lunedì 30 gennaio 2012

Domani l’annuncio ufficiale della nomina di Francesco Moraglia a Patriarca di Venezia, e di Zuppi e Leuzzi vescovi ausiliari della diocesi di Roma

L’atteso e già ampiamente pronosticato annuncio della nomina del nuovo Patriarca di Venezia sarà dato a mezzogiorno di domani, in contemporanea dalla diocesi di La Spezia, dal patriarcato lagunare e dalla Sala Stampa vaticana. Il genovese Francesco Moraglia, 59 anni, dal 2007 vescovo della diocesi spezzina, è il successore che Benedetto XVI ha scelto per guidare il Patriarcato veneto dopo la nomina, avvenuta nel giugno 2011, di Angelo Scola quale arcivescovo di Milano. Saranno pubblicati domani, salvo improbabili sorprese dell’ultima ora, anche i nomi dei due nuovi vescovi ausiliari di Roma. Il primo è quello di don Matteo Zuppi, nato a Roma e pronipote del card. Carlo Confalonieri, che fu segretario particolare di Pio XI. Classe 1955, ordinato prete nel 1981 a Palestrina, incardinato a Roma sette anni dopo, è stato a lungo parroco di Santa Maria in Trastevere ed è attualmente parroco della parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, nella periferia est della capitale. Proviene dalla Comunità di Sant’Egidio. Diventerà ausiliare incaricato del settore Roma-centro, dopo che il predecessore Ernesto Mandara è stato designato nel giugno scorso alla diocesi suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto. Il dossier riguardante la sua nomina era già in esame, quando improvvisamente, alla vigilia di Natale, è scomparso mon. Armando Brambilla, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi romana. Così, dopo la decisione positiva sul nome di Zuppi, si è ritardata la pubblicazione, e si è deciso di nominare vescovo anche mons. Lorenzo Leuzzi, originario di Trani, anch’egli nato nel 1955, da lungo tempo direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, nonché successore di mons. Salvatore Fisichella, dal settembre 2010, quale cappellano di Montecitorio. Leuzzi è medico ed è diventato sacerdote in età adulta, ha fatto per quattro anni l’assistente spirituale alla facoltà di Medicina della Cattolica a Roma. Continuerà a ricoprire gli incarichi attuali aggiungendo quello, impegnativo, della pastorale sanitaria.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Un parroco di Sant’Egidio vescovo ausiliare di Roma

A Ramallah incontro cordiale tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Prossimamente in Vaticano la riunione plenaria

In seguito alla ripresa dei colloqui bilaterali fra la Santa Sede e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, "si è svolto un incontro ufficiale presso la sede del presidente palestinese, a Ramallah, il 28 gennaio 2012". Lo rende noto un comunicato congiunto. "I colloqui - si legge nella nota - sono stati presieduti congiuntamente da Mons. Ettore Balestrero, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, e dal Ministro Ziad Al-Bandak, consigliere del Presidente palestinese per le relazioni con i cristiani. La parte palestinese ha consegnato alla delegazione della Santa Sede la risposta alla bozza d'accordo proposta dalla Santa Sede nell'incontro precedente e i colloqui si sono svolti in un'atmosfera cordiale per rafforzare ulteriormente le speciali relazioni tra le due parti. Le delegazioni hanno deciso di stabilire squadre tecniche per dar seguito alla bozza, in preparazione alla riunione plenaria che si terrà prossimamente in Vaticano".

TMNews

JOINT COMMUNIQUÉ ON THE BILATERAL MEETING BETWEEN THE HOLY SEE AND THE PALESTINE LIBERATION ORGANIZATION (28 JANUARY 2012)

Bertone vacilla dopo il caso Viganò. La spaccatura tra la Segreteria di Stato e il mondo vaticano, il timore che ci vada di mezzo Benedetto XVI

Il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI) non ci pensa proprio. Eppure dopo la vicenda delle lettere di mons. Carlo Maria Viganò, il tema delle dimissioni del Segretario di Stato ha ripreso a circolare tra i Sacri Palazzi. Sarebbero "gradite", si ammette a mezza bocca in più di un ambiente vaticano, "per riportare dignità, ordine e serenità nella gestione degli affari correnti dello stato". Il timore di molti prelati è che l'attuale Pontificato, "rischi di essere penalizzato dai pasticci del Segretario di Stato". Le lettere di Viganò ampiamente diffuse dai mass media e la pubblicazione su L'Osservatore Romano dell'intervista al presidente del Consiglio Mario Monti, con l'omissione la firma dei giornalisti della Radio Vaticana che l'hanno realizzata, sono la conferma - si commenta nei palazzi d'oltretevere - di una "spaccatura tra la Segreteria di Stato e il mondo vaticano". Persino la nota del portavoce della Santa Sede, voluta da Bertone, conferma, secondo gli esegeti dei Palazzi, l'esistenza di un pericolo corruzione negli affari interni: "Non una riga della nota fa riferimento al contenuto delle lettere-denuncia di monsignor Viganò". Lo scontro con Bertone, che intende resistere, potrebbe però avere un ulteriore capitolo già in questi giorni: è attesa in settimana la scelta ufficiale del Papa per la nomina alla prestigiosa sede cardinalizia del Patriarcato di Venezia di mons. Francesco Moraglia, 58 anni, genovese, attuale vescovo di La Spezia, presidente della fondazione "comunicazione e cultura" della CEI, da cui dipende anche Tv2000 diretta da Dino Boffo. Su Moraglia c'è un parere concorde e positivo degli uomini di punta della Chiesa italiana, dall'attuale presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, allo storico capo dei vescovi, card. Camillo Ruini, responsabile del progetto culturale della CEI. Pareri condivisi anche dalla Congregazione per il clero. Un consenso diffuso e accettato "obtorto collo" anche dal card. Bertone che invece puntava sul nome dell'osservatore permanente al Consiglio d'Europa, mons. Aldo Giordano. E dopo il ruiniano Nosiglia alla guida dell'arcidiocesi di Torino, anche Venezia, per restare alle grandi sedi cardinalizie italiane, sembra appannaggio della coppia Bagnasco-Ruini.

La Repubblica.it

Patriarca di Mosca: ci sono ancora conflitti da risolvere con maggiore energia, se non completamente, affinchè l'incontro con il Papa abbia successo

I rapporti "sono migliorati", ma per il tanto agognato storico incontro non è ancora il momento: il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill (nella foto con Benedetto XVI) ha detto che ancora una volta non ci sono presupposti per un bilaterale con il Papa. "Credo ci siano ancora conflitti da risolvere con maggiore energia, se non completamente, affinchè questo incontro abbia successo", specifica il capo della Chiesa Ortodossa russa in un'intervista al quotidiano serbo Vecherniye Novosti, la cui traduzione è stata pubblicata sul sito del Patriarcato. Secondo Kirill i media hanno ribadito "solo l'aspetto sensazionalistico di un incontro possibile", spiegando di "non volere" che sia tutto ridotto a questo. Serve a suo dire un ulteriore sviluppo delle relazioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa Cattolica romana: "dobbiamo lavorare insieme per migliorare radicalmente l'atmosfera di queste relazioni, risolvendo i problemi che esistono tra noi". Allo stesso tempo, il Patriarca ha detto che il rapporto tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa Cattolica "è notevolmente migliorato" nel corso degli ultimi 10 anni. "La questione del proselitismo non è più così grave come era nel 1990, quando i missionari cattolici sono venuti in Russia per lavorarvi attivamente. Il Gruppo misto per le questioni tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana in Russia, che è stato creato nel 2004, ha giocato il suo ruolo positivo, "ha detto. Parlando però di quello che per Mosca è il 'sequestro' delle chiese ortodosse in Ucraina da parte della Chiesa greco-cattolica ucraina, il Patriarca ha sottolineato che la Chiesa russa ha recentemente suggerito di far rivivere la commissione a 4 composta dal Vaticano, il Patriarcato di Mosca, la Chiesa ortodossa ucraina e la Chiesa greco-cattolica ucraina. "Tuttavia, la Chiesa Cattolica non era molto entusiasta la nostra offerta", ha detto. Il tema è stato regolarmente sollevato durante gli incontri con i rappresentanti della Chiesa cattolica al Patriarcato di Mosca, aggiunge il Patriarca. "Il Papa e i responsabili delle congregazioni del Vaticano esprimono comprensione, ma il problema resta irrisolto" conclude Kirill.

TMNews

Prime conclusioni della riunione dei capi dicastero della Curia: maggiore collegialità, armonizzazione dei testi, coordinamento nella pubblicazione

Nella riunione straordinaria con i capi dicastero presieduta sabato in Vaticano da Benedetto XVI, è stata trattato esclusivamente il tema della comunicazione interna, mentre nessuno dei partecipanti ha menzionato il cosiddetto caso Viganò, emerso da un’inchiesta della trasmissione de La7 “Gli intoccabili”. I responsabili dei dicasteri che hanno presto parte al vertice interno erano animati dalla volontà di confrontarsi sul tema del confronto sul tema del coordinamento, non lasciando spazio ad altre questioni, ovvero una maggiore azione comune all’interno della Curia romana. Il Papa ha voluto presenziare la riunione di coordinamento dei dicasteri vaticani che ha dato compimento al "processo di elaborazione, pubblicazione e recezione dei documenti della Santa Sede", come ha accennato nella sua relazione introduttiva Bertone, contro il dilagare della "passione per le notizie minute del pettegolezzo ecclesiastico, che minano il prestigio della Santa Sede e giungono talora ad ostacolare il clima di fiducia e collaborazione tra i suoi diversi organismi". "Sulla base dell'esperienza personale – ha detto Bertone ai capi dicastero – si prevede il coinvolgimento del personale del dicastero nell'istruzione di una questione, l'affidamento del suo studio ai Consultori, sia singolarmente che riuniti nella Consulta, e, infine, sulla base del lavoro compiuto, il pronunciamento dei Padri, nella cosiddetta Feria IV". Bertone ha suggerito maggiore collegialità, armonizzazione dei testi, coordinamento al momento della pubblicazione perché non vengano sovrapposti ad altre attività di Benedetto XVi e naturalmente molta riservatezza. Fa anche una critica agli uffici della Segreteria di Stato, che "talora trascurano inopportunamente" la produzione degli originali dei documenti da sottoporre alla firma del Papa. E si chiede anche "come mantenere la riservatezza sui contenuti, un aspetto che dovrebbe accompagnare tutto il processo di redazione dei documenti". Il processo di riorganizzazione e riordino della Curia prosegue, nonostante il caso Viganò.

Vatican Insider