martedì 10 aprile 2012

Pasqua 2012. Il messaggio del Papa nelle stupende omelie: la Risurrezione di Cristo ha cambiato definitivamente la condizione dell’uomo e del mondo

Il Papa domani mattina terrà in Piazza San Pietro la prima Udienza generale di questo Tempo di Pasqua: nella Settimana Santa ci ha introdotti in questo periodo con quattro bellissime omelie in cui ha ricordato come la Risurrezione di Cristo abbia cambiato definitivamente la condizione dell’uomo e del mondo. Nella Domenica delle Palme il Papa ha mostrato la compassione di Dio per il mondo. Gesù non viene per condannare ma per salvare. Così siamo invitati ad avere uno sguardo benedicente sull’umanità: “Lo sguardo che il credente riceve da Cristo è lo sguardo della benedizione: uno sguardo sapiente e amorevole, capace di cogliere la bellezza del mondo e di compatirne la fragilità. In questo sguardo traspare lo sguardo stesso di Dio sugli uomini che Egli ama e sulla creazione, opera delle sue mani” (1° aprile 2012).
La via della compassione delude le aspettative umane perché passa attraverso la Croce. Gli stessi discepoli restano smarriti: “Siamo chiamati a seguire un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio". Nella Messa Crismale il Papa precisa che la croce richiede "una conformazione a Cristo”, una rinuncia “alla tanto sbandierata autorealizzazione” per mettersi a disposizione di Gesù. E non esita a dire che, in questo contesto, la situazione della Chiesa è “spesso drammatica”. C'è chi, anche tra i sacerdoti, vuole rinnovare la Chiesa attraverso la disobbedienza. Ma il disobbediente annuncia solo se stesso, mentre è l’obbedienza "il presupposto di ogni vero rinnovamento". La vera obbedienza non è immobilismo, non è cieca sottomissione, ma crea. Basta vedere il rinnovamento ecclesiale che nell’era post-conciliare “ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita”: “E se guardiamo alle persone, dalle quali sono scaturiti e scaturiscono questi fiumi freschi di vita, vediamo anche che per una nuova fecondità ci vogliono l’essere ricolmi della gioia della fede, la radicalità dell’obbedienza, la dinamica della speranza e la forza dell’amore" (5 aprile 2012).
Tutto ciò comporta il combattimento della fede. Nella Messa in Coena Domini il Papa ci indica Gesù che sul Monte degli Ulivi “lotta con il Padre,,,lotta con se stesso. E lotta per noi” contro la sporcizia che invade l’umanità. La sua anima è nell’angoscia: “Vede la marea sporca di tutta la menzogna e di tutta l’infamia che gli viene incontro in quel calice che deve bere. È lo sconvolgimento del totalmente Puro e Santo di fronte all’intero profluvio del male di questo mondo, che si riversa su di Lui. Egli vede anche me e prega anche per me...e prende su di sé il peccato dell’umanità, tutti noi, e ci porta presso il Padre" (5 aprile 2012).
In questa lotta Gesù chiede al Padre di allontanargli questo calice. Ma aggiunge: "Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”. Così guarisce la superbia dell’uomo, che “è la vera essenza del peccato”, che ci fa credere di essere liberi se siamo indipendenti da tutti, indipendenti anche da Dio. Ma i cristiani, afferma il Papa, proprio “in quanto inginocchiati” di fronte a Dio, “sono dritti di fronte al mondo”. Solo chi dipende da Dio è veramente libero. Nella Veglia
Pasquale il Papa ci mostra come Cristo sulla Croce abbia distrutto l'uomo vecchio e superbo per farlo rinascere come nuova creatura. LaRrisurrezione è la nuova luce che cambia il mondo. L’uomo, però, è tentato dalle sue stesse capacità a restare nel buio dei propri piccoli orizzonti: “Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare. Per questo è la fede, che ci mostra la luce di Dio, la vera illuminazione, essa è un’irruzione della luce di Dio nel nostro mondo, un’apertura dei nostri occhi per la vera luce". (7 aprile 2012).

Infine, torna la compassione. La luce di Dio non solo illumina, non è fredda, ma è fuoco che riscalda. I cristiani, conclude il Papa, sono chiamati a diffondere nel mondo il calore dell'amore e della bontà di Dio.

Radio Vaticana

Presentato a Benedetto XVI il volume 'Persone famose raccontano il Papa'. Ex presidente della Baviera: nel '68 le sue lezioni non erano affatto male

“Benedetto XVI. Persone famose raccontano il Papa”, è il titolo del volume edito dalla casa editrice tedesca Media Maria Verlag e presentato questa mattina al Santo Padre dall’ex governatore della Baviera, Edmund Stoiber (foto). Il libro, curato dal segretario particolare mons. Georg Gänswein e pensato in vista dell’85° compleanno del Pontefice che ricorre il prossimo 16 aprile, raccoglie una serie di racconti di personaggi famosi tedeschi che spiegano la loro ammirazione verso Benedetto XVI. Tra gli autori che hanno dato un contributo scritto, figurano personalità come l’ex calciatore Franz Beckenbauer e l’attuale ministro delle Finanze tedesche, Wolfgang Schaeuble. La consegna si è svolta dopo il Regina Caeli di ieri a Castelgandolfo. Secondo un comunicato della casa editrice, il Papa ha ringraziato l’ospite venuto dalla sua amata Baviera. In un’intervista rilasciata alla sezione tedesca della Radio Vaticana l’ex governatore bavarese racconta il primo incontro con Benedetto XVI: "Io studiavo negli anni sessanta giurisprudenza, ma seguivo con molto interesse anche le lezioni di padre Karl Rahner e poi scoprì anche un altro professore che fu appunto Joseph Ratzinger. Mi colpì il fatto che le sue lezioni fossero seguite da cosi tanti studenti. All’epoca – cioè nel '68 – non era affatto normale”. Stoiber ha espresso personalmente al Papa i suoi migliori auguri per il prossimo compleanno.

Radio Vaticana

Aumentano le possibilità che Benedetto XVI indica un nuovo Concistoro nel 2013, in coincidenza con la conclusione dell'Anno della fede

Ci sono voci in Vaticano sulla possibilità di un nuovo Concistoro per la creazione di cardinali entro la fine dell’anno; altri lo ipotizzano per l’inizio del 2013, a un anno di distanza da quello celebrato a febbraio; ma in realtà è molto più probabile che Benedetto XVI lo indica in concomitanza con la chiusura dell’Anno della fede. L’Anno della fede, indetto dal Pontefice con il Motu Proprio “Porta fidei” si aprirà l’11 ottobre 2012 e si chiuderà il 24 novembre 2013. La presenza a Roma in quei giorni per le cerimonie conclusive di molti cardinali e vescovi di ogni regione della terra sarà un’occasione propizia, dicono in Vaticano, per la celebrazione di una nuova distribuzione di “berrette”. Attualmente il Collegio cardinalizio conta 123 votanti, che diventeranno 114 a fine 2012, e 104 a fine 2013. La legge che impedisce agli ultraottantenni di prendere parte attiva a un eventuale conclave fa sì che Benedetto XVI senta la necessità di mantenere il Collegio cardinalizio sempre ben “rifornito”, in un’eventualità che tutti sperano lontana, ma che l’età del Papa, 85 anni lunedì, non rende impossibile. E’ vero che l’ultimo recente Concistoro ha portato Benedetto XVI a sforare di cinque unità il tetto di 120 fissato da Paolo VI e confermato da Giovanni Paolo II per il Collegio cardinalizio votante; ma entro agosto si sarà tornati alla normalità. C’è un problema di rappresentatività regionale, che contribuisce a rendere necessaria, a tempi non lunghissimi. L’ultimo Concistoro ha privilegiato certamente sia la Curia, che l’Italia. Al momento in cui scriviamo, in caso di conclave, gli italiani elettori del nuovo Papa sarebbero ben 30 su 123. Un problema che è ben presente al Papa, e al Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone che nell’intervista concessa ad Andrea Tornielli rispondeva così, a una domanda in questo senso: “Anzitutto le statistiche fanno vedere un posizionamento equilibrato dei Concistori di Benedetto XVI e non si può esigere che ad ogni concistoro si faccia l’alchimia fra il nord e il sud del mondo, fra l’est e l’ovest. C’è una varietà di sedi episcopali cardinalizie che rappresentano le Chiese locali più rilevanti e significative, pur con le loro problematicità, e poi ci sono incarichi nel governo centrale della Chiesa che possono richiedere l’appartenenza più all’una che all’altra nazionalità”. E’ evidente che si parla di un equilibrio complessivo, che deve essere mantenuto e salvaguardato. Come? Si può ipotizzare, compiendo un esame della situazione delle diocesi tradizionalmente cardinalizie del pianeta, un quadro delle diverse esigenze e situazioni. Partiamo dicendo che se si considerano quelle già scoperte, e quelle che lo diventeranno nel 2012 e in larga parte del 2013, si arriva a contare più di venti legittime aspirazioni alla berretta, senza tenere conto di quelle interne alle mura vaticane. E’ chiaro che non tutte potranno essere soddisfatte. Ma è ben probabile che la nuova infornata avrà un occhio di riguardo per le diocesi, visto che l’ultima era molto centrata sul governo centrale; e che gli italiani saranno pochi. In Italia in realtà due sono le diocesi cardinalizie il cui titolare non è un porporato. Venezia, dove il nuovo Patriarca, Francesco Moraglia, ha fatto da pochi giorni il suo ingresso in laguna, e che difficilmente potrà venire escluso dalla nuova distribuzione. E Torino, il cui titolare, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, è stato impedito finora dal fatto che il suo predecessore, Severino Poletto, è ancora membro votante del conclave. Esiste una regola non scritta che vuole che una diocesi non abbia più di un cardinale votante. Poletto compirà ottanta anni il 18 marzo dell’anno prossimo. Ma un rapido colpo d’occhio a livello mondiale dimostra che ci sono vuoti reali di rappresentatività. Non è ancora cardinale il Patriarca maronita libanese Bechara Rai, così come il suo collega Ignace Youssif III Younan di Antiochia dei Siri; mentre il Patriarca iracheno Delly (nato nel 1927) è già fuori del conclave, da cui quindi il Medio oriente sarebbe escluso. In Asia abbiamo le Filippine (arcivescovo di Manila è Luis Tagle, l’emerito Rosales compie 80 anni ad agosto); la Corea il cui cardinale arcivescovo di Seoul, Nicholas Jin-Suk ha 81 anni; e la Thailandia. Che ha un cardinale, Michael Kitbunchu, che però non può sedere in conclave (è del 1929), mentre il suo successore Francis Kovithavanji non è porporato. L’Australia e la Nuova Zelanda hanno solo George Pell; gli altri tre cardinali sono ultraottantenni, e l’arcivescovo di Wellington, John Atcherley Dew non ha la berretta. Guatemala, Nicaragua, Colombia e Canada non hanno cardinali residenziali; quello cileno, Erraruriz Ossa, compirà 80 anni l’anno prossimo, e il suo successore, il salesiano Riccardo Ezzati, nato in Italia, non è cardinale. Altrettanto carente la situazione in Africa, dove Costa d’Avorio, Uganda, Mozambico, Camerun e Angola non hanno cardinali votanti. In Europa non è cardinale il primate di Spagna e arcivescovo di Toledo, Braulia Rodrìguez Plaza; non hanno cardinali votanti la Slovacchia e la Lettonia, e in Gran Bretagna compie ottant’anni ad agosto Murphy O’Connor. Negli Stati Uniti la regola di cui abbiamo parlato impedirebbe, sempre che il Papa non decida altrimenti, di dare la porpora agli arcivescovi di Los Angeles, (Gomez) Philadelphia (Chaput), e Baltimora (Lori); non è cardinale l’arcivescovo di Detroit, Vigneron. E in Francia e Spagna due diocesi un tempo cardinalizie, Marsiglia e Siviglia, potrebbero sperare…

Marco Tosatti, Vatican Insider

Il Papa concede alla diocesi di Orvieto-Todi di poter celebrare un Giubileo straordinario nel 750° anniversario del Miracolo Eucastico di Bolsena

La Curia diocesana di Orvieto-Todi rende noto che, in vista del 750°anniversario del Miracolo Eucaristico di Bolsena (1263) e della Bolla “Transiturus” del Papa Urbano IV (1264), la Penitenzieria Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice Benedetto XVI, con Rescritto del 13 marzo 2012, ha autorizzato la celebrazione di un Giubileo Eucaristico straordinario durante il quale i fedeli e i pellegrini possono ottenere l’Indulgenza Plenaria, come per gli anni giubilari. Il Giubileo Eucaristico avrà inizio nel mese di gennaio del 2013 con l’apertura della Porta Santa nelle Basiliche di Orvieto e di Bolsena e si concluderà nel mese di novembre del 2014 con la chiusura della Porta Santa nelle medesime Basiliche. Inoltre, con distinti decreti, la Penitenzieria Apostolica, in forza del mandato del Sommo Pontefice, concede al vescovo di Orvieto-Todi, o al vescovo o al cardinale che presiede la solenne liturgia di apertura e di chiusura delle Porte Sante di Orvieto e di Bolsena, la Benedizione Papale con annessa Indulgenza Plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione Eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice). Queste concessioni pontificie costituiscono il primo passo fondamentale per avviare le celebrazioni del 750° anniversario degli eventi che coinvolgono anzitutto la diocesi di Orvieto-Todi, ma che non può non avere riflessi ben più vasti in Umbria, in Italia e oltre, atteso il significato ecclesiale che il Giubileo Eucaristico assume. Da questo momento si può procedere ad impostare un programma complessivo di iniziative liturgiche e spirituali, pastorali, artistiche e culturali, civili e religiose, che avranno come punti di riferimento Orvieto e Bolsena, che sono i luoghi dove sono accaduti gli eventi storici che si vogliono ricordare. Sulla base di quanto in precedenza era stato ipotizzato, saranno resi noti gli organismi che dovranno soprintendere alla realizzazione di questo straordinario Giubileo cui sono chiamati a collaborare le comunità civili delle due città particolarmente interessate, Orvieto e Bolsena, insieme alle comunità religiose di tutta la diocesi.

Il Tamtam.it