venerdì 30 novembre 2012

Dall'inizio del 2013 la visita 'ad limina Apostolorum' dei vescovi italiani: la Conferenza Episcopale dell'Abruzzo e del Molise saranno ricevuti da Benedetto XVI a gennaio

I vescovi della Conferenza Episcopale abruzzese e molisana saranno ricevuti a gennaio da Papa Benedetto XVI. Tra di loro ci sarà anche mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo della diocesi di Pescara-Penne, che della CEAM è il presidente. Lunedì 14 gennaio 2013 verranno ricevuti i monsignori di Chieti e Lanciano, nonchè quelli molisani di Campobasso, Isernia, Termoli e Trivento. Il prossimo giovedì 17 gennaio toccherà invece a Valentinetti insieme ai suoi "colleghi" de L'Aquila, Sulmona, Avezzano e Teramo. La visita è stata programmata nell'ambito della quinquennale visita "ad limina Apostolorum" di tutti i vescovi italiani, che periodicamente presentano al Santo Padre una relazione sull'andamento delle diocesi loro affidate.

Il Pescara

Il 2 dicembre compie 78 anni il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone: è riuscito non solo a restare al suo posto, ma per giunta a sconfiggere i corvi che avevano cercato in tutti i modo di defenestrarlo. Ecco perchè durerà a lungo

Ha battuto i corvi, sconfitto i profeti di sventura che annunciavano "grandi funerali a corte", risposto picche a chi pronosticava una cacciata dal Vaticano e il 2 dicembre compirà 78 anni, gli ultimi dei quali vissuti da Segretario di Stato del Papa e non certo in discesa. Stiamo parlando del card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI) da Romano Canavese, "primo ministro" del Papa e suo collaboratore numero uno nel governo della Chiesa, che è riuscito non solo a restare al suo posto, ma per giunta a sconfiggere i pennuti che avevano cercato in tutti i modo di defenestrarlo. Fughe di notizie, documenti in libera uscita, monsignori più o meno chiacchierati nulla hanno potuto contro Bertone: nemmeno la definizione estrema dei diplomatici americani, che lo hanno definito nei cablo di Wikileaks "uno yes-man", ha potuto fermarlo né ha fermato il suo diretto superiore, il Papa, che anzi ha più volte riconfermato la stima e fiducia nei suoi confronti (lavorano insieme sin dai tardi anni '80, quando l'allora card. Joseph Ratzinger era a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede) e lo ha lasciato alla guida della Segreteria 'sine die', a tempo indeterminato: potrà restare al suo posto almeno per altri due anni, fino al compimento degli 80 quando poi si decade automaticamente dagli incarichi di Curia (e si perde anche l'elettorato attivo e passivo in Conclave). Ma facciamo un passo indietro. La ridda di rumors sulle sue possibili dimissioni a 78 anni era iniziata osservando un fatto banale: il suo predecessore, card. Angelo Sodano, aveva lasciato l'incarico al compimento di quel l'età e nel settembre 2006 era subentrato Bertone. Si pensava che al compimento dei 78 anni anche Bertone avrebbe lasciato e qualche monsignore, insoddisfatto della gestione che il cardinale ha dato alla Segreteria (meno diplomatica e più pastorale, aiutato in questo anche dalla creatività tipicamente salesiana) avrebbe pensato di dargli una mano iniziando a diffondere qualche documento. Poi sono venuti i cablo di Wikileaks, con i funzionari yankee non molto contenti della visita nel 2009 di Bertone a Cuba, seguita dall'esplosione dei leaks, con le lettere di mons. Carlo Viganò (oggi nunzio negli States) finite sui giornali e poi il clamoroso arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele del Papa. Insomma, un lasso di tempo non molto facile per Sua Eminenza. Che nel frattempo è anche diventato Camerlengo di Santa Romana Chiesa e quindi potrebbe guidare, o quantomeno influenzarlo, il prossimo conclave, che eleggerà il successore di Benedetto XVI. Il cardinale ha comunque totalizzato delle vittorie, sul campo come la Juventus di cui è appassionato tifoso (ed è anche competente di calcio, nonché ideatore della Clericus Cup, la coppa vaticana per i seminaristi). Non è difficile notare che Oltretevere molti portano accanto al loro nome la sigla S.D.B. (Societa Don Bosco, ossia i Salesiani), che maliziosamente qualcuno traduce in "Sono Di Bertone" o "Sto Da Bertone" e fa il degno paio con l'ironia vaticana sulla targa SCV (letta come: Se Cristo Vedesse!). Non è un mistero che molte persone a lui vicine hanno percorso una buona carriera nei Sacri Palazzi, basti pensare alla notevole infornata di berrette cardinalizie targate Bertone nel conclave del febbraio di quest'anno. E qualcuno l'ha fatta fuori, come il sanremese Marco Simeon, a lui molto vicino e capo struttura Rai Vaticano oltre che direttore delle relazioni istituzionali e internazionali. A proposito: tra quelli che certo non gli sono molto amici possiamo elencare il cardinale arcivescovo emerito di Milano Dionigi Tettamanzi, che non ha voluto lasciare la presenza del Toniolo quando Bertone glielo ha ordinato e si è anzi recato in quel di Roma a discuterne col Papa. Anche l'ex presidente IOR Ettore Gotti Tedeschi è stato indicato come vicino a Bertone (salvo essere defenestrato il 24 maggio di quest'anno), e certo vicino al cardinale è Giovanni Maria Flick, ex giudice della Consulta e giurista di ampio spessore che però il cardinale non sarebbe riuscito a piazzare alla guida del Toniolo, la cassaforte della Cattolica. Lo anche la cordata IOR-Malacalza che avrebbe dovuto rilevare il San Raffaele acciaccato di debiti e battuta da Giuseppe Rotelli e il suo Gruppo San Donato. Peraltro, da ultimo il cardinale è rimasto scottato: i salesiani, che però si sono smarcati, potrebbero rischiare un colpo da 130 milioni di euro alla congregazione di Bertone sulla questione dell'eredità del Marchese Alessandro Gerini, grande benefattore romano morto nel 1990. Storia di un'eredità che sarebbe stata soprastimata (su questo si pronuncerà la magistratura) e che ha portato il canale a scrivere una lettera, pubblicata dal Corriere, nella quale chiede ai magistrati di evitare l'eventuale sequestro dei beni dei garanti (i salesiani, appunto). Vedremo. Certo è che Bertone ha superato tutte queste tempeste, tenendo sempre duro e senza mai perdere il suo stile allegro e semplice. Appassionato di tecnologia, ha un tablet con il quale si informa anche online e alle volte bacchetta i giornalisti sostenendo che scrivano cose alla Dan Brown. Continuerà a restare al suo posto dopo il 2 dicembre? Molto probabilmente sì, non foss'altro che non ci sono grosse agitazioni nei Sacri Palazzi né girano nomi per la sua successione. Dopo le procelle di Vatileaks, cioè, sembra essersi raggiunto un faticoso ma apparentemente stabile equilibrio, che per il momento nessuno vuole sia danneggiato. In qualche modo il conflitto CEI-Bertone per cariche e nomine sembrerebbe aver subito una battuta d'arresto. Anche eventuali candidati dai nomi più volte apparsi sui giornali hanno scelto di tenere un profilo molto basso. Il messaggio è chiaro per tutti, per il momento: Bertone resta finché c'è Papa Ratzinger. Buon compleanno, Eminenza.

Antonino D'Anna, Affaritaliani.it 

Il Papa: fare arrivare l‘annuncio dell‘amore misericordioso di Dio all’uomo del nostro tempo, spesso distratto, più o meno incapace di una riflessione profonda sul senso della propria esistenza, preso da progetti e utopie che non possono che lasciarlo deluso. Comunione profonda e reale, benchè imperfetta

Nel quadro del tradizionale scambio di delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea Apostolo, il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, guida quest’anno la delegazione della Santa Sede per la festa del Patriarcato Ecumenico. Il card. Koch è accompagnato dal vescovo Brian Farrell, segretario del dicastero, e da mons. Andrea Palmieri, sottosegretario. Ad Istanbul, si è unito alla delegazione il nunzio apostolico in Turchia, l’arcivescovo Antonio Lucibello. La delegazione della Santa Sede ha preso parte alla solenne Divina Liturgia presieduta da Sua Santità Bartolomeo I (nella foto con Benedetto XVI) nella chiesa patriarcale del Fanar, ed ha avuto un incontro con il Patriarca e conversazioni con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa Cattolica. Koch ha consegnato al Patriarca Ecumenico un messaggio autografo del Santo Padre, di cui ha dato pubblica lettura alla conclusione della Divina Liturgia, accompagnato da un dono. Il cardinale ha inoltre incontrato i rappresentanti della comunità cattolica locale e si è intrattenuto in una conversazione con il Comitato ecumenico del Vicariato apostolico della Chiesa Cattolica d’Istanbul. “Fare arrivare l‘annuncio dell‘amore misericordioso di Dio all’uomo del nostro tempo, spesso distratto, più o meno incapace di una riflessione profonda sul senso della propria esistenza, preso da progetti e utopie che non possono che lasciarlo deluso”. Questa “la sfida urgente” che unisce la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli. È un messaggio lungo e pieno di affetto quello che Benedetto XVI ha inviato a Bartolomeo. “Lo scambio di delegazioni tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Costantinopoli che si rinnova ogni anno in occasione delle rispettive feste patronali di Sant’Andrea, al Phanar, e dei Santi Pietro e Paolo, a Roma testimoniano in maniera concreta il legame di prossimità che ci unisce. È una comunione profonda e reale, benché ancora imperfetta che si fonda non su ragioni umane di cortesia o convenienza, ma sulla fede comune nel Signore Gesù”. E, ha aggiunto il Papa, “anche se la strada da percorrere può sembrare ancora lunga e difficile, la nostra intenzione di perseguire in questa direzione resta immutata”. Benedetto XVI torna a ringraziare il patriarca Bartolomeo I per la sua partecipazione e le parole pronunciate in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. “Questa amicizia sincera che è nata tra noi - ha quindi concluso il Santo Padre - con una grande visione comune delle responsabilità alle quali siamo chiamati come cristiani e come pastori del gregge che Dio ci ha affidato, è il motivo di una grande speranza perché si sviluppi una collaborazione sempre più grande, nel compito urgente di dare con rinnovato vigore testimonianza del messaggio evangelico al mondo contemporaneo”.

SIR

Messaggio a Sua Santità Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico, per la Festa di Sant'Andrea (23 novembre 2012)

Il Papa: una grande speranza, al tempo stesso solida ed ardita, nel momento di rilevare le sfide del terzo millennio e di ascoltare le attese degli uomini della nostra epoca, ai quali Dio solo può dare una risposta soddisfacente. Affrontare l'ignoranza religiosa

Questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato il 3° gruppo di presuli della Conferenza Episcopale di Francia, delle province ecclesiastiche di Clermont, Lyon, Marseille, Montpellier e Toulouse, ricevuti in questi giorni, in separate udienze, in occasione della Visita "ad Limina Apostolorum". La Chiesa Cattolica francese "si iscrive in una lunga linea di santi, di dottori, di martiri e di confessori della fede. Siete gli eredi di una grande esperienza umana e di una immensa ricchezza spirituale", ho ha detto il Papa nel suo discorso. "Queste origini e questo passato glorioso, sempre presenti nel nostro pensiero e cari al nostro spirito, ci permette di nutrire una grande speranza, al tempo stesso solida ed ardita, nel momento di rilevare le sfide del terzo millennio e di ascoltare le attese degli uomini della nostra epoca, ai quali Dio solo può dare una risposta soddisfacente". "Per questo motivo - ha proseguito il Papa - uno dei problemi più gravi della nostra epoca è quello dell'ignoranza religiosa pratica nella quale vivono molti uomini e molte donne, compresi alcuni fedeli cattolici": "Uno degli ostacoli più ardui della nostra missione pastorale - ha proseguito - è l'ignoranza del contenuto della fede. Si tratta in realtà di una doppia ignoranza: una mancanza di conoscenza della persona di Gesù Cristo e un'ignoranza della sublimità dei suoi insegnamenti, del loro valore universale e permanente nella ricerca del senso della vita e della felicità. Questa ignoranza produce inoltre nelle nuove generazioni l'incapacità di comprendere la storia e di sentirsi eredi di questa tradizione che ha plasmato la vita, la società, l'arte e la cultura europea". Ha quindi indicato nell’Anno della fede e nell’impegno per la nuova evangelizzazione l’occasione per rinnovare la testimonianza della fede. “Preghiera e azione – ha aggiunto – sono gli strumenti che il nostro Salvatore ci chiede sempre ancora di utilizzare”. “La nuova evangelizzazione – ha affermato – sarà efficace se coinvolgerà profondamente le comunità e le parrocchie”. Ed ha sottolineato come “i segni di vitalità e l’impegno dei fedeli laici nella società francese siano già una realtà incoraggiante”. I laici, assieme ai vescovi e ai sacerdoti, “sono protagonisti nella vita della Chiesa e nella sua missione di evangelizzazione”. I laici, ha detto, sono “il volto del mondo nella Chiesa e al tempo stesso il viso della Chiesa nel mondo”. “La Chiesa in Europa e in Francia – ha poi avvertito – non può restare indifferente di fronte alla diminuzione delle vocazioni e delle ordinazioni sacerdotali”. E’ urgente, ha detto, “mobilitare tutte le energie disponibili affinché i giovani possano ascoltare la voce del Signore”. Ed ha messo l’accento sulle famiglie e le comunità ferventi che rappresentano un “terreno particolarmente favorevole” per le vocazioni. Il Papa ha quindi rivolto il suo pensiero alla gioventù “speranza e avvenire della Chiesa nel mondo” mettendo in rilievo il ruolo dell’educazione cattolica. Un compito “ammirabile – ha detto – spesso difficile” che permette ai giovani di “assimilare i valori umani e cristiani” per tendere all’amore del vero e del bello. Ed ha rilevato che gli istituti cattolici sono al primo posto nel favorire il dialogo tra fede e cultura. In tale contesto, ha elogiato l’iniziativa di alcune diocesi per promuovere lo studio teologico tra i giovani: “La teologia – ha detto – è una fonte di saggezza, di gioia” che “non può essere riservata solamente ai seminaristi, ai sacerdoti e alle persone consacrate”. Proposta a numerosi giovani e adulti li “conforterà nella loro fede e farà di loro, senza dubbi, degli apostoli audaci e convincenti”.

TMNews, Radio Vaticana

Al gruppo di presuli della Conferenza Episcopale di Francia, in Visita "ad Limina Apostolorum" - il testo integrale del discorso del Papa
 

Avvento 2012. Da venerdì 7 dicembre le prediche di padre Cantalamessa alla presenza di Benedetto XVI e della Curia romana sul tema 'Un anno di grazia del Signore': sia davvero come quello annunciato da Gesù nella sinagoga di Nazaret

“Un anno di grazia del Signore”. È questo il titolo delle meditazioni che, a partire da venerdì prossimo 7 dicembre, e per i due venerdì successivi, padre Raniero Cantalamessa, svolgerà nel corso delle prediche d’Avvento alla presenza del Papa e della Curia Romana, tenute nella Cappella "Eedemptoris Mater" in Vaticano, con inizio alle 9.00. “Nell’anno 2012-2013 – scrive il predicatore della Casa pontificia – la Chiesa vive tre grazie che sono anche tre impegni: l’Anno della fede, il 50° anniversario del Concilio Vaticano II, l’appello a un rinnovato sforzo missionario, a seguito del Sinodo dei vescovi sull’evangelizzazione e la trasmissione della fede”. Con la predicazione dell’Avvento, “sulla scia della Lettera apostolica di Benedetto XVI 'Porta fidei', si cerca di offrire – prosegue padre Cantalamessa – su ognuno di questi tre temi una riflessione spirituale, in modo che questo tempo, grazie all’unzione dello Spirito Santo, sia davvero un''anno di grazia del Signore' come quello annunciato da Gesù nella sinagoga di Nazareth”.

Radio Vaticana

Consiglio ordinario della Segreteria del Sinodo dei vescovi: un rinnovato dinamismo delle comunità ecclesiali, nuovi linguaggi e nuovi mezzi e soprattutto testimoni credibili perché sia trasmessa la fede alle nuove generazioni nei nuovi contesti sociali

“Il mandato missionario che il Signore rivolge agli apostoli tocca oggi l’impegno della Chiesa nella nuova evangelizzazione, con la quale si rivolge alla comunità umana universale, protagonista di mutamenti costanti nel processo di globalizzazione in un clima culturale e morale di secolarizzazione e agnosticismo. Tale situazione rappresenta anche una sfida e una possibilità per l’annuncio del Vangelo”. È quanto si legge nel comunicato diffuso oggi dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, dopo la seconda riunione della stessa che ha avuto luogo il 26 novembre scorso. Nel corso della seduta sono stati considerati i risultati generali del recente Sinodo sulla “nuova evangelizzazione”. Nel testo si sottolinea che “di fronte a tali sfide si richiedono un rinnovato dinamismo delle comunità ecclesiali, nuovi linguaggi e nuovi mezzi e soprattutto testimoni credibili perché sia trasmessa la fede alle nuove generazioni nei nuovi contesti sociali, dove le comunità naturali e tradizionali, quali la famiglia, la parrocchia e la scuola, ritrovano con particolare urgenza il loro proprio impegno educativo alla fede”. I lavori sono stati guidati dal segretario generale, mons. Nikola Eterovic, e vi hanno partecipato una ventina tra cardinali e vescovi di ogni parte del mondo. “La Chiesa fa affidamento su queste cooperazioni - afferma il comunicato - perché la sua missione di evangelizzare trovi rinnovato impulso attraverso l’annuncio, l’iniziazione, la liturgia, la santità di vita”. Nel testo si precisa che “la Chiesa svolge oggi questa opera di novità nell’annuncio attraverso tutti i soggetti responsabili, pastori e fedeli laici. E il Vangelo che annuncia coinvolge tutto l’uomo ed è destinato a ogni uomo: battezzati, credenti allontanatisi dalla pratica ecclesiale della fede, non credenti, indifferenti, credenti di altre confessioni cristiane, credenti di altre confessioni religiose, secondo il mandato del Signore Risorto”. Gli elementi scaturiti dalla discussione nell’ambito della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi verranno sottoposti al Papa in vista della “Esortazione postsinodale”, che Benedetto XVI promulgherà nei prossimi mesi. È stata anche fissata la data della prossima riunione del consiglio generale nei giorni 23-24 gennaio 2013.

SIR

COMUNICATO: SECONDA RIUNIONE DEL XIII CONSIGLIO ORDINARIO DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI

Assemblea Generale approva a maggioranza la risoluzione con cui la Palestina diventata stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. Santa Sede: la pace ha bisogno di decisioni coraggiose! L'appello del Papa prima della partenza da Israele

Considerato l'esito della votazione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e "per incoraggiare la comunità internazionale, ed in particolare le Parti più direttamente interessate, ad un'azione incisiva" in vista di una "pace duratura" tra israeliani e palestinesi, la Santa Sede, che è osservatore al Palazzo di vetro, "accoglie con favore la decisione dell'Assemblea Generale, con la quale la Palestina è diventata Stato Osservatore non membro delle Nazioni Unite". Lo si legge in una nota diramata nella serata di ieri subito dopo il voto. "L'occasione è propizia - aggiunge la nota - per ricordare anche la posizione comune che la Santa Sede e l'OLP hanno espresso nel loro Basic Agreement del 15 febbraio 2000, volta a sostenere il riconoscimento di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la città di Gerusalemme, ai fini in particolare di preservare la libertà di religione e di coscienza, l'identità e il carattere di Gerusalemme quale Città Santa, e il rispetto e l'accesso ai Luoghi Santi situati in essa". La Santa Sede "ha seguito direttamente e con partecipazione i passi che hanno condotto a questa importante decisione, sforzandosi di rimanere al di sopra delle parti e di agire in linea con la propria natura religiosa e la missione universale che la caratterizza, nonché in considerazione della sua attenzione specifica alla dimensione etica delle problematiche internazionali", precisa la nota. "Il 15 maggio 2009, partendo dall'aeroporto internazionale di Tel Aviv, al termine del Suo pellegrinaggio in Terra Santa - si ricorda - il Sommo Pontefice Benedetto XVI si espresse come segue: 'Non più spargimento di sangue! Non più scontri! Non più terrorismo! Non più guerra! Rompiamo invece il circolo vizioso della violenza. Possa instaurarsi una pace duratura basata sulla giustizia, vi sia vera riconciliazione e risanamento. Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto a una patria indipendente sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Che la 'two-state solution' (la soluzione di due Stati) divenga realtà e non rimanga un sogno'". La votazione di ieri "manifesta il sentire della maggioranza della comunità internazionale e riconosce una presenza più significativa ai Palestinesi in seno alle Nazioni Unite. In pari tempo, è convinzione della Santa Sede che tale risultato non costituisca, di per sé, una soluzione sufficiente ai problemi esistenti nella Regione: ad essi, infatti, si potrà rispondere adeguatamente solo impegnandosi effettivamente a costruire la pace e la stabilità nella giustizia e nel rispetto delle legittime aspirazioni, tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi. Perciò la Santa Sede, a più riprese, ha invitato i responsabili dei due Popoli a riprendere i negoziati in buona fede e ad evitare di compiere azioni o di porre condizioni che contraddicano le dichiarazioni di buona volontà e la sincera ricerca di soluzioni che divengano fondamenta sicure di una pace duratura. Inoltre, la Santa Sede ha rivolto un pressante appello alla Comunità internazionale ad accrescere il proprio impegno e ad incentivare la propria creatività, per adottare adeguate iniziative che aiutino a raggiungere una pace duratura, nel rispetto dei diritti degli Israeliani e dei Palestinesi. La pace ha bisogno di decisioni coraggiose!".

TMNews

DICHIARAZIONE DELLA SANTA SEDE SUL VOTO DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE SULLO STATUS DELLA PALESTINA

Avviso di restauri nel Cortile dei gentili. Un inatteso messaggio di Benedetto XVI riporta l'iniziativa alla sua finalità originaria: quella di evangelizzare i non credenti, e non solo di ascoltarli. Il card. Ravasi atteso alla prova dei fatti

Quando alla vigilia di Natale del 2009 Benedetto XVI lanciò l'idea del "Cortile dei gentili", ne disse subito la finalità: tener desta la ricerca di Dio tra agnostici o atei, come "primo passo" della loro evangelizzazione. Ma il Papa non ne stabilì le modalità d'esecuzione. Affidò la messa in opera dell'idea al presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l'arcivescovo e poi cardinale Gianfranco Ravasi (foto), valente e sperimentato creatore di eventi culturali. Ravasi esordì a Parigi il 24 e 25 marzo 2011, organizzando un incontro che ebbe un notevole impatto. Lo stesso Benedetto XVI vi prese parte con un videomessaggio rivolto ai giovani riuniti sul sagrato di Notre Dame. Nei successivi appuntamenti, però, il Papa rimase in silenzio. Il "Cortile dei gentili" proseguì con una sequenza serrata di incontri, in diversi paesi. Con un crescendo culminato il 5 e 6 ottobre di quest'anno ad Assisi, con un cast di partecipanti record, a cominciare dal presidente della repubblica italiana, Giorgio Napolitano, agnostico di formazione marxista. A questo crescendo è corrisposto, però, un calo di interesse generale e di risonanza nei media. Un calo comprensibile. Il fatto che dei non credenti prendessero la parola in un incontro promosso dalla Santa Sede non era più una notizia. E non era una notizia nemmeno il fatto che ciascuno vi esponesse la rispettiva visione del mondo, peraltro già risaputa, alla pari con gli altri, in una sorta di "quadri di un'esposizione". A dispetto della suggestione di ciascun evento e dell'ammirazione che esso riscuoteva tra i partecipanti, il "Cortile dei gentili" rischiava di non produrre più nulla di nuovo e di significativo, sul versante dell'evangelizzazione. Se una novità infatti c'è stata, nell'ultimo suo incontro tenuto 1l 16 e 17 novembre in Portogallo, essa è venuta da fuori e dall'alto. Per la prima volta nella storia del "Cortile dei gentili", a parte il caso particolare di Parigi, Benedetto XVI ha inviato ai partecipanti un proprio messaggio. Un messaggio nel quale egli ha voluto riportare l'iniziativa alla sua finalità originaria: quella di parlare di Dio a chi ne è lontano, risvegliando le domande che avvicinino a Dio "almeno come Sconosciuto". Nel messaggio, chiaramente scritto di suo pugno, Benedetto XVI ha preso avvio dal tema principale del "Cortile dei gentili" portoghese: "l'aspirazione comune di affermare il valore della vita umana". Ma subito ha argomentato che la vita di ogni persona, tanto più se amata, non può non "chiamare in causa Dio". E ha proseguito: "Il valore della vita diventa evidente solo se Dio esiste. Perciò, sarebbe bello se i non credenti volessero vivere 'come se Dio esistesse'. Sebbene non abbiano la forza per credere, dovrebbero vivere in base a questa ipotesi; in caso contrario, il mondo non funziona. Ci sono tanti problemi che devono essere risolti, ma non lo saranno mai del tutto, se Dio non sarà posto al centro, se Dio non diventerà di nuovo visibile nel mondo e determinante nella nostra vita". Nel concludere, Benedetto XVI ha citato una riga del messaggio rivolto dal Concilio Vaticano II agli uomini di pensiero e di scienza: "Felici coloro che, possedendo la verità, la continuano a cercare per rinnovarla, per approfondirla, per donarla agli altri". E ha aggiunto lapidariamente: "Questi sono lo spirito e la ragion d’essere del Cortile dei gentili". L'indubbia rettifica impressa al "Cortile dei gentili" da Benedetto XVI con questo messaggio non è stata rimarcata dai media, nemmeno da quelli cattolici e più attenti. Ma il card. Ravasi l'ha sicuramente registrata e sottoscritta. Lo si è capito anche da questo passaggio del bilancio del "Cortile" portoghese pubblicato su L'Osservatore Romano del 23 novembre: "A Guimarães, il pubblico ha sollevato una questione: la sacralità della vita presuppone qualcosa che ci trascende. Come possiamo conoscere Dio? È stato cioè toccato l’obiettivo per il quale il 'Cortile dei gentili' è stato pensato: esprimere l’inquietudine riguardo a Dio. Tema vasto e complesso sul quale, ha detto il card. Ravasi, il 'Cortile dei gentili' tornerà in maniera più approfondita nei prossimi incontri". Ai prossimi incontri la verifica della svolta. Intanto, Benedetto XVI ha affidato al card. Ravasi, che è anche rinomato biblista, l'onore di presentare ai media di tutto il mondo il terzo tomo della sua opera su Gesù, quella dedicata ai Vangeli dell'infanzia. Segno della fiducia che continua a riporrre in lui. E a sua volta Ravasi ha dato inizio, su L'Osservatore Romano, a una serie di articoli sull'incontro/scontro tra la fede e l'incredulità nella cultura contemporanea, come apporto all'Anno della fede indetto dal papa. Nel primo di questi articoli, il 28 novembre, il cardinale ha sprigionato la sua eccezionale padronanza della letteratura, delle arti e delle scienze, con una lussureggiante fioritura di autori citati. Nell'ordine: Aleksandr Blok, Franz Kafka, Emile Cioran, Jean Cocteau, Rudolf Bultmann, Blaise Pascal, Jan Dobraczynski, Robert Musil, Ludwig Wittgenstein, Luis de León, David Hume, Anatole France, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia, Augusto Del Noce, Jacques Prévert, Eugenio Montale, Johann Wolfgang von Goethe. In mezza pagina di giornale una ventina di autori, quasi tutti non credenti eppure tutti rivelatisi "vulnerabili" alle domande su Dio.

Sandro Magister, www. chiesa

La Santa Sede revoca il titolo di 'monsignore' a Helmut Schueller, capofila in Austria dell''Iniziativa dei parroci', che rimane sacerdote a tutti gli effetti. Mons. Müller: un pensiero protestante che i fedeli scelgano il proprio vescovo

La Santa Sede ha revocato il titolo di 'monsignore' a Helmut Schueller, capofila di un ampio movimento di parroci austriaci che chiede riforme ecclesiastiche su tematiche come il celibato obbligatorio, la comunione ai divorziati e le coppie omossessuali. Scheuller rimane sacerdote a tutti gli effetti. L''iniziativa dei parroci' (Pfarrer Initiative) ha prodotto un "appello alla disobbedienza" che ha suscitato l'interesse di sacerdoti di altri paesi, tanto che recentemente Schueller ha proposto un incontro mondiale l'anno prossimo. La decisione romana è stata comunicata a Schueller tramite la diocesi di Vienna, ha riferito alla stampa austriaca il portavoce del card. Christoph Schönborn, Michael Prueller. Schueller è parroco di St. Stephan nel paese di Probstdorf. Ha ricevuto il titolo di 'monsignore', che non è esclusivo dei vescovi, quando fu presidente della Caritas austriaca e vicario generale dello stesso arcivescovo di Vienna. In un recente intervento in Vaticano, il nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Müller, ha criticato l'idea propugnata dalla 'Pfarrer Initiative' che i fedeli scelgano il proprio 'pastore': "Si tratta di un pensiero protestante", ha detto.

TMNews

A Monaco di Baviera annunciata la produzione internazionale di un film sulla vita e l’opera di Benedetto XVI. La pellicola si baserà sulla biografia scritta da Peter Seewald e in uscita nel 2014

Papa Ratzinger superstar. La vita di Benedetto XVI approderà presto sul grande schermo: a Monaco di Baviera la Odeon Film ha annunciato un accordo tra i produttori H & V Entertainment e Peter Weckert per una "produzione internazionale sulla straordinaria vita ed opera di Joseph Ratzinger dalla sua nascita nel 1927 al suo Pontificato", come si legge in un comunicato. Weckert ha già prodotto nel 2011 un documentario dal titolo “Francesco e il Papa”, la storia di un giovane corista che viene selezionato per eseguire un assolo di fronte al Santo Padre. Il team aveva accompagnato e filmato i viaggi di Benedetto in Africa e in Israele. Il film su Benedetto XVI si baserà sulla biografia di Papa Ratzinger che verrà pubblicata da Peter Seewald nella primavera del 2014. Lo stesso Seewald (foto), autore nel 2010 del libro intervista con Benedetto XVI, “Luce del mondo”, verrà coinvolto come consulente nella scrittura della sceneggiatura.

Vatican Insider