sabato 2 febbraio 2013

Il Papa: la gioia della vita consacrata passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo. Dal suo cuore trafitto per amore sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si irradia la stessa luce, che evangelizza le genti

Nel pomeriggio di oggi, Festa della Presentazione del Signore e XVII Giornata della Vita Consacrata, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la celebrazione della Santa Messa con i Membri degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica. Il rito si è aperto con la tradizionale benedizione delle candele e la processione.
Nel Vangelo, il Papa ha sottolineato, all'inizio dell'omelia, che Maria e Giuseppe compiono tutto ciò che è prescritto dopo il parto di un primogenito maschio. Per la donna è stabilito che si astenga per quaranta giorni dalle pratiche rituali e poi offra un duplice sacrificio, se povera “due tortore o due colombi”. Per il primogenito maschio “che secondo la Legge di Mosè è proprietà di Dio – ricorda il Papa - è invece prescritto il riscatto con l’offerta di cinque sicli. Maria e Giuseppe decidono di compiere tutto questo a Gerusalemme. L’avvenimento principale diventa quindi “la presentazione” di Gesù al Tempio, “che significa l’atto di offrire il Figlio dell’Altissimo al Padre che lo ha mandato”. Il bambino Gesù, che viene presentato al Tempio, è “quello stesso che, una volta adulto, purificherà il Tempio e soprattutto farà di se stesso il sacrificio e il sommo sacerdote della nuova Alleanza”.
“La ‘salvezza’ che Gesù porta al suo popolo, e che incarna in se stesso – ha spiegato il Papa -, passa attraverso la croce, attraverso la morte violenta che Egli vincerà e trasformerà con l’oblazione della vita per amore”. Questa oblazione è “già tutta preannunciata nel gesto della presentazione al Tempio, un gesto certamente mosso dalle tradizioni dell’antica Alleanza, ma intimamente animato dalla pienezza della fede e dell’amore che corrisponde alla pienezza dei tempi, alla presenza di Dio e del suo Santo Spirito in Gesù”. Lo Spirito, in effetti, “aleggia su tutta la scena della presentazione di Gesù al Tempio, in particolare sulla figura di Simeone, ma anche di Anna”. È “lo Spirito che suggerisce le parole profetiche di Simeone e Anna, parole di benedizione, di lode a Dio, di fede nel suo Consacrato, di ringraziamento perché finalmente i nostri occhi possono vedere e le nostre braccia stringere ‘la sua salvezza’”. Il tema della luce, ha evidenziato il Pontefice, è “fortemente presente in questa liturgia”, aperta da una “suggestiva processione”, a cui “hanno partecipato i superiori e le superiore generali degli Istituti di vita consacrata qui rappresentati, che portavano i ceri accesi”. Per il Santo Padre, “questo segno, specifico della tradizione liturgica di questa Festa, è molto espressivo. Manifesta la bellezza e il valore della vita consacrata come riflesso della luce di Cristo; un segno che richiama l’ingresso di Maria nel Tempio: la Vergine Maria, la consacrata per eccellenza, portava in braccio la Luce stessa, il Verbo incarnato, venuto a scacciare le tenebre dal mondo con l’amore di Dio”.
“Tutti voi siete stati rappresentati in quel simbolico pellegrinaggio, che nell’Anno della fede esprime ancora di più il vostro convenire nella Chiesa, per essere confermati nella fede e rinnovare l’offerta di voi stessi a Dio”, ha detto Benedetto XVI ai consacrati. “Nella luce di Cristo – ha aggiunto -, con i molteplici carismi di vita contemplativa e apostolica, voi cooperate alla vita e alla missione della Chiesa nel mondo”. In questo “spirito di riconoscenza e di comunione”, il Papa ha rivolto ai consacrati tre inviti per “entrare pienamente in quella ‘porta della fede’ che è sempre aperta per noi”. Innanzitutto, un invito “ad alimentare una fede in grado di illuminare” la “vocazione”, facendo “memoria, come in un pellegrinaggio interiore, del ‘primo amore’ con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato” il loro “cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma”. E per questo “occorre stare con Lui, nel silenzio dell’adorazione; e così risvegliare la volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte, l’obbedienza di fede, la beatitudine dei poveri, la radicalità dell’amore”. A partire sempre nuovamente da questo incontro d’amore i consacrati lasciano “ogni cosa per stare con Lui” e mettersi come Lui “al servizio di Dio e dei fratelli”. In secondo luogo, un invito “a una fede che sappia riconoscere la sapienza della debolezza”. Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente, “quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire”, i consacrati non debbono dubitare che “la kenosi di Cristo è già vittoria pasquale. Proprio nel limite e nella debolezza umana siamo chiamati a vivere la conformazione a Cristo, in una tensione totalizzante che anticipa, nella misura possibile nel tempo, la perfezione escatologica”.
Per il Pontefice, “nelle società dell’efficienza e del successo”, la vita dei consacrati “segnata dalla ‘minorità’ e dalla debolezza dei piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico segno di contraddizione”. Infine, un invito “a rinnovare la fede” per “essere pellegrini verso il futuro. Per sua natura la vita consacrata è pellegrinaggio dello spirito, alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela”. Questo sia, ha suggerito il Santo Padre ai consacrati, “l’anelito costante del vostro cuore, il criterio fondamentale che orienta il vostro cammino, sia nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti. Non unitevi ai profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e indossate le armi della luce – come esorta San Paolo – restando svegli e vigilanti”. La gioia della vita consacrata, ha osservato Benedetto XVI, “passa necessariamente attraverso la partecipazione alla croce di Cristo. Così è stato per Maria Santissima. La sua è la sofferenza del cuore che forma un tutt’uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici, dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si irradia la stessa luce, che evangelizza le genti”. "In voi - ha concluso - la Buona Novella sia vissuta, testimoniata annunciata e risplenda come Parola di verità".

Radio Vaticana, SIR

SANTA MESSA CELEBRATA DAL SANTO PADRE NELLA FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - XVII GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA - il testo integrale dell'omelia del Papa
 

Lunedì Zubin Metha dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nel concerto offerto dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Benedetto XVI e al presidente Napolitano per l’84° anniversario dei Patti Lateranensi

Zubin Mehta e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino saranno protagonisti del concerto che l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede offre in onore di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano (foto), nell'Aula Paolo VI lunedì 4 febbraio per l’ottantaquattresimo anniversario dalla firma dei Patti Lateranensi. Il programma prevede l’esecuzione dell’ouverture tratta da "La forza del destino" di Giuseppe Verdi, del quale ricorre nel 2013 il bicentenario della nascita, e la Terza Sinfonia “Eroica” di Ludwig van Beethoven. In questa pagina pubblichiamo due estratti dal programma di sala che illustrano gli aspetti principali dei capolavori che verranno eseguiti. Per l’orchestra fiorentina è la prima esibizione dinanzi a Benedetto XVI, che invece Zubin Mehta ebbe modo di conoscere durante il periodo trascorso a Monaco di Baviera, quando, dal 1998 al 2006, ricoprì la carica di Generalmusikdirektor della Bayerische Staatsoper.

L'Osservatore Romano

Giornata della Vita Consacrata. Il Magistero del Papa: testimonia la sovrabbondanza d’amore che spinge a perdere la propria vita, come risposta alla sovrabbondanza di amore del Signore, che per primo ha perduto la sua vita per noi

Con il tweet pubblicato nella tarda mattina di oggi, Benedetto XVI ha offerto un “assaggio” della sua riflessione per l’odierna Giornata Mondiale della Vita Consacrata, Festa della Presentazione del Signore. Giornata che vivrà il culmine nel pomeriggio con la Messa solenne che il Papa presiederà nella Basilica di San Pietro alle 17.30, grande evento dell'Anno della fede. La si può vedere come si vuole, ma il mondo che oggi non vedesse lungo le sue strade e le sue città, nelle scuole, negli ospedali, tra camper e favelas, fra vecchi e nuovi poveri, immigrati di ieri e di oggi, la gratuità dei francescani, o l’antica saggezza dei benedettini, o non avesse mai visto nascere, e visto vivere e agire, un Filippo Neri e un Giovanni Bosco, una Teresa d’Avila e una Teresa di Lisieux, o chi oggi, ricevendo aiuto nelle strutture da loro fondate, dovesse immaginarsi privo del sorriso di un Luigi Orione o una Teresa di Calcutta, e mille altri nomi si potrebbero fare, sarebbe un mondo di una miseria infinita, animato certo dalla generosità di qualche filantropo ma più probabilmente schiacciato da un dilagante egoismo. Perché la carità e la dedizione cristiane, e la mole di bene che esse producono ogni giorno, sono cosa ben al di là delle più bendisposte intenzioni umane. A meno che quelle intenzioni non siano animate da Cristo stesso. E questo sono da sempre i religiosi nel mondo, portatori sani di quell’amore che sembra scaturire direttamente da una pagina di Vangelo, come tante volte ricordato da Benedetto XVI: “Al di là delle superficiali valutazioni di funzionalità, la vita consacrata è importante proprio per il suo essere segno di gratuità e d’amore, e ciò tanto più in una società che rischia di essere soffocata nel vortice dell’effimero e dell’utile. La vita consacrata, invece, testimonia la sovrabbondanza d’amore che spinge a perdere la propria vita, come risposta alla sovrabbondanza di amore del Signore, che per primo ha perduto la sua vita per noi” (2 febbraio 2010).
Si può essere di Cristo in molti modi. E si può imitare Cristo radicalmente, ha affermato il Papa, in una “totale sequela di Lui”: “Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore dell'esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei cieli, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace di saziare definitivamente il cuore” (2 febbraio 2007).
Per certo mondo di oggi, che guarda come a un folle a chi sceglie di essere volontariamente povero, che ironizza su chi vuole essere casto e disprezza la scelta di voler obbedire, la vita religiosa è fonte di provocazione. E, come sempre, di grande fascino. Perché se le vocazioni calano in Occidente non è così ad altre latitudini. È come dire che, in un mondo che vorrebbe fare a meno delle regole, ci sono Regole scritte magari mille anni fa che continuano a essere un “format” ineguagliato: “Sappiate orientare con la sapienza della vostra vita, e con la fiducia nelle possibilità inesauste della vera educazione, l’intelligenza e il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo verso la ‘vita buona del Vangelo’” (2 febbraio 2011).

Radio Vaticana

Libretto della Celebrazione

Tweet di Benedetto XVI nella Giornata della Vita Consacrata: un pensiero affettuoso a ogni religiosa e religioso, possano sempre seguire Cristo fedelmente nella povertà castità e obbedienza

In occasione dell’odierna Giornata della Vita Consacrata, nella Festa della Presentazione del Signore, il Papa ha lanciato un nuovo tweet: “Un mio pensiero affettuoso – scrive - va oggi a ogni religiosa e religioso: possano sempre seguire Cristo fedelmente nella povertà castità e obbedienza”. Nelle nove lingue dell'account @Pontifex, Benedetto XVI ha superato i 2 milioni e 661mila follower. In lingua inglese i follower superano il milione e 481mila, in lingua spagnola i 631mila, in italiano i 295mila. L’account in lingua latina ha superato i 14mila follower.

Radio Vaticana

Incendio in un grattacielo di Città del Messico. Telegramma del Papa: vicinanza spirituale alle famiglie delle vittime, prego per un pronto recupero di quanti sono rimasti feriti in questa sciagura

Benedetto XVI ha espresso profondo cordoglio per le vittime dell’incendio che ha devastato un grattacielo nel centro di Città del Messico, provocando 33 morti. In un telegramma indirizzato al card. Norberto Rivera Carrera, arcivescovo della capitale messicana, il Papa assicura la sua vicinanza spirituale alle famiglie delle vittime e prega per un pronto recupero di quanti sono rimasti feriti in questa sciagura. Nell'occasione, il Papa invoca la Vergine di Guadalupe e impartisce la sua benedizione apostolica per quanti sono stati colpiti da questa tragedia.

Radio Vaticana

Il card. Bagnasco subentra al card. Ruini alla guida del Progetto culturale della CEI. Con l'avvicendamento alla guida di una delle sue creature più amate finisce il lungo 'regno' nella Chiesa italiana del porporato

"Le pallottole di carta non fanno male", rispose una volta a chi gli chiedeva una risposta agli attacchi dei giornali. E' una data a suo modo storica per la Chiesa italiana: dopo tre decenni in prima fila esce ufficialmente di scena il "cardinal sottile". Il presidente della CEI Angelo Bagnasco sostituisce Camillo Ruini (nella foto con Benedetto XVI), 81 anni, suo predecessore, anche nella guida del Comitato per il Progetto Culturale, l'organismo della Chiesa italiana che pianifica programmi formativi ed iniziative di ampio respiro. Il politologo don Gianni Baget Bozzo definì Camillo Ruini "il più grande stratega della politica italiana degli ultimi decenni". Di sè il plenipotenziario di Wojtyla in Italia ha detto "lo riconosco: sono stato e sono un animale politico". Dei grandi temi della bioetica ha fatto il suo vessillo. "Meglio criticati che irrilevanti",è stato il suo motto nelle battaglie anti-laiciste di una vita. Il cambio al vertice è stato deciso dal Consiglio Episcopale Permanente, alla scadenza del quinquennio (il terzo di presidenza dell'organismo) che era stato concesso nel 2007 all'ex vicario di Roma nonostante avesse già oltrepassato l'età canonica dei 75 anni. "Quella di Bagnasco alla guida del Progetto Culturale è una nomina quasi fisiologica", ha spiegato il segretario della CEI, mons. Mariano Crociata, sottolineando che "il Progetto Culturale ha maturato con Ruini l'istituzione di compiti specifici per iniziative di eventi e pubblicazioni, come uno strumento della presidenza CEI". Secondo Crociata, "nel 2007 la conferma di Ruini era naturale essendone stato l'ideatore", come presidente della CEI. "Alla scadenza naturale - dunque - è il presidente attuale della CEI che continua". Non c'è snodo ecclesiastico che non abbia visto protagonista il porporato emiliano dai primi anni ottanta ad oggi. Nel dicembre 2006 rifiutò il funerale religioso al militante radicale Pier Giorgio Welby. La sofferta decisione di non concederlo nacque dal fatto che il defunto, fino alla fine, aveva perseverato lucidamente e consapevolmente nella volontà di porre termine alla propria vita, "un atteggiamento contrario alla legge di Dio". Spiegò Ruini: "Sono io personalmente che ho preso quella decisione. Dispiaceva pure a me dire no, ma l’ho presa per un motivo logico". Riferendosi ai casi di Terri Schiavo ed Eluana Englaro, aggiunse che nutrizione, idratazione, ventilazione non possono mai essere interrotti ai malati, nemmeno se si trovano in stato vegetativo permanente. In merito all’aborto, spiegò ancora nel gennaio 2008 che "la Chiesa non può accettare una legge che lo autorizza, ma 'non incita' alla rivolta contro la 194, anzi vorrebbe che venisse applicata 'integralmente' valorizzando il capitolo della prevenzione e 'aggiornandola' al progresso della medicina". Laureato alla Gregoriana, ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954, Ruini ha insegnato per decenni Teologia e Filosofia, nell’83 fu nominato vescovo ausiliare di Reggio Emilia. Tre anni dopo diventò segretario della Conferenza Episcopale italiana, ma già nell’85 fu tra gli artefici del Convegno di Loreto che rilanciò la presenza sociale della Chiesa italiana. Nel gennaio 1991 Giovanni Paolo II lo scelse come suo vicario per la diocesi di Roma e due mesi dopo anche come presidente della CEI. La massiccia esposizione del presidente della CEI ha una data d’inizio: il referendum sulla procreazione del 12 e 13 giugno 2005. Il leader dei vescovi disse di non andare a votare e il 75% degli elettori, ovviamente anche per altre ragioni, non ci andò. Da allora è stata un’escalation “inedita” di presenza pubblica che ha colto di sorpresa anche i vertici della Santa Sede. A detta di molti osservatori dei rapporti tra le due sponde del Tevere, Ruini ha saputo connettere due aspetti fondanti del cattolicesimo italiano contemporaneo: la “guerra culturale tutta interna all’Occidente ricco e secolarizzato, in cui il nemico si chiama relativismo etico, con le concessioni di massa al nemico bimillenario del cristianesimo, il paganesimo, il naturalismo, il culto dionisiaco. E su un piano più tattico ma non slegato dalla dimensione valoriale, notò il politologo Edmondo Berselli, lo sfaldamento della politica italiana, con la perdita del pilastro costituito dall’unità dei cattolici e del suo strumento politico, la Democrazia cristiana. Ruini, insomma, è l’artefice di una grande, storica visione strategica: la presenza dei cattolici nei diversi partiti, un modello di laicità. E' riuscito a rafforzare l’influenza dei cattolici nonostante la morte della Dc, rilanciando l’offensiva dei valori malgrado la secolarizzazione del Paese, a imporre nell’agenda del confronto parlamentare e intellettuale i temi della vita e della bioetica, a stravincere un referendum trent’anni dopo la disastrosa sconfitta del divorzio, a innovare la linea sulla missione in Iraq nell’ora più drammatica; in una parola, a ripristinare la coscienza identitaria della Chiesa italiana, e modificarne profondamente, nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista, il rapporto con lo Stato e la società. Nessuno dei suoi predecessori era stato tanto amato e criticato, blandito e temuto, al punto da diventare un personaggio centrale della politica, guadagnarsi in conclave il ruolo di grande elettore di Ratzinger, respingere numerose richieste di incontro da parte di segretari di partito (cui preferiva mandare appunto il segretario della CEI, Betori), ispirare l’invettiva di Luciana Litizzetto (Eminenz!), portare in Senato una scienziata dell’Opus Dei (Paola Binetti), essere visto ora come un baluardo ora come un bersaglio. Celebri alcune sue frasi. "È norma di saggezza non pretendere che tutto possa essere previsto e regolato per legge". "Se noi cristiani ci rassegniamo ad essere una subcultura, in un mondo che guarda dai tetti in giù, niente potrà salvarci. Salvo la Provvidenza". "A volte sono sorpreso io stesso dall’eco che le nostre prese di posizione provocano sui giornali". "Il rammarico più grande riguarda la mia debolezza e mediocrità in quello che è il primo compito di ogni vescovo: la preghiera". Si dice abbia la passione dei soldatini. "Ma non è vero! Mio padre me ne regalò quando avevo sei anni, ci giocai un po’ e poi li misi via, preferivo far navigare barchette nei fossi".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Padre Lombardi: la Santa Sede segue con attenzione le vicende dell'arcidiocesi di Los Angeles ed è informata del passo compiuto da mons. Gomez verso il predecessore

"La Santa Sede ovviamente segue con attenzione le vicende della importante arcidiocesi di Los Angeles, ed è informata del passo compiuto dall’attuale arcivescovo Josè Gomez che ha sollevato il suo predecessore, card. Roger Mahoney, da tutti gli incarichi amministrativi e dalla possibilità di presiedere le celebrazioni pubbliche". Lo ha affermato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Mahoney è accusato di aver coperto numerosi casi di abusi sessuali compiuti da ecclesiastici.

Agi

Presidente del Movimento per la vita: domani, in occasione della Giornata per la vita, in Piazza San Pietro per recitare l’Angelus insieme a Benedetto XVI. Adesione della Chiesa ad un progetto squisitamente civile evoca il suo grande magistero

“A nome del Movimento per la vita italiano e di tutti i movimenti per la vita europei esprimo la gratitudine alla Conferenza Wpiscopale italiana per la limpida e forte dichiarazione di sostegno all’iniziativa dei cittadini europei ‘UnoDiNoi’”: lo afferma in una nota Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita. “Alla gratitudine si aggiunge l’ammirazione per l’ampio e persuasivo ragionamento sui valori non negoziabili al cui interno il card. Bagnasco ha incastonato nella sua prolusione l’incoraggiamento alla iniziativa europea”, aggiunge Casini, per il quale “l’adesione della Chiesa ad un progetto squisitamente civile evoca il grande magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI”. Il Movimento esprime la convinzione che “il messaggio della Chiesa sui diritti dell’uomo così come ha fatto crollare il Muro di Berlino”, così “il suo messaggio sul valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale farà cadere un altro non visibile ma non meno drammatico muro di divisione e restituirà all’Europa la sua anima, purificandola in profondità nel riconoscimento dell’uguale dignità di ogni essere appartenente alla famiglia umana”. “Anche per questo - conclude Casini - il popolo di ‘UnoDiNoi’, domenica prossima, in occasione della Giornata per la vita, sarà in Piazza San Pietro per recitare l’Angelus insieme a Papa Benedetto XVI”.

SIR