venerdì 31 agosto 2012

Il Papa: partecipo al dolore per la morte del card. Martini e ricordo con affetto il caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa

''Appresa con tristezza la notizia della morte del card. Carlo Maria Martini (foto) dopo lunga infermità, vissuta con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del signore, desidero esprimere a lei ed all'intera comunità diocesana come pure ai familiari del compianto porporato la mia profonda partecipazione al loro dolore pensando con affetto a questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa'': è quanto scrive Papa Benedetto XVI in un telegramma di cordoglio per la morte dell'arcivescovo emerito di Milano inviato questa sera al suo successore, card. Angelo Scola. Papa Ratzinger ricorda ''con gratitudine la sua intensa opera apostolica profusa quale zelante religioso figlio spirituale di Sant'Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato rettore della Pontificia Università Gregoriana e del Pontificio Istituto Biblico, e quindi come solerte e saggio arcivescovo di codesta arcidiocesi ambrosiana''. ''Penso altresì - prosegue il Pontefice - al competente e fervido servizio da lui reso alla Parola di Dio, aprendo sempre più alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura, specialmente attraverso la promozione della lectio divina''. In conclusione, Papa Benedetto eleva "fervide preghiere al Signore affinché, per intercessione della Beata Vergine Maria, accolga questo suo fedele servitore e insigne pastore nella celeste Gerusalemme, e di cuore imparto a quanti ne piangono la scomparsa la confortatrice benedizione apostolica". Al telegramma del Pontefice se ne aggiunge uno inviato dal Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone che a nome proprio, ''della Segreteria di Stato e dell'intera Curia romana'' esprime ''profondo cordoglio'' per la more di un ''figlio fedele di Sant'Ignazio di Loyola'' che ''ha testimoniato e insegnato il primato della vita spirituale e al tempo stesso l'ascolto attento dell'uomo nelle sue diverse condizioni esistenziali e sociali''. ''Mentre lo ricordiamo quale esperto e appassionato della Sacra Scrittura, che ha saputo far conoscere e meditare a tutte le componenti del popolo di Dio e a tante persone in cerca della verità - conclude Bertone -, affidiamo a Dio la sua anima eletta, affinchè la accolga nel suo regno di luce e di pace''.

Asca

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LA MORTE DEL CARD. CARLO MARIA MARTINI

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SEGRETARIO DI STATO PER LA MORTE DEL CARD. CARLO MARIA MARTINI

La morte del card. Carlo Maria Martini. Gesuita e biblista, per più di 20 anni arcivescovo di Milano. Il rapporto con Benedetto XVI: un grande Papa

Si è spento oggi all’Aloisianum a Gallarate (Varese) il card. Carlo Maria Martini (nella foto con Benedetto XVI), 85 anni, biblista e per 23 anni arcivescovo di Milano. Il neurologo Gianni Pezzoli, che da anni lo ha in cura, aveva informato che il cardinale era “purtroppo entrato in fase terminale della malattia”. “Dopo un‘ultima crisi, cominciata a metà agosto - aveva detto il medico -, non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all‘ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico”. Il cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola e il Consiglio episcopale milanese hanno stabilito le modalità delle esequie. La salma di Martini sarà accolta in Duomo a Milano domani alle 12.00. Da quel momento, come spiega una nota della diocesi, sarà possibile renderle omaggio sino ai funerali che verranno celebrati lunedì 3 settembre alle 16.00. Per le celebrazioni eucaristiche di domenica 2 settembre l'Ufficio liturgico della Curia predisporrà intenzioni di preghiera particolari. Nato a Torino il 25 febbraio 1927, nel 1944 entrò nella Compagnia di Gesù e studiò filosofia all’Aloisianum, l’istituto universitario di studi filosofici dei gesuiti; proseguì poi gli studi teologici a Chieri (Torino), dove venne ordinato sacerdote il 13 luglio 1952. Laureato in teologia nel 1958 alla Pontificia università gregoriana e in Scrittura al Pontificio istituto biblico, fu in seguito rettore di entrambi. Nel 1979 Giovanni Paolo II lo elesse arcivescovo di Milano, consacrandolo personalmente il 6 gennaio 1980; nel Concistoro del 1983 venne creato cardinale. Tra le iniziative più importanti organizzate sotto il suo episcopato a Milano, l’introduzione in diocesi della “Scuola della Parola”, per accostare i laici alla Sacra Scrittura con il metodo della Lectio divina, e gli incontri sulle “domande della fede”, chiamati “Cattedra dei non credenti. Dal 1987 al 1993 fu altresì presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee. Nel 2002, al compimento dei 75 anni, il Papa accettò le sue dimissioni per sopraggiunti limiti d’età ed egli si ritirò in Terra Santa per proseguire gli studi biblici. Colpito dal morbo di Parkinson, nel 2008 ha fatto ritorno in Italia per ricevere le cure necessarie, abitando negli ultimi 4 anni all’Aloisianum. L’ultimo incontro con Benedetto XVI risale allo scorso 2 giugno, in occasione della visita a Milano del Pontefice per l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Joseph Ratzinger e Carlo Maria Martini si erano conosciuti personalmente solo nel 1978 quando alla morte di Paolo VI l'allora arcivescovo di Monaco trascorse a Roma le settimane del preconclave. Martini non cercava la polemica con Roma, ma non era disposto a tacere se la pensava diversamente dal Papa. Da biblista, ad esempio, ha dedicato in questi anni recensioni puntute ai due volumi dell'opera "Gesù di Nazaret" firmati da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. E il Papa in più occasioni, anche in discorsi pronunciati a braccio, ha rinnovato la sua stima e espresso considerazione e stima per Martini, come pastore e come studioso. La mattina del 19 aprile 2005, il porporato gesuita fece convergere sul suo nome i cardinali progressisti, che nelle prime votazioni avevano indicato l'arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio (anche lui gesuita). “Siamo diversi ma sarà un grande Papa”, disse uscito dal conclave. “La passione per la verità, che Joseph Ratzinger ha testimoniato coerentemente in tutti questi anni, va intesa come risposta al ‘debolismo’ della postmodernità”, scriveva Martini in una miscellanea per i 70 anni del futuro Papa. I due cardinali professori, il teologo e il biblista, oltre che coetanei (classe 1927, Martini è nato il 15 febbraio) hanno sempre avuto rapporti cordiali. Anzi si può dire che tra loro c'è sempre stato un feeling, anche se quello divenuto Papa era allora, per il suo ufficio di prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il custode dell'ortodossia, e l'arcivescovo di Milano amava invece i territori inesplorati della teologia e dell'etica, dove spesso camminava rasente agli strapiombi, come emerge anche dai suoi più recenti scritti sull'eutanasia.
''Un vescovo che con la sua parola, i suoi numerosi scritti, le sue innovatrici iniziative pastorali ha saputo testimoniare e annunciare efficacemente la fede agli uomini del nostro tempo, guadagnandosi la stima e il rispetto di vicini e lontani, ispirando nell'esercizio del loro ministero tanti confratelli nell'episcopato in molte parti del mondo'': il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ricorda così il confratello gesuita. Per Lombardi, ''fu coraggiosa intuizione di Giovanni Paolo II mettere la ricchezza culturale e spirituale di colui che era stato fino allora uno studioso, Rettore del Biblico e poi della Gregoriana, al servizio del governo pastorale di una delle diocesi più grandi del mondo. Il suo fu uno stile di governo caratteristico''. Il portavoce vaticano ricorda quanto scritto da Martini nel suo ultimo piccolo libro, ''Il vescovo'': ''Non pensi il vescovo di poter guidare efficacemente la gente a lui affidata con la molteplicità delle prescrizioni e dei decreti, con le proibizioni e i giudizi negativi. Punti invece sulla formazione interiore, sul gusto e sul fascino della Sacra Scrittura, presenti le motivazioni positive del nostro agire secondo il Vangelo. Otterrà così molto di più che non con rigidi richiami all'osservanza delle norme''. Si tratta, commenta Lombardi, di una ''eredità preziosa, su cui riflettere seriamente quando cerchiamo le vie della 'nuova evangelizzazione'''.
"Mi auguro che tutti noi possiamo vivere con fede questo momento di passaggio del card. Martini, testimone di una vita offerta e donata a Diosecondo una varietà di forme: intellettuale, grande biblista, rettore di università e pastore". Così il card. Scola commenta alla Radio Vaticana la morte del card. Martini. "Personalmente - dice -, ho avuto la possibilità di un ultimo lungo colloquio con lui sabato scorso, da cui ho ricavato sostegno e aiuto per questo delicato ministero. Sono certo che ora il card. Martini accompagna dall’alto la Chiesa milanese e tutti gli abitanti di questa nostra grande arcidiocesi". "Abbiamo appreso la notizia mentre eravamo riuniti come Consiglio episcopale -spiega ancora il card. Scola -, e insieme, ci siamo raccolti in preghiera. Adesso, abbiamo invitato tutta la diocesi, le famiglie, le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni e i movimenti, ad intensificare la preghiera di gratitudine per la grande personalità del card,Martini e per il suo lungo ministero a Milano". Scola sottolinea come l’apertura di Martini alle istanze del mondo moderno sia stato "uno degli aspetti che hanno contraddistinto il suo ministero milanese e di cui tutti gli daranno atto; tutti i mondi, milanese e non solo, gliene daranno atto". In più, ne apprezza la volontà di dialogo anche con atei ed agnostici, "perchè - spiega il porporato - la proposta di Gesù Cristo è sempre, di nuovo, rivolta a tutti. Il cardinale ha ripreso una grande tradizione con una sua peculiare sensibilità".

SIR, Agi, Korazym.org, Vatican Insider

Anno della fede. 'Essere cristiano oggi', lettera pastorale dei vescovi belgi: (ri)scoprire l’originalità e la bellezza della Buona Novella di Gesù

Accogliendo l’invito lanciato da Benedetto XVI alla comunità ecclesiale mondiale di partecipare attivamente all’Anno della fede e di riscoprire la fede, i vescovi del Belgio hanno pubblicato una lettera pastorale dedicata al tema “Essere cristiano oggi”, come annuncia un comunicato diffuso il 27 agosto. Con la loro breve lettera, i vescovi invitano “tutta la comunità credente” a “meditare sul vero significato di essere cristiano oggi”. “Cercare insieme cosa significa concretamente vivere la sequela di Cristo: è l’assoluta priorità della comunità ecclesiale”, sottolineano i vescovi. Mentre oggi “la sofferenza e la disperazione sono all’ordine del giorno” in una società segnata “dalla corsa ai risultati, da stress e molta insicurezza ed ansia”, i presuli belgi vogliono offrire degli “spunti di riflessione” su “cosa significa essere cristiano oggi” e rispondere alla domanda “cosa cambia nella vita di qualcuno che è o diventa cristiano e cerca di vivere da cristiano”. “La fede non è una soluzione miracolo – scrivono i vescovi belgi - ma molte persone si sentono interpellati dalla gioia e dalla semplicità del Vangelo. Vogliono (ri)scoprire l’originalità e la bellezza della Buona Novella di Gesù”.La lettera pastorale "Christen zijn in deze tijd / Être chrétien aujourd'hui" sarà accompagnata da sei videoclip che presentano la testimonianza e la vita dei cristiani. I video saranno disponibili online dal 1° ottobre prossimo.

Zenit

L'ex vicario generale della diocesi australiana di Newcastle arrestato per omissione di denuncia di abusi sessuali su due ragazzi di un sacerdote

L’ex vicario generale di una diocesi è il primo sacerdote cattolico in Australia arrestato e incriminato per aver tenuto nascoste le denunce di reati dip edofilia di un altro prete. Padre Tom Brennan, 74 anni, è imputato di omissione di denuncia di gravi reati, relativi ad abusi sessuali su due ragazzi da parte dell’ex sacerdote John Denham. I reati sarebbero stati commessi verso la fine degli anni Settanta in una scuola di Newcastle, a nord di Sydney, in cui padre Denham era insegnante e padre Brennan il preside. Il sergente Kristi Faber, detective di una task force dedicata agli abusi di pedofilia in istituzioni religiose, ha accusato Brennan anche di otto episodi di abuso su un ragazzo di 8 anni in una chiesa, nel 1984 e 1985, e di due reati diaggressione fisica per aver infierito contro i due ragazzi dopo che avevano denunciato di aver subito abusi da Denham. Il dott. Bernard Barrett, del gruppo di supporto delle vittime di religiosi pedofili, ha descritto le incriminazioni come "una pietra miliare in Australia". "È la prima volta che un leader religioso di tale livello è incriminato per aver nascosto reati di pedofilia di un altro presunto trasgressore", ha detto. Il vescovo di Newcastle, Bill Wright, in un comunicato esprime "profonda tristezza". "Dobbiamo trovare la forza dentro di noi per sostenere coloro che guardano alla Chiesa perchè spieghi l’inspiegabile", dichiara fra l’altro.

Vatican Insider

Il Papa a Loreto. Prima riunione del Comitato operativo. Momento centrale la Messa sul sagrato della Basilica. Con Benedetto anche il card. Bertone

Prima riunione del Comitato operativo per la visita pastorale di Benedetto XVI a Loreto il prossimo 4 ottobre, alla presenza, tra gli altri, di mons. Giovanni Tonucci, Delegato pontificio. Momento centrale della visita sarà la Santa Messa che il Papa celebrerà alle 11.00 sul sagrato della Basilica della Santa Casa, trasmetta in diretta e in eurovisione su Rai Uno. Mons.Tonucci ha annunciato che sarà a Loreto anche il segretario di Stato di Sua Santità, card. Tarcisio Bertone.

Ansa

Aggravate le condizioni di salute del card. Martini. La vicinanza di Benedetto XVI nella preghiera. A giugno a Milano il loro ultimo incontro

Benedetto XVI è stato informato ieri sera sull'aggravamento delle condizioni di salute del card. Carlo Maria Martini (foto) e ''segue la situazione'' da vicino, nella preghiera. Lo riferisce il vicedirettore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini. L'arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, ha invitato “tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l'hanno caro speciali preghiere, espressione di affetto e di vicinanza in questo delicato momento”. Il card. Martini, 85 anni, è da tempo malato di Parkinson e dopo un lungo periodo in Terra Santa è rientrato in Italia nel 2008 per le cure. Lo scorso giugno era tornato nel Duomo di Milano per incontrare il Papa. Erano bastati sette minuti per dirsi tutto. Raccontarsi con gli occhi due esistenze consegnate a una missione. Niente flash dei fotografi a testimoniare quell'incontro dentro una saletta sobria dell'arcivescovado. Intorno pochi testimoni. Carlo Maria Martini si era alzato faticosamente in piedi. Benedetto XVI aveva allargato le braccia e provato a sorridere: "Eminenza, vengo anch'io, con il bastone". Il cardinale aveva risposto con la sua voce flebile, attaccata a un'amplificatore. Aveva trovato la forza per incoraggiare il Papa "a sorreggere la croce pesante di questo difficile periodo". "Si trattò di un incontro privato", raccontò Antonella Palermo della Radio Vaticana che ebbe l'occasione di parlare alcuni minuti con il porporato dopo l'incontro. "Il porporato - scrisse la giornalista - ci riferisce di aver commentato con il Papa la vicenda dei documenti trafugati dal Vaticano". "Ho voluto dire al Papa - spiegò Martini - che accettare queste cose dolorose come dono è purificatorio. Lui soffre, e noi soffriamo con lui. Ma la verità si compirà". "Il Papa - aggiunse - nel colloquio è stato molto umile e semplice, come è di solito". In relazione al momento difficile che attraversa la Chiesa il card. Martini ha sottolineato che "le occasioni si trovano nei momenti difficili". "Non penso più alla Chiesa di oggi - ha concluso - prego soltanto per questa Chiesa".

Radio Vaticana, Corriere della Sera.it, Il Sismografo

Benedetto vuol far crescere la conoscenza del latino nella Chiesa e nella società, con un Motu Proprio istituirà la 'Pontificia Academia Latinitatis'

"Foveatur lingua latina". Papa Ratzinger vuole far crescere la conoscenza della lingua di Cicerone, di Agostino e di Erasmo da Rotterdam, nell’ambito della Chiesa ma anche della società civile e della scuola e sta per pubblicare un Motu Proprio che istituisce la nuova "Pontificia Academia Latinitatis". Fino ad oggi Oltretevere ad occuparsi di mantenere in vita l’antico idioma era stata una fondazione, "Latinitas", rimasta sotto l’egida della Segreteria di Stato e ora destinata a scomparire: oltre a pubblicare l’omonima rivista e a organizzare il concorso internazionale "Certamen Vaticanum" di poesia e prosa latina negli anni si è occupata di tradurre in latino parole moderne. L’imminente istituzione della nuova accademia pontificia che si affianca alle undici già esistenti, tra le quali ci sono le più note dedicate alle scienze e alla vita, è confermata in una lettera che il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha inviato a don Romano Nicolini, un sacerdote riminese grande propugnatore del ritorno dell’ora di latino nella scuola media inferiore. Ravasi ha ricordato che l’iniziativa dell’Accademia è "voluta dal Santo Padre" ed è promossa dal dicastero vaticano della cultura: vi faranno parte "eminenti studiosi di varie nazionalità, con finalità di promuovere l’uso e la conoscenza della lingua latina sia in ambito ecclesiale sia in ambito civile e quindi scolastico". Un modo per rispondere, conclude il cardinale nella lettera, "a numerose sollecitazioni che ci giungono da diverse parti del mondo". Sono passati cinquant’anni da quando Giovanni XXIII, ormai alla vigilia del Concilio, promulgò la Costituzione Apostolica "Veterum sapientia" per definire il latino come lingua immutabile della Chiesa e ribadirne l’importanza, chiedendo alle scuole e università cattoliche di ripristinarlo nel caso fosse stato abbandonato o ridotto. Il Vaticano II stabilirà di mantenere il latino in alcune parti della Messa, ma la riforma liturgica post-conciliare ne avrebbe abolito ogni traccia nell’uso comune. Così, mentre mezzo secolo fa prelati di ogni parte del mondo riuscivano a capirsi parlando l’idioma di Cesare e i fedeli mantenevano un contatto settimanale con esso, oggi nella Chiesa il latino non gode di buona salute. E sono altri ambiti, laici, interessati a promuoverla. Oltretevere continuano comunque a lavorare studiosi che propongono neologismi per tradurre le Encicliche papali e i documenti ufficiali. Un lavoro non facile è stato quello di tradurre in latino l’ultima Enciclica di Benedetto XVI, "Caritas in veritate" (luglio 2009), dedicata alle emergenze sociali e alla crisi economico finanziaria. Alcune scelte dei latinisti della Santa Sede sono state criticate da La Civiltà Cattolica, l’autorevole rivista dei gesuiti, che ha ritenuto discutibile la scelta dei termini "delocalizatio", "anticonceptio" e "sterilizatio", approvando invece le scelte di "plenior libertas" per liberalizzazione, e di "fanaticus furor" per fanatismo. Tra le curiosità, l’espressione "fontes alterius generis" per tradurre le fonti alternative e "fontes energiae qui non renovantur" per le risorse energetiche non rinnovabili. L’iniziativa del Papa di istituire una nuova Pontificia Accademia è un segnale significativo, di rinnovata attenzione. "Il latino educa ad avere stima delle cose belle – spiega don Nicolini, che ha diffuso nelle scuole medie diecimila copie di un opuscolo gratuito introduttivo alla lingua latina e sta diffondendo l’appello per farla tornare tra le materie curricolari – e ci educa anche a dare importanza alle nostre radici". Tra coloro che si occupano di rinnovare il lessico latino per poter comunicare ancora oggi nella lingua ciceroniana c’è don Roberto Spataro, 47 anni, è docente di Letteratura cristiana antica e segretario del Pontificium Institutum Altioris latinitatis, voluto da Paolo VI presso l’attuale Università Pontificia Salesiana di Roma. "Come tradurrei 'corvo'? Mi aspettavo questa domanda… Ecco, direi: 'Domesticus delator' o 'Intestinus proditor'", risponde il sacerdote. E spiega come nascono i neologismi latini: "Esistono due scuole di pensiero. La prima, che potremmo definire anglosassone, ritiene che prima di creare un neologismo per tradurre parole moderne bisogna passare al setaccio tutto ciò che è stato scritto in latino lungo i secoli, non soltanto il latino classico. L’altra scuola, che per comodità definirei latina, ritiene che si possa essere più liberi nel creare una circonlocuzione che renda bene l’idea e il significato della parola moderna, mantenendo però il sapore del latino classico, ciceroniano". Spataro appartiene alla seconda scuola e invita "a sfogliare l’ultima edizione del 'Lexicon recentis latinitatis', curato da don Cleto Pavanetto, eccellente latinista salesiano, e pubblicato nel 2003, con ben 15.000 vocaboli moderni resi in lingua latina". Ad esempio, fotocopia si traduce 'exemplar luce expressum', banconota diventa 'charta nummária', basket-ball 'follis canistrīque ludus', best seller è 'liber máxime divénditus', i blue-jeans sono 'bracae línteae caerúleae', mentre goal è 'retis violátio'. Gli hot pants diventano 'brevíssimae bracae femíneae', l’IVA si traduce 'fiscāle prétii additamentum', mountain bike è 'bírota montāna', paracadute diventa 'umbrella descensória'. Nel Lexicon mancano però i riferimenti al web. "In effetti non ci sono – spiega don Spataro – ma negli ultimi nove anni tra chi scrive e parla in latino si sono coniate nuove espressioni. Così internet è 'inter rete', e l’indirizzo email 'inscriptio cursus electronici'".

Andrea Tornielli, Vatican Insider

L'intenzione di preghiera di Benedetto XVI per il mese di settembre: i politici agiscano sempre con onestà, integrità e amore alla verità

“Perché i politici agiscano sempre con onestà, integrità e amore alla verità”: è l’intenzione generale di preghiera di Benedetto XVI per il mese di settembre. Sul trinomio a cui si richiama il Papa per una buona politica, la Radio Vaticana ha intervistato mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano e presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro. "E' interessante questo trinomio: onestà, integrità e verità. Penso - ha sottolineato Bregantini- che ognuno di questi elementi dia accentuazioni specifiche che messe insieme sottolineano un colore e insieme, alla fine, formano un arcobaleno. L'onestà è la capacità di avere un cuore trasparente. L'integrità è la coerenza dall'inizio alla fine, dalla mattina alla sera, in tutti i giorni della settimana. La verità è l'aspetto di valore...".

TMNews

Il Papa: i politici agiscano con onestà, integrità e amore alla verità

Il Papa in Libano. Patriarcato armeno cattolico: viaggio sia portatore di pace, conciliazione e di dialogo per tutte le popolazioni del Medio Oriente

Presso il Patriarcato armeno cattolico di Jetawi, il Consiglio Supremo del Patriarcato armeno cattolico, presieduto da Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Tarmuni, si è riunito per fare il punto della situazione sul viaggio che il Papa compirà in Libano dal 14 al 16 settembre. “I partecipanti - si legge in un comunicato - hanno accennato alla portata storica della visita e all'influenza che la stessa potrà avere da una parte sul consolidamento della concordia nazionale e dell'altra sulla presenza dei cristiani nel Medio Oriente a partire dalla convivenza islamo- cristiana in Libano”. Il Consiglio ha anche “espresso la speranza che la visita sia, in questi giorni difficili, portatrice di pace, conciliazione e di dialogo per tutte le popolazioni del Medio Oriente esortando i credenti a pregare per il Santo Padre e per il suo viaggio apostolico”.

Radio Vaticana

Comunicato del Consiglio Supremo del Patriarcato armeno cattolico. L'Esortazione Apostolica sarà un "faro che accompagnerà i libanesi"

Benedetto XVI, il card. Kasper, l''ecumenismo spirituale' e l'incontro del 'Ratzinger Schülerkreis'. Nascerà qualche sorpresa sul tema dell'unità?

“L’aspirazione all’unità dei cristiani è prima è in primo luogo una realtà spirituale e per questo il suo cuore è l’ecumenismo spirituale”. Era il 2009, e Walter Kasper era ancora il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. L’“ecumenismo spirituale” era ormai diventato la sua parola d’ordine. Più che guardare ai documenti, ai grandi incontri ecumenici, aveva preso a guardare a quello che succedeva nel basso, alle reti ecumeniche che si creavano grazie a comunità e movimenti, qualcosa che assomigliava un po’ come un ritorno alle origini dell’ecumenismo, che consisteva soprattutto in piccoli gruppi di dialogo, di preghiera, di studio biblico. “Emergono così, accanto ai dialoghi ufficiali diventati sempre più difficili, nuove forme di dialogo promettenti”. Si parla anche di questo, al "Ratzinger Schülerkreis" di quest’anno. L’incontro degli ex allievi di Joseph Ratzinger (il trentaseiesimo), che inizia oggi e termina domenica, sarà proprio dedicato ai “Risultati e domande ecumenici nel dialogo con il luteranesimo e l’anglicanismo”. E la base di discussione sarà il libro “Raccogliere i frutti”, curato dal card. Kasper prima di andare in pensione da presidente del dicastero dell’ecumenismo. Che anche Benedetto XVI pensi che l’ecumenismo debba partire dal basso e dalla Parola, fu subito noto a Colonia, quando vi andò nel 2005 per la Giornata Mondiale della Gioventù. Nell’incontro del 19 agosto con i rappresentanti delle Chiese protestanti e ortodosse, il Papa espresse il suo pensiero integrando il testo scritto con lunghi passaggi a braccio. E in uno di questi, affermò che “si dice che ora, dopo il chiarimento relativo alla dottrina della giustificazione, l'elaborazione delle questioni ecclesiologiche e delle questioni relative al ministero sia l'ostacolo principale che rimane da superare. Ciò in definitiva è vero, ma devo anche dire che non amo questa terminologia e da un certo punto di vista questa delimitazione del problema, poiché sembra che ora dovremmo dibattere delle istituzioni invece che della Parola di Dio, come se dovessimo porre al centro le nostre istituzioni e fare per esse una guerra. Penso che in questo modo il problema ecclesiologico così come quello del ‘ministerium’ non vengano affrontati correttamente. La questione vera è la presenza della Parola nel mondo”. Concetti che Benedetto XVI ha poi ripreso nell’ultimo viaggio in Germania. Ad Erfurt, dove Martin Lutero studiò da cattolico e dove decise di diventare monaco agostiniano, di fronte a quanti si aspettavano un “dono” come la revoca della scomunica a Lutero, il Papa rispose con un discorso in cui spiegava che fa parte proprio di un idea errata di Chiesa l’idea dei “doni ecumenici”. “Questo – disse il Papa - costituisce un fraintendimento politico della fede e dell’ecumenismo". Perché "la fede dei cristiani non si basa su una ponderazione dei nostri vantaggi e svantaggi. La fede non è una cosa che noi escogitiamo o concordiamo. È il fondamento su cui viviamo”. Alla fine, il dono che il Papa portò ad Erfurt stava nel partire proprio dalla domanda più intensa del monaco agostiniano che ha creato lo scisma: "Come posso avere un Dio misericordioso?". E ricorda che le cose che ci uniscono sono più di quelle che dividono, che il periodo “confessionale” è finito, che i cristiani devono saper essere missionari, che non bisogna mai dimenticare che il male c’è, esiste e minimizzarlo “non è un’inezia”: porta l’uomo inevitabilmente alla perdita di se stesso e della sua vita. E forse è proprio se si parte da questi concetti che cristiani e luterani appaiono più vicini di quanto non sembrino, vicini quanto gli 80 scalini che dividono la Cattedrale dalla Chiesa di San Severo ad Erfurt. In Germania il problema dell’ecumenismo è particolarmente sentito, e dunque non deve sorprendere se, tra i relatori scelti per lo "Schülerkreis", solo uno non viene direttamente dalla Germania, anche se vi ha particolarmente a che fare. Il relatore “occulto” di questo incontro è ovviamente il card. Walter Kasper. All’inizio del 2007 il porportato discusse con gli officiali del dicastero che presiedeva il progetto di raccogliere e presentare i risultati dei dialoghi ufficiali tra la Chiesa Cattolica e le Chiese storiche protestanti: luterani e riformati, anglicani e metodisti, con l’intento di far conoscere a una nuova generazione i frutti di 40 anni di dialogo, mostrando in forma comparata quanto era stato sin qui realizzato. Ne è nato il volume "Raccogliere i frutti. Aspetti fondamentali della fede cristiana nel dialogo ecumenico". Consensi, convergenze e differenze, testo di riferimento per questo "Schülerkreis". Un testo che proponeva uno sguardo al passato, perché vengano riconosciuti i grandi risultati e obiettivi che sono stati raggiunti con il dialogo ecumenico e perché la nuova generazione di ecumenisti non debba partire da zero; e uno sguardo al futuro, perché se è vero che oggi si è diffusa “stanchezza e delusione” dopo gli entusiasmi del dopo Concilio, è anche vero che molte cose non sono cambiate. Scriveva Kasper: “Talvolta i nostri partner non sono più gli stessi, sono molto diversi da quelli incontrati durante e dopo il Concilio. Ci sono frammentazioni interne, nuovi problemi nel campo dell’etica, problemi sconosciuti nel passato. Anche nella Chiesa Cattolica sono avvenuti cambiamenti; talvolta i nostri documenti sono difficili da digerire per i nostri partner”. Del punto di vista dei partner, sicuramente parlerà Theodor Dieter, dal 1997 dell’Istituto di Ricerca Ecumenica di Strasburgo. “Sono diventato in senso stretto un ecumenista – racconta – quando sono stato chiamato ad insegnare all’Istituto di Ricerca Ecumenica”. Ma il suo è un percorso che parte da lontano: educato come un solido luterano, ha subito cercato un nuovo modo di raccontare la teologia, e lo ha trovato partendo dalle fonti, andando a leggere i padri della Chiesa e i teologi medievali. Un percorso, in fondo, simile a quello di Joseph Ratzinger dalla prospettiva cattolica. Un percorso che gli ha permesso di sviluppare una metodologia dialogica.Ma ci sono anche da considerare gli studi sul Nuovo Testamento. Nel suo libro "Gesù di Nazaret. Dall’ingresso a Gerusalemme alla Resurrezione" (Libreria Editrice Vaticana), Benedetto XVI ha spesso citato il vescovo protestante Ulrich Wilckens e segnalato la sua Teologia del Nuovo Testamento come “opera di riferimento”. Presenterà allo "Schulerkreis" i suoi studi sul Nuovo Testamento, importantissimi per il dialogo ecumenico. Un dialogo di cui si è occupato a lungo Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, che è stato anche parte di diversi tavoli ecumenico In una intervista a 30Giorni spiegava che il problema dell’infallibilità del Papa, messo in luce specialmente nel mondo ortodosso, viene dal fatto che “la fede non è mai l’esito di un sondaggio d’opinioni per far prevalere la maggioranza” e che “espressioni molto chiare e comprensibili su questo punto sono state scritte nel documento sul dono dell’autorità, elaborato dalla Commissione di dialogo fra cattolici e anglicani nel 1998. In quel documento c’è scritto che 'ogni definizione solenne pronunciata dalla cattedra di Pietro nella Chiesa di Pietro e Paolo può esprimere solo la fede della Chiesa'. Si riconosce che 'il vescovo di Roma in determinate circostanze ha il dovere di discernere e di rendere esplicita la fede di tutti i battezzati in comunione, e questa soltanto', e che questo suo specifico ministero di primate universale è un 'dono' che andrebbe 'recepito da tutte le Chiese'”. Si discuterà anche dell’“ecumenismo pratico” di cui è considerato uno dei maggiori fautori il Patriarca ortodosso Kirill, ovvero una alleanza delle religioni di fronte alle nuove sfide di fronte ai cambiamenti sociali e politici di questo secolo, permeato dall’indifferenza religiosa e dalla progressiva secolarizzazione, senza necessariamente passare in prima istanza dalle diatribe dottrinali. È uno dei motivi per cui il Patriarca, appena eletto, ha chiesto al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace una copia del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Ed è stato anche uno dei temi della recente storica visita di Kyrill in Polonia, dove ha firmato un documento di riconciliazione con la Chiesa Cattolica polacca. Sono questi i temi sul tavolo di questi quattro giorni di incontro con gli ex studenti cui Benedetto XVI non ha mai voluto rinunciare. È dal 1977 che il Papa dà luogo a questi incontri. Quando fu eletto Papa, gli fu fatto notare che, dal momento che era Pontefice, gli incontri sarebbero giocoforza terminati. Papa Ratzinger rispose che invece avrebbe avuto piacere di continuarli. E così è stato. Arriva appositamente dalla Tanzania l'unico italiano dello "Schulerkreis", padre Cornelio del Zotto. Ha studiato con il futuro Benedetto XVI in Germania, con il quale ha scritto una tesi sulla teologia dell'immagine in San Bonaventura, oggetto di studio anche da parte del Ratzinger studente. Pubblicato nel 1977, il libro di del Zotto meritato la prestigiosa prefazione del card. Ratzinger. Tra gli ex allievi del Papa, prende posto anche Cristoph Schoenborn, cardinale arcivescovo di Vienna. Definito sempre tra gli ex allievi del prof. Ratzinger, proprio in ragione della sua partecipazione alla "Schulerkreis", in realtà Schoenborn viene invitato agli incontri di ex allievi da quando ha fatto parte per la commissione della stesura del Catechismo. E sono presenti anche il vescovo ausiliare di Amburgo, Hans-Jochen Jaschke, il segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Barthélémy Adoukonou, insieme con docenti, parroci, religiosi, religiose e laici. E poi, fanno parte del circolo di allievi monsignori passati per la Curia romana, come Helmut Moll (curatore del martirologio tedesco del XX secolo) e ecumenisti come Vinzenz Pfnür; parroci tedeschi come Martin Trimpe e religiosi come il passionista Martin Bialas. E poi, scorrendo nella lista di oltre cinquanta nomi, troviamo anche il redentorista Rèal Tremblay, docente di teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana, il teologo moralista Vincent Twomey, che fece la proposta di azzerare i settori di episcopato irlandese generazionalmente coinvolti negli scandali di abusi sessuali del clero, e la coreana Jung-Hi Victoria Kim, che negli anni di studio a Regensburg realizzò sotto la guida di Ratzinger una tesi più che originale sul confronto tra la caritas in Tommaso d’Aquino e lo jen, concetto centrale del confucianesimo. Ed è ovviamente presente anche il card. Kurt Koch, oggi presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Fu lui, due anni fa, il relatore principale dello "Schulerkreis" dedicato all’“ermeneutica del Concilio Vaticano II”. E così Concilio Vaticano II e unità dei cristiani sono temi che si intrecciano ancora una volta. Chissà che dopo questo incontro, l’Anno della fede e del cinquantenario dell'apertura del Concilio non ci riservi qualche sorpresa ecumenica.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org