lunedì 27 febbraio 2012

Sinodo dei vescovi 2012. Settima riunione preparatoria: constatiamo l'infecondità dell'evangelizzazione attuale, Anno della fede occasione propizia

“I lavori del prossimo Sinodo si svolgano fruttuosamente nella memoria del Concilio Vaticano II e nella fedeltà al Vangelo per la trasmissione della fede”. Con questa “invocazione alla Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, Stella della Evangelizzazione”, si è conclusa la settima riunione del XII Consiglio ordinario della segreteria generale del Sinodo dei vescovi (16 febbraio 2012). A riferire sui lavori un comunicato diffuso oggi dalla sala stampa vaticana. Durante la riunione, si legge nella nota, mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha sottolineato che il tema della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo (7-28 ottobre 2012), “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, “nella storia dei Sinodi ha avuto, in certo senso, un precedente nella III assemblea generale ordinaria” sul tema “L’evangelizzazione nel mondo moderno” (27 settembre - 26 ottobre 1974). “Si tratta - viene sottolineato nel comunicato - non semplicemente di una coincidenza cronologica o tematica, quanto piuttosto di un segno di continuità della sollecitudine della Chiesa nel predicare il Vangelo. Per questo motivo essa trova preziosi suggerimenti anche per la sua missione nel mondo di oggi nella Esortazione Apostolica ‘Evangelii nuntiandi’ successiva a quella III assemblea”. Al centro della riunione, riferisce il comunicato, c’è stato l’esame della bozza dell’“Instrumentum laboris” con “uno scambio di riflessioni prima in assemblea plenaria poi nei due gruppi inglese e italiano, le cui rispettive conclusioni sono state poi ulteriormente messe a confronto nella successiva e conclusiva discussione plenaria”. Tra le “parti della bozza che hanno destato maggiore attenzione” ci sono “quelle riguardanti la struttura letteraria generale del testo e le integrazioni comprendenti temi quali l’identità dei destinatari della nuova evangelizzazione, l’identità del cristiano nella sua relazione con il Vangelo e con Gesù Cristo che è il Vangelo stesso”. Inoltre, “si è parlato della ‘infecondità dell’evangelizzazione attuale’, anche in presenza di certi influssi della cultura attuale che rendono particolarmente difficile la trasmissione della fede e rappresentano al contempo una sfida per i cristiani e per la Chiesa”. "A tale proposito - si legge nel comunicato finale - l'indizione dell'Anno della fede sarà un'occasione propizia per approfondire il dono della fede ricevuto dal Signore per viverlo e trasmetterlo agli altri.Il luogo originario della trasmissione della fede è stato indicato nella famiglia, dove la fede viene comunicata ai giovani che nella esperienza di famiglia imparano sia il contenuto sia la prassi della fede cristiana". "L'opera insostituibile della famiglia - si legge ancora nel testo - viene prolungata dalla catechesi svolta nelle istituzioni ecclesiali, soprattutto attraverso la liturgia con i sacramenti e l'omelia, oppure dando spazio alle missioni parrocchiali, alla pietà popolare, ai movimenti, alle comunita' ecclesiali".

SIR, Agi

COMUNICATO: SETTIMA RIUNIONE DEL XII CONSIGLIO ORDINARIO DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI (16 FEBBRAIO 2012)

La nota dei vecchi e nuovi dirigenti del Governatorato sul caso Viganò. Uno dei 4 firmatari: siamo stati costretti a firmare a scatola chiusa

I vecchi e i nuovi dirigenti del Governatorato furono "costretti" a firmare la dura nota di condanna contro il vescovo Carlo Maria Viganò, l'ex segretario generale dello stesso Governatorato "esiliato" alla nunziatura della Santa Sede di Washington dopo aver denunziato al Papa e al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone gravi casi di corruzione, malaffare e truffe in Vaticano. Accuse rimbalzate agli onori delle cronache giudiziarie dopo le pubblicazioni di due lettere di protesta nelle quali monsignor Viganò lamentava di essere stato vittima di una sorta di congiura da parte di quanti Oltretevere non hanno mai visto di buon occhio la sua opera di pulizia. La severa presa di posizione dell'ex segretario generale del Governatorato è stata, però, smentita ufficialmente, nel merito, nei contenuti delle lettere e nelle accuse formulate contro i suoi avversari, da una inusuale nota firmata dal nuovo presidente del Governatorato, il card. Giuseppe Bertello e dal vescovo Giuseppe Sciacca, attuale segretario generale, ma anche dall'ex presidente, il card. Giovanni Lajolo, e dall'ex vice segretario generale, il vescovo Giorgio Corbellini. La nota è stata pubblicata il 4 febbraio scorso dalla Sala Stampa della Santa Sede e da L'Osservatore Romano in prima pagina. Ai 4 firmatari, però, il testo era stato fatto recapitare poche ore prima della pubblicazione. Qualcuno dei monsignori che appare in calce al testo non ha avuto nemmeno il tempo di leggerlo con attenzione e, magari, apportare qualche osservazione. "Siamo stati costretti a firmare a scatola chiusa", confida una dei 4 firmatari.Nel comunicato la sconfessione di monsignor Viganò è stata totale. Le sue ''asserzioni'' sugli ammanchi, la corruzione, il presunto sistema di malaffare in appalti e forniture Oltretevere, - si legge nel testo - ''sono frutto di valutazioni erronee, o si basano su timori non suffragati da prove, anzi apertamente contraddetti dalle principali personalità invocate come testimoni''. I vertici, nuovi e vecchi, del Governatorato, però, hanno dovuto praticamente a loro insaputa esprimere ''grande amarezza'' per la pubblicazione delle due lettere di Viganò. Gli autori reali del comunicato sono stati dunque "altri" e non è azzardato immaginare che hanno ubbidito al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Ma questo è un altro episodio che la dice lunga sullo stato dei rapporti all'interno del Vaticano.

La Repubblica.it