sabato 24 settembre 2011

Il Papa: giovani, Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo

"In tutte le chiese, nelle cattedrali e nei conventi, dovunque si radunano i fedeli per la celebrazione della Veglia pasquale, la più santa di tutte le notti è inaugurata con l’accensione del cero pasquale, la cui luce viene poi trasmessa a tutti i presenti. Una minuscola fiamma irradia in tanti luci ed illumina la casa di Dio al buio": così Benedetto XVI ha esordito nel discorso ai giovani tedeschi."Non sono i nostri sforzi umani o il progresso tecnico del nostro tempo a portare luce in questo mondo. Sempre di nuovo dobbiamo fare l'esperienza che il nostro impegno per un ordine migliore e più giusto incontra i suoi limiti". "La sofferenza degli innocenti e, infine, la morte di ogni uomo costituiscono un buio impenetrabile che può forse essere rischiarato per un momento da nuove esperienze, come da un fulmine nella notte", ha detto il Papa. "Alla fine, però, rimane un'oscurità angosciante". "Intorno a noi - ha commentato Joseph Ratzinger - può esserci il buio e l'oscurità, e tuttavia vediamo una luce: una piccola fiamma, minuscola, che è più forte del buio apparentemente tanto potente ed insuperabile. Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza. Egli ha vinto la morte, vive, e la fede in Lui penetra come una piccola luce tutto ciò che è buio e minaccioso".
Invece, "chi crede in Gesù - ha aggiunto - certamente non vede sempre soltanto il sole nella vita, quasi che gli possano essere risparmiate sofferenze e difficoltà, ma c'è sempre una luce chiara che gli indica una via che conduce alla vita in abbondanza. Gli occhi di chi crede in Cristo scorgono anche nella notte più buia una luce e vedono già il chiarore di un nuovo giorno. La luce non rimane sola. Tutt'intorno si accendono altre luci. Sotto i loro raggi si delineano i contorni dell'ambiente così che ci si può orientare. Non viviamo da soli nel mondo". "Nessuno - ha concluso - arriva a credere se non è sostenuto dalla fede degli altri e, d'altra parte, con la mia fede contribuisco a confermare gli altri nella loro fede. Ci aiutiamo a vicenda ad essere esempi gli uni per gli altri, condividiamo con gli altri ciò che è nostro, i nostri pensieri, le nostre azioni, il nostro affetto. E ci aiutiamo a vicenda ad orientarci, ad individuare il nostro posto nella società". "Noi - ha detto ancora Benedetto XVI - sperimentiamo sempre di nuovo il fallimento dei nostri sforzi e l'errore personale nonostante le migliori intenzioni. A quanto appare il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico, in ultima analisi non diventa più buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà estrema e repressione senza pietà. E anche quelli che nella storia si sono ritenuti 'portatori di luce', senza però essere stati illuminati da Cristo, l'unica vera luce, non hanno realmente creato alcun paradiso terrestre, bensì hanno instaurato dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo è stata soffocata".
"Non dobbiamo tacere - ha spiegato - che il male esiste. Lo vediamo, in tanti luoghi di questo mondo; ma lo vediamo anche, e questo ci spaventa, nella nostra stessa vita. Sì, nel nostro stesso cuore esistono l'inclinazione al male, l'egoismo, l'invidia, l'aggressività". "Con una certa autodisciplina - ha avvertitò - ciò forse è, in qualche misura, controllabile. E' più difficile, invece, con forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene". "Ripetutamente nella storia, persone attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari, ma dai cristiani tiepidi". "Nel Battesimo - ha ricordato il Papa ai giovani - il Signore accende, per così dire, una luce nella nostra vita, una luce che il catechismo chiama la grazia santificante. Chi conserva tale luce, chi vive nella grazia è effettivamente santo". Ripetutamente, ha denunciato, "l'immagine dei Santi è sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si pensa che un Santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo livello e che perciò certamente si puo' venerare, ma mai imitare nella propria vita". “Quanto è errata e scoraggiante questa opinione! Non esiste alcun santo, fuorché la Beata Vergine Maria, che non abbia conosciuto anche il peccato e che non sia mai caduto”, ha detto ancora.
“Cari amici – ha sottolineato poi –, Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono e vuole rendervi suoi amici”. “Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie – bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera in voi”. “Una candela – ha continuato – può dar luce soltanto se si lascia consumare dalla fiamma. Essa resterebbe inutile se la sua cera non nutrisse il fuoco. Permettete che Cristo arda in voi, anche se questo può a volte significare sacrificio e rinuncia. Non temete di poter perdere qualcosa e restare, per così dire, alla fine a mani vuote”. “Abbiate il coraggio di impegnare i vostri talenti e le vostre doti per il Regno di Dio e di donare voi stessi – come la cera della candela – affinché per vostro mezzo il Signore illumini il buio. Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo e che, in questo modo, portano luce al mondo”. “Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste. 'Voi siete la luce del mondo'. Dio è il vostro futuro”, ha infine concluso.

TMNews, Agi

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XVII) - il testo integrale del discorso del Papa

Benedetto XVI presiede la Veglia di preghiera con oltre 30mila giovani tedeschi. Le testimonianze di vita e la cerimonia della 'Consegna della Luce'

In serata, Benedetto XVI è arrivato alla Fiera di Friburgo per la Veglia di preghiera con i giovani. Nel piazzale esterno della Messe Freiburg erano presenti oltre 30mila ragazzi e giovani adulti provenienti da diverse diocesi tedesche, insieme con un gruppo di giovani impegnati in politica. La Celebrazione della Parola si è aperta con l’indirizzo di saluto dell’arcivescovo Robert Zollitsch. Una piccola Giornata Mondiale della Gioventù tedesca, con tanto entusiasmo, bandiere di tutto il mondo, canti e una miriade di luci, come “fiaccole di speranza” a rischiarare le prime ombre della notte. I giovani manifestano la loro gioia e soprattutto il loro affetto per Benedetto XVI scandendone il nome in italiano. La Veglia prima del discorso del Papa ha avuto uno svolgimento speciale. Nove giovani hanno presentato al Papa le loro esperienze di vita e hanno descrito il loro impegno nella Chiesa e nella società. Tra loro c'erano: uno studente, un operaio, uno scout, un giovane agricoltore, un membro dell'Ordine di Malta e un altro dell'Opera Kolping. La cerimonia della "Consegna della Luce", così era stata chiamata, si è aperta con il "passaggio" della fiamma da Papa Benedetto XVI alle nove ciotole dei giovani e poi da qui a tutti i lumi dei presenti sul piazzale della Fiera. Al termine del discorso del Papa i giovani sono rimasti nel piazzale esterno della Fiera per prepararsi alla Santa Messa di domenica mattina che si terrà nell’Aeroporto turistico di Friburgo.

Il Sismografo, Radio Vaticana

Il Papa: la vera crisi della Chiesa in Occidente è di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede la riforma strutturale è inefficace

Nella Hörsaal del Seminario di Friburgo, Benedetto XVI ha poi incontrato i membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK). Dopo l’introduzione del presidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch, ed il saluto del presidente del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi Alois Glück, il Papa ha pronunciato il suo discorso. Benedetto XVI ha espresso all'inizio il desiderio che anche in Germania possano avere luogo i cosiddetti 'exposure' destinati da anni ai Paesi in via di sviluppo e in base ai quali “persone responsabili della politica, dell’economia e della Chiesa vivono, per un certo tempo, con i poveri in Africa, Asia o America Latina e condividono la loro vita concreta quotidiana”. "Esperti provenienti da un Paese lontano verrebbero a vivere per una settimana presso una famiglia tedesca media. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l'ordine e l'efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell'ambito religioso". Il Papa ha denunciato l'esistenza di un "relativismo subliminale" che "penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che affermano di sapere dove si trova la verità o il senso della vita". Tra le conseguenze di questo relativismo, Benedetto XVI ha annoverato la "incostanza", la "discontinuità" e l'"individualismo" di molte persone. "Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrificio per altri. Anche l'impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner". “Quasi non si trova più il coraggio di promettere di essere fedele per tutta la vita – ha notato il Papa –; il coraggio di decidersi e di dire: io ora appartengo totalmente a te, oppure di impegnarsi con decisione per la fedeltà e la veracità, e di cercare con sincerità le soluzioni dei problemi”. "Vediamo - ha detto ancora il Papa - che nel nostro mondo ricco occidentale c'è carenza: tante persone sono carenti dell'esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. Occuparsi di questa domanda è il compito principale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione". "In Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c'è un'eccedenza delle strutture rispetto allo spirito. Aggiungo: La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace". “Torniamo alle persone alle quali manca l’esperienza della bontà di Dio – ha incoraggiato infine il Santo Padre –. Hanno bisogno di luoghi, dove possano parlare della loro nostalgia interiore. Qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio". “Il Signore - ha concluso - per essere insieme luci nel mondo e per mostrare al nostro prossimo la via verso la sorgente, dove possono soddisfare il loro più profondo desiderio di vita”.

Zenit, TMNews

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XVI) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: la fede non un mondo parallelo del sentimento ma ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio

Nella Cappella del Seminario Arcivescovile di Friburgo, dedicata a San Carlo Borromeo, Benedetto XVI ha incontrato circa 60 seminaristi dell’arcidiocesi. Dopo l’adorazione del Santissimo Sacramento e l’indirizzo introduttivo dell’arcivescovo Robert Zollitsch, il Papa ha rivolto un discorso, interamente a braccio, ai seminaristi. E' partito dalla domanda “Di che cosa fa parte il seminario, che cosa significa questo periodo?” e ha spiegato il senso di essere sacerdoti, il paradosso di essere sacerdote che poi era il paradosso degli apostoli. “Se essi sono veramente con Lui, allora sono sempre anche in cammino verso gli altri, allora sono in ricerca della pecorella smarrita, allora vanno lì, devono trasmettere ciò che hanno trovato, allora devono farLo conoscere, diventare inviati. E viceversa: se vogliono essere veri inviati, devono stare sempre con Lui”. E tutto questo si impara nel seminario, che “è dunque – ha detto il Papa - un tempo dell’esercitarsi; certamente anche del discernere e dell’imparare”. "Lo stare personalmente con Cristo, con il Dio vivente, è una cosa; l’altra cosa è che sempre soltanto nel 'noi' possiamo credere. A volte dico: San Paolo ha scritto: 'La fede viene dall’ascolto' – non dal leggere. Ha bisogno anche del leggere, ma viene dall’ascolto, cioè dalla parola vivente, dalle parole che gli altri rivolgono a me e che posso sentire; dalle parole della Chiesa attraverso tutti i tempi, dalla parola attuale che essa mi rivolge mediante i sacerdoti, i vescovi e i fratelli e le sorelle. Fa parte della fede il 'tu' del prossimo, e fa parte della fede il 'noi'". "Quando diciamo 'Noi siamo Chiesa' è vero", ha detto il Papa. "Noi lo siamo, non lo è chiunque. Ma il 'Noi' è lungi dall'essere quel gruppo che lo sostiene. Il 'Noi' è l'intera comunità dei credenti, oggi e in tutti i luoghi e tempi. E io dico sempre: Nella comunità dei credenti, sì, ci sono per così dire le richieste delle legittime maggioranze, ma non ci può mai essere una maggioranza contro gli Apostoli, contro i Santi. In questo caso si tratta di una falsa maggioranza. "Noi siamo Chiesa': Siamolo, siamolo proprio per il fatto che ci apriamo e andiamo al di là di noi stessi per stare con gli altri!". Avrebbe quasi finito, ma a quel punto ci tiene a fare una ultima raccomandazione, e riguarda lo studio, che è “essenziale”, specialmente oggi. Perché, ha spiegato il Papa, “il nostro mondo oggi è un mondo razionalistico e condizionato dalla scientificità, anche se molto spesso si tratta di una scientificità solo apparente. Ma lo spirito della scientificità, del comprendere, dello spiegare, del poter sapere, del rifiuto di tutto ciò che non è razionale, è dominante nel nostro tempo. C’è in questo pure qualcosa di grande, anche se spesso dietro si nasconde molta presunzione ed insensatezza. La fede non è un mondo parallelo del sentimento, che poi ci permettiamo come un di più, ma è ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, lo interpreta e gli dà anche le direttive etiche interiori, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio e a partire da Dio. Per questo è importante essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare”. E questo nonostante molte teorie che si studiano potrebbero essere considerate fuori moda tra vent’anni. “Studiare è essenziale: soltanto così possiamo far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il logos della nostra fede”. Si rivolge ai seminaristi di Friburgo, ma idealmente a tutti i seminaristi del mondo. E poi, con dispiacere, deve andare via: “Sì, potrei dire ancora tante cose, e dovrei forse farlo...Ma ringrazio per l’ascolto”.

Korazym.org, TMNews

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XV) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: le Chiese cristiane in Germania camminano insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e per la comunione tra i popoli

Nella Hörsaal del Seminario Arcivescovile di Freiburg, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato circa 15 rappresentanti delle Chiese Ortodosse ed Ortodosse orientali presenti in Germania. Hanno partecipano all’incontro anche i cardinali e vescovi del Seguito papale e due vescovi della Conferenza Episcopale tedesca competenti in materia. Dopo l'introduzione di mons. Robert Zollitsch, presidente dell’Episcopato tedesco, il Papa è stato salutato dal presidente della Conferenza Episcopale Ortodossa in Germania, Metropolita Augostinos.
''Fra le Chiese e le comunità cristiane, l'Ortodossia, teologicamente, è la più vicina a noi; cattolici ed ortodossi hanno entrambi la medesima struttura della Chiesa delle origini; in questo senso tutti noi siamo 'Chiesa delle origini', che tuttavia è sempre presente e nuova. E così osiamo sperare, anche se da un punto di vista umano emergono ripetutamente difficoltà, che non sia troppo lontano il giorno in cui potremo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia'', ha esordito il Pontefice nel suo discorso. Benedetto XVI ha quindi ricordato che il milione e seicentomila cristiani ortodossi ed ortodossi orientali, che vivono in Germania sono ormai “diventati parte costitutiva della società, contribuendo a rendere più vivo il patrimonio delle culture cristiane e della fede cristiana in Europa”. Successivamente, si è detto felice “dell’intensificazione della collaborazione pan ortodossa, che negli ultimi anni ha fatto progressi essenziali” ed ha notato come “la fondazione delle Conferenze Episcopali Ortodosse là dove le Chiese ortodosse sono in diaspora, è espressione delle salde relazioni all’interno dell’ortodossia”. “Sono contento che lo scorso anno anche in Germania si sia fatto tale passo”, ha sottolineato ed ha espresso l'auspicio che “le esperienze che si vivono in queste Conferenze Episcopali rafforzino l’unione tra le Chiese ortodosse e facciano progredire gli sforzi per un concilio pan-ortodosso”. "Fin dal tempo in cui ero professore a Bonn - ha continuato il Papa - e poi, in particolare, da arcivescovo di Monaco e Frisinga, attraverso l’amicizia personale con rappresentanti delle Chiese ortodosse, ho potuto conoscere e apprezzare l’Ortodossia in modo sempre più profondo". “Rimane altrettanto importante la continuazione del lavoro per chiarire le differenze teologiche, perché il loro superamento è indispensabile per il ristabilimento della piena unità, che auspichiamo e per la quale preghiamo – ha tuttavia evidenziato –. È soprattutto sulla questione del primato che dobbiamo continuare gli sforzi nel confronto per la sua giusta comprensione”. Nel mondo odierno c'è la ''tendenza'' di voler '''liberare' la vita pubblica da Dio'' e di fronte a questa sfida ''le Chiese cristiane in Germania - tra le quali anche i cristiani ortodossi ed ortodossi orientali -, sulla base della fede nell'unico Dio e Padre di tutti gli uomini'', devono camminare ''insieme sulla via di una testimonianza pacifica per la comprensione e per la comunione tra i popoli. Facendo questo, non tralasciano di mettere il miracolo dell’incarnazione di Dio al centro dell’annuncio''. "Consapevoli che su questo miracolo si fonda ogni dignità della persona, si impegnano insieme per la protezione della vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale", ha detto Benedetto XVI. "La fede in Dio, il Creatore della vita, e il restare assolutamente fedeli alla dignità di ogni persona rafforzano i cristiani nell'opporsi con forza ad ogni intervento manipolatore e selettivo nei confronti della vita umana. Inoltre, conoscendo il valore del matrimonio e della famiglia, in quanto cristiani ci sta molto a cuore, come cosa importante, proteggere l'integrità e la singolarità del matrimonio tra un uomo e una donna da ogni interpretazione sbagliata. Qui l'impegno comune dei cristiani, tra cui tanti fedeli ortodossi ed ortodossi orientali - ha sottolineato - dà un contributo prezioso per l'edificazione di una società che può avere un futuro, nella quale si porta il dovuto rispetto alla persona umana".

Zenit, TMNews

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XIV) - il testo integrale del discorso del Papa

Parlando con il governatore del Baden-Wuerttemberg Benedetto XVI paragona la Chiesa Cattolica al controverso progetto ferroviario del Land

Il Papa traccia un paragone tra la Chiesa Cattolica, attraversata da richieste diverse, e un controverso progetto ferroviario della regione del Baden-Wuerttemberg, nel corso dell'incontro avuto questa mattina a Friburgo con il governatore del Land, il verde Winfried Kretschmann. Il progetto in questione, 'Stuttgart 21' (Stoccarda 21), riguarda una ristrutturazione della stazione centrale di Stoccarda. Ma, sebbene in cantiere da anni, il progetto non decolla per le controversie che ha suscitato, con divisioni politiche, proteste di piazza e ipotesi di referendum. E Benedetto XVI, che dal Vaticano segue la politica tedesca, ne ha voluto parlare al governatore del Baden-Wuerttemberg nell'incontro avuto all'arrivo a Friburgo. A riferirlo è stato lo stesso Kretschmann che, in un'intervista alla Ard, ha spiegato che il Papa gli ha chiesto come fa a gestire i conflitti di 'Stuttgart 21' per evitare che la società si spacchi. "Sì - avrebbe detto Papa Ratzinger a quanto riferito dal politico tedesco - anche io ho questo problema, come tenere insieme una Chiesa che diviene pluralista". Kretschmann è cattolico, fa parte dell'associazione dei laici Zentralkomitee der deutschen Katholiken ed è nel novero dei fedeli che nelle ultime settimane hanno fatto appello a riforme ecclesiali.

TMNews

Incontro del Papa con l'ex cancelliere Helmut Kohl: cordiale e affettuoso, Benedetto ha per lui una grande ammirazione per tutto quello che ha fatto

Era stata una richiesta esplicita di Papa Benedetto XVI: incontrare nel suo viaggio in Germania, l'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, l'artefice dell'unità del suo Paese dopo la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda. L'incontro c'è stato oggi pomeriggio nel Seminario Arcivescovile di Friburgo. Kohl, 81 anni, molto malato e su una sedia a rotelle, ha conversato con il Papa accompagnato dalla seconda moglie. L’ex Cancelliere e la sua consorte, signora Maike Richter, sono stati accolti dal cardinale Segretario di stato Tarcisio Bertone, dal presidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Robert Zollitsch e dal Nunzio apostolico in Germania mons. Jean-Claude Périsset che li hanno accompagnanti alla Sala dove avrà luogo il colloquio. ''E' stato un incontro molto personale, molto cordiale e affettuoso'', durato circa 20 minuti, ha riferito il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Kohl è una persona per cui Papa Ratzinger ''ha una grande ammirazione per tutto quello che ha fatto nella vita'' e i due si erano gia' incontrati e si conoscevano.

Asca, Il Sismografo

A Erfurt Benedetto XVI saluta mons. Hermann Scheipers, l'ultimo sacerdote sopravvissuto al campo di sterminio di Dachau

Al termine della Santa Messa nella Domplatz di Erfurt questa mattina, Papa Benedetto XVI ha salutato il novantottenne mons. Hermann Scheipers, l'ultimo sacerdote sopravvissuto al campo di sterminio di Dachau. Lo riferisce L'Osservatore Romano. Al Pontefice è stato presentato l'anziano prete su una sedia a rotelle. Il Papa si è intrattenuto alcuni momenti con lui, prima di congedarsi dalla piazza, accompagnato dai rintocchi della campana del Duomo.

Asca

Portavoce vaticano: nessuno si era accorto degli spari, evento irrilevante per l'andamento del viaggio. Un bilancio dell'incontro con i luterani

''Nessuno tra di noi se ne era accorto, tutto è proseguito normalmente senza nessuna preoccupazione, non ha influito assolutamente sulla giornata e la Messa non è stata assolutamente accorciata'': così il direttore della sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, durante un incontro con i giornalisti a Friburgo a proposito dell'uomo che questa mattina ha sparato e ferito di striscio una guardia di sicurezza prima della Messa a Erfurt. Si tratta, ha sottolineato il portavoce vaticano di ''un evento marginale, avvenuto fuori della Domplatz, lontano da dove si celebrava la Messa, di nessuna gravità per la persona che ne è rimasta offesa, dunque irrilevante per l'andamento del viaggio in Germania di Benedetto XVI''. Il Papa, ha spiegato Padre Lombardi, non è stato informato immediatamente del fatto perchè non ce n'è stato tempo ma ''verrà informato'' non appena avrà un attimo di pausa nel programma intenso del viaggio. Nei viaggi del Papa, le ''misure di sicurezza non dipendono dal papa o dal Vaticano'' ma ''vengono decise dalle autorita' locali'' ha detto ancora Lombardi in risposta ad una domanda sul massiccio dispiegamento di forze che, soprattutto a Erfurt, aveva trasformato il centro in una ''citta' fantasma''. Il livello di sicurezza, ha ricordato il portavoce vaticano, può variare molto da Paese a Paese: ''A Malta praticamente non c'erano poliziotti, in Turchia erano milioni. Naturalmente - ha concluso - il Papa è contento di avere contatto con la gente, i viaggi servono a questo''. Dire che Benedetto XVI ieri mattina a Erfurt abbia ''riabilitato Lutero'', come affermato dal presidente della Chiesa Evangelica tedesca, Nikolaus Schneider, è ''un po' eccessivo'' ma il Pontefice ha sicuramente sottolineato l'importanza della ''profondità di fede'' del padre della Riforma protestante. ''Per il Papa - ha spiegato Lombardi a proposito dell'incontro ecumenico nell'ex-convento agostiniano di Erfurt - essere nel luogo dove Lutero ha vissuto e creduto è un gesto molto, molto importante. Voleva essere in questo posto e incontrare lì'' gli esponenti delle Chiese della Riforma, perchè ''la domanda di Lutero su Dio è un punto centrale di tutto il viaggio''. Quanto alla delusione registrata dalla stampa e da alcuni ambienti protestanti per il fatto che Papa Benedetto XVI non abbia fatto alcun ''dono ecumenico'' significativo, padre Lombardi ha commentato che ''forse alcune attese sono andate deluse ma bisogna vedere se era giusto o no avere queste attese''. ''Io - ha aggiunto - mi sento più di condividere il giudizio positivo di Schneider''.

Asca

Padre Lombardi: il Papa in Germania ha reso omaggio ai cristiani che hanno resistito a nazismo e comunismo

Il Papa: questi giorni a Friburgo siano fruttuosi, Dio confermi la fede, rafforzi la speranza e accresca l'amore. In Lui il nostro futuro è assicurato

Nella piazza antistante la Cattedrale, il Papa ha salutato la cittadinanza locale. Nel suo indirizzo di omaggio al Pontefice mons. Robert Zollitsch, Arcivescovo di questa città universitaria che conta circa 200.000 abitanti, ha detto: “Dopo più di 1600 anni di cristianesimo nella regione del Reno superiore, per la prima volta un Pontefice visita Friburgo. La ringraziamo e siamo felici che lei sia qui”. Un momento di gioia e gratitudine, ha detto il Papa che ha innanzitutto ricordato il motto del viaggio “Dove c’è Dio, là c’è futuro”. “Chiedo la vostra preghiera – ha detto – affinché questi giorni siano fruttuosi, affinché Dio confermi la nostra fede, rafforzi la nostra speranza e accresca il nostro amore”. Quindi, ha auspicato che in questi giorni di viaggio apostolico, si possa diventare “di nuovo consapevoli di quanto Dio ci ami e di quanto Egli sia buono, così da mettere, con piena fiducia, noi stessi e tutto ciò che muove il nostro cuore ed è importante per noi nelle sue mani". “In Lui – ha detto ancora il Papa – il nostro futuro è assicurato. Egli dona senso alla nostra vita e può condurla alla pienezza". Ed ha concluso: "Il Signore vi accompagni nella pace" e renda voi tutti "messaggeri di pace". Benedetto XVI ha scherzato brevemente al termine del discorso che aveva preparato, aggiungendo di essere felice del suo arrivo nel sud della Germania dove fa ''più caldo'' e i cattolici sono la maggioranza. ''Poi - ha concluso con una battuta - il vescovo aveva insistito così tanto, che non potevo dire no...''. A queste parole, il seguito papale, compreso l'arcivescovo Robert Zollitsch, è scoppiato a ridere divertito. Dopo il saluto alla cittadinanza, il Papa si è trasferito nel Seminario arcivescovile.

Radio Vaticana, Asca

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XIII) - il testo integrale del saluto del Papa

Benedetto XVI arriva a Friburgo, ultima tappa del viaggio. Un'enorme folla accoglie la papamobile nelle strade. La visita alla Cattedrale

Benedetto XVI è atterrato a Friburgo, ultima tappa e unico bastione cattolico del suo viaggio di quattro giorni in Germania, la sua terra natale. Il Pontefice è entrato in città a bordo della papamobile salutando la grande folla riunita ai lati delle strade dai finestrini aperti. Migliaia di persone gli hanno dato il benvenuto, sventolando le bandierine del Vaticano e scandendo il suo nome, mentre Benedetto XVI entrava nella Cattedrale gotica dedicata a Maria “Nostra Signora”, per visitarla. In una soleggiata giornata, il Papa è stato accompagnato nella visita dall’arcivescovo di Friburgo, mons. Robert Zollitsch. All'ingresso il Santo Padre è stato accolto dal Capitolo, mentre dentro la chiesa erano riuniti religiosi e religiose della regione, nonché un gruppo di disabili e infermi. Dopo l'Adorazione del Santissimo, ha avuto luogo la recita dell'Angelus. Al termine, dopo la benedizione, Benedetto XVI è uscito dal transetto destro e, sotto il portico, ha firmato il Libri d'Oro del Baden-Württemberg e della città di Friburgo, alla presenza del Ministro Presidente Winfried Kretschmann e del Sindaco Dieter Salomon.

Adnkronos, Il Sismografo

Video: l'arrivo a Friburgo

Video: visita alla Cattedrale di Friburgo

Spari con arma ad aria compressa a blocco di sicurezza prima della Messa a Erfurt. Il Papa partito per Friburgo, viaggio prosegue senza preoccupazioni

Incidente e tensione prima dell'inizio della celebrazione eucaristica presieduta da Benedetto XVI a Erfurt, in Turingia. Due ore prima della Messa, un uomo ha cercato di forzare un blocco della sicurezza. Si ridimensiona così la notizia della sparatoria diffusa dalla stampa tedesca in un primo momento. Nella piazza, infatti, la Messa si è celebrata regolarmente e nessuno dei presenti si sarebbe accorto di nulla. Secondo quanto ricostruito da fonti della polizia, l'uomo ha sparato 4 colpi usando un'arma ad aria compressa. L'uomo ha esploso i colpi in direzione delle forze dell'ordine che presidiavano uno dei posti di sicurezza all'ingresso del grande recinto allestito davanti alla cattedrale per i fedeli che si sarebbero raccolti per ascoltare la Messa. Nessuno è rimasto ferito, hanno sottolineato le stesse fonti, negando quanto affermato in un primo momento, quando si era parlato di un addetto alla sicurezza colpito. E' stato finalmente fermato all'interno della sua abitazione il sospetto ricercato per l'incidente. Gli spari di questa mattina ad Erfurt sono avvenuti "intorno alle ore 7, circa due ore prima dell'inizio della Messa celebrata da Benedetto XVI". Lo ha confermato il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi. Benedetto XVI è partito con un volo dell'Aviazione tedesca dall'aeroporto di Erfurt diretto a Friburgo, nel land tedesco del Baden-Wuerttemberg, ultima tappa del suo viaggio di quattro giorni in Germania. L'atterraggio è previsto alle 12.30 circa all'aeroporto di Lahr, che si trova a 50 chilometri da Friburgo, città che poi raggiungerà in auto. All'aeroporto di Erfurt è stato salutato dalla presidente della Turingia, Christine Lieberknecht, con la quale ha scambiato alcune parole e un grande sorriso. Il viaggio del Pontefice "prosegue secondo il programma previsto e senza preoccupazioni". Lombardi ha detto che il Papa non è stato finora "neppure informato" degli spari.

Adnkronos, Rainews24.it

Il Papa: soltanto nella grande comunione dei fedeli di ogni tempo che hanno trovato Cristo e che sono stati trovati da Lui posso credere, nella Chiesa

Oltre 50mila fedeli hanno accolto questa mattina Benedetto XVI alla Domplatz di Erfurt per la celebrazione della Santa Messa, insieme ai vescovi tedeschi, in onore della Patrona della diocesi, Santa Elisabetta. La celebrazione è stata introdotta dal saluto del vescovo di Erfurt, mons. Joachim Wanke. Una delle letture bibliche è stata proclamata da un non vedente, che si è servito di un'edizione del lezionario in braille. La celebrazione è l'ultimo evento della tappa nella Turingia, prima della partenza per Friburgo.
Nell'omelia, il Papa ha affermato che in questa città "abbiamo veramente motivo per ringraziare Dio con tutto il cuore". "Ai tempi della DDR, chi avrebbe immaginato che il muro e il filo spinato alle frontiere sarebbero caduti pochi anni dopo? E se andiamo ancora più indietro, di circa settant’anni fino al 1941, ai tempi del nazionalsocialismo - chi avrebbe potuto predire che il cosiddetto “Reich millenario” sarebbe stato ridotto in cenere già quattro anni dopo?". "Cari fratelli e sorelle, qui in Turingia e nell'allora DDR avete dovuto sopportare una dittatura 'bruna' [nazista] e una 'rossa' [comunista], che per la fede cristiana avevano l'effetto che ha la pioggia acida. Tante conseguenze tardive di quel tempo sono ancora da smaltire, soprattutto nell'ambito intellettuale e religioso. La maggioranza della gente in questa terra vive ormai lontana dalla fede in Cristo e dalla comunione della Chiesa". Secondo Benedetto XVI, "gli ultimi due decenni presentano anche esperienze positive: un orizzonte più ampio, uno scambio al di là delle frontiere, una fiduciosa certezza che Dio non ci abbandona e ci conduce per vie nuove. 'Dove c'è Dio, là c'è futuro'". "Noi tutti siamo convinti - ha assicurato - che la nuova libertà abbia aiutato a conferire alla vita degli uomini una dignità più grande e ad aprire molteplici nuove possibilità".
Il Pontefice ha voluto "sottolineare con gratitudine molte facilitazioni: nuove possibilità per le attività parrocchiali, la ristrutturazione e l'ampliamento di chiese e di centri parrocchiali, iniziative diocesane di carattere pastorale o culturale". "Ma - ha domandato - queste possibilità ci hanno portato anche a crescita nella fede? Non bisogna forse cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella libertà sociale? Molti cattolici risoluti sono rimasti fedeli a Cristo e alla Chiesa proprio nella difficile situazione di un'oppressione esteriore. Hanno accettato svantaggi personali pur di vivere la propria fede”. Il Papa ha ringraziato quanti hanno continuato a testimoniare il Vangelo nella difficoltà e nel pericolo: “Specialmente nell’Eichsfeld – ha sottolineato – molti cristiani cattolici hanno resistito all’ideologia comunista. Voglia Dio ricompensare abbondantemente la perseveranza nella fede. La testimonianza coraggiosa e la paziente fiducia nella provvidenza di Dio sono come un seme prezioso che promette un abbondante frutto per il futuro”. "La presenza di Dio - ha spiegato ancora il Papa - si manifesta in modo particolarmente chiaro nei Santi che ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre". Elisabetta, giunta dall’Ungheria a Wartburg in Turingia, “condusse una vita intensa di preghiera, unita alla penitenza e alla povertà evangelica”; “il frutto della sua santità fu immenso”, al punto che “gode grande stima anche da parte dei cristiani evangelici”.
Il “vescovo missionario” Bonifacio, che fondò la diocesi nel 742, “era venuto dall’Inghilterra e operò in stretto collegamento con il successore di San Pietro. Lo veneriamo come ‘Apostolo della Germania’; morì martire”. E poi Kilian, “un missionario itinerante che proveniva dall’Irlanda” e che “insieme con due compagni” morì “martire a Würzburg, perché criticava il comportamento moralmente sbagliato del duca di Turingia lì residente”. Da ultimo San Severo, patrono della Severikirche nella piazza del Duomo, le cui spoglie “vennero portate a Erfurt, per radicare più profondamente la fede cristiana in questa regione”. “I Santi – ha precisato Benedetto XVI – ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre”. "I Santi - ha concluso - ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si è rivolto verso di noi", "si è mostrato a noi in Gesù Cristo e in Lui continua a mostrarsi a noi. Cristo ci viene incontro anche oggi, parla ad ognuno, come ha appena fatto nel Vangelo, e invita ciascuno di noi ad ascoltarlo, ad imparare a comprenderlo e a seguirlo". “La fede – ha osservato – è sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. Nessuno può credere da solo. Riceviamo la fede, ci dice Paolo, attraverso l’ascolto. E l’ascolto è un processo dell’essere insieme in modo spirituale e fisico. Soltanto nella grande comunione dei fedeli di ogni tempo che hanno trovato Cristo e che sono stati trovati da Lui posso credere. Il fatto di poter credere lo devo innanzitutto a Dio che si rivolge a me e, per così dire, ‘accende’ la mia fede. Ma molto concretamente devo la mia fede anche a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo ‘con’, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa”.
“Se noi ci apriamo a tutta la fede in tutta la storia e nelle sue testimonianze in tutta la Chiesa, allora la fede cattolica – ha evidenziato – ha un futuro anche come forza pubblica in Germania. Al tempo stesso le figure dei Santi che ho ricordato ci mostrano la grande fecondità di una vita santa, di questo amore radicale per Dio e per il prossimo. I Santi, anche se sono soltanto pochi, cambiano il mondo. E i grandi Santi continuano a essere forze trasformatrici in ogni tempo”. "I cambiamenti politici dell'anno 1989 nel vostro Paese non erano motivati soltanto dal desiderio di benessere e di libertà di movimento, ma, in modo decisivo, anche dal desiderio di veracità". "Questo desiderio - ha ricordato - venne tenuto desto, fra l'altro, da persone che stavano totalmente al servizio di Dio e del prossimo ed erano disposte a sacrificare la propria vita. Essi e i Santi di queste terre ci danno il coraggio di trarre profitto dalla nuova situazione. Non vogliamo nasconderci in una fede solamente privata, ma vogliamo gestire in modo responsabile la libertà raggiunta" ha concluso il Santo Padre, invitando ad “andare incontro ai nostri concittadini da cristiani e invitarli a scoprire con noi la pienezza della Buona novella”.
Al termine della Messa, tra gli applausi dei fedeli, ha iniziato a suonare la famosa campana del Duomo di Erfurt, chiamata la “Gloriosa”, la più grande campana medioevale del mondo ad oscillazione libera, fusa nel 1497 e alta 2 metri e mezzo. Per il Papa si tratta di un segno vivo del nostro profondo radicamento nella tradizione cristiana e un richiamo a impegnarci nella missione per annunciare a tutti il Vangelo.

Agi, SIR, Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XII) - il testo integrale dell'omelia del Papa

Lombardi: gli anni del nazismo e della sua follia di potere e di omicidio, memoria fortemente presente nelle parole del Papa tedesco tra il suo popolo

Il viaggio di Papa Benedetto XVI nella sua terra natale vuole contribuire alla memorie delle lezioni da trarre dalla catastrofe del nazismo. Per padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, nell'editoriale per il settimanale del Centro Televisivo Vaticano "Octava Dies", ''non si può passare a Berlino senza sentire il peso della pagina più nera della storia della Germania e dell'Europa nel secolo scorso: gli anni del nazismo e della sua follia di potere e di omicidio''. Quella del nazismo è una ''memoria fortemente presente nelle parole del Papa tedesco in mezzo al suo popolo'', quando citando Sant'Agostino parla della ''banda di briganti'' a cui si riduce uno Stato senza diritto e giustizia o quando ricorda con intensità, insieme alla Delegazione Ebraica, la criminale progettazione della Shoah e il suo segno anticipatore nella ''Notte dei Cristalli'' del 1938. ''Memoria evocata efficacemente agli occhi di tutti, dal dono singolare che la Diocesi di Berlino offre al Papa - spiega ancora Lombardi -: l'immagine di una finestra della tetra prigione di Plotzensee, dove quasi tremila persone sono state impiccate o ghigliottinate dai nazisti, perchè oppositori''. ''Ma proprio i martiri del Nazismo sono la luce intensa, che continua a brillare e a ispirare la costruzione del futuro'', aggiunge padre Lombardi. ''L'ecumenismo dei martiri è la testimonianza a cui l'ecumenismo di oggi può attingere entusiasmo e profondità - sottolinea padre Lombardi -. Testimoniare Dio e Gesù Cristo a prezzo della vita: quale base comune più solida e viva per riprendere e continuare il cammino nella speranza di un'unione che sia non solo alle nostre spalle ma anche davanti a noi?''.

Asca

Benedetto XVI e il peso della storia: editoriale di padre Lombardi