dolore? Nella vostra Stazione vi sentite lontani e isolati e soffrite un senso di separazione o vi sentite uniti fra voi, inseriti in una comunità che vi accompagna con attenzione e affetto?”. "Ho sentito le sue preghiere arrivare fino a quassù - ha risposto commosso l'astronauta - è vero che orbitiamo fuori dalla terra e siamo fuori dal mondo. Ma i miei colleghi a bordo mi sono stati vicini in questo momento importante e intenso, così come i miei fratelli, le mie sorelle, l'intera mia famiglia è stata vicina alla mia mamma in questo ultimo periodo di vita. Mi sono sentito lontano, ma anche vicino ed è stato per me di estremo sollievo sentirvi vicini". Benedetto XVI alla fine del collegamento con gli astronauti della Stazione spaziale internazionale, ha ringraziato tutto l'equipaggio. ''Cari astronauti - ha detto il Pontefice - vi ringrazio cordialmente per questa bellissima occasione d'incontro e di dialogo con voi. Avete aiutato me e tante altre persone a riflettere insieme su temi importanti per l'avvenire dell'umanità''. E assicurando pensieri e preghiere a tutti i partecipanti alla missione, ci sentiamo di dire che Benedetto XVI benedice l’umanità e il suo futuro, con parole che oggi arrivano in modo particolarissimo dal cuore del Papa fino ai satelliti in orbita negli spazi infiniti.

Quotidiano Net, Radio Vaticana, TMNews

COLLEGAMENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI CON LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE - il testo integrale del colloquio

Il Papa: il sapere della fede illumina la ricerca dell’uomo, la interpreta umanizzandola, la integra in progetti di bene strappandola al calcolo

Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i dirigenti, i docenti e gli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del 90° anniversario di fondazione. Gli indirizzi di omaggio sono stati rivolti al Papa dal card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano e presidente dell’Istituto Toniolo e del rettore dell’Università, prof. Lorenzo Ornaghi.
"Il nostro - ha detto il Papa nel suo discorso - è tempo di grandi e rapide trasformazioni, che si riflettono anche sulla vita universitaria: la cultura umanistica sembra colpita da un progressivo logoramento, mentre l'accento viene posto sulle discipline dette 'produttive', di ambito tecnologico ed economico; si riscontra la tendenza a ridurre l'orizzonte umano al livello di ciò che è misurabile, a eliminare dal sapere sistematico e critico la fondamentale questione del senso. La cultura contemporanea, poi, tende a confinare la religione fuori dagli spazi della razionalità: nella misura in cui le scienze empiriche monopolizzano i territori della ragione, non sembra esserci più spazio per le ragioni del credere, per cui la dimensione religiosa viene relegata nella sfera dell'opinabile e del privato". "A novant'anni dalla sua fondazione, l'Università Cattolica del Sacro Cuore - ha detto il Pontefice - si trova a vivere in questo tornante storico, in cui è importante consolidare e incrementare le ragioni per le quali è nata, recando quella connotazione ecclesiale che è evidenziata dall'aggettivo 'cattolica'; la Chiesa, infatti, 'esperta in umanità', è promotrice di umanesimo autentico".
"Emerge, in questa prospettiva - ha sottolineato il Papa - la vocazione originaria dell'Università, testimoniata da una secolare esperienza: scuola di humanitas nella quale si coltiva un sapere vitale, si forgiano alte personalità e si trasmettono conoscenze e competenze di valore". "La prospettiva cristiana non si contrappone al sapere scientifico e alle conquiste dell'ingegno umano, ma, al contrario, considera la fede quale orizzonte di senso, via alla verità piena, guida di autentico sviluppo. Senza orientamento alla verità, senza un atteggiamento di ricerca umile e ardita - ha detto il Pontefice - ogni cultura si sfalda, decade nel relativismo e si perde nell'effimero. Sottratta invece alla morsa di un riduzionismo che la mortifica e la circoscrive può aprirsi ad un'interpretazione veramente illuminata del reale, svolgendo così un autentico servizio alla vita". "Cari amici, fede e cultura - ha proseguito il Pontefice - sono grandezze indissolubilmente connesse, manifestazione di quel 'desiderium naturale videndi Deum' che è presente in ogni uomo. Quando questo connubio si infrange, l'umanità tende a ripiegarsi e a rinchiudersi nelle sue stesse capacità creative". Unendo “l’audacia della ricerca e la pazienza della maturazione”, l’orizzonte teologico può e deve valorizzare tutte le risorse della ragione. La questione di Dio, ha ricordao il Papa, “non è un’investigazione astratta”, avulsa dalla realtà del quotidiano ma è “la domanda cruciale da cui dipende radicalmente la scoperta del senso del mondo e della vita”. “Il sapere della fede quindi illumina la ricerca dell’uomo, la interpreta umanizzandola, la integra in progetti di bene, strappandola alla tentazione del pensiero calcolatore, che strumentalizza il sapere e fa delle scoperte scientifiche mezzi di potere e di asservimento dell’uomo”.
“L’orizzonte che anima il lavoro universitario – ha proseguito il Pontefice – può e deve essere la passione autentica per l’uomo. Solo nel servizio all’uomo la scienza si svolge come vera coltivazione e custodia dell’universo”. “E servire l’uomo è fare la verità nella carità, è amare la vita, rispettarla sempre, a cominciare dalle situazioni in cui essa è più fragile e indifesa. È questo un nostro compito, specialmente nei tempi di crisi: la storia della cultura mostra come la dignità dell’uomo sia stata riconosciuta veramente nella sua integralità alla luce della fede cristiana”. I giovani universitari della “Cattolica”, ha sottolineato il Papa, sono la dimostrazione vivente “di quel carattere che cambia la vita e salva il mondo”, con i problemi e le speranze, gli interrogativi e le certezze che “il desiderio di una vita migliore genera e la preghiera alimenta”. E salutando studenti, personale e professori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che prima dell’udienza hanno partecipato alla Santa Messa presieduta nella Basilica di San Pietro dal card. Tettamanzi, Benedetto XVI si è soffermato infine sui tratti fondamentali del “ruolo decisivo” dei docenti: “Mostrare come la fede cristiana sia fermento di cultura e luce per l’intelligenza, stimolo a svilupparne tutte le potenzialità positive, per il bene autentico dell’uomo. Ciò che la ragione scorge, la fede illumina e manifesta. La contemplazione dell’opera di Dio dischiude al sapere l’esigenza dell’investigazione razionale, sistematica e critica”.

TMNews, Radio Vaticana

UDIENZA AI DIRIGENTI, DOCENTI E STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE NEL 90° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa sopprime l’Abbazia di Santa Croce in Gerusalemme e dispone il trasferimento dei monaci: intrighi, mondanità, abusi liturgici e poca disciplina

È una delle sette mete del pellegrinaggio a Roma e custodisce la più sacra delle reliquie, i frammenti della croce di Cristo, ma da vent’anni ospita lo scintillante regno dell’eccentrico abate acchiappavip, padre Simone Fioraso, ex stilista negli atelier milanesi. Dopo 18 secoli una delle Basiliche romane più suggestive si era trasformata in un set cinematografico tra raduni di nobiltà nera, maratona tv di lettura della Bibbia aperta da Benedetto XVI e intervallata dai balli col crocifisso dell’ex lap dancer suor Anna Nobili, documentata dal sito Messainlatino.it, visite di celebrità "cattolicamente scorrette" come la cantante Madonna, annesso albergo alla moda, interventi architettonici scenografici come il cancello-scultura di accesso all’orto botanico realizzato dall’artista superstar Jannis Kounellis. Negli orti griffati della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme (foto) era di casa la Roma glamour, si vendevano frutta e verdura biologiche, in realtà acquistate dai monaci in un negozio vicino, e si davano appuntamento gli "Amici di Santa Croce", associazione presieduta dal marchese Giulio Sacchetti discendente di Carlo Magno (sua vice è Olimpia Torlonia), luogo d’incontro fra poteri temporali e spirituali. Troppa mondanità per uno dei luoghi più venerati della cristianità in cui sono conservati i frammenti di croce ritrovati sul calvario da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Lungo le maestose navate le cappelle svelano tesori di devozione come l’iscrizione sulla croce di Gesù, un chiodo e due spine della corona di Gesù, il dito di San Tommaso, l’apostolo che dubitava della resurrezione e una parte della croce del Buon Ladrone. Eccessive luci della ribalta mediatica, maxi-lavori di ristrutturazione, l’accusa di abusi liturgici, documentati da foto di suore che danzano intorno all’altare, intrighi, le voci di scarsa disciplina morale e comportamenti discutibili nella comunità monastica. In Vaticano hanno voluto vederci chiaro con un’ispezione: la Visita Apostolica “ad inquirendum et referendum” ha indagato e riferito in Curia irregolarità tali da giustificare la cancellazione dell’abbazia e la diaspora della comunità monastica in altri conventi. Fa le valigie una comunità che nella capitale è un’istituzione dal Cinquecento. Accogliendo "le risultanze della Visita, approvate dal Congresso e confermate in forma specifica dal Santo Padre", il decreto firmato dal prefetto vaticano João Braz de Aviz e dal segretario Joseph Tobin e non ancora reso pubblico, è un colpo di scure. La Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica, cioè il ministero che "ha il compito di intervenire in tutto ciò che è riservato alla Santa Sede per quanto riguarda la vita consacrata", sopprime l’Abbazia di Santa Croce e dispone che "i monaci ivi residenti" si trasferiscano nei monasteri di San Bernardo in Italia, come stabilito dal commissario pontificio dom Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’ordine cistercense. Sotto la lente degli ispettori vaticani erano finiti in particolare, padre Fioraso e i suoi due più stretti collaboratori, padre Luca Zecchetto, direttore artistico del coro delle "Matite colorate" e padre Ryan per motivazioni di gestione economica ma anche di disciplina interna al monastero. Malgrado fossero lì da mezzo millennio, oramai la vita di clausura richiesta ai cistercensi mal si attagliava alla fiorente attività mondana-concertistica, al servizio limousine per i pellegrini più facoltosi, al negozio interno (i prodotti dell’orto disegnato dal paesaggista di casa Rothschild, liquori, miele, marmellate, pregiatissima cioccolata su ordinazione), al via-vai a tutte le ore del giorno, alle visite-passerella in Basilica di popstar trasgressive come Madonna "commossa" in una pausa del concerto a Roma del 2008, Gloria Estefan. Un giro di soldi fuori controllo, denunce arrivate nei Sacri Palazzi su conduzione "allegra" della vita monastica e rapporti non limpidi nella comunità. Una partita giocata tra sovraesposizione mediatica e trame opache. Fino al fischio finale di Benedetto XVI.

Giacomo Galeazzi, La Stampa