mercoledì 11 luglio 2012

Il Papa: per la pace bisogna impegnarsi, lasciando violenza e armi, con la conversione e il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili

Al termine del concerto in suo onore offerto dalla West-Eastern Divan Orchestra diretta dal Maestro Daniel Barenboim, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in cui sono state eseguite la Sinfonia n. 6 in Fa maggiore ("Pastorale") e la Sinfonia n. 5 in Do minore di Ludwig van Beethoven, il Papa ha rivolto ai suoi presenti il suo discorso. Dopo aver ringraziato il presidente Napolitano e anche il card. Gianfranco Ravasi, che ha introdotto il concerto con alcune citazioni, Benedetto XVI ha affermato: “Potete immaginare quanto io sia lieto di accogliere un’Orchestra come questa, che è nata dalla convinzione, anzi, dall’esperienza che la musica unisce le persone, al di là di ogni divisione; perché la musica è armonia delle differenze, come avviene ogni volta che si inizia un concerto, con il ‘rito’ dell’accordatura. Dalla molteplicità dei timbri dei diversi strumenti, può uscire una sin-fonia. Ma questo non accade magicamente, né automaticamente!”, ma grazie soltanto all’impegno “faticoso” di ogni musicista, un impegno che richiede sacrifici “nello sforzo di ascoltarsi a vicenda, evitando eccessivi protagonismi e privilegiando la migliore riuscita dell’insieme”. Il Papa ha proseguito dicendo che “la mente si rivolge alla grande sinfonia della pace tra i popoli, che non è mai del tutto compiuta. La mia generazione, come pure quella dei genitori del Maestro Barenboim, hanno vissuto le tragedie della seconda guerra mondiale e della Shoa”. “È molto significativo - ha proseguito Benedetto XVI - che Lei, Maestro, dopo aver raggiunto i traguardi più alti per un musicista, abbia voluto dar vita ad un progetto come quello della West-Eastern Divan Orchestra: un gruppo in cui suonano insieme musicisti israeliani, palestinesi e di altri Paesi arabi; persone di religione ebraica, musulmana e cristiana. I numerosi riconoscimenti di cui Lei e questa Orchestra siete stati insigniti dimostrano, al tempo stesso, l’eccellenza professionale e l’impegno etico e spirituale”. Il Papa ha quindi riflettuto sui brani ascoltati, le Sinfonie Quinta e Sesta di Ludwig van Beethoven. “Queste due celeberrime Sinfonie - ha notato - esprimono due aspetti della vita: il dramma e la pace, la lotta dell’uomo contro il destino avverso e l’immersione rasserenante nell’ambiente bucolico”. Concludendo il suo discorso ha poi affermato: “Il messaggio che vorrei trarne oggi è questo: per giungere alla pace bisogna impegnarsi, lasciando da parte la violenza e le armi, impegnarsi con la conversione personale e comunitaria, con il dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili”.

SIR, Radio Vaticana

CONCERTO OFFERTO DALLA WEST-EASTERN DIVAN ORCHESTRA IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI - il testo integrale del discorso del Papa

Benedetto XVI incontra il presidente della Repubblica Napolitano e con lui assiste al concerto in suo onore della West-Eastern Divan Orchestra

In perfetto orario il Papa e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano hanno fatto ingresso nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per assistere al concerto diretto dal maestro israelo-argentino Daniel Baremboim, che ha eseguito la quinta e la sesta sinfonia di Beethoven con la West-Eastern Divan Orchestra. Il Papa era seguito a poca distanza dal segretario personale, mons. Georg Gaenswein, e dal segretaro di Stato, card. Tarcisio Bertone. Il capo dello Stato italiano, accompagnato dalla consorte, la signora Clio, era accompagnato dal direttore generale del Quirinale Donato Marra e dal capo della segreteria Carlo Guelfi. Il Papa e Napolitano, che si sono fermati privatamente a cena dopo il concerto, hanno salutato i cardinali Giuseppe Bertello, 'governatore' del Vaticano, Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma e Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, che ha introdotto il concerto con un discorso nel quale ha sottolineato la ricorrenza odierna di san Benedetto, patrono d'Europa e onomastico del Papa. Prima del concerto il Papa, un colloquio "semplice, di cortesia", ma che sottolinea il rapporto di "grande cordialità" che esiste tra Benedetto XVI e Napolitano, ha commentato il portavoce vaticano Federico Lombardi. Il concerto è stato "fortemente voluto" dallo stesso Napolitano per festeggiare, "con questa orchestra così significativa per la pace", la ricorrenza di San Benedetto, patrono d'Europa e 'onomastico' del Papa. Anche la moglie del presidente Napolitano e il card. Bertone hanno preso parte al breve colloquio. Il direttore d'orchestra Daniel Barenboim ha concluso il concerto con un colloquio a tu per tu con il Papa e un abbraccio dato di slancio al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al momento dei saluti conclusivi. Il maestro israelo-argentino ha salutato anche la signora Clio con un bacio.

TMNews

INCONTRO DEL SANTO PADRE CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, ON. GIORGIO NAPOLITANO

Nel libro 'La carità politica' i discorsi del Papa agli uomini impegnati nelle istituzioni. Leuzzi: vero e proprio itinerario spirituale e culturale

È opinione largamente condivisa che la politica, in profonda crisi di identità, debba ritrovare il senso e la dignità perduta. Un traguardo per nulla facile, se è vero che la disaffezione dei cittadini ha raggiunto vette mai toccate in precedenza. Sennonché una recentissima pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana dall’emblematico titolo “La carità politica” (foto), nella quale sono raccolti i discorsi del Santo Padre agli uomini e alle donne impegnati nelle istituzioni, può agevolare questo percorso. Il Magistero di Papa Benedetto XVI, del resto, è così vasto e profondo che una rilettura attenta e meditata dei suoi scritti, magari al fresco dell’ombrellone, sarebbe di grande utilità, specie se compiuta dagli attuali protagonisti della vita pubblica del Paese. L’opuscolo è stato presentato questo pomeriggio nella Sala della Lupa di Montecitorio con il coordinamento dei vicepresidenti della Camera Rocco Buttiglione, Rosy Bindi, Maurizio Lupi e Antonio Leone. Nel volume si trovano i discorsi pronunciati da Joseph Ratzinger a Milano in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Berlino per la visita al Parlamento della Repubblica federale della Germania, Londra e Praga. Nella presentazione mons. Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma, nonché rettore della Chiesa di San Gregorio Nazianzeno alla Camera dei Deputati, sottolinea che le parole del Successore di Pietro costituiscono "un vero e proprio itinerario spirituale e culturale idoneo a promuovere e sostenere la vocazione specifica all’impegno politico e sociale". Secondo il presule l’iter formativo si poggia su quattro pilastri. Il primo, sulla scorta del pensiero di Sant’Ambrogio, è quello di farsi amare, nel senso di suscitare l’amm’irazione dei cittadini per la dedizione al bene comune, perché "quello che fa l’amore non potrà mai farlo la paura" (De officiis). Il secondo è "servire il diritto". In questo caso i politici non devono essere meri esecutori di norme, ma "credibili servitori della promozione della dignità dell’uomo". Riecheggiano ancora nella mente e nel cuore di noi tutti le illuminanti parole pronunciate dal Santo Padre davanti al Reichstag di Berlino in occasione del viaggio apostolico in patria: "La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace. Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto". Secondo Leuzzi il terzo pilastro è quello di favorire il dialogo tra la fede e la ragione per allargare le prospettive della politica, anziché restringerle. "La religione - sostiene il Papa nell’incontro con le autorità civili del Regno Unito - per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce, in modo vitale, al dibattito pubblico della nazione". Di qui le preoccupazioni per "la crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore". Il quarto e ultimo profilo di impegno è quello di testimoniare una speranza luminosa, perché per guidare una comunità occorre saper coniugare la lotta per la libertà e la ricerca della verità. Mons. Leuzzi, nella consapevolezza che quanti leggeranno i testi "troveranno sorprendenti e preziose indicazioni per le personali scelte di vita, ma sopratutto contenuti nuovi per un rinnovato impegno in politica", auspica che "possano svilupparsi gruppi di ricerca, iniziative ed eventi, coinvolgendo sopratutto le nuove generazioni, luoghi ed esperienze da cui possa rinascere la speranza che è possibile costuire la civiltà dell’amore". Il libro non lo dice esplicitamente ma ai lettori più “sensibili” a queste tematiche certamente non sfuggirà la circostanza che i quattro cardini enunciati dal vescovo ausiliare di Romanella sua introduzione altro non sono che il paradigma di quella nuova generazione di politici cattolici di cui il Successore di Pietro sollecita, da tempo, la nascita per il bene del Paese. È tempo di rimboccarsi le maniche...

La Discussione

Daniel Barenboim: sinfonia di Beethoven è il sentimento dell'uomo davanti a questo fenomeno inesplicabile che è la natura, espressione quasi religiosa

La sesta sinfonia di Beethoven, che il maestro Daniel Barenboim (nella foto con Benedetto XVI) oggi dirige in un concerto in onore del a Castel Gandolfo "non è una sinfonia descrittiva, anzi si sa che mentre scriveva la sinfonia pastorale Beethoven leggeva Kant e la sua filosofia sulla natura. E' questo che ha ispirato Beethoven, più che la natura come qualcosa di descrittivo. Non è una visualizzazione della natura - ha spiegato lo stesso maestro israelo-argentino ai microfoni di Radio Vaticana - ma è il sentimento della natura, è il sentimento dell'essere umano davanti a questo fenomeno inesplicabile che è la natura. In questo senso - e non lo dico perché suoniamo per il Papa - è veramente un'espressione quasi religiosa della natura e penso che sia questo il contenuto di quest'opera". Inoltre, "sia la quinta, che comincia in do minore e finisce in do maggiore, sia la nona che comincia in re minore e finisce in re maggiore, vogliono esprimere una cosa chiara: il passaggio dal caos all'ordine, il passaggio dell'incertezza a una certezza assoluta. E in questo senso la filosofia beethoveniana è molto positiva".

TMNews

Concerto in onore del Papa alla presenza di Napolitano. Intervista con il maestro Barenboim

Vescovi tedeschi sulla copertina offensiva verso il Papa della rivista satirica: oltre qualsiasi misura sopportabile. Il settimanale farà ricorso

Il tribunale di Amburgo ha vietato ieri la diffusione dell’ultima edizione del periodico satirico tedesco “Titanic” in cui apparivano immagini ritenute offensive nei confronti di Benedetto XVI. “Ci rallegriamo per la decisione rapida del tribunale di Amburgo” che “fa capire quando la satira non è più tale ma ferisce e offende la persona”, si legge in un comunicato diffuso oggi dalla Conferenza Episcopale tedesca. Nel comunicato si ribadisce che la rivista “va oltre qualsiasi misura sopportabile”. Il magazine satirico tedesco non ha intenzione di piegarsi al divieto. Prima del fine settimana, scrive Focus, che cita il caporedattore Leo fischer intervistato da Dpa, l'avvocato del giornale farà ricorso contro la disposizione del tribunale di Amburgo, che ha imposto di bloccare la diffusione dell'ultimo numero di Titanic, pena una multa fino a 250mila euro, come chiesto dal Vaticano. L'Associazione dei giornalisti tedeschi (Djv) si è schierata al fianco della rivista. La disposizione contro la copertina del Papa è "esagerata", ha criticato il presidente del Djv, Michael Konken: "Anche il Papa deve accettare la satira", ha dichiarato Konken, aggiungendo che sul "cattivo gusto" dell'immagine scelta dal giornale si può anche discutere. "Dispiace dirlo ai colleghi (colleghi?) di Titanic, ma questa volta non possono appellarsi al più classico: 'E' la satira bellezza!'. La copertina e la controcopertina della fortunata rivista tedesca, di satirico non hanno proprio nulla. Anzi". Così Domenico delle Foglie, presidente di Copercom (Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione), commenta la decisione del tribunale di Amburgo. "E' giusto - commenta in una nota - che il Vaticano abbia chiesto al tribunale di Amburgo, ottenendolo a norma di legge, lo stop alla diffusione di una rivista riconosciuta 'ingiuriosa' per l'uomo Ratzinger, prim'ancora che per il Papa Benedetto XVI. Il limite del buon senso, prim'ancora di quello della decenza istituzionale è stato ben superato. E siamo curiosi di sapere chi, in questo caso di impazzimento giornalistico, avrà il coraggio di evocare lo spettro della censura". "Immaginiamo che alcuni siti italiani (uno di gossip su tutti) se la riderà e rilancerà anche le foto (oggettivamente insultanti per chiunque). Mi permetterò di citare, a questo proposito, una scena straziante a cui ho assistito in una strada di Roma: un signore anziano procedeva a piedi, cercando di raggiungere frettolosamente la propria abitazione. Quell'uomo, dal volto smarrito e sgomento, aveva tutto il pantalone bagnato della propria urina. Non sono riuscito a sorridere, anzi sono stato assalito da una profonda tristezza per quel pover'uomo, certamente vittima della propria momentanea debolezza e forse di una grave disfunzione. Vi assicuro che non c'era nulla di cui sorridere, anzi".

SIR, TMNews

Festa di San Benedetto da Norcia. Il Magistero del Papa: non anteporre nulla a Cristo, via per uscire dalle notti oscure della storia

Oggi la Chiesa celebra la Festa di San Benedetto, Patrono d’Europa. Il Papa, che ha posto il suo Pontificato sotto la protezione del Santo di Norcia, ha dedicato al padre del monachesimo occidentale la catechesi dell'Udienza generale del 9 aprile 2008, invitando i fedeli a seguire la sua esortazione a non anteporre nulla a Cristo, via per uscire dalle notti oscure della storia. Dalla crisi alla rinascita: questo il percorso compiuto da Benedetto da Norcia, secondo il profilo tracciato dal Papa. Nato nel 480, quattro anni dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, di fronte ad una società passata dal benessere alla miseria, Benedetto dà il suo contributo non puntando il dito ma iniziando a cambiare se stesso. Appena ventenne, si ritira in una grotta nei pressi di Subiaco per superare, dice il Papa, le tre tentazioni fondamentali di ogni essere umano: “La tentazione dell’autoaffermazione e del desiderio di porre se stesso al centro, la tentazione della sensualità e, infine, la tentazione dell’ira e della vendetta. Era infatti convinzione di Benedetto che, solo dopo aver vinto queste tentazioni, egli avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di bisogno. E così, riappacificata la sua anima, era in grado di controllare pienamente le pulsioni dell’io, per essere così un creatore di pace intorno a sé”.
"Io, ma non più io – sottolinea il Papa - è questa la formula dell'esistenza cristiana”. Se Gesù vive in noi, allora “trasformiamo il mondo”. E Benedetto si lascia cambiare da Dio attraverso la preghiera, contatto vivo con Cristo, non sterile intimismo consolatorio: “La preghiera è in primo luogo un atto di ascolto, che deve poi tradursi nell’azione concreta. ‘Il Signore attende che noi rispondiamo ogni giorno coi fatti ai suoi santi insegnamenti’, egli afferma”.
La preghiera produce opere: “Ora et labora”. Così i monasteri benedettini forgiano la nuova civiltà europea, rilanciano l’agricoltura, l’artigianato e il commercio, all’insegna della solidarietà, conservano e tramandano la cultura sia pagana che cristiana. Un solo uomo, che ha messo Cristo al centro della propria vita come via per la “vera autorealizzazione”, cambiando se stesso ha cambiato gli altri, un intero mondo. Oggi l’Europa, spiega il Papa, ha certo bisogno di soluzioni politiche ed economiche per superare la sua crisi, che è prima di tutto crisi d’identità e crisi di valori, ma per “creare un’unità nuova e duratura” ha bisogno soprattutto di “un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa”: “Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, ‘un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità’”.

Radio Vaticana

Udienza generale, 9 aprile 2008

Lewy: Israele grato al Papa per aver alleviato responsabilità degli ebrei per crocifissione di Gesù. Un uomo forte, non si lascia scuotere facilmente

L'ambasciatore uscente di Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, ha sottolineato l'importanza attribuita dal suo paese al passaggio che nel suo libro "Gesù di Nazaret" il Papa ha dedicato al 'deicidio' attribuito da una parte della tradizione cattolica agli ebrei. Il diplomatico, che andrà in pensione e verrà sostituito nel giro di una settimana da un nuovo ambasciatore, ha incontrato la stampa per un briefing nel quale ha tracciato un bilancio del suo mandato. "Da un punto di vista professionale il mio incarico è stato molto più interessante di quello che mi sarei aspettato", ha detto Lewy, che ha citato al proposito il viaggio del Papa in Terra Santa nel 2009, la visita alla Sinagoga di Roma del 2010 e, un punto "non menzionato abbastanza", "l'alleviamento papale della responsabilità degli ebrei per la crocifissione nel secondo volume della sua biografia di Gesù di Nazaret". Un'idea, ha sottolineato l'ambasciatore, già presente nel Concilio Vaticano II, ma ribadita efficacemente da Papa Ratzinger. Nel libro citato, il Papa spiega che l'espressione usata nel Vangelo dei "giudei" come accusatori di Gesù non ha "carattere razzista" (e del resto "Giovanni stesso, per quanto riguarda la nazionalità, era Israelita, ugualmente come Gesù e tutti i suoi") e che "in ogni caso con ciò non è indicato 'il popolo' degli Ebrei come tale". L'ambasciatore Lewy ha ricordato che, dopo la pubblicazione del volume del Papa, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inviato un messaggio di apprezzamento al Papa e non è escluso, ma il diplomatico ha precisato che si trattava di una sua interpretazione, che anche la successiva decisione del premier israeliano di regalare al Papa un grande olivo che ora è piantato nei giardini del Vaticano sia stato una forma di ringraziamento per lo stesso motivo. Nella breve introduzione del suo briefing con la stampa, Lewy si è soffermato su due questioni di natura ecclesiale che hanno incidenza sulle relazioni bilaterali israelo-vaticane e, a suo avviso, andrebbero perciò affrontate nel prossimo futuro. Primo, il fatto che, nonostante l'aumento degli immigrati cristiani in Israele (russi, filippini, ecc) che lascia prevedere, in futuro, una maggioranza non araba di cristiani israeliani, il responsabile dei 'giudeo-cristiani', il gesuita David Neuhaus, sia vicario patriarcale di Gerusalemme dei Latini con l'incarico di seguire questa comunità. "Si potrebbe promuoverlo da vicario a vescovo", ha detto Lewy. In secondo luogo, il fatto che addirittura dal 1293, con la conquista dei mammelucchi, la sede cristiana di Nazareth non sia una diocesi ma solo sede titolare del vescovo pugliese di Trani e Barletta. Interpellato dai cronisti sui più disparati temi di attualità, l'ambasciatore, ricevuto in udienza di congedo dal Papa lo scorso 28 giugno, ha smentito un suo coinvolgimento nella decisione del memoriale della Shoah di Gerusalemme, Yad Vashem, di modificare la didascalia che accompagna la foto di Pio XII. Lewy ha poi contestato l'idea che ha ultimamente allarmato gli ambienti diplomatici palestinesi che la Santa Sede volesse riconoscere indirettamente la giurisdizione israeliana su Gerusalemme Est. Il diplomatico israeliano ha anche risposto ad una domanda su 'Vatileaks' e l'effetto sul Papa. "E' un uomo forte, non penso si lasci scuotere facilmente".

TMNews

Il Papa offre al nuovo prefetto di Dottrina della Fede la disponibilità del suo vecchio appartamento. Müller: mi ha affidato persino i libri ancora lì

Da quando il card. Ratzinger l'aveva lasciata nell'aprile del 2005 per trasferirsi alla Terza loggia del Palazzo Apostolico nell'appartamento papale, era rimasta vuota e disabitata. Ora, sette anni dopo, l'abitazione di piazza della Città Leonina 1 (foto) dove da cardinale il Pontefice ha vissuto per ben 23 anni, avrà un nuovo inquilino. A prenderne possesso sarà mons. Gerhard Ludwig Müller, ex vescovo di Ratisbona, nominato una settimana fa da Benedetto XVI nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, incarico da lui stesso ricoperto per più di vent'anni prima di essere eletto al soglio di Pietro. In un'intervista alla Mittelbayerische Zeitung, mons. Müller racconta: "Sono rimasto stupito da tutto questo. Ma il Papa lo ha dato spontaneamente, affidandomi l'appartamento, persino i libri che sono ancora lì e alcune altre cose. Ciò è stato reso disponibile, secondo i suoi desideri, al nostro 'Institut Papst Benedikt' di Ratisbona, responsabile della pubblicazione delle opere di Joseph Ratzinger". Alla domanda se il Papa potrà far visita al neo prefetto nel suo vecchio appartamento, mons. Müller replica con un invito: "Chiederò che questo avvenga". L'appartamento di piazza della Città Leonina, nel quartiere 'papalinò di Borgo Pio, si trova appena al di fuori del Vaticano, a due passi dall'ingresso di Sant'Anna su via di Porta Angelica. Di recente vi sono stati svolti lavori di ristrutturazione. All'epoca in cui vi abitava Joseph Ratzinger, per ovvi motivi di riservatezza, l'abitazione era contrassegnata sul citofono da un numero romano.

Giacomo Galeazzi, Oltretevere

In un volume gli atti del Simposio internazionale sugli abusi del clero: non un evento isolato ma un importante passo in avanti chiesto dal Papa

L'Osservatore Romano pubblica integralmente, con richiamo in prima pagina, la prefazione del libro appena pubblicato degli atti del Simposio internazionale svoltosi a Roma nel febbraio scorso sul tema degli abusi sessuali su minori commessi dai preti ("Verso la Guarigione e il Rinnovamento. Pontificia Università Gregoriana", Edizioni Dehoniane Bologna 2012). "Negli ultimi anni - scrivono i curatori, mons. Charles J. Scicluna e i gesuiti David J. Ayotte e Hans Zollner - le violenze sessuali su minori da parte di membri della Chiesa, specialmente da parte dei suoi presbiteri, sono diventate uno scandalo percepito non solo dai suoi capi, ma anche da molte persone in tutto il mondo. Da parte sua, il Papa Benedetto XVI ha parlato di questo scandalo, affermando, fra l'altro: 'Furono commessi gravi errori di giudizio e si sono verificate mancanze di governo' (Lettera pastorale ai cattolici di Irlanda)". In questo senso, "il Simposio 'Verso la guarigione e il rinnovamento', tenuto alla Pontificia Università Gregoriana, a Roma dal 6 al 9 febbraio 2012, intendeva aiutare vescovi, superiori religiosi e altre persone in posti di particolare responsabilità a fare un sincero esame di coscienza, come richiesto dal Papa, e a stimolare il rinnovamento personale ed ecclesiale". Per i curatori, che ripercorrono le tappe salienti dell'appuntamento, "molte persone hanno contribuito alla programmazione, organizzazione e realizzazione del simposio, facendone così visibilmente un momento di autentica collaborazione ecclesiale fra vescovi, preti, religiosi e laici". Il Simposio "non è stato concepito come un evento isolato, ma come un importante passo avanti. Tutti nella Chiesa devono promuovere un atteggiamento di perseveranza e impegno nell'accettazione della responsabilità per il passato e della collaborazione per un futuro migliore". Il quotidiano vaticano riporta peraltro anche le recenti dichiarazioni sulle linee-guida anti-pedofilia di mons. Scicluna al mensile Jesus e quelle di padre Zollner alla Radio Vaticana.

TMNews

Guarigione e rinnovamento: pubblicati gli atti del simposio internazionale sugli abusi su minori compiuti da chierici (Testo della prefazione dei curatori, mons. Charles J. Scicluna e i gesuiti David J. Ayotte e Hans Zollner)

Centro Editoriale Dehoniano - "Verso la Guarigione e il Rinnovamento"

Il Patriarca ortodosso Ireneo auspica un viaggio di Benedetto XVI in Serbia nel 2013, in occasione del 17° centenario dell’Editto di Milano

Il Patriarca ortodosso Ireneo auspica un viaggio di Papa Benedetto XVI in Serbia in occasione delle celebrazioni previste per il 2013, 17° centenario dell’Editto di Milano. Parlando ai giornalisti austriaci della Katholic Press nel suo ufficio di Belgrado, ha ricordato l’importanza dell’Editto: “un documento che decretò la fine della persecuzione religiosa all’interno dell’Impero romano e pose la prima pietra per la nascita di un cristianesimo come religione a livello mondiale”. Nonostante il suo esplicito desiderio, la possibilità di un viaggio del Papa in Serbia viene giudicata abbastanza remota in quanto mancherebbero il consenso unanime dei vescovi e il supporto dei fedeli, necessari per l’invio di un invito formale. Non è da sottovalutare neppure il contesto politico-religioso della Serbia di oggi e i risvolti di violenza che un viaggio del Pontefice potrebbe innescare. L’arcivescovo Orlando Antonini, nunzio apostolico a Belgrado, prevede piuttosto la presenza alle celebrazioni di una delegazione vaticana di alto livello, guidata dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani. I rapporti fra i serbi (ortodossi) e i croati (cattolici), infatti, sono ancora molto tesi per cause che si affondano le loro radici nel passato, benché esistano chiari segnali di distensione e riavvicinamento anche a livello politico, che tuttavia non sono ancora penetrati a sufficienza nel tessuto sociale. I serbi vedono il Pontefice, guida dei cattolici, non esente da responsabilità nel conflitto. Ogni iniziativa può contribuire ad una distensione dei rapporti, come accaduto per la recente visita in giugno del Patriarca Ireneo in Croazia per l’inaugurazione di una scuola ortodossa serba nella capitale dove ha pure incontrato il cardinale di Zagabria, Josip Bozanic. I rapporti fra il Patriarca di Serbia Ireneo e il card. Bozanic sono molto stretti e riguardano in particolare il drammatico problema dei profughi serbi cui non è ancora consentito di rientrare nelle loro case in Croazia e su questo punto le chiese hanno avviato trattative diplomatiche con i rispettivi governi. Alla domanda dei giornalisti in merito alla situazione in Kosovo, il Patriarca ha ricordato l’amara realtà, decisamente più difficile che in Croazia, di gruppi di albanesi che hanno distrutto chiese e monasteri, ma ha pure stigmatizzato il mancato riconoscimento ufficiale del Kosovo da parte del Vaticano, spiegato da mons. Antonini come “necessario, vista la medesima carenza internazionale nei confronti della sua indipendenza”. Non sembra esserci invece alcuna novità riguardo alla recente istituzione (2011) da parte della Chiesa Ortodossa dell’Eparchia di Austria, Svizzera e Italia: attualmente è guidata dal vescovo Irinej Bulovic di Backa/Novi Sad, ma i tempi per l’insediamento di un responsabile autonomo con sede a Vienna sono ancora lunghi.

Maria Teresa Pontara Pederiva, Vatican Insider

Su un settimanale tedesco una copertina offensiva su Benedetto XVI. Santa Sede chiede e ottiene dal tribunale di Amburgo di bloccare la distribuzione

Tensione tra la Santa Sede e la rivista satirica tedesca Titanic. Oggetto: la copertina dell’ultimo numero del giornale. Sottofondo: la bufera sul caso Vatileaks. Il mensile di Francoforte, infatti, ha pubblicato sotto il titolo "Hallelujah in Vaticano - Trovata la fonte della fuga di notizie!" una foto di Benedetto XVI ritoccata per mostrare una macchia di urina sulla tonaca. Il Vaticano ha chiesto e ottenuto che venisse bloccata la distribuzione dell'ultimo numero di Titanic, in quanto la copertina è stata ritenuta ingiuriosa nei confronti di Benedetto XVI. A riferirlo è stata la stessa rivista. Titanic ha anche pubblicato martedì sul suo sito una copia del documento con cui l'arcivescovo Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, aveva chiesto a nome del Papa il blocco del numero di luglio del periodico. Oltre che sulla copertina, un'altra immagine del Papa è stata ritoccata anche sul retro della rivista: il Pontefice appare di spalle, con una macchia marrone. "La copertina e l’ultima pagina di Titanic sono illegali, violano i diritti della persona del Santo Padre", ha detto Matthias Kopp, portavoce della Conferenza Episcopale tedesca. Per Kopp, inoltre, il magazine "è andato oltre ogni limite ragionevole e questo è stato confermato anche da un esame giuridico".Più in dettaglio, il tribunale di Amburgo ha stabilito che Titanic non può diffondere le copie del numero corrente e nemmeno pubblicare le foto originali su Internet. Pena: 250.000 euro di sanzione. Le riviste già spedite alle edicole, però, non devono essere richiamate. Il direttore di Titanic, Leo Fischer persiste con la linea della satira: "La foto è stata fraintesa - dice - mostra il Papa che festeggia la soluzione del caso (Vatileaks) e, nell’euforia, versa una bibita sulla sua tonaca". E continua: "È cosa nota che il Papa è un grande fan della rinfrescante Fanta". Titanic spera ora in un "colloquio personale con il Santo Padre per risolvere l'equivoco". Già in passato, dicono dalla rivista, il settimanale aveva ironizzato in copertina sulla Chiesa Cattolica, ma "è la prima volta che un Papa procede per vie legali".

Elmar Burchia, Corriere della Sera.it

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Missione di evangelizzazione in strada che si concluderà con la Messa del vescovo di Rio e la processione

Si è aperta lunedì, e si concluderà domenica, a Rio de Janeiro (foto) la IV Missione di evangelizzazione, dal titolo “Thalità kumi” (Fanciulla alzati), iniziativa della comunità “Alleanza di misericordia” che per questo evento sta mettendo in campo oltre 350 giovani missionari. Posta all’interno del cammino di preparazione in vista della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro (23-28 luglio 2013), la Missione prevede oltre all’annuncio evangelico in strada e sugli autobus, anche momenti di musica, danza, teatro, per arrivare all’ascolto dei senza fissa dimora, all’evangelizzazione porta a porta nei quartieri più popolari, fino a raggiungere i bagnanti delle spiagge di Rio, Copacabana in testa. Uno dei momenti centrali della Missione sarà una celebrazione liturgica, il 13 luglio, presieduta dall’arcivescovo di Rio de Janeiro e presidente del Comitato organizzatore locale della GMG, dom Orani João Tempesta. Al termine della Messa si snoderà una processione per le vie del centro di Rio de Janeiro con 365 candele, che simboleggiano i giorni di attesa per la GMG di Rio, fino alla Chiesa di Sant'Anna, santuario nazionale dell‘Adorazione Perpetua.

SIR