giovedì 25 agosto 2011

Da oggi fino a domenica a Castel Gandolfo il tradizionale seminario estivo degli ex allievi di Benedetto XVI, quest'anno sulla nuova evangelizzazione

Il tema della nuova evangelizzazione fa da sfondo al tradizionale seminario estivo degli ex allievi di Benedetto XVI, riuniti nel cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, apertosi questa mattina a Castel Gandolfo. All’incontro, che si tiene fino a domenica 28 nel centro congressi Mariapoli, partecipano una quarantina di persone provenienti da diversi Paesi. Tra loro il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, il vescovo ausiliare di Amburgo, Hans-Jochen Jaschke, il segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Barthélémy Adoukonou, docenti, parroci, religiosi, religiose e laici: tutti ex allievi del professor Joseph Ratzinger, che hanno discusso le loro tesi con lui negli anni in cui era docente in Germania. Quest’anno sono due i relatori che interverranno durante i lavori della mattina e del pomeriggio di sabato 27: Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, docente di filosofia della religione all’università di Dresda, che approfondirà il tema "In Athen von Jerusalem sprechen. Gott rede in einerwiderständigen Welt" ("Parlare ad Atene di Gerusalemme. Parole di Dio in un mondo che resiste"), e Otto Neubauer, direttore dell’Accademia per l’Evangelizzazione della Comunità Emmanuel a Vienna, che parlerà su "Eine immer neue Evangelisation – wo die Armut zur Brücke zu den Menschen wird" ("Una evangelizzazione sempre nuova – dove la povertà diventa un ponte verso gli uomini"). Alla sessione di sabato sarà presente Benedetto XVI, che terrà una breve relazione introduttiva. Dalla giornata di venerdì 26 si uniranno ai partecipanti anche i membri del "nuovo" Schülerkreis, il circolo, costituitosi quattro anni fa, composto da studenti che hanno svolto la tesi di laurea su testi di Joseph Ratzinger, i quali parteciperanno anche alla Messa e all’Angelus del Papa nella mattina di domenica 28. Nel pomeriggio, a conclusione dei lavori, avrà luogo una libera discussione fra "vecchi" e "nuovi" ex allievi sull’argomento oggetto del seminario di quest’anno. Gli incontri, che come di consueto si svolgono a porte chiuse, sono curati sotto l’aspetto organizzativo dal religioso salvatoriano Stephan Horn, presidente della Joseph Ratzinger-Papst Benedict XVI.-Stiftung, la fondazione intitolata a Papa Ratzinger con sede a Monaco di Baviera. Approvata il 21 dicembre 2007 come fondazione civile, essa ha tra i suoi scopi la preparazione e l’organizzazione dell’incontro annuale, la promozione degli studi intrapresi da Joseph Ratzinger quando era docente, la diffusione del suo insegnamento teologico e della sua spiritualità, oltre che la pubblicazione dei libri di Benedetto XVI. Obiettivi che, nella sostanza, coincidono con quelli della omonima fondazione vaticana nata il 1° marzo 2010. Il primo incontro di Joseph Ratzinger con i suoi dottorandi e i candidati alla libera docenza nel periodo in cui egli insegnava a Bonn, Münster, Tubinga e Ratisbona, ebbe luogo dopo la sua nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga, avvenuta il 24 marzo 1977. Ben presto furono organizzate riunioni annuali alle quali il cardinale Ratzinger partecipò sempre. Questa tradizione è proseguita anche dopo la sua elezione al soglio pontificio. L’appuntamento si ripete ogni anno su un tema particolare, che lo stesso Pontefice sceglie da una terna di proposte. Particolarmente significativa la scelta di quest’anno, anche in vista dell’incontro del Papa con i rappresentanti delle realtà ecclesiali impegnate nell’ambito della nuova evangelizzazione in Occidente, che si svolgerà il 15 e il 16 ottobre prossimi in Vaticano, e soprattutto nella prospettiva della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana", in programma dal 7 al 28 ottobre 2012.

L'Osservatore Romano

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Raposo de Souza: come il Cristo Redentore accoglieremo tutti a braccia aperte. Promuoverà economia e turismo

La Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro nel 2013 non solo porterà Papa Benedetto XVI in Brasile per la seconda volta, ma lascerà anche un'importante eredità alla città. “L'emozione di sapere che Rio è stata scelta per un altro grande evento è totale, siamo in festa. Il Papa e i milioni di giovani delle varie parti del mondo sono i benvenuti”, ha affermato padre Omar Raposo de Souza, consulente arcidiocesano per i grandi eventi, secondo quanto ha reso noto l'arcidiocesi di Rio. “Prepareremo la città, le chiese, le famiglie e i cuori perché possiamo accogliere tutti a braccia aperte, come il Cristo Redentore. Avremo l'opportunità di vivere un meraviglioso momento di fede, cultura e allegria”, ha detto. Il sacerdote, che ha condotto a Rio de Janeiro la veglia GMG Madrid-Rio al Maracanãzinho, ha anche sottolineato in che modo una Giornata Mondiale della Gioventù è un beneficio per la città che la ospita. “Come gli eventi sportivi riuniscono valori e una possibile eredità per la città di Rio, senza alcun dubbio la visita del Papa non lascerà solo un'eredità spirituale, ma anche un legato materiale. Le parrocchie saranno più organizzate e aumenterà anche la visibilità delle azioni culturali e sociali della Chiesa”, ha indicato. Il sacerdote ha citato l'esempio di Sydney, che ha accolto la GMG 2008 e dopo l'evento ha vissuto un rafforzamento della Chiesa Cattolica. “Ciò avverrà anche in Brasile. Questa mobilitazione mostrerà il volto della gioventù cattolica brasiliana. La Giornata è un invito a maturare la capacità di essere giovani e quella di articolarsi come giovani cattolici nel mondo in cui viviamo oggi”, ha segnalato. Secondo il sacerdote, la comunità cattolica e le autorità di Rio de Janeiro stanno vivendo un momento di grande aspettativa per il numero di visitatori che la GMG porterà in città, movimentando l'economia e incentivando il turismo. “Ci aspettiamo di battere il record di tutte le Giornate. Rio de Janeiro ha le condizioni per accogliere un evento come questo perché è una città turistica che molte persone sognano di conoscere, oltre ad avere una buona localizzazione, al centro dell'America del Sud, il che faciliterà molto la presenza dei pellegrini”. “La Giornata, come ogni grande evento, genera un'economia per la città, un'immensa partecipazione dello Stato, del commercio locale, dell'imprenditoria. E sarà un'altra opportunità per far conoscere la città di Rio de Janeiro come destinazione non solo per il turismo di intrattenimento, ma anche per quello religioso”, ha indicato il sacerdote.

Zenit

Mons. Carlo Maria Viganò sarà il nuovo nunzio apostolico negli Stati Uniti. ll braccio di ferro sul Governatorato, che sarà guidato da mons. Bertello

Il nuovo nunzio apostolico negli Stati Uniti, dopo la morte di Pietro Sambi, avvenuta qualche settimana fa, sarà Carlo Maria Viganò, finora segretario generale del Governatorato, l'ente che gestisce lo Stato della Città del Vaticano. Il 13 agosto la Segreteria di Stato gli ha comunicato con una lettera personale che era desiderio di Benedetto XVI che andasse a rappresentare la Santa Sede a Washington. La lettera, in cui si metteva in rilievo come la scelta del Papa fosse motivata dalla necessità di avere una persona di valore in una delle nunziature certamente più importanti e delicate, nel momento in cui negli Stati Uniti parte la rincorsa per le elezioni presidenziali, era di risposta a una lettera di Viganò stesso, in cui il presule di origine lombarda metteva in rilievo invece perché non era suo desiderio andare oltreoceano. Lo scambio epistolare è l’ultimo atto di un braccio di ferro che dura da mesi. Quando si è cominciata a ventilare l’ipotesi che Viganò dovesse sostituire il card. Giovanni Lajolo come presidente dell’ente che gestisce il piccolo stato-città, si sono sentite voci molto critiche da diversi uffici della Curia. E interrogato, anche il card. Lajolo ha dovuto ammettere di avere alcune riserve di tipo caratteriale sul suo collaboratore più stretto. Le critiche hanno fatto breccia, a quanto pare, nel giudizio del Papa. Allora è stato proposto a Viganò, secondo fonti molto informate, di abbandonare l’idea del Governatorato, e di diventare responsabile degli Affari Economici, alla cui guida c’è, in scadenza imminente, il card. Velasio De Paolis. Ma sembra che il presule varesino, che viene dalle fila della diplomazia (ha servito in diverse nunziature) abbia opposto un rifiuto netto: o il Governatorato o niente. Il Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, che inizialmente ha cercato di aiutarlo, di fronte a questo irrigidimento ha mutato posizione, causando, fra l’altro, l’ira, non nascosta, di Viganò nei suoi confronti. E a questo punto è nata e si è concretizzata l’ipotesi Washington. Mentre presidente del Governatorato diventerà, alla fine di settembre, se le previsioni saranno confermate, l’attuale nunzio apostolico in Italia, Giuseppe Bertello. La nomina dovrebbe avvenire il 29 settembre. Sembra che il Pontefice però sia rimasto molto colpito, in maniera negativa, da tutta questa storia; così come dagli sviluppi del contenzioso vescovi-Stato-benedettini in Croazia.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Il Papa: la carità deve penetrare profondamente nella vita del cristiano, conformandolo al Dio dell'amore di cui siamo chiamati ad essere immagine

Benedetto XVI ha esortato a “una risposta generosa” nei confronti della colletta argentina Más por Menos, che si realizzerà domenica 11 settembre in tutte le chiese del Paese sul tema “Con il tuo aiuto scegli la vita”. “Come ci insegna il Signore nel Vangelo, per Dio conta anche la donazione più piccola”, ha sottolineato in un messaggio inviato a mons. Adolfo Uriona, vescovo di Añatuya e presidente della Commissione Episcopale di Aiuto alla Regioni più bisognose, responsabile di questa campagna. Il Pontefice ha indicato che in questa donazione deve trovarsi “quella carità divina che è capace di staccarsi anche dal necessario per soccorrere il fratello, quella carità che non si mostra solo in alcune occasioni isolate, ma deve penetrare profondamente nella vita del cristiano, conformandolo al Dio dell'amore di cui siamo chiamati ad essere immagine e testimonianza”. “Una carità che nell'intima unione con Dio ci chiama inesorabilmente all'unione dei fratelli”, ha aggiunto. Il Papa ha poi raccomandato a “Nostra Signora di Luján, celeste patrona del popolo argentino, questa benemerita iniziativa, supplicandola di sostenere con la sua amorosa protezione tutti coloro che vi partecipano con risposte concrete ed efficaci”, e ha impartito una speciale benedizione apostolica. I frutti della 42° edizione della colletta verranno distribuiti tra 25 Diocesi argentine bisognose per costruire alloggi per aiuto reciproco, microimprese e mense comunitarie, tra gli altri progetti. Le opere sostenute da Más por Menos aiutano ad alleviare le difficoltà di gran parte della popolazione delle zone interne dell'Argentina, soprattutto gli emarginati nelle aree più povere del Paese. I vescovi definiscono l'iniziativa “uno spazio creato per compensare la mancanza di equità sociale”.

Zenit

Il Papa ad Ancona. In arrivo 300mila fedeli, solo 65mila parteciperanno alla Messa. La nave Adria ospiterà le famiglie che incontreranno Benedetto XVI

Per il prefetto di Ancona, Paolo Orrei, impegnato da mesi nell'organizzazione dell'evento, il Congresso Eucaristico Nazionale “sarà una grande festa religiosa, che culminerà nell’incontro di Papa Benedetto XVI con i fedeli, l’11 settembre. Ancona si sta preparando al meglio per garantire accoglienza e sicurezza, in una città che non sarà certo militarizzata". Nel capoluogo di regione e nelle città vicine arriveranno circa 300 mila persone (questa la stima delle autorità ecclesiastiche), di cui non più di 60-65 mila, capienza massima, per la Santa Messa che il Pontefice celebrerà nell’area della Fincantieri. Un evento che porterà Ancona e le Marche “all’attenzione del mondo, e che senz’altro si svolgerà in una cornice di serenità e partecipazione”. “Nulla turberà la festa”, sostiene il prefetto. Inoltre, le opere realizzate ad Ancona per il Congresso rimarranno: “dalle ripavimentazioni stradali all’installazione delle telecamere di sicurezza”, sessantacinque, in varie zone della città. Tre megaschermi diffonderanno la Messa che il Papa celebrerà sul palco, ancora in fase di allestimento, nell'area Fincantieri. La struttura portante del palco, 800 metri quadrati complessivi, 40 metri di larghezza e 12 d’altezza, è stata praticamente completata. Altri dieci giorni saranno necessari per montare la scenografia. Altre quattro ditte con 130 operai lavoreranno insieme all’azienda già attiva con 20 unità. In porto attraccheranno una nave della Costa Crociere, alle 7.30, e una della Minoan Lines verso le 21.30 a Congresso concluso. Per il resto le banchine rimarranno off limits come misure di sicurezza. Quel giorno sosterrà nello scalo solo il traghetto dell’Adria Ferries ‘Riviera del Conero’, che di solito collega Ancona a Durazzo e che attraccherà la sera del 10 settembre. Ci saranno anche alcune delle famiglie numerose che parteciperanno l'11 settembre all'incontro con Benedetto XVI presso il Duomo di San Ciriaco in conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, tra i 300 ospiti della nave. Il traghetto fungerà da nave alloggio per 200 vescovi in arrivo, ospiterà staff e uffici della CEI oltre all'ufficio liturgico. I dettagli sono stati illustrati ad Ancona presso la sede del Gruppo Frittelli Maritime, agente generale dell'Adria Ferries e della Minoan Lines, presieduto da Alberto Rossi. Tra le persone che alloggeranno nelle 170 cabine disponibili, ha riferito il segretario generale del CEN Marcello Bedeschi, vi saranno anche famiglie numerose scelte mediante le diocesi. La nave fungerà anche da garage, permettendo così, secondo Roberto Oreficini, direttore dipartimento regionale di protezione civile, ''una notevole semplificazione logistica e una riduzione drastica degli spostamenti di mezzi al porto''.

Il Resto del Carlino.it, Ansa

'Vegliate perché non sapete quando il Signore verrà'. Benedetto XVI: ciascuno sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza

Il Vangelo della liturgia di oggi propone uno spunto di riflessione molte volte affrontato da Benedetto XVI nelle sue meditazioni: quello dell’attesa di Cristo e della “veglia” con la quale l’uomo è chiamato ad aspettarlo. “Vegliate – si legge nel brano evangelico di Matteo – perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà...Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. C’è un momento altamente drammatico nel Vangelo, leggendo il quale è difficile trattenere, anche nutrendo una benevola disposizione di fede, un moto di riprovazione: è quando Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli “fidati”, quelli più vicini a Gesù, si addormentano nel Getsemani a pochi metri dal Maestro, attanagliato da un’indicibile angoscia. Ci si attenderebbe in quel caso la manifestazione della più stretta e affettuosa solidarietà da parte degli amici più vicini. E invece disturba e stride con l’istintivo sentimento della pietà quell’immagine di umana debolezza, la visione di quelle palpebre tanto pesanti da non riuscire “a vegliare neppure un’ora” con l’amico e Maestro che sta presagendo l’orrore di uno strazio terribile. Quel sonno che si dimentica di Cristo simboleggia bene il rischio che corre chi pure a Lui ha donato la vita. Un oblio involontario eppure insidioso, che richiede un atto di volontà uguale e contrario: rimanere svegli. Non solo, come per i discepoli di duemila anni fa, per non abbandonare Gesù che sta terminando la vita sulla terra. Ma soprattutto per non mancare all’appuntamento con il suo nuovo ritorno, che non ha né data né ora: “Vegliate!, dice Gesù, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà. La breve parabola del padrone partito per un viaggio e dei servi incaricati di farne le veci pone in evidenza quanto sia importante essere pronti ad accogliere il Signore quando, all’improvviso, arriverà” (Angelus, 27 novembre 2005).
La veglia intesa come attenzione dell’anima alle cose della fede è tipicamente cristiana. E non è che essa vieti il sonno. La parabola delle Vergini sapienti dimostra che ci si può tranquillamente addormentare senza per questo annaspare impreparati al risveglio. La questione è un’altra, riguarda l’impegno che questo tipo di “veglia” richiede. Ciò rende il tema uno dei meno “addomesticabili”, perché mette il cristiano – anche quello che vorrebbe non pensarci – davanti alla serietà di un inevitabile momento: “'Vegliate!' E’ rivolto ai discepoli, ma anche ‘a tutti’, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza" (Angelus, 30 novembre 2008).
Ogni singola Santa e ogni singolo Santo sono esempi di una vita trascorsa vegliando, per cui la soglia di attenzione della fede di queste grandi anime ha permesso alla fantasia della carità di trovare mille strade per amare Dio e l’umanità che avevano accanto. Il loro essere desti, attenti al loro Maestro, riporta allora al Getsemani, a quella lotta fra oblio e veglia che coinvolge ogni battezzato.
“Ancora oggi il Signore dice a noi: ‘Restate e vegliate con me e vediamo come anche noi, i discepoli, dormiamo spesso’. Sentiamo in questo giorno la Parola del Signore: ‘Restate e vegliate con me’” (Udienza generale, 12 aprile 2006).

Radio Vaticana

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. 'Bote Fé', il 18 settembre la festa e la preghiera dell'arcidiocesi di San Paolo per accogliere la Croce

Questa domenica, i giovani brasiliani hanno ricevuto a Madrid la Croce pellegrina e l'Icona della Madonna dalle mani dei giovani spagnoli in occasione della chiusura della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. Rio de Janeiro ospiterà la prossima edizione dell'evento, nel 2013. Visto che il Brasile è un Paese enorme, e perché sia possibile che i simboli della Giornata percorrano tutte le città del Paese, sia la Croce che l'Icona giungeranno in territorio brasiliano già il 18 settembre, in un grande evento promosso dall'arcidiocesi di San Paolo. Secondo quanto ha reso noto il dipartimento stampa dell'arcidiocesi, l'accoglienza della Croce nel Paese avverrà nella zona di Campo de Marte, con spettacoli, testimonianze e riflessioni dalle 9.00 alle 21.00. Alle 16.00 la Croce e l'Icona arriveranno sul posto su un camion dei pompieri. Subito dopo verrà celebrata una Messa presieduta dal card. Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo. Alla manifestazione si attendono almeno 80.000 persone. Sarà il primo evento per preparare il viaggio che Papa Benedetto XVI farà a Rio de Janeiro nel 2013. Dopo lo spettacolo, la Croce e l'Icona verranno portate nella Cattedrale, da dove poi visiteranno le chiese della città. Il 18 settembre sarà un giorno speciale per i giovani di San Paolo. Intitolato “Bote Fé”, questo evento di accoglienza della Croce pellegrina vuole rafforzare tra i cattolici la consapevolezza dell'importanza di evangelizzare la gioventù. Nell'evento di Campo de Marte, tutte le parrocchie dell'arcidiocesi di San Paolo e delle diocesi vicine sono invitate a manifestare che “ripongono fiducia” nella gioventù brasiliana. Si tratta di un momento privilegiato dell'evangelizzazione della gioventù in Brasile, confermato dal record di partecipazione brasiliana alla GMG di Madrid, con oltre 13.000 iscritti. La campagna “Bote Fé” ha anche l'obiettivo di dare continuità alla grazia che la gioventù brasiliana ha vissuto nella GMG, quando i giovani sono stati inviati da Papa Benedetto XVI ad annunciare la Buona Novella nei propri Paesi. Per mons. Tarcísio Scaramussa, vescovo ausiliare di San Paolo e referente del Settore Gioventù dell'arcidiocesi, il “Bote Fé” “è una convocazione perché i giovani 'ripongano fiducia in Cristo', credano in lui”. “E' anche una convocazione per tutta la Chiesa, e un'attività missionaria per esortare le comunità, migliorare l'autostima, credere davvero che Cristo è risorto, che Cristo è la vita”, ha aggiunto.

Zenit

www.botefesp.com.br

Il Papa in Germania. Il nunzio: porterà speranza e forza per la nuova evangelizzazione e incoraggerà la Chiesa a proclamare il messaggio di Cristo

“Speranza e forza per la nuova evangelizzazione”: sono i due “doni” che Benedetto XVI porterà alla Chiesa tedesca, in occasione del suo viaggio apostolico in Germania, che avrà luogo dal 22 al 25 settembre prossimi. Ad affermarlo è il nunzio apostolico nel Paese, mons. Jean-Claude Périsset, in un’intervista all’agenzia cattolica Kna. “La Chiesa deve proclamare il messaggio di Cristo – dice il presule – e il Papa vuole incoraggiare la Chiesa a portare a termine questo compito. E sono sicuro che ci riuscirà”. Soffermandosi, poi, sulle tappe del viaggio, Berlino, Erfurt, Etzelsbach e Friburgo, il nunzio sottolinea: “Il programma dimostra che Benedetto XVI visiterà la Germania riunita, ovvero prima la capitale, poi Erfurt, ossia una diocesi dell’antica Repubblica Democratica Tedesca in cui la Chiesa è riuscita a conservare la fede durante il regime e in cui si trova il Seminario che lo stesso card. Ratzinger visitò in passato. Infine, il Papa si recherà anche nell’ovest del Paese, visitando Friburgo”. Tra i vari momenti del programma, mons. Périsset ne sottolinea due in particolare, che avranno luogo nel pomeriggio del 22 settembre a Berlino: la visita del Papa al Parlamento Federale (foto) e la Santa Messa presieduta dal Pontefice all’Olympiastadion. Riguardo al primo appuntamento, il nunzio ricorda che quella del Papa sarà “una visita ufficiale” e che questo “carattere ufficiale si esprime nel fatto che, in quanto capo della Chiesa universale, Benedetto XVI renderà visita alle massime autorità dello Stato”. E a chi si mostra perplesso per la presenza del Papa in Parlamento, il nunzio ricorda che “innanzitutto, è stato il Bundestag stesso ad invitare il Pontefice. In secondo luogo, come altri 179 Stati del mondo, la Germania intrattiene relazioni diplomatiche con la Santa Sede e ciò permette al Papa di rappresentare, a livello internazionale, una determinata eredità di valori. Se altri capi religiosi intrattenessero relazioni diplomatiche con gli Stati, avrebbero anch’essi la stessa possibilità”. Quanto alle voci su possibili manifestazioni di protesta, mons. Périsset afferma: “La gente ha il diritto di manifestare. Mi auguro solo che non finisca per insultare i valori religiosi, ma si rispetti il credo della Chiesa cattolica. Noi esigiamo esattamente lo stesso rispetto che si avrebbe per un altro responsabile religioso o politico”. Riguardo, poi, alla Santa Messa nell’Olympiastadion di Berlino, il cui numero di possibili partecipanti cresce di giorno in giorno, il nunzio sottolinea: “Il fatto che molti cattolici di altri Länder e molti stranieri vogliano partecipare a questa celebrazione eucaristica è un segnale positivo dell’unità della Germania. E dimostra anche che Berlino non è ‘una città pagana’, come dicono alcuni, ma che la Chiesa è presente nella capitale ed è ben accetta”. Infine, alla domanda sulla situazione attuale della Chiesa tedesca, il nunzio risponde che, nonostante alcune critiche, essa è viva. Anzi: “Le critiche stesse rappresentano un fattore positivo. Infatti, proprio è perché la Chiesa è viva e dona il suo contributo che attira le critiche. E ciò dimostra quanto essa sia importante per la società”.

Radio Vaticana