mercoledì 4 aprile 2012

Giovanni Paolo II sarà Santo, prima o poi. Finalmente anche ad alcuni in Vaticano la sua era appare densa non solo di luci ma anche di ombre

Formalmente è solo questione di un miracolo, e non sarebbe certo difficile scovare una guarigione inspiegabilmente attribuibile all’intercessione del Beato Karol Wojtyla (nella foto con l'allora card. Ratzinger). Ma più passa il tempo e più fioccano i dubbi sull’opportunità di far compiere a Giovanni Paolo II l’ultimo passo verso l’onore degli altari. Tra meno di un mese, il prossimo 1° maggio, cade il primo anniversario della maestosa Beatificazione celebrata a Piazza San Pietro con una milionata di pellegrini da tutto il mondo. L’evento è recente e non sarà difficile, di conseguenza, argomentare che non c’è fretta e non c’è problema. E, in effetti, ogni Canonizzazione è un caso a parte, non esistono calendari prestabiliti. Per il Papa polacco, però, è diverso. Già al suo funerale spuntarono, in Piazza San Pietro, cartelloni che chiedevano “Wojtyla Santo subito”. Fu forte il sospetto che quella manifestazione non nacque dallo spontaneo fervore dei fedeli, ma fu orchestrata da astuti cardinali che, canonizzando velocemente Giovanni Paolo II, volevano consegnare alla leggenda anche il suo Pontificato. Saltando la storiografia per approdare immediatamente all’agiografia. E rendendo così più solida l’immagine trionfante che Wojtyla era riuscito a dare alla Chiesa Cattolica. Benedetto XVI ha in effetti disposto che fossero saltati i cinque anni canonici che solitamente trascorrono dalla morte all’apertura del processo di Beatificazione, ed ha poi beatificato il suo "venerato predecessore", appunto, il primo maggio scorso. Ora, però, il passo successivo non è scontato. Nelle ultime settimane, tre fatti di cronaca hanno addensato nuove nuvole sul pontificato di Wojtyla. Al vaglio della storia l’era di Giovanni Paolo II appare, anche ad alcuni in Vaticano, densa non solo di luci, ma anche di ombre. Primo, la pubblicazione di un nuovo libro-accusa critica, documenti alla mano, il modo in cui il Vaticano, e in particolare l’entourage del Papa polacco, insabbiarono nei decenni passati le accuse nei confronti del fondatore dei Legionari di Cristo, il sacerdote messicano Marcial Maciel, pedofilo, tossicomane, padre di figli illegittimi abusati anch’essi. Secondo, le difficoltà che deve affrontare lo Ior per conformarsi, tra accelerazioni e frenate, agli standard internazionali per l’antiriciclaggio, mostrano, in controluce, quanto opaca fosse nell’era Wojtyla, anche dopo il pensionamento di mons. Paul Marcinkus, la gestione dei conti correnti presso l’istituto che ha sede nel torrione di Niccolò V. Ora torna agli onori delle cronache la torbida storia della sparizione di Emanuela Orlandi. E, di nuovo, viene chiamato in causa il governo di Karol Wojtyla. Che, Beato lo scorso primo maggio, sarà forse Santo, prima o poi.

Iacopo Scaramuzzi, Linkiesta.it

Pasqua 2012. Per la prima volta tutte le celebrazioni di Benedetto XVI nella Settimana Santa saranno trasmesse in tv in tutto il Perù

La Conferenza Episcopale del Perù informa, attraverso un comunicato giunto all'agenzia Fides, della vasta copertura mediatica che avranno quest’anno in Perù le celebrazioni della Settimana Santa presiedute dal Santo Padre. Diversi canali televisivi in chiaro hanno infatti programmato la trasmissione in diretta delle celebrazioni presiedute dal Papa a Roma. Prima di quest’anno solo a poche persone in Perù era data la possibilità di seguire, via cavo o a pagamento, qualche trasmissione dei riti della Settimana Santa trasmessi da Rai International. Tra i canali che hanno inserito nella loro programmazione la trasmissione dei riti pasquali da Roma, c'è la ATV - Canal 9, che trasmetterà la tradizionale Via Crucis al Colosseo presieduta dal Papa. La rete della Global TV - Canale 13 manderà in onda, domenica 8 aprile, la Messa di Pasqua celebrata dal Santo Padre in San Pietro. Altri canali hanno assicurato la trasmissione delle principali celebrazioni del Triduo Pasquale. Tutto questo, secondo quanto afferma la nota, avviene grazie agli accordi tra il Centro Televisivo Vaticano e tutti i paesi dell'America Latina che desiderano trasmettere le celebrazioni del Santo Padre via satellite.

Fides

Titolare di azienda dolciara della provincia di Cremona regala al Papa un uovo di Pasqua gigante da 250 kg. Verrà donato ai minori di Casal del Marmo

Non è grande abbastanza per entrare nel Guinnes dei primati, ma ha pur sempre una mole di tutto rispetto. E' l’uovo di cioccolato, alto 2,20 metri e del peso di 250 chilogrammi, donato a Benedetto XVI questa mattina in Piazza San Pietro. Lo ha realizzato l’azienda artigianale Tosca di Casalbuttano (Cremona), che già nel 1996 aveva offerto a Giovanni Paolo II un uovo di cioccolato fondente di 250 chilogrammi interamente decorato a mano. Scopo dell’iniziativa è stato quello di rallegrare con questo oggetto di pasticceria artigianale le prossime festivita pasquali e di compiere un gesto di solidarietà e di condivisione. Benedetto XVI donerà infatti l’uovo agli ospiti del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma. L’udienza, alla vigilia del Triduo Pasquale, e stata caratterizzata anche dalla presenza di più di 3.000 giovani universitari provenienti da 37 Paesi del mondo. Si tratta degli studenti e dei docenti riuniti a Roma per la Settimana Santa, in occasione del tradizionale incontro universitario internazionale Univ 2012, giunto alla sua quarantacinquesima edizione sul tema "Pulchrum: la forza della bellezza", promosso dall’Istituto per la cooperazione universitaria. Dieci giovani, in rappresentanza dei loro coetanei, accompagnati da Stefan Muckl, docente tedesco, hanno consegnato al Papa una lettera di ringraziamento per il suo viaggio apostolico in Messico e Cuba e alcuni doni espressione dei cinque continenti. Alcuni gruppi di studenti parteciperanno alle celebrazioni liturgiche del Triduo Pasquale presiedute dal Papa nella Basilica Vaticana e in quella di San Giovanni in Laterano. Molti altri giovani erano presenti all’Udienza. Tra questi, gli alunni delle scuole elementari e medie di Verona che hanno partecipato all’undicesimo concorso di disegno sul tema "Fai come le rondini: insegui la primavera", ispirato al messaggio di Giovanni Paolo II. L’iniziativa è promossa dall’associazione Amici di don Angelo Marini, dal gruppo podistico Voldalpone De Megni, dall’ufficio scolastico provinciale di Verona e dall’ufficio pastorale sport tempo libero della diocesi scaligera, con il patrocinio della provincia lombardo-veneta dei camilliani. La vincitrice, una bambina di 12 anni, Nicole Fiorentini, accompagnata da Renato Bicego, responsabile del concorso, ha mostrato e donato al Papa il disegno con il quale ha vinto.

L'Osservatore Romano

Benedetto XVI: incoraggio coloro che si impegnano per liberare l'umanità dalle mine antipersona, terribili e subdoli ordigni. Vicinanza alle vittime



Appello del Papa, questa mattina, al termine dell’Udienza generale, prima dei consueti saluti ai fedeli di lingua italiana che concludono l’appuntamento del mercoledì in Piazza San Pietro. “Oggi ricorre la Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine antipersona - ha affermato Benedetto XVI - alle cui vittime, insieme alle loro famiglie, esprimo la mia vicinanza”. “Incoraggio tutti coloro che si impegnano per liberare l’umanità da questi terribili e subdoli ordigni - ha aggiunto il Papa - i quali, come disse il Beato Giovanni Paolo II in occasione dell’entrata in vigore della Convenzione per il loro bando, impediscono agli uomini di ‘camminare assieme sui sentieri della vita senza temere le insidie di distruzione e di morte’”.

SIR

Il Papa: dal viaggio in Messico e Cuba frutti abbondanti per costruire nella comunione ecclesiale e con coraggio evangelico un futuro migliore

Udienza generale questa mattina in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi, Papa si è soffermato sul recente Viaggio Apostolico in Messico e a Cuba e sul mistero del Triduo Pasquale. " Sorge spontaneo dal mio animo il rendimento di grazie al Signore: nella sua provvidenza, Egli ha voluto che mi recassi per la prima volta come Successore di Pietro in questi due Paesi" ha esordito Benedetto XVI. “Sono stati giorni indimenticabili di speranza, che rimarranno impressi nel mio cuore!”. Il Papa , che ha ripercorso le tappe del viaggio, a partire da Leon, "centro geografico del Messico", con la "folla festante" per una "indimenticabile accoglienza". "Ho potuto cogliere la fede e il calore dei sacerdoti e dei fedeli laici". "Alla presenza degli esponenti delle Istituzioni, di numerosi vescovi e di rappresentanze della società - ha detto Benedetto XVI - ho richiamato la necessità del riconoscimento e della tutela dei diritti fondamentali della persona umana, tra i quali spicca la libertà religiosa, assicurando la mia vicinanza a quanti soffrono a causa di piaghe sociali, di antichi e nuovi conflitti, della corruzione e della violenza. Ripenso con profonda gratitudine - ha sottolineato il Papa - alla fila interminabile di gente lungo le strade, che mi ha accompagnato con entusiasmo. In quelle mani protese in segno di saluto e di affetto, in quei volti lieti, in quelle grida di gioia ho colto la tenace speranza dei cristiani messicani, speranza rimasta accesa nei cuori nonostante i momenti difficili delle violenze, che non ho mancato di deplorare e alle cui vittime ho rivolto un accorato pensiero, potendone confortare personalmente alcune. Nella stessa giornata ho incontrato tantissimi bambini e adolescenti, che sono il futuro della Nazione e della Chiesa. La loro inesauribile allegria, espressa con fragorosi canti e musiche, come pure i loro sguardi e i loro gesti, esprimevano il forte desiderio di tutti i ragazzi del Messico, dell'America Latina e dei Caraibi di poter vivere in pace, in serenità e armonia, in una società più giusta e riconciliata". “I discepoli del Signore devono far crescere la gioia di essere cristiani e di appartenere alla sua Chiesa”, perché “da questa gioia nascono anche le energie per servire Cristo nelle situazioni difficili e di sofferenza”. Questa la “verità” ricordata dal Papa “all'immensa folla convenuta per la celebrazione eucaristica domenicale nel Parco del Bicentenario di León”. “Ho esortato tutti – ha detto il Pontefice – a confidare nella bontà di Dio onnipotente che può cambiare dal di dentro, dal cuore, le situazioni insopportabili e oscure. I messicani hanno risposto con la loro fede ardente e, nella loro adesione convinta al Vangelo, ho riconosciuto ancora una volta segni consolanti di speranza per il Continente”. Incontrando, infine, i vescovi del Messico e i rappresentanti degli altri episcopati del continente, "ho manifestato la mia vicinanza al loro impegno di fronte alle varie sfide e difficoltà, e la mia gratitudine per quanti seminano il Vangelo in situazioni complesse e spesso non prive di limitazioni. Li ho incoraggiati ad essere Pastori zelanti e guide sicure, suscitando ovunque comunione sincera e adesione cordiale all'insegnamento della Chiesa". "Prima di partire, ho spronato il popolo messicano a rimanere fedele al Signore e alla sua Chiesa, ben ancorato alle proprie radici cristiane". Benedetto XVI ha quindi spiegato di essersi recato a Cuba anzitutto "per sostenere la missione della Chiesa Cattolica, impegnata ad annunciare con gioia il Vangelo, nonostante la povertà di mezzi e le difficoltà ancora da superare perché la religione possa svolgere il proprio servizio spirituale e formativo nell'ambito pubblico della società. Questo - ha precisato Papa Ratzinger - ho voluto sottolineare giungendo a Santiago de Cuba, seconda città dell'Isola, non mancando di evidenziare le buone relazioni esistenti tra Stato e Santa Sede, finalizzate al servizio della presenza viva e costruttiva della Chiesa locale. Ho assicurato altresì che il Papa porta nel cuore le preoccupazioni e le aspirazioni di tutti i cubani, specialmente di quelli che soffrono per la limitazione della libertà". “Ai cattolici cubani che, insieme all’intera popolazione, sperano in un futuro sempre migliore – ha sottolineato il Papa – ho rivolto l’invito a dare nuovo vigore alla loro fede e a contribuire, con il coraggio del perdono e della comprensione, alla costruzione di una società aperta e rinnovata, dove vi sia sempre più spazio per Dio, perché quando Dio è estromesso, il mondo si trasforma in un luogo inospitale per l’uomo”. A L’Avana, per il Papa, sono stati i giovani “i principali protagonisti dell’esuberante accoglienza nel percorso verso la nunziatura”, dove con i vescovi del Paese Benedetto XVI ha parlato “delle sfide che la Chiesa cubana è chiamata ad affrontare, nella consapevolezza che la gente chiama ad essa con crescente fiducia”. Nella messa nella piazza principale, “a tutti ho ricordato che Cuba e il mondo hanno bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno si apre alla verità integrale sull’uomo, presupposto imprescindibile per raggiungere la libertà, e decide di seminare attorno a sé riconciliazione e fraternità, fondando la propria vita su Gesù Cristo: egli solo può disperdere le tenebre dell’errore, aiutandoci a sconfiggere il male e tutto ciò che ci opprime”. La Chiesa, ha puntualizzato il Papa, “non chiede privilegi, ma di poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede, portando il messaggio di speranza e di pace nel Vangelo in ogni ambiente della società”. “Al momento di lasciare Cuba, decine di migliaia di cubani sono venute a salutarmi lungo la strada, nonostante la forte pioggia”, ha testimoniato il Papa soffermandosi ancora una volta sul calore dell’accoglienza che gli è stata tributata. “Nella cerimonia di congedo – ha proseguito – ho ricordato che nell’ora presente le diverse componenti della società cubana sono chiamate ad uno sforzo di sincera collaborazione e di dialogo paziente per il bene della patria”. In questa prospettiva, la presenza del Papa nell’Isola, “come testimone di Gesù Cristo, ha voluto essere un incoraggiamento ad aprire le porte del cuore a Lui, che è fonte di speranza e di forza per far crescere il bene. Per questo ho salutato i cubani esortandoli a ravvivare la fede dei loro padri ed edificare un avvenire sempre migliore”. “Questo Viaggio in Messico e a Cuba, grazie a Dio, ha avuto la desiderata riuscita pastorale”, il messaggio finale del Papa, che ha concluso la catechesi con un augurio: “Possano il popolo messicano e quello cubano ricavarne frutti abbondanti per costruire nella comunione ecclesiale e con coraggio evangelico un futuro di pace e fraternità”. Benedetto XVI ha poi voltato pagina, concentrandosi sull’imminente Triduo Pasquale. Con l’Ultima Cena, ha affermato il Papa, inizia l’“ora” di Gesù. Tutta la sua vita, ha ribadito, “è orientata a questa ora”. Un passo verso l’abisso della morte cui segue “l’uscita verso lo ‘spazio’ nuovo della Risurrezione”: “Gesù oltre-passa i limiti della condizione umana segnata dal peccato e supera la barriera che tiene l’uomo prigioniero, separato da Dio e dalla vita eterna...Ognuno di noi è stato amato da Gesù ‘fino alla fine’, cioè fino al dono totale di Sé sulla croce, quando gridò: ‘E’ compiuto!’. Lasciamoci raggiungere da questo amore, lasciamoci trasformare, perché veramente si realizzi in noi la risurrezione”. Quindi, Benedetto XVI ha esortato i fedeli a “vivere con intensità il triduo pasquale”, augurando “a tutti una Santa Pasqua”.

SIR, TMNews, Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa