lunedì 5 novembre 2012

Il Papa: con il Motu 'Summorum Pontificum' ho desiderato rispondere all'attesa dei fedeli legati alle forme liturgiche anteriori. Manifestino in modo particolare la loro unità nella fede per essere artefici efficaci della nuova evangelizzazione

"Attraverso questo Motu Proprio, il Santo Padre ha voluto rispondere all’attesa dei fedeli legati alle forme liturgiche anteriori" al Concilio Vaticano II. Lo ha ribadito il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, nel messaggio inviato a nome di Benedetto XVI in occasione del quinto anniversario della Lettera Apostolica "Summorum Pontificum" del 7 luglio 2007, entrata in vigore il successivo 14 settembre. "È cosa buona - ricorda il porporato - conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa e dar loro il giusto spazio, riconoscendo tuttavia pienamente il valore e la santità della forma ordinaria del rito romano". Nell’Anno della fede "promulgato mentre la Chiesa celebra il 50° anniversario del Concilio Vaticano II - aggiunge - il Santo Padre invita tutti i fedeli a manifestare in modo particolare la loro unità nella fede; così essi saranno artefici efficaci della nuova evangelizzazione". Il messaggio in lingua francese è stato letto in occasione del pellegrinaggio internazionale a Roma "Una cum Papa nostro", organizzato dal Coetus internationalis Summorum Pontificum e culminato con la Messa presieduta sabato pomeriggio, 3 novembre, nella Basilica di San Pietro, dal card. Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Alla celebrazione secondo la forma straordinaria del rito romano hanno partecipato numerosi fedeli appartenenti ai gruppi legati all’uso del Messale approvato nel 1962 da Giovanni XXIII e in vigore fino alla riforma conciliare. Nel dare notizia del testo il quotidiano Avvenire cita la Lettera ai vescovi di tutto il mondo scritta dal Papa nel 2007 per presentare il Motu Proprio "Summorum Pontificum", riportando il pensiero del Pontefice sul fatto che "è bene conservare le ricchezze che sono cre­sciute nella fede e nella preghiera della Chiesa e di donare loro il giusto posto", riconoscendo sempre "pienamente il va­lore e la santità della forma ordinaria del rito romano", frutto della riforma litur­gica postconciliare. Da parte sua, Avvenire sottolinea che il pellegrinaggio "ha a­vuto come motto l'affettuosa espressio­ne 'Una cum Papa nostro', ('Insieme al nostro Papa'), segno della grande devo­zione verso Benedetto XVI dei fedeli legati all'antica liturgia". Alla cerimonia nella Basilica Vaticana hanno as­sistito alcune migliaia di fedeli, con mol­ti i giovani, segno che la liturgia tradi­zionale non è solo un retaggio delle ge­nerazioni passate. Al rito ha partecipa­to anche l'arcivescovo Augustine Di Noia, vicepresidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", con mon­s. Guido Pozzo, il segretario della Commmissione che sabato il Papa ha pro­mosso arcivescovo Elemosiniere. Pre­senti anche mons. Marco Agostini, cerimoniere pontificio, mons. Ca­mille Perl, già vicepresidente di "Eccle­sia Dei" e mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, sottosegretario della Con­gregazione per il Culto Divino. Cerimo­niere del rito è stato padre Almir de An­drade, officiale di "Ecclesia Dei", che è l'organismo vaticano deputato a segui­re i gruppi ecclesiali legati alla forma straordinaria del rito romano. Il messaggio del Papa è stato letto dall'abbè Claude Barthe, che su Le forum Catholique riporta uno scambio di battute con il card. Antonio Canizares, prefetto della Congregazione del Culto Divino, cui era stato chiesto di celebrare il Pontificale dal quale, a detta dell'ecclesiastico francese, l'ex primate di Spagna "è uscito 'el mar del contento'" cioè contentissimo, specialmente a causa dell'atmosfera di preghiera e in ragione della devozione degli assistenti (e di numerosi chierichetti). Il porporato spagnolo avrebbe chiesto infatti all'abbè Barthe: "C'erano membri della Fraternità San Pio X?". "Ho risposto - ha raccontato l'abbè - che avevo riconosciuto numerosi fedeli della Fraternità, cosa che gli ha fatto molto piacere. Non ho individuato sacerdoti lefebvriani, ma i chierici erano troppo numerosi perchè io li conoscessi tutti. Abbiamo concluso che la prossima volta sarà sicuramente presente mons. Fellay", il superiore generale della Fraternità. "Claro!", avrebbe concluso in privato Canizares che, ricorda Barthe, "conosce personalmente mons. Fellay".

L'Osservatore Romano, Agi

Pellegrinaggio "straordinario" Una cum Papa nostro": il messaggio del Papa e l' articolo di Avvenire

Benedetto XVI riceve in udienza i nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di Nigeria, Australia e Colombia per la presentazione delle Lettere credenziali



Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza, per la presentazione delle Lettere credenziali, Francis Chukwuemeka Okeke, neo ambasciatore della Nigeria presso la Santa Sede, John Anthony Gerard McCarthy, nuovo ambasciatore di Australia presso la Santa Sede, e Germán Cardona Gutiérrez, neo ambasciatore di Colombia presso la Santa Sede. L'azione diplomatica della Santa Sede si ispira alle necessità di proporre all'attenzione della comunità internazionale il rispetto di quei princìpi necessari affinchè i diversi stati e la comunità internazionale nel suo insieme agiscano a servizio della persona umana. La Santa Sede chiede sia delle risposte alle esigenze materiali, sia anche la tutela per legittime aspirazioni di carattere spirituale e trascendente.

Radio Vaticana

AMBASCIATORE DI NIGERIA PRESSO LA SANTA SEDE

AMBASCIATORE DI AUSTRALIA PRESSO LA SANTA SEDE

AMBASCIATORE DI COLOMBIA PRESSO LA SANTA SEDE

Messaggio del Papa al nuovo Patriarca della Chiesa Copto Ortodossa d’Egitto: sarà un autentico padre spirituale per la sua gente ed una efficace guida per tutti i suoi concittadini nel costruire il nuovo Paese in pace ed armonia

In un messaggio, diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede, Benedetto XVI si congratula con Amba Tawadraus (Theodoros), vescovo di Behayra per la sua elezione a nuovo Papa di Alessandria, Patriarca di San Marco, capo della Chiesa Copta Ortodossa in Egitto e all‘estero, avvenuta ieri nella Cattedrale di San Marco a Il Cairo. Nel testo il Pontefice si dice “fiducioso che, come il suo famoso predecessore Papa Shenouda III, lei sarà un autentico padre spirituale per la sua gente ed una efficace guida per tutti i suoi concittadini nel costruire il nuovo Egitto in pace ed armonia, servendo il bene comune e il bene di tutto il Medio Oriente. In questi tempi difficili è importante per tutti i cristiani testimoniare l‘amore e l‘amicizia che li unisce, attenti alla preghiera offerta da nostro Signore nell‘Ultima Cena: che tutti siano una cosa sola, perché il mondo creda".

SIR

Prima udienza del processo a Claudio Sciarpelletti, accusato di favoreggiamento nel furto di documenti vaticani. Respinta la nullità sul rinvio a giudizio. L'avvocato: con Paolo Gabriele non c’era una grande amicizia

Con la discussione sulle questioni pregiudiziali si è aperto oggi in Vaticano il processo a Claudio Sciarpelletti, il tecnico informatico della Segreteria di Stato accusato di favoreggiamento nell’ambito delle indagini per furto aggravato di documenti riservati; filone che ha portato alla condanna dell’ex assistente di camera del Papa, Paolo Gabriele. Respinta l’eccezione di nullità di rinvio a giudizio, sollevata dall’avvocato di parte, per imprecisione dell’imputazione. La prossima udienza si terrà sabato prossimo, 10 novembre, alle 9.00 quando saranno ascoltati l’imputato e altri testimoni chiamati dalla difesa. Prima udienza del processo Sciarpelletti. Respinta la questione pregiudiziale sulla nullità di rinvio a giudizio, sollevata dalla difesa, per imprecisioni sull’imputazione. Precisata l’esatta configurazione del reato che, è stato spiegato, si inquadra nella fattispecie del favoreggiamento personale. “Tra Claudio Sciarpelletti e Paolo Gabriele non c’era una grande amicizia”, ha ribadito l’avvocato Gianluca Benedetti, che difende il tecnico informatico accusato di aver aiutato con il suo comportamento Paolo Gabriele, condannato a tre anni, pena ridotta a diciotto mesi, per aver rubato documenti riservati. In sostanza la linea difensiva, tratteggiata dall’avv. Benedetti, punta sulla totale estraneità ai fatti criminosi da parte del suo assistito e a sottolineare il normale “rapporto di conoscenza”, non di “amicizia profonda tra i due”. A questo proposito la puntualizzazione che l’ex assistente di camera del Papa avrebbe negato, per sei anni, la sostituzione del proprio computer e che solo una volta, Sciarpelletti, sarebbe intervenuto sulla sua stampante. “Tutto parte da un anonimo, credo un officiale della Segreteria di Stato, che parla di frequenti contatti tra Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti – ha spiegato davanti ai giudici il legale di parte -. Un'informativa di un autore ignoto, da cui qui si passa a una supposta amicizia su cui Sciarpelletti avrebbe mentito”. L’avv. Benedetti ha escluso che il suo cliente abbia intralciato la giustizia ed ha parlato di “dedizione e servizio per la Santa Sede” per oltre “venti anni”. Ha indicato l’atteggiamento collaborativo, riconosciuto dai gendarmi, che l’uomo avrebbe avuto durante le indagini. Punto questo però che ha sollevato la precisazione del presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Dalla Torre, il quale ha sottolineato che comunque “Sciarpelletti ha fornito tre versioni diverse dei fatti”. Sul fronte delle richieste è stata accettata dal Tribunale quella relativa all’acquisizione del “fascicolo di servizio” del tecnico informatico vaticano. Non entrano a far parte degli atti invece, perché giudicati non esaustivi, i tabulati telefonici e le mail relative ai contatti tra Sciarpelletti e Gabriele. Quattro i testimoni presenti oggi, voluti dalla difesa, tra loro anche mons. Carlo Maria Polvani, il responsabile dell'ufficio informazione della Segreteria di Stato; lo stesso Paolo Gabriele; il vice comandante della Guardia Svizzera William Kloter e il vicecommissario della Gendarmeria Gianluca Gauzzi Broccoletti. Assente per giustificati motivi, il capo della Gendarmeria Domenico Giani. Tutti saranno ascoltati, insieme a Sciarpelletti, sabato prossimo quando riprenderà il processo. 

Radio Vaticana     

Il Papa nomina mons. Carmelo Pellegrino Promotore della Fede (Prelato Teologo) della Congregazione delle Cause dei Santi, incaricato di verificare tramite contraddittorio le virtù dei candidati alla santità

Benedetto XVI ha nominato promotore della Fede (prelato teologo), il cosiddetto 'avvocato del diavolo' incaricato di verificare tramite contraddittorio le virtù dei candidati alla santità, della Congregazione delle Cause dei Santi mons. Carmelo Pellegrino, finora relatore del medesimo dicastero. Monsignor Pellegrino, nato a Galatina in Puglia, il 16 luglio 1971, dopo il diploma in violino presso il Conservatorio di Lecce ha conseguito la Laurea in Lettere presso l'Università La Sapienza di Roma e la Laurea in Filosofia presso la medesima Università. Ha conseguito inoltre la Licenza presso il Pontificio Istituto Biblico e il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha insegnato Sacra Scrittura a Taranto presso l'Istituto di Scienze Religiose 'Romano Guardini'. E' stato ordinato sacerdote nel 1997 e prelato di Sua Santità nel 2007. E' entrato nel 2001 nella Congregazione delle Cause dei Santi.

TMNews

RINUNCE E NOMINE

Natale 2012. Benedetto XVI prenota 300 panettoni fatti nel carcere di Padova. La produzione, da parte di 40 detenuti, inizia oggi. Le richieste da soddisfare sono oltre 60mila e provengono da tutta Italia

Papa Benedetto XVI ne ha già ordinati trecento. Sono i panettoni speciali, che nel periodo pre-natalizio, vengono prodotti, confezionati e spediti ormai in mezzo mondo dai detenuti del carcere Due Palazzi, che lavorano all’interno della Cooperativa “I Dolci di Giotto”, che a sua volta, fa parte del Consorzio Sociale Giotto, guidato da Nicola Boscoletto. Quest’anno i detenuti, che saranno impegnati nella preparazione dei panettoni made in Padova, sono circa quaranta, dei quali venti sono impegnati direttamente nel laboratorio della pasticceria, coordinato da Lorenzo Chillon, ex chef del ristorante del Caffè Pedrocchi. L’anno scorso dal carcere furono sfornati 63.000 panettoni. Ben 23.000 in più rispetto ai 40.000 del 2010. Un boom eccezionale che ha avuto un netto rapporto con la prima e capillare pubblicizzazione che, in effetti, fu divulgata dai mass media nazionali soltanto un anno fa, anche se la pasticceria affidata ai detenuti opera nella struttura di via De Palazzi già dal 2005. La produzione dei panettoni riprenderà proprio questa mattina ed andrà avanti sino alla vigilia di Natale. Il “panettone del carcere” sarà spedito anche negli Stati Uniti, in Russia ed anche in alcuni Paesi asiatici. Uno in formato gigante, sarà inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lo gradirà senz’altro visto che il Capo dello Stato, originario di Comiziano di Nola, in provincia di Napoli, si è diplomato al liceo classico Tito Livio nel 1942. La produzione 2012 sarà ancora più squisita rispetto agli anni passati perché da oggi, oltre ai formati Classico, Simposio, Trappista, Equador, Eden ed Arabico, i detenuti pasticcieri, tra i quali ci sono anche alcuni condannati al massimo della pena e vari stranieri, cominceranno a preparare anche l’ultimo nato in famiglia. Ossia il panettone al kabir, il pregiato moscato classico di Pantelleria, prodotto dall’azienda vinicola Donnafugata. Un super panettone che ha già vinto un primo premio al concorso dolciario Taste, organizzato da Pitti Immagine ed in particolare dal gastronauta Davide Paolini, alla Stazione Leopolda, a Firenze. Non a caso, il 10 e l’11 novembre prossimi una delegazione della cooperativa “I Dolci di Giotto” sarà in Sicilia per partecipare alla Festa di San Martino organizzata proprio dall’azienda Donnafugata anche per festeggiare l’abbinamento tra il suo ottimo vino liquoroso ed il panettone di Padova. "Il lavoro come pasticciere per i carcerati è un ottimo strumento di riabilitazione dalla pena" sottolinea Nicola Boscoletto. "Quando i detenuti lavoratori usciranno dai Due Palazzi si ritroveranno subito un mestiere, che diventerà essenziale per inserirsi nella società civile e potranno usufruire già di un gruzzoletto in banca dal momento che attualmente guadagnano, al mese, tra gli 800 ed i 900 euro". Un panettone costa 25 euro, dei quali due euro vengono devoluti all’associazione “Cena di Santa Lucia” per adottare 20 bambini a distanza.

Felice Paudano, Il Mattino di Padova

Sinodo dei vescovi 2012. Martinez: tre direttrici fondamentali, c'è bisogno di un ritorno allo Spirito Santo, rilanciare la vita sacramentale e carismatica, guardare a questo nostro tempo con grande coraggio e audacia

"Il Sinodo ci rinfranca. L'indirizzo di Benedetto XVI ci conforta nella testimonianza che ci attende". Con queste parole il presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo, Salvatore Martinez (foto), ha concluso ieri a Rimini la 36° Conferenza nazionale degli animatori del movimento sul tema "Spalanchiamo i cuori a Gesù Signore per annunciare il Vangelo!". L'appuntamento, che ha visto la partecipazione di 3500 animatori e responsabili di RnS e si è inserito sulla scia del Sinodo appena concluso, al quale Salvatore Martinez ha partecipato su invito di Benedetto XVI. "Il Sinodo che si è appena concluso - ha spiegato il presidente nazionale di RnS - indica tre direttrici fondamentali: c'è bisogno di un ritorno allo Spirito Santo, cioè ad una conversione profonda, ad un amore nuovo, e ad una gioia che i cristiani devono poter trasmettere. Secondo aspetto: occorre rilanciare la vita sacramentale, la vita carismatica che ci costituisce Chiesa, e la Nuova Evangelizzazione, non perchè abbia qualcosa di nuovo da dire, ma perchè vuole rinnovare il senso, la verità, il gusto, la bellezza, il sapore della nostra fede. E, terza direttrice, c'è bisogno di guardare a questo nostro tempo con grande coraggio, con grande audacia, con senso di responsabilità sapendo che questa fede vince anche quando lascia per strada martiri: la confessione della fede e' indispensabile perchè nella vita sia autenticata dal bisogno di essere cristiani fino in fondo". "Rinnovamento nello Spirito - ha assicurato Martinez - scrive la storia che verrà, fedele al passato, a questa identità carismatica ed ecclesiale che ci ha permesso di portare la testimonianza di Gesù vivo in molti ambiti della vita ecclesiale e della vita sociale". E tutto questo, ha poi precisato ai microfoni della Radio Vaticana, "con profonda umiltà, che è condizione fondamentale" perchè "la Chiesa rinasce ogni giorno in un ascolto docile, sottomesso alla Parola di Dio". Secondo Martinez, dunque, "c'è bisogno di risentire la forza della Parola di Dio che sta chiamando a conversione i suoi discepoli, che sta chiamando a conversione tante fasce della popolazione credente". "E' una stagione di Pentecoste - ha concluso - quella che noi stiamo vivendo ed è una stagione che prepara una nuova Pentecoste".

Agi