"A scuola da Paolo VI": è il
titolo che campeggia in apertura dello
speciale di quattro pagine che il quotidiano
Avvenire ha dedicato nell’edizione
di oggi alla figura di Papa
Montini (nella foto con l'allora card. Ratzinger) in occasione del riconoscimento
delle virtù eroiche decretato ieri da Benedetto
XVI. Nello speciale figurano, tra
l’altro, le interviste ai cardinali Angelo
Amato, prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi, e Angelo Scola, oggi
arcivescovo di Milano, che, come è noto,
dal 1954 al 1963, ha avuto Giovanni Battista
Montini come predecessore. In evidenza
sulla prima pagina dell’inserto anche
un inedito di un appunto autografo
di Montini, datato 1928, tratto dall’archivio dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Un
testo in cui con degli accenni telegrafici
viene illuminata la profondità del mistero
cristiano: "L’incarnazione è la massima
manifestazione di Dio: è la pubblicità del
Bene: tutto il fine della creazione culmina
qua". Sull’eredità di Paolo VI che l’arcidiocesi
milanese è chiamata custodire si sofferma
in particolare il card. Scola, che
nell’intervista concessa a Francesco Ognibene,
individua nella "tensione positiva a
incontrare l’uomo contemporaneo e tutte
le sue espressioni culturali" il "prezioso
lascito" di Montini alla Chiesa ambrosiana.
In questo senso, "l’indizione della
missione per la città di Milano è ancor
oggi considerata un punto di riferimento". Soprattutto, però, il porporato sottolinea
come, "in un tempo in cui l’utopia
dilagava", il Papa di Concesio "richiamò
con forza il popolo cristiano a
centrare la sua vita nella fede". Inoltre,
"la figura di Paolo VI è legata, senza
dubbio, alla prima attuazione del Concilio
Vaticano II. In questo senso mi sembra
che Paolo VI sia stato non solo colui
che portò a termine l’intuizione del Beato
Giovanni XXIII - e questo sarebbe già un
grandissimo merito - ma anche colui che
iniziò con decisione - a smentita di alcuni
luoghi comuni - il compito di recezione
del Vaticano II". C’è infatti "un filo
che lega l’intenzione di Roncalli all’attuale
Pontificato". Un filo che sarebbe
impensabile "senza la figura di
Paolo VI".
L'Osservatore Romano
L'Osservatore Romano