martedì 15 novembre 2011

'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. Porte aperte per Benedetto XVI nelle università italiane: parte domani da Urbino un ciclo di incontri sul libro

"Quanto lontana ci sembra la reazione negativa per la visita del Papa all’università La Sapienza di Roma!". Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana, sta presentando il ciclo di incontri "Gesù di Nazaret all’università". Il volume, continua il salesiano, "rappresenta del resto il coronamento dello studio di un uomo che ha quasi sempre insegnato. Cosa di più naturale che presentarlo in ambienti universitari? Abbiamo fatto la proposta a quattro atenei che hanno accettato con entusiasmo e così abbiamo organizzato gli incontri nelle università di Urbino, Messina (28 novembre), Parma (1° dicembre) e Sassari (9 dicembre). Appena si è sparsa la notizia, altre università ci hanno chiesto di fare altrettanto". Il primo appuntamento sarà domani, all’università Carlo Bo di Urbino, intitolata a un intellettuale che alla scrittura ha sempre chiesto qualcosa di più che l’intuizione estetica cercata da Benedetto Croce o dallo storicismo positivista, e ha interrogato il testo alla ricerca di risposte per la vita secondo sollecitazioni che gli venivano dall’esistenzialismo e dal cristianesimo. Nell’aula magna dell’università presenterà il libro il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, mentre interverranno Stefano Pivato, rettore dell’ateneo, Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado, Giuseppe Costa, direttore della LEV e Marco Cangiotti, preside della Facoltà di Scienze politiche. "Oltre cinque secoli fa - scrive il rettore nel suo indirizzo di saluto - Guidubaldo i riordinava il Collegio dei dottori di Urbino. Pochi mesi più tardi Papa Giulio II, con una bolla datata 18 febbraio 1507 ('Ad sanctam beati Petri sedem divina dispositione sublimati') perfezionava il nucleo originari dell’ateneo conferendogli la facoltà di dottorare e ponendo, di fatto, il sigillo sulle origini della nostra università. Da allora, e nel corso di cinque secoli, gli scambi fra la cultura laica e quella religiosa hanno trovato un fertile terreno di incontro nelle nostre aule".
Il libro del Papa, continua il rettore dell’ateneo marchigiano, è un’occasione di "allargamento della ragione", per riecheggiare i termini della lectio magistralis pronunciata dal Papa nel settembre 2006 a Ratisbona. "L’occasione è fornita dalla riflessione attorno a 'Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione'. Sappiamo del grande successo editoriale del volume ma siamo consapevoli dell’alto valore del suo contenuto, altamente stimolante per chi, come nell’ambiente universitario, ha a cuore la crescita del sapere". Avere a cuore la crescita del sapere significa non rassegnarsi alla sistematica sparizione del contesto, tipica della frammentarietà di una comunicazione tarata su tempi televisivi, che rende facile estrapolare un dettaglio e trasformarlo in un’arma dialetticamente contundente; un caso da manuale è stato proprio il malinteso alla base del "caso Sapienza" che ha impedito tre anni fa a Benedetto XVI di pronunciare la sua lectio magistralis nell’ateneo romano. Un discorso in cui, oltre alle grandi figure della tradizione cristiana, venivano citati pensatori come John Rawls e Jürgen Habermas. Ma anche la cronaca, nei suoi aspetti più sconcertanti, può diventare magistra vitae: dal gennaio 2008 in poi non è più superfluo ribadire che citare un filosofo non significa automaticamente condividerne integralmente il pensiero, e che un distratto "copia-incolla" può portare a conseguenze dalla gravità imprevedibile. Come è noto, infatti, un errore contenuto nella pagina dell’enciclopedia in Rete rese evidente il fatto che i firmatari dell’appello contro la visita del Papa avevano usato Wikipedia come unica fonte, non leggendo il discorso citato su Feyerabend e Galilei; dal testo originale sarebbe risultato evidente che l’allora card. Ratzinger non sposava la visione "dadaista" della scienza di Feyerabend, né intendeva usarla retrospettivamente per giustificare la condanna di Galileo, ma voleva affermare che la razionalità scientifica ha dei limiti, posti in rilievo dalla critica più spregiudicata, e quindi va ricompresa in una ragionevolezza più grande di carattere filosofico e aperta alla trascendenza. E costantemente aperta al confronto con chi è su posizioni lontane, talvolta molto lontane, dalle nostre. L’outsider Paul Karl Feyerabend, considerato un eretico e uno spirito bizzarro da tanti colleghi, fu stupito e lusingato di avere Joseph Ratzinger tra i suoi lettori, come testimonia Alessandro Tessari in un articolo uscito su Avvenire il 19 gennaio di tre anni fa. "Pensa che bello - amava dire ai suoi amici - che un cardinale sia così anarchico da citare proprio me".


Silvia Guidi, L'Osservatore Romano

Il Papa in Benin. L'incontro con i bambini: le parole di Benedetto aiuto all'Africa a continuare nella lotta per garantire un domani ai propri figli

Papa Benedetto XVI partirà alla volta del Benin venerdì, per il suo ventiduesimo viaggio apostolico internazionale in occasione della firma e della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus" su pace, giustizia e riconciliazione nel continente. Il documento raccoglie i risultati della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, svoltasi in Vaticano nell’ottobre 2009, e guiderà le attività pastorali della Chiesa in Africa nei prossimi anni. In Benin, il Papa incontrerà tra sabato e domenica i rappresentanti delle Istituzioni civili, politiche e diplomatiche, i leader delle altre religioni, e naturalmente la Chiesa del Paese, i presidenti delle Conferenze Episcopali di tutta l’Africa, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici cristiani impegnati nella pastorale e nelle attività sociali e caritative. Ma avrà anche un incontro speciale con i bambini, sabato pomeriggio nella Parrocchia Santa Rita a Cotonou. Durante il viaggio in Angola, nel marzo 2009, Benedetto XVI aveva avuto un incontro specifico con le organizzazioni delle donne cattoliche. Donne e bambini sono considerati componenti “speciali” in Africa. Le donne sono la spina dorsale delle società africane e i bambini sono il futuro del continente. Come affermava Amilcar Lopes Cabral, uno dei principali leader africani degli anni ’60, “i bambini sono i fiori e l’unica ragione delle rivoluzioni africane”. L’attenzione del Papa ai bambini tocca quindi uno dei punti chiave della storia delle lotte intraprese dagli africani per l’indipendenza e lo sviluppo dei loro paesi. L’auspicio è che il viaggio del Papa possa ridare senso, vigore e misura all’impegno di oggi e invitare gli africani a guardare al domani con più cognizione di causa, con più senso di responsabilità e con maggiore speranza. I discorsi del Papa, alla luce dei risultati del Sinodo per l’Africa, potranno aiutare tutto il Continente a continuare nella lotta per garantire un domani ai propri figli, un futuro migliore di quello che ci è dato di vivere oggi in Africa. Pensare ai bambini in Africa con lo sguardo al futuro e in modo responsabile significa anzitutto essere in grado di costruire un habitat di pace, giustizia e riconciliazione. Un habitat nel quale amore, fraternità e solidarietà siano le strade più idonee per la costruzione di una casa comune africana, a misura della dignità di ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio. “Lasciate che i bambini vengano a Me, perché di essi è il Regno di Dio”, ha detto il Signore. Le Statistiche ufficiali mostrano che più della metà della popolazione in Africa oggi è costituita da bambini al di sotto dei 18 anni. Questo è un grande potenziale per il continente. Viaggiando attraverso l'Africa, si incontrano bambini con tanti sogni. Molti di loro vogliono diventare medici, veterinari, insegnanti, agricoltori; altri vogliono diventare imprenditori e imprenditrici, sacerdoti, suore, ecc.Purtroppo questi sogni vengono spenti dall’indigenza che costringe molti ad abbandonare la scuola e a tentare la fortuna altrove, spesso nelle strade, in quasi tutte le principali città africane. È un fenomeno comune vedere bambini ambulanti, bambini mendicanti e bambini borseggiatori, bambini trafficati dagli adulti per diversi obbiettivi che nulla hanno a che fare con il loro benessere. Molti fattori sono responsabili di questa situazione. Uno di questi è certamente l'abbandono delle famiglie al proprio destino, da parte dei governi africani: le politiche di aggiustamento strutturale imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) hanno costretto i governi africani a ridurre finanziamenti ai settori dei quali beneficiano le famiglie, quali la cultura, l’educazione, la salute, il lavoro e l’agricoltura. Molti funzionari pubblici hanno perso il lavoro, finendo nella povertà quasi assoluta. Il futuro dell'Africa è in Africa. Il regalo più importante che il Papa può dare ai bambini del continente sarà, nella luce del Vangelo, di incoraggiare le Chiese locali e i diversi organismi internazionali presenti nei Paesi africani a fare di più per difendere i diritti dei bambini, a sensibilizzare la comunità africana e l’opinione pubblica internazionale riguardo a questi diritti. In secondo luogo, la presenza del Santo Padre può rappresentare un forte richiamo ai governi perché rivedano le loro politiche e mettano “il sostegno alle famiglie” tra le priorità d’azione delle loro politiche, come ad esempiol’istruzione gratuita dalla scuola primaria alla scuola secondaria, l’assistenza sanitaria, l'agricoltura vera spina dorsale delle economie africane.

Radio Vaticana

Tappa in Albania del 'Cortile dei Gentili'. Messaggio del Papa: preziosa occasione di incontro e di confronto per camminare insieme verso la verità

Una sala piena di studenti ha accolto oggi all’Università di Tirana il "Cortile dei Gentili" e il capo del Pontificio Consiglio per la Cultura, il card. Gianfranco Ravasi, nella capitale dell'Albania, per il dialogo con i non credenti, che in verità è anche un dialogo interculturale, ha detto. Sul podio, professori e parlamentari albanesi hanno discusso sulle dimensioni spirituali della sopravvivenza dell’identità albanese, sulla religione durante i tempi dell’ateismo comunista, quando la gente ha trasformato le proprie case in chiese, catacombe nascoste anche dai vicini. Continuazione logica della giornata di ieri, una specie di festa dei giovani e delle religioni, che il card- Ravasi ha detto che proporrà come modello anche in altre occasioni. I giovani riuniti in tre tende, sul lavoro e la sua dignità, sulla spiritualità e sull’informazione e comunicazione, hanno proposto delle idee interessanti, tra le quali due in particolare: l’attenzione per i non praticanti, cioè per le persone indifferenti, che non si riconoscono né come credenti né come non credenti, seme possibile di devianze in società, e la proposta di insegnare l’etica a partire dalla scuola d’obbligo. Accolto con gioia evidente il messaggio del Papa, indirizzato al card. Ravasi e letto dal nunzio apostolico in Albania, mons. Ramiro Molinari Ingles. Benedetto XVI ha mandato a tutti i partecipanti all’evento un cordiale saluto, quale segno di vicinanza e di attenzione. “Sono preziose - si legge nel messaggio a firma dal segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone - le occasioni di dialogo, i momenti di incontro e di confronto come il Cortile dei Gentili, in cui rinnovare gli impegni di camminare insieme verso la verità”. Nel pomeriggio, l’incontro si trasferirà all’Università europea di Tirana, un ateneo privato che offre una formazione di eccellenza. La ricerca di “Cosa crede quello che non crede”, il tema dell’incontro, continua a Tirana, affrontando le sfide della società post-moderna.

Radio Vaticana

Benedetto XVI nomina mons. Adriano Bernardini nuovo nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino. Napolitano concede il gradimento

Il Papa ha nominato nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino mons. Adriano Bernardini (foto), finora rappresentante diplomatico della Santa sede in Argentina. Bernardini prende il posto di mons. Giuseppe Bertello, nominato in estate presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso il gradimento per la nomina di mons. Bernardini, rende noto la Farnesina.

TMNews, Asca

RINUNCE E NOMINE

L'arcivescovo di Manila Tagle, esponente di rilievo della scuola di Bologna, sarà creato cardinale nel prossimo Concistoro, forse a febbraio 2012

Nei palazzi vaticani circola la voce che nel febbraio del 2012 potrebbe tenersi un nuovo Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, il quarto del pontificato di Benedetto XVI. Quella dei nuovi porporati è scelta personalissima del Papa. Ma grandi e piccole manovre per cercare di intrufolarsi in questo riservatissimo processo decisionale non mancano mai. Nemmeno questa volta. Plateale quella dello storico Alberto Melloni, capofila della celebre scuola storiografica di Bologna che ha dato alla luce la storia più letta in tutto il mondo del Concilio Vaticano II, interpretato come rottura e "nuovo inizio" rispetto alla precedente epoca della Chiesa. Commentando sull'edizione fiorentina del Corriere della Sera l'attentato subito lo scorso 4 novembre dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, col ferimento del sacerdote suo segretario particolare, Melloni ne ha tessuto un accorato elogio, lamentando che "a causa di una gherminella canonistica usata a corrente alternata" Betori e la Chiesa di Firenze ancora "devono attendere la porpora che riconosca a questa Chiesa il rango che le spetta". In effetti, nell’ultimo Concistoro del 20 novembre 2010 Betori non fu fatto cardinale perché venne applicata anche a lui la regola, a dire il vero empirica e non "canonistica", in base alla quale non si dà la porpora al vescovo di una diocesi che abbia ancora in vita un porporato emerito con meno di 80 anni, anche se non più residente nella città perché impegnato in incarichi nella Curia romana, come è il caso, per Firenze, del suo arcivescovo emerito Ennio Antonelli, 75 anni, attuale presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Sembra ancora presto per dire se questa regola applicata lo scorso anno sarà riutilizzata a febbraio, escludendo di nuovo Betori dalla porpora. Intanto però un vero allievo della scuola di Bologna, non italiano, è già in "pole position" per esser fatto cardinale nel prossimo Concistoro. Si tratta di Luis Antonio Tagle (foto), 54 anni, nominato lo scorso 13 ottobre arcivescovo di Manila, la capitale delle Filippine, una delle due diocesi cardinalizie del più cattolico dei Paesi asiatici. Manila è sede cardinalizia dal 1960, mentre l’altra, Cebu, lo è dal 1969. Attualmente comunque, dopo lo smembramento dell'arcidiocesi di Manila intervenuto nel 2002, Cebu supera Manila per popolazione (4,1 milioni contro 3,3), per numero di cattolici (3,6 milioni contro 2,9), per numero di clero secolare (326 contro 299), per numero di religiose (1244 contro 1000) e soprattutto per numero di seminaristi (234 contro 66) e di battesimi nell'anno trascorso (126 mila contro 67mila), mentre la capitale conserva il primato nel clero religioso (353 contro 278). I dati sono dell’Annuario Pontificio del 2011. Ma torniamo all'arcivescovo Tagle, che appena nominato a Manila è stato subito onorato del titolo di “new papal contender” dal vaticanista John L. Allen del settimanale americano progressista National Catholic Reporter. È stato proprio Allen a sottolineare come Tagle, dopo essere stato allievo del teologo Joseph Komonchak della Catholic University of America, ha fatto parte della squadra di studiosi messa all'opera da Alberto Melloni e dal suo maestro Giuseppe Alberigo, entrambi discepoli e successori di don Giuseppe Dossetti, per la loro controversa storia del Concilio. Nel IV volume di questa storia, pubblicato nel 1999 e dedicato al turbolento periodo conciliare dell’autunno 1964, è proprio Tagle a firmare il capitolo chiave, quello dedicato alla “tempesta di novembre: la settimana nera”. La candidatura del nuovo arcivescovo di Manila è stata discussa in Vaticano dai cardinali e vescovi membri della Congregazione nella riunione di giovedì 22 settembre. In questa riunione Tagle, che dal 2001 era vescovo di Imus e figurava già come il primo della terna dei candidati a Manila, è stato prescelto rispetto al secondo contendente, Socrates Buenaventura Villegas, dal 2009 arcivescovo di Lingayen-Dagupan e già segretario particolare del card. Jaime Sin, protagonista della pacifica rivoluzione che portò nel 1986 alla caduta della dittatura di Ferdinand Marcos. Benedetto XVI ha confermato la scelta e ha promosso Tagle a Manila. Nel commentare la nomina del suo allievo, Komonchak, curatore dell'edizione americana della storia del Vaticano II della scuola di Bologna, ne ha dedotto compiaciuto che l'aver collaborato a tale storia "non è più un motivo bastante per essere considerati 'persona non grata' in Vaticano". Il Philippine Daily Inquirer ha scritto che il legame di Tagle con la progressista scuola di Bologna "rende la sua nomina ancora più intrigante", poiché Benedetto XVI "è conosciuto per le sue vedute conservatrici in dottrina". Lo strano è che i cardinali e i vescovi che in Vaticano hanno soppesato la candidatura di Tagle hanno saputo di questo suo legame con la scuola di Bologna solo dopo la pubblicazione della nomina. Infatti, nella solitamente ponderosa documentazione informativa, la cosiddetta "ponenza", a loro consegnata su ciascun candidato, questo aspetto della biografia di Tagle, effettivamente "intrigante" ed ecclesiasticamente di grande peso, era del tutto taciuto.

Sandro Magister, www. chiesa