martedì 20 settembre 2011

Un’antologia con brani tratti dal Magistero di Benedetto XVI sul dialogo interreligioso: chiamati a lavorare per la pace e la riconciliazione

"Nel rispetto delle differenze delle varie religioni, tutti siamo chiamati a lavorare per la pace e ad un impegno fattivo per promuovere la riconciliazione tra i popoli". In un discorso del 21 ottobre 2007, Benedetto XVI chiarisce il senso del famoso incontro con i leader religiosi mondiali voluto nel 1986 dal suo predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, nella città di San Francesco. "È questo - dice il Papa - l’autentico 'spirito di Assisi', che si oppone ad ogni forma di violenza e all’abuso della religione quale pretesto per la violenza". Infatti, "di fronte a un mondo lacerato dai conflitti, dove talora si giustifica la violenza in nome di Dio, è importante ribadire che mai le religioni possono diventare veicoli di odio; mai, invocando il nome di Dio, si può arrivare a giustificare il male e la violenza". Al contrario, "le religioni possono e devono offrire preziose risorse per costruire un’umanità pacifica, perché parlano di pace al cuore dell’uomo". Un discorso doppiamente importante, dunque, anche perché arriva a sgombrare il campo da equivoci e incomprensioni nate attorno al significato e al valore degli incontri interreligiosi. E che proprio per questo è stato posto come premessa a una selezione di testi del Papa sull’argomento. Una piccola antologia, curata da Lucio Coco, in libreria da pochi giorni, significativamente alla vigilia del pellegrinaggio che Benedetto XVI compirà ad Assisi il 27 ottobre, nel venticinquesimo dello storico incontro convocato da Papa Wojtyła, dal titolo "Pensieri sul dialogo interreligioso" (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2011, pagine 62, euro 7). Nell’agile pubblicazione sono condensati una sessantina di brani tratti dal Magistero di Papa Ratzinger. Testi di discorsi, messaggi, catechesi, omelie che con la consueta lucida chiarezza spiegano il "Vangelo della Pace" e il desiderio della Chiesa di voler "continuare a costruire ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni". Con un’invocazione, finale, al Signore: "Facci diventare portatori della tua pace!.

L'Osservatore Romano

Domani il Papa consegna il Pallio al card Scola. Domenica il solenne ingresso nell'arcidiocesi di Milano inizierà dal paese natale Malgrate

Dopo l'indisposizione influenzale che l'aveva bloccato la scorsa settimana impedendogli di raggiungere il Papa, il neo arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola (foto), sarà ricevuto da Benedetto XVI a Castel Gandolfo per la consegna del Pallio, mentre domenica farà il suo ingresso solenne nella diocesi ambrosiana. La giornata del 25 settembre dell'arcivescovo di Milano si aprirà alle 14.00 a Malgrate (Lc), suo paese natale, dove osseverà un momento di raccoglimento nella chiesa parrocchiale di San Leonardo, luogo del suo battesimo. Alle 16.00 il card. Scola giungerà a Milano alla Basilica di Sant'Eustorgio, in accordo con la tradizione che prevede l’ingresso degli Arcivescovi in Milano proprio a partire da questa chiesa nel cui territorio sono stati evangelizzati e battezzati i primi milanesi. Qui sarà accolto dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e dal Vicario episcopale della città. A Sant'Eustorgio è previsto un momento di preghiera con circa 200 catecumeni, giovani e adulti che si stanno preparando al battesimo, provenienti da diverse parti della diocesi. L'arcivescovo raggiungerà quindi in automobile piazza Duomo dove, accolto dal vicario generale, dal moderator curiae, dai rappresentanti istituzionali di regione, provincia, comune di Milano, riceverà gli onori militari dal picchetto d’onore. In seguito raggiungerà il sagrato della cattedrale dove incontrerà il suo predecessore, il card. Dionigi Tettamanzi, e con lui farà ingresso in Duomo. Sarà ancora il card. Tettamanzi, durante la solenne concelebrazione eucaristica che avrà inizio alle ore 17.00 a consegnare al card. Scola, dopo il canto dei 12 Kyrie Eleison, il pastorale di San Carlo. Tutti coloro che vorranno partecipare alla Messa in Duomo avranno libero accesso alla Cattedrale a partire dalle ore 15.45. Per chi non trovasse posto, sarà possibile seguire la celebrazione dai maxi-schermo sul sagrato della Cattedrale. L'ingresso in diocesi del card. Scola sarà comunque trasmesso in diretta su www.chiesadimilano.it.

Agi, Zenit

Il Papa in Germania. Il nuovo ritorno in patria nelle parole del nunzio a Berlino, dell'ambasciatore tedesco in Vaticano e del card. Brandmüller

Dopodomani il nuovo ritorno di Benedetto XVI in patria. Intervista del nunzio a Berlino, mons. Périsset

L'ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Schmid: grande l'attesa per l'intervento del Papa al parlamento

Card. Brandmüller: troppo dialogo, poca fede e disponibilità

Mons. Tong: il Papa ama moltissimo la Chiesa in Cina, auspica che raggiunga pienamente il rapporto di unione e comunione con la Chiesa universale

Unità e comunione della Chiesa, consolidamento della vita religiosa e dello spirito di evangelizzazione, la lettera del Papa ai cattolici cinesi del 2007: su questi temi si è soffermato mons. John Tong, vescovo della diocesi di Hong Kong, rivolgendosi ad un gruppo di religiose del continente in visita ad Hong Kong, condividendo con loro anche la sua esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao, il bollettino diocesano in versione cinese, le 21 suore del continente, rispondendo all’invito dell’Istituto Cattolico per la Religione e la Società (Catholic Institute For Religion & Society) hanno iniziato la loro visita il 29 agosto. Mons. Tong ha voluto incontrarle l’8 settembre per esortarle all’unità e alla comunione nella Chiesa, per scambiare riflessioni e testimonianze con loro e soprattutto per incoraggiarle a vivere una vita religiosa convinta, consolidata da un forte senso ecclesiale. Riguardo alla GMG, ha detto che il tema “di quest’anno mi ha fatto riflettere molto, su ‘la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica’. Ho sentito fortemente lo spirito universale”. Secondo quanto riporta Kong Ko Bao, Mons. Tong ha detto alle religiose: “durante la vostra permanenza ad Hong Kong, potrete conoscere meglio i principi e l’amore della Chiesa Universale. Il Pontefice attuale ci ha sempre insegnato ad insistere fermamente sulla fede, a distinguere la verità, a mettere bene in chiaro tutte le cose importanti”. Mons. Tong ha anche raccontato la propria esperienza: “Essendo vescovo di Hong Kong, ho avuto parecchie opportunità di incontrare il Papa. Lui ama moltissimo la Chiesa in Cina, auspica che la Chiesa in Cina possa raggiungere pienamente il rapporto di unione e comunione con la Chiesa Universale. Ha sempre dato molta attenzione alla formazione dei Vescovi, dei sacerdoti, dei seminaristi, delle religiose e dei laici cinesi”. Richiamando l’importanza di leggere e meditare la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi del 2007, il vescovo ha ricordato che il Papa raccomanda “la fedeltà delle religiose ai Consigli evangelici”, e durante un incontro con le suore, il Papa “ha sottolineato l’importanza della vocazione della vita religiosa, invitando le suore a portare il Signore nel mondo secolare. Quindi – ha concluso Mons. Tong - anche voi portate l’esprienza di questo viaggio, condividendola con la Chiesa del continente”.

Fides

Mons. Giuseppe Versaldi, vicino al card. Bertone, in pole position per diventare presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede

L’influenza del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone nella Curia romana e negli organismi che gestiscono e controllano le finanze vaticane si consolida: potrebbe essere annunciata nei prossimi giorni, forse già sabato, la nomina del vescovo di Alessandria Giuseppe Versaldi (foto) a presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, attualmente guidata dal card. Velasio De Paolis. Versaldi ha 68 anni, ed è vescovo della di Alessandria da quattro, dopo essere stato vicario generale di Vercelli. Molto legato al cardinale Bertone fin dai tempi in cui quest’ultimo era arcivescovo della città (1991-1995), aveva collaborato con lui nel risanare problemi finanziari che si erano creati nella curia vercellese. Quando nei primi mesi del 2010, il quotidiano Il Foglio pubblicò un ritratto del Segretario di Stato nel quale si avanzavano alcune critiche al suo governo curiale, il vescovo di Alessandria Versaldi prese carta e penna e scrisse un’accorata difesa di Bertone dalle colonne del quotidiano cattolico Avvenire. Non facendo mistero della sua "venerazione" per lui, scrisse che Bertone si limitava a "servire il Papa" e che Benedetto XVI lo aveva voluto accanto a sé per "cancellare nella Chiesa quella 'sporcizia' che da cardinale aveva conosciuto e denunciato". Non è un mistero che poco più di un anno fa, quando si è dovuto procedere con la nomina del nuovo arcivescovo di Torino, Bertone avesse pensato proprio a Versaldi, anche in vista di un successivo cambio ai vertici della CEI. Papa Ratzinger allora decise diversamente. Ora però ha acconsentito a chiamare Versaldi a Roma, nominandolo in un incarico cardinalizio, che salvo improbabili sorprese, vedrà inserito il suo nome tra quelli dei nuovi porporati nel prossimo Concistoro. La designazione di Versaldi, che segue di poco quella di un altro vescovo molto vicino a Bertone, chiamato a Roma prima come numero due e ora come presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede, Domenico Calcagno, sta a significare che sulle nomine curiali il Segretario di Stato gode dell’assoluta fiducia del Pontefice. Con l’arrivo di Versaldi alla Prefettura degli Affari Economici, organismo di controllo, si completa dunque il ricambio ai vertici delle istituzioni curiali che gestiscono le finanze e il patrimonio della Santa Sede e dello Stato vaticano (Apsa e Governatorato), ai cui vertici sono insediati o stanno per insediarsi prelati molto vicini al card. Bertone. La nomina del vescovo di Alessandria alla Prefettura degli Affari Economici, stante l’elevato tasso di italiani negli incarichi di vertice della Curia romana, potrebbe allontanare la designazione di altro italiano quale nuovo Penitenziere maggiore, incarico che vede in pole position l’attuale numero due della Penitenzieria, il quasi settantacinquenne vescovo Gianfranco Girotti. Come Vatican Insider ha già scritto nelle scorse settimane, si avvicina anche la designazione del nuovo Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che prenderà il posto del cardinale statunitense William Levada, intenzionato a concludere il suo mandato al primo quinquennio, che coincide con il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale, e a ritirarsi negli Usa. Principale candidato alla sua successione rimane il vescovo tedesco Gerhard Ludwig Müller, dal 2002 vescovo di Ratisbona.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Il Papa in Germania. La 'Bild' saluta Joseph Ratzinger con due giganteschi manifesti che riproducono la storica copertina 'Wir sind Papst'

La Bild ha deciso di salutare il connazionale Joseph Ratzinger, che sarà in Germania a partire da giovedì, con due giganteschi manifesti, i più grandi al mondo, 45 metri per 64, che riproducono la storica copertina del popolare tabloid in occasione dell'elezione del Papa tedesco, il 20 aprile del 2005. Il titolo di allora era "Wir sind Papst", che tradotto più o meno significa "Noi siamo il Papa". Il primo dei due mega poster è stato srotolato in tre ore sul lato nord dell'edificio della Axel Springer Haus, dove ha sede il colosso editoriale tedesco. Questa mattina, spiega Bild, comincerà a essere srotolato il secondo manifesto, pensato per la parte sud del palazzo. In questo modo, il volto di Benedetto XVI, che nella foto sorride con le braccia allargate, guarderà il cielo sopra Berlino in due direzioni. Esperti e operai specializzati hanno lavorato 8 giorni, in particolare nel montaggio della struttura che deve reggere i cartelloni assemblati. Ciascuno dei 9 "pezzi" pesa 1,25 tonnellate e per reggere l'intera struttura sono state utilizzati tre chilometri di cavi d'acciaio.

TMNews, Il Sismografo

Card. Piacenza: non è possibile l'ordinazione, ma le donne hanno un ruolo importantissimo nella Chiesa e potrebbero averne uno ancora più evidente

Anche se non possono diventare preti, vescovi o cardinali, nulla impedirebbe alle donne di accedere a ruoli di responsabilità nella Chiesa, fino anche a dirigere un dicastero della Santa Sede. Lo afferma il card. Mauro Piacenza (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione del clero, sottolineando che "le donne hanno un ruolo importantissimo nel Corpo ecclesiale e potrebbero averne uno, ancora più evidente: assolutamente nulla impedisce di valorizzare il genio femminile in ruoli non strettamente legati all’esercizio dell’ordine sacro". "Chi impedirebbe, ad esempio - spiega il porporato al sito cattolico Zenit - che una grande economista fosse a capo dell’Amministrazione della Sede Apostolica? O che una competente giornalista divenisse portavoce della Sala Stampa Vaticana?". "Gli esempi - sottolinea Piacenza - si possono moltiplicare per tutti gli uffici non legati all’ordine sacro". Per il card. Piacenza, infatti, il no al sacerdozio femminile non può essere messo in discussione, in quanto questa eventualità "è stata affrontata chiaramente sia da Paolo VI, sia dal Beato Giovanni Paolo II e, questi, con la Lettera Apostolica 'Ordinatio Sacerdotalis' del 1994 ha chiuso la questione". Vi si afferma infatti, ricorda il capo dicastero, che "al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa". "Taluni - commenta il cardinale - arrampicandosi sugli specchi, hanno parlato di una definitività relativa alla dottrina fino a quel momento, ma francamente la tesi è così inusuale da essere priva di qualsiasi fondamento". Il card. Piacenza si è poi soffermato, nell'intervista rilasciata ad Antonio Gaspari, sui temi del primato romano e della "collegialità": "Dire 'Roma' significa semplicementedire cattolicità". Infine ha concluso il colloquio con un accenno sul rapporto vocazioni e celibato che secondo il presule non hanno un legame determinante per il loro aumento o diminuzione: "Le confessioni cristiane, dove non essendoci il sacerdozio ordinato non c'è la dottrina e disciplina del celibato, si trovano in stato di profonda crisi al riguardo delle vocazioni alla guida della comunità".

Vatican Insider

Il card. Piacenza: le donne prete, il celibato e il potere di Roma