martedì 13 dicembre 2011

Nuovo Custode della Fede cercasi, meglio se somiglia a Joseph Ratzinger. Il vescovo di Ratisbona è il primo nome, ma niente è ancora deciso

La notizia che nel mese di febbraio con ogni probabilità Benedetto XVI concederà la berretta cardinalizia a una dozzina di vescovi (oggi i cardinali elettori sono 111, nove in meno del tetto massimo previsto, a fine 2011 diventeranno 110, mentre entro il mese di febbraio saranno 108) non è l’unica importante del nuovo anno. C’è anche il cambio decisivo, per la Curia romana di domani, del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 75enne cardinale statunitense William Levada, infatti, ha già preso accordi per ritirarsi nella San Francisco che lo vide arcivescovo dal 1995. Levada venne chiamato da Papa Ratzinger in sella all’ex Sant’Uffizio principalmente per curare la sezione disciplinare del “ministero” che l’attuale Papa aveva guidato dal 1981. Levada, negli Stati Uniti, aveva vissuto in prima persona lo scoppiare dello scandalo della pedofilia (nel 2006 fu chiamato a testimoniare a San Francisco in merito ad abusi commessi da alcuni preti quando, prima del 1995, era vescovo a Portland) e l’esperienza maturata era ritenuta da Joseph Ratzinger preziosa in un momento in cui il Vaticano veniva messo pesantemente sotto accusa per i crimini di pedofilia. Oggi, anche grazie alla pubblicazione delle norme del Motu Proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela” che aggiornano le regole relative ai “delitti gravissimi”, la situazione è stata normalizzata ed è esigenza sentita da molti oltre il Tevere che l’ex Sant’Uffizio torni a insistere maggiormente sull’elaborazione di documenti dottrinali, quel prezioso lavoro che aveva fatto aumentare l’influenza del teologo Ratzinger all’interno del Pontificato wojtyliano. Il nome che molti osservatori danno come più probabile per succedere a Levada è quello di Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona. Membro della Commissione per la dottrina della fede tedesca dal 1998 al 2002, vanta nel suo curriculum il fatto di aver curato l’“Opera omnia” del teologo Ratzinger. Un lavoro che l’ha portato a essere assieme all’arcivescovo di Colonia, il card. Joachim Meisner, uno dei presuli tedeschi che maggiormente ha accesso all’appartamento papale. Ma in molti si domandano: tutto ciò gli basterà per arrivare fino a Roma? A quanto risulta a Il Foglio niente è ancora deciso. Non è un mistero per nessuno che Müller consideri il fondatore della teologia della liberazione, il prete peruviano domenicano Gustavo Gutiérrez, suo maestro. E la cosa potrebbe non giovargli del tutto: due volte negli anni Ottanta la Dottrina delle Fede guidata dal card. Ratzinger dovette intervenire pubblicamente su questioni dottrinali sollevate da Gutiérrez. Nel 1983, in particolare, il futuro Pontefice chiese ai vescovi peruviani chiarificazioni sui legami tra la teologia di Gutiérrez e il marxismo. Posizioni che Müller in qualche modo sembra fare proprie quando chiede alla Chiesa di impegnarsi nella lotta contro il capitalismo neoliberale. Benedetto XVI ha indetto per il 2012 un Anno della fede, legando questa indizione al cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II. “L’Anno della fede, annunciato nei giorni scorsi dal Papa, deve essere considerato una delle iniziative caratterizzanti di questo Pontificato” ha commentato a caldo il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. A significare che per il Papa della corretta ermeneutica del Concilio la chiarezza del Magistero, e dunque della corretta trasmissione della fede, è una priorità imprescindibile. Per questo motivo il nome del nuovo prefetto dell’ex Sant’Uffizio è decisivo. “Non un teologo ma un maestro del Magistero” è il profilo che sinteticamente tracciano oltre il Tevere per questa figura che verrà scelta da Benedetto XVI senza badare troppo al numero di cardinali che già rappresentano i diversi continenti o paesi in Vaticano.

Paolo Rodari, Il Foglio

Vian: la Chiesa non è eurocentrica, sempre più lo sguardo del Papa ne sottolinea la dimensione universale e la capacità di radicarsi in ogni cultura

"Non è usuale la presenza di bandiere nazionali nella Basilica Vaticana, come è accaduto durante la celebrazione papale per il bicentenario dell'indipendenza dei Paesi latinoamericani e caraibici". Lo scrive il direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian in un editoriale di prima pagina intitolato "La Vergine e le bandiere". "Una circostanza singolare, dunque, che non presta il fianco a sospetti di nazionalismi, storicamente estranei alla tradizione cattolica, ma piuttosto conferma il suo radicamento secolare in quell'immensa parte del mondo dove oggi vive quasi la metà dei fedeli in comunione con la sede romana", scrive il giornale vaticano. "Viene così ribadita un'altra realtà evidente, ma che molti ignorano per trascuratezza o, talvolta, in malafede: la Chiesa non è eurocentrica e sempre più lo sguardo di Papa Benedetto ne sottolinea la dimensione universale e la capacità di radicarsi in ogni cultura". "Proprio questo è il portato più profondo e durevole dell'evangelizzazione dell'America, 'al di là degli aspetti storici, sociali e politici dei fatti', come ha puntualizzato il Papa. E ancora questo è il significato della svolta, tanto intelligente quanto coraggiosa, che indusse la Santa Sede al riconoscimento piuttosto rapido, già durante i pontificati di Leone XII e di Pio VIII, delle realtà nazionali costituitesi in America meridionale. Qui, qualche anno prima, tra il 1823 e il 1825, aveva viaggiato - durante una lunga missione giunta sino in Cile - il giovane Mastai Ferretti che, divenuto Papa nel 1846 con il nome di Pio IX, risulta essere il primo successore di Pietro ad avere messo piede nel nuovo mondo".

TMNews

La Vergine e le bandiere

Il Papa in Messico e a Cuba. Festa nei due Paesi all'annuncio: con molta allegria e speranza aspettiamo con devozione filiale Benedetto XVI

Vescovi e fedeli a Cuba e in Messico hanno celebrato l’annuncio ufficiale dell’imminente viaggio di Benedetto XVI, che ieri ha confermato che si recherà nei due Paesi latinoamericani prima della Pasqua 2012 durante la Messa celebrata nella Basilica Vaticana nella memoria liturgica della Vergine Maria di Guadalupe e in occasione del Bicentenario dell’indipendenza degli Stati dell’America Latina. “Con molta allegria e speranza aspettiamo con devozione filiale il Santo Padre che ci visiterà come Pellegrino della Carità” hanno scritto i presuli della Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba in una nota firmata dal portavoce, mons. José Félix Pérez. “Il Papa – aggiunge la nota ripresa dall'agenzia Misna – ha indicato il suo desiderio di essere nel nostro Paese per celebrare con i cubani l’Anno giubilare Mariano per i 400 anni dal ritrovamento dell’icona della Vergine della Carità”, patrona dell’isola, che proprio in questo periodo sta percorrendo in lungo e in largo il Paese. Nelle stesse ore, migliaia di messicani che ieri hanno commemorato proprio nella Basilica di Guadalupe a Città del Messico la giornata dedicata alla patrona nazionale e dell’America Latina, si stima che in totale quello che è considerato il più grande pellegrinaggio della regione abbia riunito dall’inizio di dicembre quasi 6 milioni di fedeli, sono esplosi in grida di gioia e applausi all’annuncio dell'arrivo del Papa. “Ci rallegriamo di questa notizia” ha detto il vicario episcopale della Basilica, Enrique Glennie Graue, riassumendo gli animi dei pellegrini per il prossimo arrivo “del nostro Padre”. Nella regione in cui si concentra il 46% dei cattolici del pianeta Benedetto XVI si era già recato nel 2007 in occasione della V Conferenza dell’episcopato latinoamericano e caraibico ad Aparecida, in Brasile.

Radio Vaticana

Natale 2011. Inaugurazione del Presepe di Piazza San Pietro con canti della tradizione italiana e internazionale. Il Papa accenderà il lume della pace

I canti della tradizione popolare italiana e internazionale animeranno l’inaugurazione del Presepe in Piazza San Pietro che si svolgerà nel pomeriggio del 24 dicembre a partire dalle 16.45. L’omaggio musicale, che ha come titolo “La Chiarastella”, sarà offerto dall’Orchestra popolare dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta dal maestro Ambrogio Sparagna. Un grande Coro popolare composto da bambini ed adulti, disposto intorno al Presepe, eseguirà canti nel dialetto di varie regioni italiane. I canti saranno introdotti dal poeta Davide Rondoni e accompagnati dal suono di zampogne, ghironde e ciaramelle. Molti dei brani in programma sono stati composti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che, per primo a metà del ‘700, ha saputo coniugare in musica la profondità del Mistero del Natale con la semplicità dell’espressione popolare. La tradizione natalizia internazionale sarà presente attraverso la voce di alcuni solisti. Un particolare omaggio al Santo Padre verrà rivolto con un canto natalizio della tradizione tedesca. Al termine della cerimonia, cui parteciperà il presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l’arcivescovo Giuseppe Bertello, con una rappresentanza delle maestranze che hanno lavorato alla costruzione del Presepe, si concluderà con una preghiera guidata dal card. Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Alle 18.00 il Papa accenderà alla sua finestra, come ogni anno, il lume di Natale.

Radio Vaticana

Il Papa eleva l'Opera cattolica internazionale 'Aiuto alla Chiesa che Soffre' a fondazione di diritto pontificio, con presidente il card. Piacenza

Papa Benedetto XVI ha elevato l'Opera cattolica internazionale "Aiuto alla Chiesa che Soffre" a fondazione di diritto pontificio. Il Pontefice ha posto la sede della neo nata Fondazione nello Stato della Città del Vaticano, lasciando l'ufficio internazionale a Konigstein in Germania. Il Pontefice ha affidato la presidenza della Fondazione al card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, il quale ha a sua volta nominato Johannes Freiherr Heereman von Zuydtwyck presidente esecutivo, che per trenta anni è stato prima Segretario Generale e poi presidente esecutivo dell'Ordine di Malta in Germania. Al reverendo Martin Barta, membro dell'Associazione clericale ''Opera di Gesù Sommo Sacerdote'', spetta invece il compito di Assistente Ecclesiastico dell'Opera. Nella lettera che stabilisce la fondazione, Benedetto XVI ricorda i meriti decennali di "Aiuto alla Chiesa che Soffre", da sessantacinque anni al fianco della Chiesa, ovunque la mancanza di mezzi economici o la violazione della libertà religiosa, ne rendano difficile o impossibile la missione evangelizzatrice. L'Opera, un tempo ''Ostpriesterhilfe'' Aiuto ai sacerdoti dell'Est, nasce nel 1947 quando padre Werenfried van Straaten, ispirato da un appello di Papa Pio XII, inizia a persuadere i belgi ad aiutare i sedici milioni di sfollati tedeschi, sei dei quali cattolici, in fuga dalla nascente Germania Orientale. L'Europa era fortemente provata dal secondo conflitto mondiale, ma il grande carisma del monaco premostratense riesce a convincere belgi e olandesi a sostenere i 'nemici di ieri' donando viveri, vestiario e tantissimo lardo. Ne raccoglie diverse tonnellate, tanto da meritarsi l'ormai famoso soprannome di Padre Lardo. Nel 1984 "Aiuto alla Chiesa che Soffre" è riconosciuta dalla Santa Sede quale ''Associazione pubblica universale di diritto pontificio'', incaricata di intervenire ovunque la Chiesa sia perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. L'impegno dell'Opera non si limita alla sola Chiesa Cattolica e negli anni '90 nascono i 'progetti ecumenici' a sostegno della Chiesa Ortodossa. Nel 2010 gli oltre 600 mila benefattori di ACS hanno donato oltre 86,9 milioni di euro con i quali sono stati realizzati 5.587 progetti in 153 Paesi. I fondi hanno permesso di sostenere 10.645 seminaristi negli studi, celebrare 1.245.352 intenzioni di Messe, avviare 417 progetti di costruzione o manutenzione di chiese e cappelle e finanziare 753 progetti a beneficio di suore, tra cui la costruzione di conventi, la formazione delle novizie, motorizzazione e sussistenza.

Asca