venerdì 7 settembre 2012

Il Papa in Libano. Gregorios III Laham: una conferma nella fede e un sostegno a proseguire sulla strada dell’impegno per la pace e la fratellanza

“Ringrazierò il Pontefice per la sua vicinanza e il suo interesse a questa tribolata regione mediorientale, alle sue popolazioni, alle comunità cristiane. La sua visita è per noi cristiani una conferma nella fede e sostegno a proseguire sulla strada dell’impegno per la pace e la fratellanza non solo in Libano e Siria ma ovunque in queste terre”. Con queste parole il patriarca greco-melkita di Antiochia e di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme, Gregorios III Laham (foto), racconta all'agenzia SIR l’attesa della Chiesa mediorientale per il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Libano (14-16 settembre) per la promulgazione dell’Esortazione Apostolica “Ecclesia in Medio Oriente”. “La visita apostolica - spiega - che sta per cominciare è molto importante per tutti i Paesi arabi e credo di poter dire che si tratti di una visita a tutto il mondo arabo e musulmano. Essa reca con sé un messaggio di dialogo e di riconciliazione, un invito alla convivialità, al rispetto reciproco, alla libertà. Si tratta di valori importanti per l’avvenire dei Paesi arabi in questo tempo di ‘primavera’”. Nell’intervista il patriarca sottolinea anche l’importanza del dialogo con l’Islam, “se cristiani e musulmani riusciranno a essere uniti qui, il mondo sarà unito”, e della necessità che la comunità internazionale “si metta insieme per trovare un accordo” così da porre fine al massacro in Siria.

SIR

In terre tribolate: Gregorios III Laham accoglierà Benedetto XVI ad Harissa

Card. Koch: non possiamo fare già da domani l'unità tra le Chiese perchè sono molte le domande e le questioni teologiche non ancora risolte

“Non possiamo fare già da domani l’unità tra le Chiese perché molte sono le domande e le questione teologiche non ancora risolte”. Così all'agenzia SIR il card. Kurt Koch (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, parla del manifesto “Ecumenismo adesso! Un solo Dio, una sola fede, una sola Chiesa” lanciato mercoledì scorso a Berlino. I 23 firmatari, per lo più rappresentanti della società civile e politici, chiedono di superare le divisioni tra le Chiese e lanciano il loro appello in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e in prospettiva del cinquecentenario della Riforma che si celebrerà nel 2017. Il testo, pubblicato sul sito www.oekumene-jetzt.de, è stato firmato già da oltre 1.000 persone. “Come ha giustamente sottolineato il presidente della Conferenza dei vescovi tedeschi, l’arcivescovo Robert Zollitsch – ha detto oggi il cardinale –, anch’io sono contento nel vedere che molti sono motivati alla causa ecumenica, che ritengono cioè che la situazione ecumenica non è ancora giunta alla fine e che dobbiamo continuare a lavorare per arrivare a questa meta. Molti dunque vedono la necessità dell’ecumenismo. Bisogna però capire che i politici che hanno sottoscritto questo testo vedono la situazione da un punto di vista politico. Ho l’impressione che non si vedono sufficientemente i motivi teologici della nostra situazione”. “La seconda considerazione – prosegue il cardinale - è che non è possibile superare la separazione tra le Chiese soltanto in Germania. Questo è un appello per la Germania e con la Chiesa luterana. Ma la Chiesa cattolica è una Chiesa universale per cui tutte le altre realtà sono implicate in questa situazione. Penso che gli autori del documento debbano vedere realisticamente la realtà della Chiesa cattolica”. Quindi il card. Koch ha aggiunto: “È triste se qualcuno ritiene che i problemi teologi siano risolti e che quindi è il governo della Chiesa che non vuole l’unità. Perché questa non è la verità: i problemi sono presenti e richiedono di essere risolti”. Nel manifesto, i firmatari affermano: “In tutte e due le Chiese c’è una grande nostalgia di unità, si soffre delle conseguenze della divisione”. E invitando i capi delle Chiese a far progredire il cammino ecumenico concludono: “Come cristiani nel Paese della riforma sentiamo una responsabilità particolare di dare segni concreti e di collaborare affinché si possa vivere una fede comune anche in una Chiesa comune”.

SIR

Il Papa: sia sempre salda la fiducia nel Signore, la Chiesa è sua, la guida nei momenti difficili e di serenità. Le giovani Chiese segno di speranza

Questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i vescovi di recente nomina alla guida dei Territori di Missione, che hanno partecipato al corso di formazione promosso dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Dopo aver ringraziato il cardinale prefetto Fernando Filoni, il Papa ha esordito facendo notare come questo corso “si svolge in prossimità dell’Anno della fede, un dono prezioso del Signore alla sua Chiesa per aiutare i battezzati a prendere coscienza della propria fede e a comunicarla a quanti non ne hanno ancora sperimentato la bellezza”. “Le comunità di cui siete Pastori in Africa, Asia, America Latina ed Oceania, pur in situazioni differenti, sono tutte impegnate nella prima evangelizzazione”. "Nel vostro cuore sia sempre salda la fiducia nel Signore; la Chiesa è sua, ed è Lui che la guida sia nei momenti difficili, che di serenità. Le vostre comunità - ha ricordato - sono quasi tutte di recente fondazione, e presentano i pregi e le debolezze legati alla loro breve storia. Mostrano una fede partecipata e gioiosa, vivace e creativa, ma spesso non ancora radicata. In esse l'entusiasmo e lo zelo apostolico si alternano a momenti di instabilità e incoerenza. Emergono qua e là frizioni ed abbandoni. Tuttavia, sono Chiese che vanno maturando grazie all'azione pastorale - ha aggiunto - ma anche al dono di quella 'communio sanctorum', che consente una vera e propria osmosi di grazia tra le Chiese di antica tradizione e quelle di recente costituzione, oltre che, prima ancora, tra la Chiesa celeste e quella pellegrinante". Benedetto XVI ha sottolineato come “da qualche tempo si registra una diminuzione dei missionari, bilanciata, però, dall’aumento del clero diocesano e religioso”. Ha così notato come “la crescita numerica di sacerdoti autoctoni produce pure una nuova forma di cooperazione missionaria: alcune giovani Chiese hanno iniziato ad inviare propri presbiteri a Chiese sorelle sprovviste di clero nel medesimo Paese o in nazioni dello stesso Continente; è una comunione - ha quindi sottolineato - che deve animare sempre l’azione evangelizzatrice. Le giovani Chiese costituiscono, dunque, un segno di speranza per il futuro della Chiesa universale". "Vi incoraggio a non risparmiare forza e coraggio per una solerte opera pastorale, memori del dono di grazia che è stato seminato in voi nell'ordinazione episcopale, e che si può riassumere nei 'tria munera' di insegnare, santificare e governare", ha affermato il Pontefice. “Abbiate a cuore la missio ad gentes, l’inculturazione della fede, la formazione dei candidati al sacerdozio, la cura del clero diocesano, dei religiosi, delle religiose e dei laici. La Chiesa nasce dalla missione e cresce con la missione. Fate vostro l’appello interiore dell’Apostolo delle genti: 'Caritas Christi urget nos'”. “Una corretta inculturazione della fede vi aiuti ad incarnare il Vangelo nelle culture dei popoli e ad assumere ciò che di buono vive in esse”, ha sottolineato Benedetto XVI mettendo in rilievo che “si tratta di un processo lungo e difficile che non deve in alcun modo compromettere la specificità e l'integrità della fede cristiana”. La missione, prosegue, richiede “Pastori configurati a Cristo per santità di vita, prudenti e lungimiranti, pronti a spendersi generosamente per il Vangelo”. Il Pontefice li ha esortati, poi, a vigilare sul gregge avendo un’attenzione specifica per i sacerdoti, essendo disponibili ad ascoltarli, ad assicurargli “specifici e periodici incontri di formazione” e a far sì che “l’Eucaristia sia sempre il cuore della loro esistenza”. Quindi il Papa ha invitato i presuli ad avere “sul mondo di oggi uno sguardo di fede, per comprenderlo in profondità, ed un cuore generoso, pronto ad entrare in comunione con le donne e gli uomini del nostro tempo”. Ma soprattutto Benedetto XVI gli ha ricordato la loro “prima responsabilità di uomini di Dio, chiamati alla preghiera e al servizio della sua Parola”. “Tenete lo sguardo fisso su Gesù, il Pastore dei pastori: il mondo di oggi ha bisogno di persone che parlino a Dio, per poter parlare di Dio. Solo così la Parola di salvezza porterà frutto”. "Le vostre Chiese - ha detto il Papa - conoscono bene il contesto di instabilità sociale che incide in modo preoccupante sulla vita quotidiana della gente. Le emergenze alimentari, sanitarie ed educative interrogano le comunità ecclesiali e le coinvolgono in modo diretto. Anzi, la loro attenzione e la loro opera sono apprezzate e lodate. Alle calamità naturali - ha proseguito - si aggiungono discriminazioni culturali e religiose, intolleranze e faziosità, frutto di fondamentalismi che rivelano visioni antropologiche errate e che conducono a sottovalutare, se non a disconoscere, il diritto alla libertà religiosa, il rispetto dei più deboli, soprattutto dei bambini, delle donne e dei portatori di handicap. Pesano, infine, riaffioranti contrasti tra le etnie e le caste, che causano violenze ingiustificabili. Date fiducia al Vangelo, alla sua forza rinnovatrice, alla sua capacità di risvegliare le coscienze e di provocare dall'interno il riscatto delle persone e la creazione di una nuova fraternità. La diffusione della Parola del Signore fa fiorire il dono della riconciliazione e favorisce l'unità dei popoli", ha aggiunto. Lo sguardo di Benedetto XVI è rivolto all’Anno della fede: “La fede è il dono più importante che ci è stato fatto nella vita: non possiamo tenerlo solo per noi!”. Tutti, ha sottolineato, “hanno il diritto di conoscere il valore di tale dono e di accedervi”. “Il Servo di Dio Paolo VI, riaffermando la priorità dell’evangelizzazione, affermava: 'Gli uomini potranno salvarsi anche per altri sentieri, grazie alla misericordia di Dio, benché noi non annunziamo loro il Vangelo; ma potremo noi salvarci se, per negligenza, per paura, per vergogna o in conseguenza di idee false, trascuriamo di annunziarlo?'. Tale interrogativo risuoni nel nostro cuore come appello a sentire l’assoluta priorità del compito dell’evangelizzazione”. In conclusione, il Papa affida le comunità dei nuovi vescovi dei Territori di missione a Maria, “prima evangelizzatrice, avendo dato al mondo il Verbo di Dio fatto carne”, a lei, “la Stella dell’evangelizzazione”.

SIR, TMNews, Radio Vaticana

UDIENZA AI VESCOVI DI RECENTE NOMINA PARTECIPANTI AL CORSO PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa in Libano. La sera del 12 settembre a Beirut una veglia islamo-cristiana per invocare la protezione di Dio e della Vergine Maria sul viaggio

Una veglia islamo-cristiana per invocare la protezione di Dio e della Vergine Maria sul viaggio apostolico di Benedetto XVI. La sera del 12 settembre, alla vigilia dell’arrivo del Papa in Libano, quattro processioni di giovani partiranno da quattro punti di Beirut per convergere nel cosiddetto “giardino di Maria”, nell’area della piazza del Museo, portando con sé candele e bandiere del Libano. Lì, intorno alle otto di sera, avrà inizio l’incontro vero e proprio, con un programma che prevede canti, letture islamo-cristiane e invocazioni per chiedere a Dio e alla Madre di Gesù che il viaggio papale sia da tutti accolto e vissuto come una benedizione per il Paese dei cedri. “Il titolo dell’iniziativa è ‘insieme nella pace, nell’amore, nella libertà e nella sicurezza’. Sarà una festa nazionale e popolare, per mostrare a tutto il mondo che il Libano può essere anche in questo momento storico il Paese della convivenza tra cristiani e musulmani” spiega all'agenzia Fides padre Antoine Daou, Segretario della Commissione della Conferenza episcopale libanese per il dialogo con l’Islam. All’incontro è prevista la partecipazione di rappresentanti e autorità di tutte le comunità religiose del Paese, insieme a migliaia di fedeli. Tra i principali sponsor dell’iniziativa figurano anche diverse organizzazioni di dialogo islamo-cristiano, a partire dal gruppo Ensemble Autour de Marie, che da alcuni anni dà vita a celebrazioni comuni islamo-cristiane nella festa dell’Annunciazione. Dal 2010 tale solennità è stata proclamata festa nazionale, con l’intento dichiarato di trovare nella devozione Maria, condivisa anche tra i musulmani, un punto di convergenza tra le diverse comunità religiose. La veglia del 12 settembre, spiega padre Daou, non è un appuntamento isolato: in questi giorni sono centinaia, in tutte le diocesi libanesi, le iniziative di preghiera e riflessione comune con cui i fedeli delle diverse comunità cristiane si preparano all’incontro con il successore di Pietro: “Tutti i libanesi, anche tutti i leader politici e religiosi - compresi i capi di Hezbollah, i drusi, i leader politici sunniti – aspettano la visita del Papa come una grazia per il Libano, che possa favorire un momento di vera unità nazionale, al di là delle divisioni, e mostrare a tutto il mondo mediorientale che il Libano può essere un modello di convivenza”.

Fides

Scaricabile gratuitamente prima App per Android della 'Radio Vaticana', tra i contenuti la diretta audio-video e gli appuntamenti quotidiani del Papa

La Radio Vaticana offre la sua prima App per Android con una forte impronta multimediale. Ascolto in diretta su cinque canali di tutti i programmi della Radio in 40 lingue diverse, dirette video, pagine web, servizi giornalistici, racchiusi in un unico strumento, che vi permette di conoscere e seguire gli appuntamenti quotidiani del Papa. L’App, interamente gratuita, è scaricabile dal market Google Play, all’indirizzo rv.va/android. L’applicazione si apre sull’agenda degli appuntamenti pubblici del Papa (disponibili, in questa prima versione, in italiano, inglese, francese e spagnolo). Grazie ad un sistema ideato e prodotto dalla RV, il "Vatican TIC", ad ogni singolo appuntamento sono collegati tutti gli articoli e i contenuti audio prodotti in quella lingua, ed anche dalle altre trentanove redazioni linguistiche della RV. Inoltre l’agenda è costantemente aggiornata sulle trasmissioni in diretta audio e video delle celebrazioni del Papa, prodotte in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano. Allo stesso modo, è possibile leggere i testi dei discorsi pronunciati dal Papa e pubblicati dal sito vaticano www.vatican.va. L’App offre inoltre un servizio di news, con le ultime notizie prodotte dai giornali radio della RV sui principali avvenimenti di attualità nel mondo e nella Chiesa (disponibili, in questa prima versione, in italiano e inglese). Ed una sezione Radio con cinque canali audio, che corrispondono alle reti di diffusione degli oltre settanta programmi quotidiani nelle 40 lingue diverse della RV. In questa App, le funzioni "Agenda del Papa" e "News" sono disponibili per le versioni di Android dalla 2.3 e superiori; invece la funzionalità Radio, per l’ascolto dei canali audio in streaming, richiede una versione Android dalla 3.0 o superiore; e per vedere lo streaming video delle dirette è richiesta la versione di Android dalla 4.0 o superiore. L’offerta di App da parte della Radio Vaticana prevede, a breve, oltre alla piattaforma Android, una per Iphone/Ipad e un’altra per Windows Phone.

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