giovedì 1 dicembre 2011

VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Attesi a Milano fino ad un milione di pellegrini. Il Papa invita ad aprire le porte delle case per accoglierli

Per i giorni culminanti del VII Incontro Mondiale delle Famiglie sono attesi a Milano (foto) fino ad un milione di pellegrini: è stato il Papa stesso, ricevendo in udienza i partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ad invitare oggi le famiglie di Milano e della Lombardia ad “aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo”. Così l’arcidiocesi si sta attrezzando, informa l’ufficio per le comunicazioni sociali, rendendo noto che il Comitato organizzatore ha predisposto un opuscolo in cui si spiega ai fedeli perché accogliere una famiglia, cosa è richiesto e quando “aprire le porte” della propria casa. “Aprirsi all’universalità della Chiesa e alla mondialità; mettere in pratica l’ospitalità cristiana; collaborare con le diocesi lombarde”. Questi, si legge nel pieghevole, i tre motivi principali per accogliere una famiglia. I requisiti sono semplici: “uno spazio fisico, e ancor più del cuore”, per dare il benvenuto a una famiglia “proveniente dall’Italia, dall’Europa o da un altro Paese del mondo”. Chi decide di accogliere, informa la diocesi, potrà farlo in tre periodi: dal 28 maggio al 3 giugno, dal 1° giugno al 3 giugno, o anche “per un periodo più ampio”. Sarà cura del parroco, o di un altro sacerdote, raccogliere le adesioni per poi inviarle al Comitato organizzatore. Info: www.family2012.com.

SIR

Il Papa: centenario della Cattedrale di Yangon occasione per esortare i cristiani del Myanmar ad una più diligente imitazione della vita di Cristo

Nella solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine, il prossimo 8 dicembre, il card. Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, si recherà in Myanmar, come inviato speciale del Santo Padre, in occasione del centenario della Cattedrale di Yangon (foto). Nella lettera in latino, indirizzata al porporato, Benedetto XVI sottolinea come sia necessario dimostrare in modo rinnovato l’amore verso il Vangelo e la Chiesa di Cristo. Il porporato, ricorda il Papa nella lettera, presiederà la celebrazione per il centenario della Cattedrale di Yangon, segno della gratitudine dei pastori e dei fedeli verso Dio per i benefici che, nel corso degli anni, il Signore ha elargito all’intera comunità ecclesiale. La Cattedrale, la prima costruita nel Paese, è dedicata a Maria Santissima Madre di Dio. E’ stata consacrata durante il Pontificato di Pio X, il cui motto “Instaurare omnia in Christo” (Instaurare tutte le cose in Cristo) è oggi un’esortazione per tutti i fedeli a confermare e a rinnovare la fede. Il Papa ricorda che la celebrazione sarà un’occasione per esortare la comunità cristiana del Myanmar ad una più diligente imitazione della vita di Cristo. Il Pontefice chiede anche al card. Martino di portare i propri saluti all’arcivescovo di Yangon, agli altri pastori, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli laici. Il Santo Padre esorta infine ad estendere parole di benevolenza anche alle autorità civili e religiose, tra cui i buddisti, e a tutti coloro che hanno a cuore la missione della Chiesa, la libertà religiosa e il bene della persona umana.

Radio Vaticana

Natale 2011. Arrivato dall'Ucraina l’Albero, un abete rosso di 30 metri, che sarà innalzato in Piazza San Pietro. Il 16 dicembre l'accensione

E’ arrivato oggi in Piazza San Pietro l’Albero di Natale: quest’anno è stato donato dall’Ucraina. Si tratta di un abete rosso di 60 anni, alto oltre 30 metri, di 5 tonnellate, proveniente dalle foreste della provincia occidentale della Transcarpazia. L’albero sarà innalzato il prossimo 5 dicembre accanto al tradizionale presepe in allestimento in Piazza San Pietro. Per vederlo illuminato bisognerà aspettare il pomeriggio del 16 dicembre, quando sarà inaugurato alla presenza dell’arcivescovo Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dei vescovi cattolici dell’Ucraina di rito latino e bizantino e di rappresentanti della Chiesa Ortodossa ucraina. “Si tratta di un evento estremamente importante - ha detto l’arcivescovo maggiore di Kiev e Galizia, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina - Per il Paese si tratta di un’ulteriore testimonianza delle sue radici europee e della sua appartenenza alla famiglia delle nazioni Europee”. Secondo quanto riferito da L’Osservatore Romano l’abete verrà decorato con oltre 2.500 sfere di colore oro e argento, e con altrettante luci bianche e gialle. L’albero è stato sradicato lo scorso 22 novembre ed è stato trasportato con un elicottero da carico, trasportato grazie a cavi speciali ultraresistenti fino alla più vicina strada carrabile. Data la mole e la collocazione, le operazioni di taglio e di trasporto sono durate circa una settimana. A occuparsi del trasferimento è stata una ditta slovena specializzata in trasporti eccezionali, che già nel 2009 aveva curato la consegna dell’albero donato dal Belgio al Papa. Ogni anno il legno dell’albero utilizzato in Piazza San Pietro ha una valorizzazione sociale: viene, infatti, usualmente donato ad associazioni o comunità di recupero per la lavorazione a scopi di beneficenza.

Radio Vaticana, Zenit

Sinodo dei vescovi 2012. Presentata una sintesi delle risposte ai 'Lineamenta' ed eleborato uno schema per la redazione dell''Instrumentum laboris'

“La nuova evangelizzazione, rivolta alle persone che non seguono più la prassi cristiana, interessa tutta la Chiesa”. É una delle affermazioni emerse all’interno della sesta riunione del XII Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo di vescovi, che si è svolta il 22 e 23 novembre, di cui la Santa Sede dà notizia oggi in un comunicato. “Con la nuova evangelizzazione – vi si legge a proposito di “alcune osservazioni generali” sullo schema per la redazione dell’”Instrumentum laboris” dell’importante appuntamento ecclesiale, in programma dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana" - la Chiesa cerca di rispondere ai mutamenti costanti che intervengono nella comunità umana universale nel processo di globalizzazione in un clima culturale e morale di secolarizzazione e agnosticismo”. Di fronte a tali sfide, per la Santa Sede “si richiedono nuovi linguaggi e nuovi mezzi e soprattutto testimoni credibili perché si trasmessa la fede alle nuove generazioni nei nuovi contesti sociali, dove le comunità naturali e tradizionali, quali la famiglia e la scuola, ritrovano con particolare urgenza il loro proprio impegno educativo alla fede”, affinché la “missione” ecclesiale di “evangelizzare attraverso l’annuncio, l’iniziazione, la liturgia, la santità delle persone conosca nuovi metodi e nuovi esiti”. La nuova evangelizzazione, per la Chiesa consiste in un “nuovo atteggiamento missionario” che raggiunga “non solo i battezzati che hanno abbandonato la professione e la pratica della fede, i non credenti, gli agnostici, ma anche i fedeli di altre religioni, in un dialogo che renda possibile l’incontro attorno a ragioni da trovare o da spiegare per il vivere umano e per la professione della fede”. La riunione preparatoria al Sinodo dei vescovi, si legge nel comunicato diffuso oggi dalla sala stampa vaticana, è stata guidata dal segretario generale del Sinodo dei vescovi, mons. Nikola Eterovic, che ha ricordato come con i lavori sinodali avranno coincidenza alcuni eventi ecclesiali, quali il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e l’inizio dell’Anno della fede. Dopo il saluto di mons. Eterovic, è stata presentata una sintesi delle risposte ai “Lineamenta” inviate dalle Conferenze Episcopali, dai Sinodi dei cescovi delle Chiese Orientali Cattoliche “sui iuris”, dagli organismi della Curia romana e dall’Unione dei Superiori Generali. Dopo tale presentazione era prevista l’elaborazione di uno schema per la redazione dell’”Instrumentum laboris”, documento di lavoro della futura Assemblea sinodale. La prossima riunione del Consiglio è in programma il 16 e 17 febbraio 2012.

SIR

COMUNICATO: SESTA RIUNIONE DEL XII CONSIGLIO ORDINARIO DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI (22-23 NOVEMBRE 2011)

Card. Antonelli a Benedetto XVI: grazie per i frequenti interventi del suo Magistero a favore della famiglia e per la protezione della vita umana

Un "grazie per i frequenti interventi del suo Magistero a favore della famiglia e per la protezione della vita umana", è stato rivolto dal cardinale presidente Ennio Antonelli (foto) a Benedetto XVI all’inizio dell’udienza concessa al Pontificio Consiglio per la Famiglia. Lo testimonia, ha aggiunto il porporato, anche la recente Esortazione Apostolica "Africae munus", in cui il Papa "ha dato forte risalto a questi temi, additando la famiglia come 'santuario della vita e cellula vitale della società e della Chiesa... luogo propizio per l’apprendimento e la pratica della cultura del perdono, della pace e della riconciliazione'". Dopo aver rievocato le finalità istituzionali del Pontificio Consiglio, il presidente ha illustrato al Pontefice i lavori dell'Assemblea plenaria, con interventi rappresentativi delle diverse aree geografiche e culturali, e ha riferito sulla preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Milano il prossimo anno. Come gesto emblematico il porporato ha infine offerto al Papa un prodotto di questa preparazione, il cofanetto delle catechesi tradotte nelle sette lingue con le quali Benedetto XVI accoglie i pellegrini durante le Udienze generali del mercoledì. In realtà, ha concluso, "noi siamo andati oltre le sette lingue ufficiali, perché le catechesi sono state tradotte anche in ungherese, romeno, arabo ed è in cantiere la traduzione in cinese", perché l’attenzione e l’interesse per il tema e per l’evento stanno "crescendo largamente, in molti Paesi".

L'Osservatore Romano

Il Papa: come la Chiesa la famiglia fondata sul matrimonio è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti alla XX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si è svolta dal 29 novembre al 1° dicembre 2011 per celebrare il duplice XXX anniversario dell’Esortazione Apostolica "Familiaris consortio" e dell’istituzione del dicastero.
“La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica. Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana”, ha affermato il Papa nel suo discorso. La famiglia è “via della Chiesa perché è ‘spazio umano’ dell’incontro con Cristo”. I coniugi, ha ricordato Papa Ratzinger, "non solo ricevono l'amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante". “La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo”. L’accoglienza e la trasmissione dell’amore divino, ha detto, “si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli”. E ancora, “nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile”. “La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina”. Il Papa ha quindi messo in relazione la missione della famiglia con quella dei presbiteri, affermando che “i due Sacramenti detti ‘del servizio della comunione’, Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica". “Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio”. Ed ha soggiunto che la famiglia “è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa”. A questo riguardo ha indicato alcuni “ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei vescovi”: “Educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione”, “preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede”, “formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani”, “esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile”, “pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita”. Il Papa ha concluso il discorso rivolgendo il pensiero al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012. Ha dunque confidato che sarà per lui “una grande gioia” ritrovarsi insieme, “pregare e fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo”. "Ringrazio la Chiesa Ambrosiana - ha aggiunto - per il grande impegno profuso finora e per quello dei prossimi mesi ed invito le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo". "Nell'ospitalità sperimenteranno - ha auspicato - gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l'esperienza di fede ad esso legata". "Nella mia lettera di convocazione all'Incontro di Milano chiedevo un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale, perchè l'evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo", ha ricordato infine Papa Ratzinger ringraziando "quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso" e invitando "chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi".

SIR, Radio Vaticana, Agi

UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA - il testo integrale del discorso del Papa

Le misurate trasferte del Papa nel 2012. Non ancora scartata la possibilità di un viaggio in Irlanda. Visite pastorali a Campobasso e Arezzo

"Una cosa è certa, l’anno prossimo il Santo Padre farà meno viaggi, sia all’estero che in Italia". Questo confidava nei giorni scorsi a Vatican Insider uno stretto collaboratore di Papa Ratzinger. I viaggi saranno probabilmente meno numerosi, ma al tempo stesso più impegnativi, in particolare quello in America Latina previsto per la primavera prossima. L’altra trasferta internazionale che si profila nel 2012 è quella del Libano, in settembre. Dopo il viaggio in Terra Santa del 2009, quello a Cipro nel 2010 e il Sinodo sul Medio Oriente che si è tenuto a Roma nell’ottobre dell'anno scorso, il Papa avrà l’occasione di parlare dal cuore dei Paesi mediorientali in un momento particolarmente delicato e difficile per gli equilibri di tutta l’area, dopo gli esiti ancora incerti della "primavera araba". Infine, non è ancora stata del tutto scartata la possibilità di un breve viaggio in Irlanda, in occasione del Congresso Eucaristico internazionale che si terrà a Dublino nel giugno 2012. Le recenti tensioni diplomatiche, dopo l’attacco rivolto dal primo ministro alla Santa Sede per lo scandalo pedofilia dello scorso luglio e la successiva decisione di chiudere l’ambasciata presso il Vaticano, come pure la situazione difficile in cui versa la Chiesa di quel Paese, hanno fatto pensare che l’eventualità sia remota. Non è però ancora detta l’ultima parola. Per quanto riguarda l’Italia, è fissata la trasferta di due giorni, sabato 2 e domenica 3 giugno a Milano, in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Altre mete italiane, con viaggi della durata di un solo giorno, sono Campobasso e Arezzo.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

'Vatican Insider': dal 23 al 28 marzo 2012 l'impegnativo viaggio del Papa in Messico e a Cuba. Non ancora escluso la visita al Santuario di Guadalupe

Si stanno studiando in queste settimane le possibili mete del viaggio apostolico che Benedetto XVI farà nel 2012, dal 23 al 28 marzo, recandosi due Paesi dell'America latina, il Messico e Cuba. La trasferta latinoamericana segue quella in Brasile del 2007 e precede quella prevista sempre in Brasile nel 2013, per la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Recandosi in Messico, dove Giovanni Paolo II compì il suo primo viaggio internazionale nel 1979 e dove è tornato più volte, e a Cuba, Papa Ratzinger intende incontrare simbolicamente tutto il mondo cattolico ispano-americano. Com’è noto, i medici hanno già da tempo invitato il Papa a essere prudente con le trasferte aeree molto lunghe. Nel caso del Messico si aggiunge il problema dell’altitudine, che farebbe evitare la possibilità di una tappa nella capitale federale, Città del Messico, dove sorge il Santuario mariano più visitato del mondo e dove si conserva l’immagine della Madonna di Guadalupe, patrona dell’America Latina e del meticciato successivo alla colonizzazione. I vescovi messicani hanno suggerito al Vaticano che il Papa visiti le città di León, Silao e Guanajuato, nello stato di Guanajuato, l’unico a non aver ricevuto Giovanni Paolo II nel corso dei suoi viaggi messicani, dove vive un’altissima percentuale di cattolici. Guanajuato fu un importante centro della rivolta dei Cristeros negli anni Venti. Si tratta di zone collocate a circa 1800 metri sul mare, un’altitudine certamente inferiore ai 2200 metri di Città del Messico, ma comunque alte. Il programma dettagliato si definirà nelle prossime settimane e un passaggio nella capitale e nel Santuario di Guadalupe non è ancora stato del tutto escluso. Particolarmente significativa sarà poi la tappa a L’Avana , la capitale cubana. Dopo lo storico viaggio di Papa Wojtyla, accolto da Fidel Castro nel gennaio 1998, le tensioni tra il regime e la Chiesa Cattolica si sono andate allentando. Il card. Tarcisio Bertone ha visitato Cuba due volte in tre anni, nel 2005 da arcivescovo di Genova, e nel 2008, da Segretario di Stato, nell’ultima delle quali era stato invitato a convincere il Pontefice a passare per l’isola caraibica durante uno dei suoi viaggi. Il prossimo 12 dicembre, Benedetto XVI ha deciso di celebrare il bicentenario dell’indipendenza dell’America Latina con una Messa che presiederà nella Basilica di San Pietro, alla presenza di molti cardinali e arcivescovi latinoamericani. Con questa celebrazione e con il viaggio all’inizio della prossima primavera, il Papa mette al centro dell’attenzione quello che un tempo era chiamato il "Continente della speranza", dove vive la maggioranza dei cattolici del mondo.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Card. Ouellet: abbiamo bisogno di vescovi non solo teologicamente fedeli al Magistero e al Papa ma anche capaci di difendere la fede pubblicamente

Girata la boa del suo primo anno come prefetto della congregazione per i vescovi, il card. Marc Ouellet (nella foto con Benedetto XVI) ne ha tirato le somme in un'intervista a Gianni Cardinale per Avvenire, il quotidiano di proprietà della conferenza episcopale italiana. Nell'intervista, ha tra l'altro rivelato che capita di frequente, "più di quanto mi potessi aspettare", che il candidato scelto per essere fatto vescovo non accetti la nomina. Ha indicato una ragione di tali rifiuti nel timore di non reggere il ruolo, in una società dove i vescovi sono sotto attacco pubblico "anche in conseguenza degli scandali e delle denunce riguardanti gli abusi sessuali". Quanto alle ambizioni di carriera, ha avvertito il cardinale, se un sacerdote o un vescovo aspira e manovra per essere promosso a una diocesi di riguardo, "è bene che rimanga dov'è". Ouellet ha concluso l'intervista tracciando il profilo del vescovo di cui oggi la Chiesa ha più necessità. Un vescovo che sia allo stesso tempo teologo e apologeta, difensore pubblico della fede: "Oggi, nel contesto soprattutto delle nostre società secolarizzate, abbiamo bisogno di vescovi che siano i primi evangelizzatori, e non dei semplici amministratori di diocesi. Che siano capaci cioè di proclamare il Vangelo. Che siano non solo teologicamente fedeli al Magistero e al papa ma che siano anche capaci di esporre e, se è il caso, di difendere la fede pubblicamente". A questo profilo del vescovo teologo e "defensor fidei" corrisponde in pieno lo stesso card. Ouellet. Canadese del Québec, 67 anni, appartenente alla Compagnia dei Sacerdoti di San Sulpizio, Ouellet ha fatto parte della cerchia della rivista internazionale di teologia Communio, fondata tra gli altri da Joseph Ratzinger e Hans Urs von Balthasar, alla cui scuola si è formato. Per molti anni ha fatto la spola tra il Canada e la Colombia, come professore di seminario ed educatore. Poi si è trasferito a Roma, come docente di teologia sistematica alla Pontificia Università Lateranense, quando ne era rettore il futuro card. Angelo Scola, anche lui della cerchia di Communio. Nel 2001 fu nominato segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. E l'anno dopo arcivescovo di Québec e primate del Canada. Dal 2003 è cardinale. Nel suo Québec, il card. Ouellet è stato testimone diretto di uno dei più repentini crolli del cattolicesimo nell'ultimo secolo. Questa regione, che fino alla metà del Novecento era a fortissima impronta cattolica, è oggi una delle più secolarizzate del mondo. Come arcivescovo, Ouellet si è battuto con energia per ridare voce e corpo al cristianesimo nella sua terra. E Benedetto XVI l'ha talmente apprezzato da chiamarlo a Roma prima come relatore del Sinodo dei vescovi del 2008 e poi stabilmente, dal 2010, come prefetto della Congregazione per i vescovi. Tra i cardinali della Curia romana, Ouellet è sicuramente il più intimo a Papa Joseph Ratzinger, che incontra regolarmente una volta alla settimana. Ed è forse l'unico col quale il Papa si confida senza riserve. Sta di fatto che da quando Ouellet presiede la Congregazione vaticana che sceglie e propone al Papa i nuovi vescovi, le preferenze accordate a teologi e difensori della fede sono sempre più evidenti.

Sandro Magister, www. chiesa

Missione del vescovo: donarsi alla Chiesa - il testo integrale dell'intervista

Teologi e apologeti. I nuovi vescovi devono essere così - le dodici nomine più significative

Corte d'appello del Belgio dichiara non valide le perquisizioni del giugno 2010 nella sede dell'arcidiocesi di Bruxelles per l'inchiesta sugli abusi

La Corte d'appello di Bruxelles ha dichiarato non valide le perquisizioni effettuate nel giugno dell’anno scorso nella sede dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi sessuali da parte di membri del clero. I giudici hanno stabilito che quella operazione di polizia, denominata a suo tempo “Calice”, è stata sproporzionata. Stesso giudizio per la perquisizione effettuata lo stesso giorno nell’abitazione del card. Godfried Danneels. Dopo la sentenza, tutto ciò che è stato sequestrato in occasione delle perquisizioni dovrà essere restituito ai legittimi proprietari e tutti gli elementi acquisiti con queste azioni di polizia devono essere ritenuti non validi. Lo scorso anno la Corte d'Appello aveva già annullato, con le stesse motivazioni, la perquisizione effettuata nei locali della commissione d'inchiesta istituita dalla stessa Conferenza Episcopale belga. Soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello è stata espressa dai legali del card. Danneels.

Radio Vaticana

'Africae Munus'. Il Secam approva il piano per la traduzione, distrubuzione e attuazione dell'Esortazione Apostolica a livello locale e nazionale

La traduzione e la distribuzione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae Munus" in tutta l’Africa a livello locale e nazionale e l’istituzione da parte di ogni Conferenza Episcopale nazionale e regionale di speciali Commissioni comprendenti esperti in tutti i campi di intervento afferenti al tema del secondo Sinodo dei vescovi per l’Africa: la giustizia, la pace e la riconciliazione. Questi i punti principali della “Risoluzione di Cotonou”, il piano di azione adottato al termine della consultazione promossa la settimana scorsa dal Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar in collaborazione con l’Episcopato del Benin, all’indomani della consegna dell’Esortazione Apostolica ai vescovi dell’Africa da parte del Santo Padre. All’insegna del tema “Africa, alzati!”, l’incontro ha riunito i responsabili delle Conferenze episcopali nazionali e regionali allo scopo appunto di definire una strategia comune per l’attuazione del documento pontificio nel Continente. E per assicurare che la “Risoluzione di Cotonou” non rimanga lettera morta, ha spiegato il direttore dell’Ufficio comunicazioni del Secam Benedict Assorow, ripreso dall’agenzia cattolica africana Cisa, la consultazione ha invocato una maggiore sinergia tra tutti gli organismi ecclesiali e gli operatori pastorali della Chiesa in Africa ai vari livelli. Grande enfasi è stata inoltre data al ruolo dei media, dei giovani, delle donne, degli operatori sociali, degli istituti di formazione, dei teologi e di altri esperti nell’attuazione del piano. Il suo coordinamento, a livello continentale, è stato affidato al Segretariato del Secam.

Radio Vaticana