martedì 28 agosto 2012

Il Papa in Libano. Patriarca maronita di Antiochia: Siria crea tensioni ma gli avvenimenti non comprometteranno in alcun modo il viaggio di Benedetto

Dopo i 150mila euro in favore dei sacerdoti e delle famiglie rifugiate ad Homs, Damasco e nella Valle dei cristiani, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha donato 50mila euro a Caritas Libano. Un’offerta che assicurerà medicine e viveri di prima necessità ad un villaggio cristiano siriano, a due kilometri dal confine libanese, che non può essere nominato per ragioni di sicurezza, schiacciato tra l’esercito di Assad e l’opposizione. Una settimana fa una delegazione internazionale di ACS si trovava a Beirut, a colloquio con mons. Béchara Boutros Rai, quando il Patriarca è stato informato della sorte dei 12mila fedeli. L’incontro è stato immediatamente interrotto ma prima il responsabile internazionale di ACS per la sezione Africa-Asia, padre Andrzej Halemba, ha garantito al capo della Chiesa maronita il pieno sostegno della Fondazione pontificia a Caritas Libano che sta cercando in ogni modo di intervenire. "Le persone sono intrappolate nel villaggio – scrive un rappresentante della Caritas a padre Halemba – perché i ponti sono stati distrutti. Il cibo sta finendo e i bambini non hanno più latte". In un paio di occasioni è stato possibile entrare in contatto con gli abitanti sebbene alcuni cecchini abbiano provato a colpire i volontari. Intanto anche in Libano crescono le tensioni, in particolare dopo che l’ex ministro dell’informazione Michel Samaha, ora noto per la sua vicinanza al regime di Assad, è stato arrestato con l’accusa di aver collaborato all’organizzazione di un attentato, sventato dalle forze di sicurezza libanesi. Secondo fonti locali l’attacco sarebbe dovuto avvenire nell’abitazione di un membro sunnita del Parlamento, Khaled Daher, il fine settimana successivo al termine del Ramadan, esattamente quando Béchara Rai aveva previsto di far visita al politico libanese. "Questi avvenimenti non comprometteranno in alcun modo la visita del Santo Padre" assicura ad ACS il Patriarca. "Tuttavia - continua l’alto prelato - la guerra civile in atto ha già avuto impatto sui rapporti tra sunniti e alauiti in città settentrionali come Tripoli ed Akkar, e favorito l’inasprirsi degli scontri politici tra i sunniti dell’alleanza del 14 marzo e gli sciiti dell’alleanza dell’8 marzo, le due principali coalizioni libanesi". "Cancellare il viaggio del Papa farebbe il gioco dei regimi di Teheran e Damasco e aumenterebbe le tensioni anziché diminuirle", dichiara ad ACS padre Paul Naaman, ex superiore generale dei baladiti, l’ordine libanese maronita. Il Paese dei Cedri accoglierà quindi Benedetto XVI, malgrado le leadership Siria e Iran "continuino a cercare di estendere il conflitto in Libano mettendo i diversi gruppi religiosi l’uno contro l’altro. La vicenda di Samaha e l’attentato fallito, però, ci rassicurano: sappiamo che Dio è già al lavoro".

Zenit

Il 'lettore' tedesco al lavoro sul terzo volume del Papa su Gesù, obiettivo uscire per Natale. Offerta di Rizzoli al Vaticano per acquistarne diritti

Quest’anno ha dovuto rimandare le vacanze e rimanere a Friburgo per leggere e rileggere le 150 cartelle del manoscritto di Benedetto XVI dedicato ai Vangeli dell’infanzia ("Die Kindheitsgeschichten"), che potrebbe essere pubblicato da Rizzoli. Il terzo volume, inizialmente pensato dal Papa solo come un "capitolo" o un fascicolo, prima di essere tradotto, viene esaminato in questi giorni da Burkhard Menke, 51 anni, un laico con laurea in teologia. Menke è un "lettore" della casa editrice tedesca Verlag Herder, con la quale Joseph Ratzinger ha rapporti da cinquant’anni, e si è già più volte occupato dell’editing dei libri ratzingeriani. L’accurato lavoro del "lettore" riguarda innanzitutto l’esposizione del contenuto stesso del libro. Un impegno molto apprezzato dal Papa: Menke sottopone all’autore, tramite la Segreteria di Stato o la segreteria particolare, ogni eventuale dubbio emerso durante la lettura e Papa Ratzinger, che ha scritto questi libri pensando a un pubblico più vasto di quello legato al mondo accademico e scientifico, tiene molto in considerazione ogni sua osservazione. Lo scorso 2 agosto, dopo che la notizia era stata anticipata dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone, la Sala Stampa vaticana ha confermato che il Papa aveva concluso la stesura del volume e aggiungeva: "Si sta procedendo ora alle traduzioni nelle varie lingue, che saranno condotte direttamente sull’originale tedesco. Si auspica che la pubblicazione del libro avvenga in modo contemporaneo nelle lingue di maggiore diffusione; essa richiederà un congruo spazio di tempo per una traduzione accurata di un testo importante e atteso". Senza dare alcuna indicazione sui tempi di pubblicazione né sull’editore. Prima della traduzione viene svolto un accurato lavoro di editing. Il Papa, che scrive a mano, con una calligrafia minuta e usa diverse abbreviazioni, spesso cita a memoria i testi evangelici e i Padri della Chiesa: ogni versetto va verificato nelle varie traduzioni della Bibbia, perché ogni singola espressione e ogni virgola sia al suo posto. Un lavoro di routine per ogni pubblicazione scientifica, quanto mai indispensabile nel caso di libri che portano la doppia firma Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Anche se il Papa ha spiegato, nell’introduzione al primo volume ("Gesù di Nazaret", Rizzoli 2007) che questi suoi libri non sono "in alcun modo un atto magisteriale» e dunque «ognuno è libero di contraddirmi", è evidente quanta attenzione sia richiesta. I prossimi giorni saranno decisivi anche per definire chi sarà l’editore del terzo volume su Gesù. Come si ricorderà, il primo venne affidato dalla Libreria Editrice Vaticana alla casa editrice Rizzoli, che ottenne la cessione dei diritti di traduzione, diffusione e commercializzazione in tutto il mondo: in Germania il libro venne pubblicato da Herder, negli Stati Uniti da Doubleday di Random House. La scelta di prediligere grandi editori laici aveva suscitato qualche polemica da parte degli editori cattolici. L’anno scorso, per il secondo volume, il Vaticano aveva preferito fare le cose in proprio e la LEV aveva mantenuto i diritti di pubblicazione e commercializzazione, scegliendo ad esempio, per gli Stati Uniti, l’editore cattolico Ignatius Press. Per l’atteso testo dedicato ai Vangeli dell’infanzia nessuna decisione è stata ancora presa, ma la Segreteria di Stato e la LEV stanno valutando un’offerta arrivata da Rizzoli che chiede di aggiudicarsi la diffusione e la commercializzazione del nuovo libro papale. Il volume, 150 cartelle di manoscritto, dovrebbe sviluppare a stampa circa la metà della lunghezza dei precedenti (nelle edizioni in italiano, 446 pagine il primo, 348 il secondo) e si potrebbe attestare sulle duecento pagine. Un problema considerevole riguarda i tempi d’uscita: un libro del Papa su Gesù Bambino, pur essendo di grande interesse in ogni momento dell’anno, rappresenterebbe un’ottima strenna natalizia. Come già il secondo volume, incentrato sulla Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, uscì nel 2011 durante la Quaresima, la nuova opera sarebbe perfettamente inserita nella fase finale del tempo di Avvento. Anche se si tratta di un testo più breve dei precedenti, la traduzione nelle diverse lingue, a cui sovrintende la Segreteria di Stato, richiede tempo e l’autunno del Vaticano si presenta molto denso di appuntamenti che impegneranno gli uffici: dal Sinodo sulla nuova evangelizzazione al cinquantesimo dell’inizio del Concilio Vaticano II. In ogni caso, l’obiettivo è uscire per Natale.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Il programma degli incontri e degli interventi del seminario estivo del Ratzinger Schülerkreis, dedicato quest'anno al tema dell'ecumenismo

Sarà dedicato al tema "Risultati e domande ecumenici nel dialogo con il luteranesimo e l’anglicanismo", con particolare riferimento al libro del card, Walter Kasper "Die Früchte ernten. Grundlagen christlichen Glaubens im ökumenischen Dialog" (“Raccogliere i frutti. Fondamenta della fede cristiana nel dialogo ecumenico”), Paderborn-Leipzig 2011, il tradizionale seminario estivo degli ex allievi di Benedetto XVI, riuniti nel cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, in programma dal 30 agosto al 3 settembre a Castel Gandolfo. All’incontro, giunto quest’anno alla 36° edizione, partecipano, fra gli altri, il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, il vescovo ausiliare di Amburgo, Hans-Jochen Jaschke, il segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Barthélémy Adoukonou, insieme con docenti, parroci, religiosi, religiose e laici: tutti ex allievi del prof. Joseph Ratzinger, che hanno discusso le loro tesi con lui negli anni in cui era docente in Germania. Relatori durante le giornate di lavori saranno il vescovo della Chiesa evangelica Ulrich Wilckens, studioso del Nuovo Testamento, il prof. Theodor Dieter, pastore evangelico, e il vescovo domenicano di Losanna, Ginevra e Friburgo, Charles Morerod. Al convegno, che com’è consuetudine si svolgerà a porte chiuse, partecipa anche il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Già due anni fa il porporato era intervenuto all’incontro, dedicato allora all’ermeneutica del Vaticano II, svolgendo due relazioni: la prima su "Il Concilio Vaticano II tra tradizione e innovazione. L’ermeneutica della riforma tra l’ermeneutica di una continuità con rottura e di una continuità non storica" e la seconda su "'Sacrosanctum concilium' e la riforma postconciliare della liturgia". L’arrivo dei partecipanti al centro Mariapoli di Castel Gandolfo è previsto per il pomeriggio di giovedì 30 agosto. La prima parte della mattinata successiva, che come tutte le giornate dell’incontro si aprirà con la celebrazione della Messa, prevede una serie di relazioni e interventi sulle attività della Joseph Ratzinger–Papst Benedikt XVI. – Stiftung, la fondazione intitolata a Papa Ratzinger con sede a Monaco di Baviera. Approvata il 21 dicembre 2007 come fondazione civile, essa ha tra i suoi scopi la preparazione e l’organizzazione dell’incontro annuale (che vede impegnato in particolare il religioso salvatoriano Stephan Horn), la promozione degli studi intrapresi da Joseph Ratzinger quando era docente, la diffusione del suo insegnamento teologico e della sua spiritualità, oltre che la pubblicazione dei libri di Benedetto XVI. Obiettivi che, nella sostanza, coincidono con quelli della omonima fondazione vaticana nata il 1° marzo 2010. Seguiranno uno scambio di esperienze e di riflessioni, con particolare riferimento al tema ecumenico del convegno. Nel pomeriggio giungeranno a Castel Gandolfo anche i membri del "nuovo" Schülerkreis , il circolo, costituitosi cinque anni fa, composto da studenti che hanno svolto la tesi di laurea su testi di Joseph Ratzinger. Sabato 1° settembre gli ex allievi raggiungeranno il Palazzo Apostolico, dove saranno salutati da Benedetto XVI, che prenderà parte alla giornata di lavori. In mattinata sono in programma le relazioni del vescovo evangelico "Wilckens su Die Überwindung der Aufklärung als fundamentale ökumenische Aufgabe der Kirche" (“Il superamento dell’illuminismo come compito ecumenico fondamentale della Chiesa”), e del prof. Dieter su "Der katholisch-lutherische Dialog – Vom Konflikt zur Gemeinschaft" (“Il dialogo cattolico-luterano – Dal conflitto alla comunione”). Nel pomeriggio i lavori proseguiranno con la relazione del vescovo Morerod su "Ökumenische Ergebnisse und Fragen im Gespräch mit dem Anglikanismus" (“Risultati e domande ecumenici nel dialogo con l’anglicanismo”). Le tre relazioni saranno seguite da un dibattito. Nella stessa giornata avranno inizio anche i lavori del nuovo gruppo di allievi, incentrati sempre sul tema dell’ecumenismo. A conclusione della giornata i nuovi allievi si uniranno agli ex allievi per la celebrazione dei Vespri e per un incontro di presentazione delle attività. La giornata di domenica 2 si aprirà con la Messa del Papa. I partecipanti all’incontro saranno poi presenti alla preghiera dell’Angelus, nel cortile del Palazzo Apostolico. Nel pomeriggio è in programma un dibattito con i vecchi e i nuovi allievi sul tema di quest’anno, alla presenza di due dei relatori del convegno, il vescovo Wilckens e il professor Dieter. L’incontro si chiuderà ufficialmente lunedì mattina, dopo la celebrazione della Messa. Il primo incontro di Joseph Ratzinger con i suoi dottorandi e i candidati alla libera docenza nel periodo in cui egli insegnava a Bonn, Münster, Tubinga e Ratisbona, ebbe luogo dopo la sua nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga, avvenuta il 24 marzo 1977. Ben presto furono organizzate riunioni annuali alle quali il card. Ratzinger partecipò sempre. Questa tradizione è proseguita anche dopo la sua elezione al Soglio Pontificio. L’appuntamento si ripete ogni anno su un tema particolare, che lo stesso Pontefice sceglie da una terna di proposte. Lo scorso anno l’incontro era stato dedicato al tema della nuova evangelizzazione, mentre due anni fa si era parlato dell’ermeneutica conciliare e tre anni fa della missione "ad gentes". La riunione di quattro anni fa, invece, era stata incentrata sulla questione della rispondenza del Gesù descritto dai Vangeli alla storicità della sua figura e sul racconto della Passione.

L'Osservatore Romano

Il Papa in Libano. Moubarak: un appello a vivere nella speranza e nella fede, a non avere paura, ma anche un richiamo alla nostra vocazione e missione

"I nostri media cristiani trasmettono programmi sulla vita del Papa, sulla sua persona, sul suo insegnamento, sui suoi viaggi, e soprattutto sullo scopo di questa visita. Noi auspichiamo che lo scopo della visita sia chiaro. Noi fedeli abbiamo compreso l’importanza di questa visita: il fatto che il Papa abbia scelto di venire in questo momento difficile, pericoloso, e che abbia scelto la nostra terra per consegnare la sua esortazione, è un vero segno della Provvidenza": lo ha dichiarato a Radio Vaticana Simone Moubarak, conduttrice della radio cristiana libanese Voce della Carità, a poco più di due settimane dal viaggio apostolico di Benedetto XVI in Libano, in programma dal 14 al 16 settembre, un avvenimento a cui guarda tutto il Medio Oriente. Moubarak ha testimoniato la grande e particolare attenzione dedicata all’avvenimento dai media locali, soprattutto quelli cristiani, che stanno vivendo con trepidazione questi giorni di attesa. "Per noi – ha proseguito - è un appello e un richiamo. Un appello a vivere nella speranza e nella fede, a non avere paura, ed è anche un richiamo alla nostra vocazione e missione. La nostra presenza in questo Medio Oriente martirizzato è una vocazione a essere testimoni di Cristo, un richiamo a vivere nella convivialità, nel rispetto, a essere artigiani di vera libertà e di pace". Moubarak ha poi parlato delle aspettative dei suoi ascoltatori per questo viaggio apostolico: la principale è quella di "fare luce sull’importanza e lo scopo di questa visita. Sicuramente, tutto il mondo spera che questa visita ci porti un soffio di pace, di speranza. Bisogna dire onestamente che la gente in Libano, in Medio Oriente, nei Paesi intorno a noi, è un po’ stanca, disperata. Dunque, questa visita per noi è veramente un soffio di luce e abbiamo la speranza che il mondo e la Chiesa siano attenti al nostro dolore, a tutto quello che stiamo vivendo". Infine, si è soffermata sul ruolo dei media cristiani in Libano relativamente ai temi della pace e del dialogo interreligioso: "Diffondono un messaggio evangelico e il messaggio evangelico, si sa, è un messaggio di pace. Tutti i media cristiani sono media aperti al dialogo islamo-cristiano. Riceviamo molte persone di fede islamica, facciamo programmi insieme per trovare punti comuni. Credo sia necessario avere un ruolo di pacificatori".

Domenico Agasso Jr., Vatican Insider

I media cristiani libanesi attendono con speranza e trepidazione la visita del Papa

Domani padre Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, compie 70 anni e domenica festeggia il 40° anniversario di Ordinazione sacerdotale

Due significative ricorrenze saranno celebrate in questi giorni dal gesuita Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), direttore della Radio Vaticana, della Sala Stampa della Santa Sede e del Centro Televisivo Vaticano. Domani, 29 agosto, il religioso, originario di Saluzzo, in Piemonte, compirà 70 anni, mentre domenica 2 settembre festeggerà il quarantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale, ricevuta nel 1972 dopo essere entrato nel 1960 nel noviziato della provincia torinese della Compagnia di Gesù ad Avigliana.

L'Osservatore Romano

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Una copia della statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro 'Ambasciatore della GMG' nelle città del mondo

In preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janiero nel 2013, una copia del Corcovado (foto), la statua del Cristo Redentore con le braccia aperte che domina la città brasiliana, sarà esposta dal 29 al 31 agosto, sulla piazza antistante la cattedrale di Notre-Dame. A darne la notizia è l’arcidiocesi parigina specificando che tra gli due milioni giovani che seguiranno Benedetto XVI a Rio, ci saranno anche 1.500 giovani francesi. Il Corcovado, che ha celebrato il suo 80° compleanno il 12 ottobre 2011, è scelto come "Ambasciatore della GMG" brasiliana nel mondo. La copia che verrà esposta a Parigi è alta 3,8 metri e larga 3 metri: è stata scolpita dall‘artista Odilon Lima e dagli artigiani delle scuole di samba di Rio. Copie diverse del Corcovado saranno esposte in tutto il mondo. È stata la Città del Vaticano che ha ricevuto la prima esposizione nel mese di aprile. Dopo Parigi, seguiranno Toronto (Canada) il 16 settembre, Tokyo (Giappone) il 28 settembre e Maputo (Mozambico) il 10 ottobre. A Parigi, la statua sarà benedetta da mons. Eric de Moulins-Beaufort, vescovo ausiliare, alla presenza del Rettore del Santuario di Cristo Redentore, padre Omar Raposo.
"Cristo con le braccia aperte è il più grande simbolo di Rio e va incontro a turisti, pellegrini, di tutte le culture e tutti i paesi mostrando che Rio è una città aperta e accogliente", ha detto padre Raposo.


SIR

Il nuovo arcivescovo di San Francisco fermato dalla polizia mentre guidava dopo una cena, aveva un tasso alcolico superiore alla norma: chiedo perdono

Mons. Salvatore Cordileone (foto), il nuovo arcivescovo di San Francisco, designato da Benedetto XVI lo scorso luglio alla guida della diocesi californiana ma non ancora installatosi, l’ingresso è previsto il prossimo 4 ottobre, è stato fermato dalla polizia durante un controllo stradale nella periferia di San Diego mentre era alla guida della sua auto e gli è stato riscontrato un tasso alcolico superiore a quello consentito dalla legge. L’arcivescovo, fermato poco dopo la mezzanotte tra venerdì e sabato, ha trascorso nove ore nella prigione della contea di San Diego e quindi è stato rilasciato dopo il versamento di una cauzione di 2500 dollari. Il prelato dovrà presentarsi a giudizio il prossimo 9 ottobre. Cordileone, 56 anni, vescovo ausiliare di San Diego nel 2002, trasferito a Oakland nel 2009, promosso a San Francisco il 27 luglio, è uno degli esponenti della nuova corrente conservatrice dell’episcopato statunitense premiata dalle scelte di Papa Ratzinger, alla quale possono essere annoverati anche il nuovo arcivescovo di Filadelfia Charles J. Caput, cappuccino nato in una famiglia tribù pellerossa dei Prairie Band Potawatomi, o il nuovo arcivescovo di Los Angeles, José H. Gómez, del clero dell’Opus Dei. Vescovi vicini alla linea ratzingeriana, decisi nell’affermare la presenza della Chiesa nella società, senza cedimenti. In particolare la nomina di Cordileone aveva provocato qualche reazione nella comunità di San Francisco, città dove sono presenti e strutturate varie organizzazioni gay, a motivo della sua decisa contrarietà alle nozze omosessuali: come presidente della commissione della Conferenza Episcopale americana per la promozione e la difesa del matrimonio, il prelato aveva messo in gioco tutta l’influenza della Chiesa Cattolica per sostenere la proposta di legge numero 8, approvata poi dallo stato della California, che vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La sera di venerdì, a San Diego, Cordileone aveva partecipato insieme alla madre a una cena in casa di alcuni amici alla quale partecipava anche un altro sacerdote. Quindi si era messo alla guida dell’auto per riaccompagnare a casa la madre, che abita nella zona del campus universitario. Qui, poco dopo la mezzanotte è stato fermato per un controllo di routine della locale polizia ed è stato sottoposto al test sul tasso alcolico, risultando non in regola. Di conseguenza è stato momentaneamente arrestato. Il nuovo arcivescovo di San Francisco ha diffuso un comunicato chiedendo perdono: "Mentre accompagnavo mia madre a casa, sono passato attraverso un chekpoint della polizia nei pressi del campus universitario, e nel sangue mi è stato riscontrato un tasso alcolico superiore a quello consentito in California. Chiedo scusa per il mio errore di giudizio e provo vergogna per il disonore che ho provocato alla Chiesa e a me stesso. Pagherò il mio debito alla società e chiedo perdono alla mia famiglia, ai miei amici e ai miei collaboratori della diocesi di Oakland e della diocesi di San Francisco". Il nuovo arcivescovo di San Francisco, diocesi che conta circa mezzo milione di cattolici, non ha aggiunto nulla circa la data del suo ingresso e l’eventuale rinvio.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Memoria di Sant'Agostino. Il Magistero di Benedetto XVI: si ha paura di cercare la Verità o forse che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita

Il 28 agosto del 430 moriva a Ippona, nell’odierna Algeria, il vescovo Agostino. Oggi se ne fa memoria come Padre della Chiesa, teologo e filosofo. È nota la passione di Benedetto XVI per questo Padre della Chiesa, considerato dal Papa un maestro e “compagno di viaggio” della vita. Prestigio, carriera, possesso delle cose, delle persone, una voglia irrefrenabile di ghermire la felicità e in qualche modo mettersela in tasca, meglio averla sempre con sé, piantata nel cuore. È questa, ha spiegato due anni fa Benedetto XVI, la filiera dei valori del giovane Agostino. Una scala i cui primi pioli sono i beni tangibili e sui quali quel giovane intelligente e pieno di vita si arrampica per vedere se, oltre il crinale della soddisfazione epidermica, essi svelino qualcosa che appaghi più in profondità.
“Spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere - perché sembra più facile - con superficialità, senza pensare; anzi, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per Sant’Agostino”.
Agostino non si ferma a quei pioli, li sale e la scala punta sempre più verso l’alto, il cielo. Il futuro Santo, spiega Benedetto XVI, non sa accontentarsi del “barlume di luce” trovato qui e là. E non si lascia scoraggiare dagli errori che si accorge di aver commesso o dagli insuccessi collezionati, finché non si accorge, dice il Papa, “che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto”. Una grande lezione per chi oggi cerca Dio e si trova spesso a navigare tra i flutti di un'indifferenza che tutto relativizza.
“Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, o anche a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive ‘come se Dio non esistesse’, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato”.

Radio Vaticana

Udienza generale, 25 agosto 2010

Il Papa: profondamente addolorato per la tragedia nella raffineria in Venezuela, assistenza necessaria con carità e spirito di solidarietà cristiana

Preghiera per le vittime, vicinanza spirituale alle famiglie, appello alla solidarietà. È questo ciò che esprime Benedetto XVI nel telegramma di cordoglio per la morte delle 48 persone, causata sabato scorso dall’esplosione avvenuta nella raffineria venezuelana di Amuay. Nel testo, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa si dice “profondamente addolorato” per l’accaduto, assicurando suffragi per i defunti e conforto per i loro familiari. Inoltre, il Pontefice esorta “tutta la comunità civile ed ecclesiale del Venezuela a prestare con carità e spirito di solidarietà cristiana l‘assistenza necessaria a coloro che hanno perso le loro case e i loro effetti personali”.

SIR